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FANTASIE GRAFICHE

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Il Caffè

Post n°9 pubblicato il 13 Gennaio 2009 da angleographic
 

Il Caffè è il seme di numerose specie di "Coffea", famiglia delle Rubiacee, tra le quali le più importanti sono la "Coffea arabica", che fornisce circa l'80% del caffè prodotto nel mondo, la "Coffea robusta", e la "Coffea liberica".

Leggenda

La leggenda narra che alcuni pastori etiopi notarono una grande vivacità nelle capre che avevano mangiato chicchi di caffè. Li assaggiarono anche loro e così nacque il caffè!
Le tradizioni arabe fanno risalire la scoperta al secolo XIV, attribuendone il merito ad un pio personaggio dello Yemen, che inizialmente se ne sarebbe servito per prolungare le veglie mistiche.

Storia

È originario dell'Etiopia, in particolare della regione di Caffa, e di altre regioni dell'Africa orientale dove cresce spontaneo a 1.000 - 1.300 metri di altitudine.
Il caffè fu importato nell'Arabia sudoccidentale fra i secoli XIII e XIV. Qui si sviluppò la sua coltivazione, parallelamente all'uso della bevanda, preparata con i semi torrefatti.

I grani vennero in seguito esportati in Egitto, di qui a Costantinopoli e nelle Indie. In Europa il caffè fu importato a partire dalla seconda metà del secolo XVI, per iniziativa soprattutto dei mercanti veneziani.
Nonostante lo scetticismo e l'ostilità che dapprima incontrò, il successo della nuova bevanda fu grande e stimolò l'impianto di apposite piantagioni nei possedimenti coloniali, soprattutto ad opera degli Olandesi, che fra i secoli XVII e XVIII ne iniziarono la coltivazione a Giava e altrove.
Dalla Guyana Olandese il caffè giunge nell'America Centrale e meridionale, dove l'habitat permise di allargarne a macchia d'olio la produzione, nei grandi latifondi schiavistici delle colonie spagnole e portoghesi.
 Soprattutto in Brasile la coltivazione del caffè, che vi era stato introdotto nel 1727, assunse un'importanza decisiva, determinando nel corso del secolo XIX la fortuna economica e politica di una ristretta oligarchia di grandi proprietari.
Solo nei primi decenni del nostro secolo, in seguito alla caduta del prezzo del caffè sui mercati mondiali, si ebbe una prima contrazione di tale attività, poi aggravata dalla crisi del 1929.
Da allora la produzione di caffè nei paesi latino americani si è notevolmente ridotta, mantenendo tuttavia una notevole importanza per la loro economia.
 

La produzione

La pianta del caffè prospera nelle regioni tropicali tra il 25° parallelo Nord e il 25° parallelo Sud, con clima caratterizzato da modesta escursione termica stagionale, con temperature comprese tra il 15 e i 25 ° C, a buona piovosità, sui 1500 - 2000 millimetri annui, con stagioni piovose e secche alternate.
Il Brasile è il maggior produttore mondiale di caffè. Altri paesi produttori sono, in ordine di importanza, il Vietnam, la Colombia, l'Indonesia, il Messico, la Costa d'Avorio, il Guatemala, l'India e l'Etiopia.

La pianta fruttifica verso il 5° anno, raggiunge un massimo di produzione intorno all'ottavo anno e mantiene un buon livello produttivo fino al venticinquesimo anno, quando le piantagioni devono essere rinnovate.
La produzione media annua è di 1 chilo di semi per pianta, ma in condizioni favorevoli può raggiungere i 2 - 3 chili.
La pianta può raggiungere anche i 10 metri i altezza, ma di norma viene potata per mantenerla sui 2 - 3 metri, allo scopo di facilitare la raccolta dei frutti.
 È un sempreverde, con uno sviluppo piramidale, ha le foglie verde chiaro, oblunghe e lanceolate. All'ascella delle foglie di sviluppano i fiori, che sono bianchi, simili per colore e profumo a quelli del gelsomino.

 Il frutto è una drupa di colore rosso, che contiene di norma due semi, o chicchi, combacianti tra di loro, di forma convessa da un lato, piatta con una scanalatura dall'altro. Sono disposti l'uno contro l'altro e avvolti in una pellicola argentea. Il colore dei chicchi varia dal verdognolo al giallo, a seconda delle varietà, il grado di maturazione, il tipo di terreno di coltura, la tecnica di lavorazione.
La stagione di raccolta varia da regione a regione, secondo i cicli stagionali.
La lavorazione dei frutti deve comunque iniziare subito dopo la raccolta.  Seguendo il metodo "a secco", le drupe vengono decorticate con apposite smorzatrici e ventilate per asportare il mesocarpo. Il caffè che si ottiene è chiamato "caffè naturale".
 Con il metodo "a umido", più economico, ma condizionato dalla disponibilità locale dell'acqua, le drupe sospese in acqua vengono spolpate parzialmente del mesocarpo con apposite spolpatrici. Si lasciano poi macerare in acqua per circa 36 ore, favorendo una fermentazione che facilita la solubilizzazione e il distacco dei residui di mesocarpo.
Segue il lavaggio dei chicchi, un essiccamento e un'ultima lavorazione in apposite attrezzature, per eliminare la membrana che li avvolge. Il caffè che si ottiene è chiamato "caffè lavato", ed è ritenuto il più pregiato del caffè naturale. Ma i pareri non sono unanimi.

Fine 1ma parte

 
 
 
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