DallaParteDelTorto

«Ci sedemmo dalla parte del torto visto che tutti gli altri posti erano occupati.» (Bertold Brecht)

 

ACHTUNG! PARTIGIANI

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CI CHIAMAVANO RIBELLI

Racconto partigiano

 

BESTIALITÀ DELL'IMPERIALISMO

 

VICTOR JARA


Han matado una guitarra
[Dallo spettacolo "Guerra di popolo in Cile". Dario FO - 1973]
Han fucilato una chitarra
Victor Jara el cantador
l'hanno ammazzato i militari
insieme a quaranta lavorator.

Era un cantore di piazza
e nella piazza morì
e tutta la povera gente
come muta restò lì.

Han fucilato una chitarra
Victor Jara el cantador
i suoi canti eran risate
fucilate per i padron.

Come mille pesci d'argento
mille note per l'aia van
corron le dita di Victor Jara
sulle corde le fan saltar.

Ai cordones di Santiago
una pattuglia lo arrestò
un sergente l'ha riconosciuto
e le mani gli legò.

Con un colpo di machete
le dieci dita tagliò,
quelle tue sporche canzoni
non potrai più accompagnar.

Le filastrocche che cantavi
fatte apposta per insegnar
che il ricco non va maledetto
ma distrutto va semmai.

Dove dicevi che presto vivere
da uomini umani si potrà
lavorando perfino cantando
perché il padrone non ci sarà.

Han fucilato una chitarra
Victor Jara el cantador
odiato per il suo canto
dai borghesi gran signor.

Un colpo di machete
le sue dita tagliò
ma non han tagliato la voce
che al popolo insegnò.

I canti che con gran furore
ora ognuno sa cantare
come tante fucilate
per chi ammazza la libertà.

Tu cantavi che presto vivere
da uomini umani si potrà
ora mille chitarre gridano
rivoluzione si farà.

 

CAMILO CIENFUEGOS

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GERONIMO

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FORSE IL TEMPO DEL SANGUE RITORNERA'

Forse il tempo del sangue ritornerà.
Uomini ci sono che debbono essere uccisi.
Padri che debbono essere derisi.
Luoghi da profanare bestemmie da proferire incendi da fissare delitti da benedire.
Ma più c’è da tornare ad un’altra pazienza alla feroce
scienza degli oggetti alla coerenza nei dilemmi che abbiamo creduto oltrepassare.
Al partito che bisogna prendere e fare.
Cercare i nostri eguali osare riconoscerli
lasciare che ci giudichino guidarli esser guidati
con loro volere il bene fare con loro il male e il bene
la realtà servire negare mutare.

Franco Fortini 

 

CIAO "VISONE" CHE LA TERRA TI SIA LIEVE

E' MORTO UN PARTIGIANO, CHE NE NASCANO ALTRI CENTO

I compagni della Rete dei Comunisti segnalano il vuoto lasciato dalla scomparsa del compagno Giovanni Pesce ("Visone"), comandante dei GAP a Torino e Milano, comunista coerente e antifascista militante in tutta la sua vita.
Le memorabili pagine del suo libro "Senza tregua" hanno contribuito alla formazione politica e culturale di almeno due generazioni politiche.

In una fase in cui l'aggressività squadristica dei fascisti è in preoccupante ripresa in tutto il paese - potendo contare ancora una volta su coperture e complicità negli apparati dello Stato - la scomparsa di Resistenti come Giovanni Pesce, priva il movimento di classe di protagonisti e di testimoni di una memoria storica decisiva per la formazione di nuove generazioni politiche adeguate allo scontro in atto.

Salutiamo il compagno Giovanni Pesce ed inviamo un abbraccio alla sua compagna di sempre "Norina" Brambilla.
Ciao "Visone" che la terra ti sia lieve

La Rete dei Comunisti

 

Uomo libero, sempre tu amerai il mare !
Il mare è il tuo specchio: contempli l'anima tua.
nell'infinito srotolarsi della tua onda,
e il tuo spirito è un abisso non meno amaro.


