(21 luglio 2006 ore 08:44)
Quella mattina, dopo aver riflettuto a lungo, se non ricordo male dal mese di gennaio dello stesso anno, mi decisi a creare questo blog. Non mi sentivo pronto, non sapevo cosa fare tranne che ricordare nitidi particolari che mi hanno spinto su questa via; così rimasi per quei mesi in sospeso, anche perchè il blog l'ho dedicato, naturalmente come incipit, ad una splendida donna.
Mi trovai, un giorno, a leggere una poesia del poeta da me più amato – Pablo Neruda – poesia che mi introdusse in quel fantastico mondo, in tutto quello che ora agitò, ora calmò, ora fece volare la mia anima, fino a vivere momenti d’incanto.
Non è stato facile trovare la via da me pensata e ritenuta giusta; oggi credo di esserci dentro anche se rimane quel piccolo … refolo di dubbio tipico nel mondo dei sentimenti – dubbio che giova a rinforzare un certo sentimento nato casualmente e che ancor oggi, nonostante dolci dialoghi, lunghi silenzi, piacevoli dissertazioni sulla vita pregressa e qualche animata discussione, desideri che generano sorrisi per il cuore o lo lacerano silenziosamente su quello che l’amore potrebbe riservare etc., vaga ora silenzioso ora tumultuoso dentro la mia anima.
Quell'eterno dilemma che, se non altro, rende la vita pulsante, palpitante.
E provoca, di tanto in tanto, tonfi nel cuore, il respiro che diventa corto, affannoso, che si calma quando quella fiamma riprende vigore e che - in definitiva - percorre dolcemente la via intrapresa fra gioie, malinconie e tutto quello che la vita stessa riserva a chi la vive nel modo più consono, senza fare progetti, così come viene, giorno dopo giorno.
Sempre con il sorriso nel cuore, specie quando ci si dona senza bilancini, senza paure, senza patemi.
Realmente
La poesia di Neruda che mi ha ispirato è agli inizi del blog ed è questa:
Accadde in quell'età...
La poesia venne a cercarmi.
Non so da dove sia uscita,
da inverno o fiume.
Non so come né quando,
no, non erano voci,
non erano parole né silenzio,
ma da una strada mi chiamava,
dai rami della notte,
bruscamente fra gli altri,
fra violente fiamme
o ritornando solo,
era lì senza volto
e mi toccava.
Non sapevo che dire,
la mia bocca non sapeva nominare,
i miei occhi erano ciechi,
e qualcosa batteva nel mio cuore,
febbre o ali perdute,
e mi feci da solo,
decifrando quella bruciatura,
e scrissi la prima riga incerta,
vaga, senza corpo,
pura sciocchezza,
pura saggezza
di chi non sa nulla,
e vidi all'improvviso il cielo
sgranato e aperto,
pianeti, piantagioni palpitanti,
ombra ferita, crivellata
da frecce, fuoco e fiori,
la notte travolgente, l'universo.
Ed io, minimo essere,
ebbro del grande vuoto
costellato,
a somiglianza, a immagine del mistero,
mi sentii parte pura dell'abisso,
ruotai con le stelle,
il mio cuore si sparpagliò nel vento.
...
Ancor oggi, nel leggere questi splendidi versi, mi ritrovo a sognare esattamente come allora...
...
Così com’è iniziato - quasi in sordina - questo blog, allo stesso modo termina.
Grazie a tutti coloro che hanno partecipato: con mano sul cuore e gli occhi lucidi per l'emozione, vi ricorderò con piacere.
L'amore, quello vero, reale, sincero e senza bilancini, è l'unico fiore che nasce e cresce senza l'aiuto delle stagioni.
@_@_@
QUESTO BLOG E' CHIUSO. IL VECCHIO CAVALIERE SI RITIRA NEL SUO MANIERO PER CURARE SUOI INTERESSI.
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