A oriente del soleA oriente del sole, a Occidente della luna. Si può raggiungere in ritardo o mai più la porta della fine del mondo |
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Post n°24 pubblicato il 01 Agosto 2012 da claudio.nigris
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Post n°23 pubblicato il 27 Luglio 2012 da claudio.nigris
“Dunque, il cosmonauta. Lui è il primo uomo che sia mai andato nello spazio. Giusto? I russi battono gli americani…” |
Post n°22 pubblicato il 24 Luglio 2012 da claudio.nigris
Le chiamavano lapsit exillis o meglio lapis lapsus ex coelis (pietra caduta dai cieli) sicuramente meteoriti, ma spesso nell'immaginazione dei nostri avi, gli venivano attribuiti significati e poteri immensi decantandoli in meravigliose storie senza tempo. L'ago di Cibele (la pietra nera di Cibele di forma conica) costituiva, nell'antica Roma, uno dei sette pignora imperii * , cioè uno degli oggetti che secondo le credenze dei romani garantiva il potere dell'impero. La Pietra Nera di Cibele (Magna Mater, la grande madre) fu portata a Roma per ordine dei sacerdoti e costruito sul palatino il suo tempio per custodire la pietra nera (dove giace tutt'ora col nome di Lapis Niger), sicuri che questo sarebbe bastato a proteggerli. I romani infatti pensavano che le divinità romane non ce la facessero a venire sempre in loro aiuto. Altra presunta Lapsit Exillis, si narra, sia Lia Fail o pietra del destino (addirittura parlante) portata, narrano le leggende Irlandesi, dai Tuatha di Danann dalla loro prima dimora (cioè dal cielo). La Lia Fail era la pietra della consacrazione degli antichi re d’Irlanda e poi D'Inghilterra. Parlando ancora di storie celesti c’è anche La Pietra nera custodita nella Kaʿba (cubo) è anch'essa una pietra caduta dal cielo oppure, come si racconta, fatta calare dallo stesso Allah direttamente dal Paradiso sulla Terra (poi messa in salvo da noè e recuperata poi da Abramo). Direttamente dalle penne di Wolfram von Eschenbach (Parzival) , Thomas Malory (La morte di Artù), e Chretien De Troyes (Le Roman de Perceval ou le conte du Graal) ecco che assistiamo invece alla lapsit exillis per antonomasia il santo GRAAL. A parte Thomas malory, che incarna subito il Graal nella coppa dell'ultima cena di Cristo (con uno spirito quindi tutto cristiano) , Sia Eschenbach che Chretien De Troyes invece identificano il Graal in qualcos'altro ancora: Wolfram von Eschenbach (Castello del Graal) ci parla di uno smeraldo e dell ’epocale scontro avvenuto tra gli angeli ribellatisi all’autorità del Signore e quelli a lui ancora fedeli e di come dalla corona di Lucifero, l’angelo a capo della fazione ribelle, in una circostanza del conflitto o durante la sua caduta all’Inferno, si distaccò un grande smeraldo che, una volta caduto sulla Terra, prese il nome di Gral o Graal. Chretien De Troyes il termine GRAAL invece lo coniò proprio lui e di capitolo in capitolo nel suo romanzo cercava di rimandare sempre la spiegazione del termine tenendo così sempre vivo l'interesse e la curiosità dei lettori. Molte parole parevano somigliare alla parola Graal: gresal, gral, greil e tutte indicavano comunque un piatto o qualcosa di simile. in realtà era una delle due parti della pietra rossa (caduta dal cielo) e in particolare quella che somigliava appunto come forma a un gradale (piatto). Chretien ricordandosi l'aneddoto del cambio di nome da Abramo da parte di Dio in AbrAAmo, aggiunse una "A" al suo GRAL per far capire, alla fine del libro, al suo lettore che quel gradale non era un semplice piatto, ma un oggetto talmente potente arrivato sulla terra direttamente dal cielo per volere di Dio. Chiamandolo GRAAL quindi il poeta rafforzò l'unione tra l'oggetto stesso e la sacralità di Dio, esattamente come era stata rafforzata l'unione tra l'uomo Abraamo e Dio con il cambio di nome adottato dallo stesso signore dell'universo. La prossima volta che uscite provate a guardare meglio le stelle, potreste trovare migliaia e migliaia di storie che qui sulla terra nessuno vi racconterà mai. * I pignora imperii erano i sette oggetti che garantivano, secondo le credenze