Ti diletti a tuffarti nel seno della tua immagine;
l'abbracci con gli occhi e con le braccia, e il tuo cuore
si distrae talvolta dal proprio battito
al fragor di quel lamento indomabile e selvaggio.

Entrambi siete tenebrosi e discreti:
uomo, nessuno ha sondato il fondo dei tuoi abissi;
mare, nessuno conosce le tue intime ricchezze:
tanto gelosamente serbate i vostri segreti !


E tuttavia da secoli innumerevoli
vi fate guerra senza pietà nè rimorsi,
tanto amate la strage e la morte,
o lottatori eterni, o fratelli inseparabili !

L'UOMO E IL MARE Baudelaire

 

RAP CONSCIENT

 

CONSIDERO VALORE - ERRI DE LUCA

 

JOE STRUMMER

 

CIRANO DE BERGERAC - NO GRAZIE

 

 

« Eretico sarà chi accenda...IL GIUDICE "ANTICROCIFIS... »

Alcune osservazioni sulla lotta alla povertà nei paesi capitalistici

Post n°164 pubblicato il 04 Dicembre 2009 da Maddalena.Robin
 
Foto di Maddalena.Robin

Forse tu fai delle elemosine. Ma da dove le prendi, se non dalle tue rapine crudeli, dalla sofferenza, dalle lacrime, dai sospiri? Che vale consolare un povero, se ne crei altri cento? (Gregorio di Nissa)

La condizione di continuata o cronica deprivazione delle risorse indispensabili a vivere in condizioni dignitose e al godimento dei diritti umani inalienabili è il prodotto di un sistema politico-economico globale che ogni giorno, ogni istante, riproduce accresciute le disuguaglianze sociali e schiaccia gli individui.
Partendo dall’ovvio assunto che la povertà non possa essere avversata da chi sostiene e promuove un ordine caratterizzato da scelte politiche neoliberiste che hanno effetti sociali devastanti, ne consegue che questa condizione non possa essere combattuta solo attraverso un processo di auto-emancipazione e di autorganizzazione dei ‘poveri’ (ossia di tutti gli uomini e tutte le donne che lavorano sottopagati, che sono disoccupati, che devono migrare …) ossia da noi.
L'"Employment Outlook 2009" dell'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, OCSE, che raggruppa i paesi capitalistici più avanzati, dice una verità molto semplice sulla crisi economica in atto: il peggio, che per i padroni è (forse)passato, per i lavoratori viene adesso.L'anno che verrà nell'area OCSE i disoccupati arriveranno a 57 milioni, con un tasso molto vicino al 10% delle forze attive di lavoro. Per l'Italia la crescita della disoccupazione toccherà il 10,5%. Come riconosce il rapporto stesso, ci troveremo ad affrontare la situazione peggiore dal dopoguerra.
Sull'Italia l'OCSE dice che l'impatto della crisi sul mercato del lavoro italiano è stato fino a oggi "moderato" rispetto a molti altri paesi. Il tasso di disoccupazione ha raggiunto il 7,4% nel marzo del 2009, ma "stime preliminari suggeriscono un ulteriore significativo incremento nel secondo trimestre". E aggiunge che in Italia "il tasso di disoccupazione sarebbe stato più alto se un gran numero di lavoratori non avesse rinunciato a cercare attivamente lavoro".
Le statistiche del rapporto dell'OCSE traducono in numeri astratti e generali gli innumerevoli casi particolari che la cronaca ci ha presentato in queste ultime settimane: crisi aziendali, chiusure, licenziamenti collettivi, precari lasciati a casa.
Ma anche, per fortuna, mobilitazioni, proteste clamorose e ostinate resistenze.Di fronte alla tempesta in arrivo, tuttavia, la resistenza caso per caso non potrà bastare. Per ogni situazione che riuscirà a salvarsi, quante saranno,quelle che affonderanno Lottare, anche duramente, non basterà.
E' quanto mai necessario coordinare le situazioni che resistono e attrezzarsi per una risposta generale.
Servono obiettivi rivendicativi adeguati: il blocco dei licenziamenti; un netto aumento dell'integrazione salariale per chi è sospeso e dell'indennità di disoccupazione per chi ha perso il lavoro; l'esproprio e la nazionalizzazione sotto il controllo dei lavoratori delle aziende che chiudono e licenziano, per evitare smantellamenti e speculazioni; la riduzione dell'orario a parità di paga fino al riassorbimento degli esuberi e dei disoccupati; l'abrogazione delle leggi di precarizzazione e delle norme punitive contro gli immigrati che trasformano in "clandestino" chi perde il lavoro; infine investire in un piano del lavoro per lo sviluppo delle fonti energetiche alternative, per opere di risanamento ambientale e di recupero e riqualificazione del patrimonio edilizio, per ampliare i servizi di utilità sociale come la scuola, la sanità, i trasporti pubblici...
So già che mi si obietterà che queste rivendicazioni sono "impraticabili", e non ho difficoltà a riconoscere che l’attuale quadro di passività sociale senz'altro pare dare ragione a queste obiezioni.
Ma l'esperienza storica insegna che è proprio nelle situazioni drammatiche determinate dalle grandi crisi che sono possibili le svolte più radicali, i rovesciamenti "impossibili" fino al giorno prima, l'adozione di provvedimenti che proprio la crisi costringe a praticare...D'altra parte credo non abbia senso parlare di abolizione della povertà se non si cercasse con tutti i mezzi di determinare una svolta di questo tipo.

