Creato da: antonio.facchiano il 07/05/2008
Tutti i sogni che una tastiera qwerty può scrivere
|
I miei libri / I miei articoli
I miei libri Voli di linea (Bastogi) Tempo di futuro (Ed. Progetto Cultura) A prima vista (Ed. Progetto Cultura) Leggimi anche su www.agoramagazine.it Gli articoli linkati sono qui contattamiChi sono / chi credo di essere- 47 anni (mentre scrivo, ma dipende da quando tu leggi) Area personale- Login
MenuUltimi commenti |
IL DIRITTO DEL GIUSTO
Post n°43 pubblicato il 19 Febbraio 2009 da antonio.facchiano
Giusto e ingiusto non sempre equivalgono a legale e illegale Forse nessuno sa cosa sia davvero “giusto” e cosa “ingiusto”. A guardarla bene, la giustizia è un valore relativo, sfuggente, non assoluto, purtroppo. Pur riconosciuta come requisito irrinunciabile per la libertà di tutti i popoli, paradossalmente la giustizia è un valore legato alla soggettività dei singoli popoli, se non proprio alla soggettività dei singoli individui. E’ un valore declinato in modi diversi a seconda dei tempi, delle convinzioni religiose, dello sviluppo della società e dell'economia, della maturazione della civiltà dei popoli. Ogni epoca ha la sua giustizia. Forse ogni regione geografica ne ha una, che cambia e matura con tempi diversi da regione a regione. Eppure alcuni valori comuni e universali si dovrebbero identificare e accettare unanimemente, ovunque, soprattutto in tempi di globalizzazione, e la civiltà dovrebbe assumersi l’onere di garantirne la applicazione. Questi valori comuni potrebbero riguardare la difesa dei piccoli, la difesa della salute, la difesa della pace, la difesa dell’ambiente e della dignità di ogni essere vivente. Difesa, già, difesa contro il rischio di imbarbarimento. Una cosa sembra chiara: non sempre ciò che è ingiusto è anche illegale. Il comune senso del giusto suggerisce che dovrebbe esserci una certa relazione tra ciò che è giusto e ciò che è legale, da un lato, e soprattutto tra ciò che è ingiusto e ciò che è illegale. Invece, i grandi finanzieri responsabili del disastro economico che stiamo vivendo si sono mossi nella piena legalità. Invece, la politica fanfarona, demagogica e inconcludente è considerata incolpevole e non legalmente responsabile dei suoi fallimenti e delle sue omissioni. Invece, la crisi delle aziende, quasi sempre attribuibile a incapacità manageriale, viene di solito pagata dagli anelli più deboli del sistema e non dai veri responsabili. In questo mondo contemporaneo, non tanto diverso da quello di qualche secolo addietro, nascere (o diventare) l’anello debole sembra essere una colpa, perché troppo spesso gli anelli più deboli sono quelli che pagano per la inefficienza, l’ignoranza, i traffici, le clientele, le ingiustizie fatte da altri. C’è un detto molto saggio: la forza di una catena è la forza del suo anello più debole. La forza che diamo ai nostri anelli deboli (ai bambini, ai malati, ai vecchi, ai disoccupati, a chi non ha potere contrattuale, a chi non urla, a chi non può difendersi …) quella è la vera forza di tutti gli altri.
da Agorà Magazine del 19 febbraio 2009 http://www.agoramagazine.it/agora/spip.php?article5952
|
Inviato da: arg
il 06/05/2010 alle 23:48
Inviato da: Angelo
il 17/02/2010 alle 11:41
Inviato da: Antonio
il 03/02/2010 alle 01:24
Inviato da: RaffRag
il 27/01/2010 alle 10:14
Inviato da: RaffRag
il 27/01/2010 alle 10:07