dei romani, il potere di Roma. ci furono sette garanzie a tenere il potere a Roma: l'ago della Madre degli Dèi, la quadriga di argilla dei Veienti, le ceneri di Oreste, lo scettro di Priamo, il velo di Iliona, il palladio, gli ancilia: L’Ago di Cibele (Madre degli Dèi), piccola pietra nera conica ad “ago”, di probabile origine meteoritica (adorata in Asia minore), ed era posta in una teca dentro la bocca della statua della Grande Madre. La quadriga dei Veienti doveva essere la rappresentazione del carro di Giove. Collocata sul tempio capitolino fu ordinata da Tarquinio il Superbo ad un artista di Veio. Durante la cottura, per la fabbricazione, la quadriga si gonfiò a dismisura. La fu interpretato come un auspicio fasto di Imperium Le ceneri di Oreste (figlio di Agamennone) furono seppellite nella località di Aricia da Ifigenia. Furono poi trasferite a Roma, sotto la soglia del Tempio di Saturno. Lo scettro di Priamo, fu salvato dalle fiamme di Troia. Verrà offerto a Latino da Ilioneo, a nome di Enea, a simbolo e pegno di pace e alleanza. Era con molta probabilità conservato sul Palatino. Il velo di Ilione era il velo tessuto in acanto, che Elena ottenne dalla madre Leda e che condusse con se a Troia. Il Palladio era, con molta probabilità, un simulacro di Minerva conservato nella parte più secreta del Tempio di Vesta sorvegliato insieme al Fuoco sacro, dalle Vestali, le sette vergini incaricate di mantenere sempre accesa la fiamma. Poteva essere visto solo dalla Vestale Massima. Nel Tempio di Vesta c’erano numerose copie del Palladio (copiate dal fabbro Mamurio Veturio). Solo la Vestale Massima sapeva riconoscere l’originale. |
Post n°21 pubblicato il 17 Luglio 2012 da claudio.nigris
L’universo è nato a tempo di sinfonia? Quasi tutti i corpi celesti vibrano come strumenti musicali e perciò producono suoni: dal mormorio al rombo, fino al fruscio al clic, al rumore puro. Ma vent’anni fa John Schwartz e Gabriele Veneziano hanno lanciato la teoria delle stringhe: l’Universo sarebbe occupato non da particelle elementari sempre più piccole ma da stringhe, filamenti infinitamente sottili, la cui lunghezza estremamente variabile può coprire sia millimetri che le distanze fra le galassie. Allora la sinfonia dell’Universo sarebbe composta dalle vibrazioni delle stringhe? Ogni corpo celeste farebbe parte di un’immensa orchestra. la musica è il mezzo più potente per penetrare nei segreti più profondi dell'Universo. Molti miti della creazione collocano all'origine del mondo una vibrazione sonora, come la risata o il grido di Toth in Egitto, ma anche il Vangelo di Giovanni inizia con il celebre incipit "In principio era il Verbo". Le culture più diverse indicano quindi all'origine dell'universo un suono, o una parola, o un canto . La musica, cantata o strumentale, può essere vista come un'eco della vibrazione sonora all'origine dell'Universo e quindi come mezzo di conoscenza e di elevazione ... e possiamo concludere con la celebre frase di Stephen Hawking "La realtà esiste solo perchè la guardiamo, ma se proviamo a immaginarla, chiudendo gli occhi, assistiamo al miracolo della creazione". |
Post n°20 pubblicato il 12 Luglio 2012 da claudio.nigris
Nella Foto Jimi Page (Led Zeppelin), posa davanti al cottage Boleskine House ex dimora "tenebrosa" appartenuta al grande mago occultista e mistico Aleister Crowley (Edward Alexander Crowley). Nel 1920, Crowley abbandonò la villa Per trasferirsi successivamente nell'Abbazia di Thélema a Cefalù in Sicilia. Boleskine House è una vecchia villa molto grande con un solo piano, situata in Scozia, a venti miglia dalla città di Inverness. Si trova sulla riva orientale del lago di Loch Ness, quella meno frequentata dai numerosi turisti che ogni giorno vi si avventurano, fin da quando Mr. Wilson scattò una foto del presunto Mostro di Loch Ness. Delle tante storie misteriose che vi circolano c'è quella cupa e tetra che narra di un cimitero, vicino alla casa, dove una volta c'era una chiesa, sparita molto tempo fa, bruciata insieme a tutti i fedeli che vi erano intenti alla preghiera. |
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