 
 
 
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Un blog di: Maddalena.Robin
Data di creazione: 24/01/2007
 

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Renato Guttuso: La marsigliese contadina (L'occupazione della terra)

A chi esita [Bertolt Brecht]

Dici:
per noi va male. Il buio
cresce. Le forze scemano.
Dopo che si è lavorato tanti anni
noi siamo ora in una condizione
più difficile di quando
si era appena cominciato.

E il nemico ci sta innanzi,
più potente che mai.
sembra gli siano cresciute le forze. Ha preso
una apparenza invincibile.
E noi abbiamo commesso degli errori,
non si può mentire.
Siamo sempre di meno. Le nostre
parole d'ordine sono confuse. Una parte
delle nostre parole
le ha stravolte il nemico fino a renderle
irriconoscibili.

Che cosa era errato ora, o falso, di quel che abbiamo detto?
Qualcosa o tutto? Su chi
contiamo ancora? Siamo dei sopravvissuti, respinti
via dalla corrente? Resteremo indietro, senza
comprendere più nessuno e da nessuno compresi?

O contare sulla buona sorte?

Questo tu chiedi. Non aspettarti
Nessuna risposta
Oltre la tua.

 

DAX VIVE!

 

MUMIA ABU-JAMAL

"Voice of the voiceless"
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PER NON DIMENTICARE ...
PER CONTINUARE A LOTTARE
http://www.freemumia.org/index.html

 

PER MARCO

 

DEMETRIO

 

INTIFADA

 

 

LENIN

 

WORKING CLASS HERO


Working Class Hero
by John Lennon

As soon as you're born they make you feel small
By giving you no time instead of it all
Till the pain is so big you feel nothing at all
A working class hero is something to be
A working class hero is something to be

They hurt you at home and they hit you at school
They hate you if you're clever and they despise a fool
Till you're so fucking crazy you can't follow their rules
A working class hero is something to be
A working class hero is something to be

When they've tortured and scared you for twenty odd years
Then they expect you to pick a career
When you can't really function you're so full of fear
A working class hero is something to be
A working class hero is something to be

Keep you doped with religion and sex and TV
And you think you're so clever and class less and free
But you're still fucking peasants as far as I can see
A working class hero is something to be
A working class hero is something to be

There's room at the top they are telling you still
But first you must learn how to smile as you kill
If you want to be like the folks on the hill
A working class hero is something to be
A working class hero is something to be
If you want to be a hero well just follow me
If you want to be a hero well just follow me

 

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