Post n°67 pubblicato il 01 Novembre 2008 da stratagemmo
Un vecchio monaco stava spazzando i gradini del tempio. Erano passati quattro anni dalla fine delle razzie che alcune formazioni armate, fuoriuscite dall’esercito, avevano compiuto nei villaggi dei contadini della provincia. Egli aveva pregato molto, all’epoca, affinché quei fatti orribili finissero presto, perché aveva intuito che quei disordini avrebbero danneggiato il sentimento religioso delle persone. E gli pregava tutte le sere, nella sala centrale del tempio, il grande, compassionevole Amida. In verità, recitava le sue preghiere con un sentimento forte, ma il pensiero confuso. Non sapeva cosa desiderare, in fondo. Quegli uomini malvagi portavano sulle loro bocche il nome del compassionevole bodshivatta1, e nessuno aveva il diritto di impedirglielo, nemmeno Amida stesso. Non poteva chiedere la loro morte, perché non era certo una cosa compassionevole, e non poteva volere che la situazione continuasse in quel modo. I contadini avevano ormai associato quel nome alle violenze e ai soprusi, e in molti avevano iniziato a pensare che Amida non fosse altro che un Kami protettore dei malvagi. O, nel migliore dei casi, un inutile ciccione che non sapeva far altro che starsene con le mani in mano mentre il mondo andava a rotoli. I suoi sforzi per cercare di spiegare che non bisogna confondere un Budda con un Kami scintoista erano stati completamente inutili. I Kami sono moltissimi, forse infiniti, e spesso se ne ritrovano di dimenticati o se ne scoprono di nuovi. Un Budda, cos’altro poteva essere?
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Post n°66 pubblicato il 24 Ottobre 2008 da stratagemmo
Ok. Dopo un po' di casini esistenziali, che diventano sempre più grossi man mano che l'età s'allunga e il vissuto ingrassa secondo la formula " (età x densità vissuto + K casino - liv. serenità mentale) / liv nirvana aquisito = entità casino esistenziale", ritorno se non proprio in sella con almeno un piede nella staffa, mentre il classico furia cavallo dell'est che beve solo caffè e lanciato al galoppo verso chissà cosa e io vengo trascinato tra polvere e sassi appuntiti mentre cerco di tirarmi su a forza di caviglia e addominali che non ho più per raggiungere il pomello della sella, sep ora senza risultati. C'è di buono che il piede nella staffa è saldo, e nonostante tutte lebotte che piglio per la velocità di corsa, la stessa impedisce ai cobra di avvelenarmi, perchè sono trooooooppo veloce...! |
CRONCA DELLA BATTAGLIA DEL MONTE MEJI
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Kiba uscì dalla room alle tre e trentatrè, e un attimo dopo uscì anche dalla stanza. Il pc era rimasto bianco e immobile per giorni. Soltanto il piccolo led aveva continuato a lampeggiare regolarmente. Praticamente l’unica lampada. Tutt’attorno vestiti sudati, sacchetti di patatine, lattine di coca e birra, e polvere. Ci aveva pensato, ma non avrebbe saputo dire qual era il momento esatto in cui la depressione l’aveva presa. Forse in un momento tra il sonno e la veglia, durante una colazione frettolosa e triste, che l’aveva spinta a riaccendere il computer di corsa. Se n’era accorta di essere dipendente, certo, anche se non avrebbe saputo dire da cosa. Dalle radiazioni che emanavano dallo schermo era l’unica risposta che le veniva in mente, ma non la soddisfaceva per niente. Cercò informazioni su Wikipedia, e vi trovò un quadro di Vincent Van Gogh “Sulla soglia dell’eternità”. C’era un vecchio seduto su una sedia che si teneva la testa tra le mani. Le capitò di pensare che anche lei si sentiva così. Vecchia, con la testa tra le mani e seduta. Erano secoli ormai che non usciva per fare una corsa, una passeggiata. Un giro in centro. Erano secoli che non usciva.
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Post n°62 pubblicato il 01 Aprile 2008 da stratagemmo
It's not time to make a change... ma lo vorrei molto. |
Sono le 2.20 di notte, non ci sono più abituato. Alla notte, alla menabrea, alla du demon, al mojito. A questo piacevole mal di testa che mi circonda, al metal never die.
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Post n°60 pubblicato il 07 Dicembre 2007 da stratagemmo
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Post n°58 pubblicato il 20 Settembre 2007 da stratagemmo
Hai quindici anni, fratello mio. Ti sei fatto i capelli blu, come io volevo. Hai avuto ragazze per le mani prima ancora di poterle desiderare. E oggi mi dici che non t'è mai successo, che proprio non ti riesce di innamorarti. Alla tua età già il caos mi pervadeva, e tutto era più confuso, ma emozionante da morire. Sfiorare, quasi per sbaglio, un capello di una compagna di classe, era toccare il cielo con un dito. Oggi le ragazze girano con i peli di figa fuori dalle mutande, le pance sopra le magliette, le cosce al vento. Non riescono più a tenersi nei vestiti, sono esplose fuori, trascinate dallo show biz e dalla concorrenza. E ai ragazzi non è rimasto più niente da desiderare. La poesia, fratello mio, l'hanno ritagliata per ficcarla nel tre per due vicino alla cassa. Qui non c'è, inutile cercarla. La troverari, prima o poi, fratello? Dove sarà? |
Veniva da lontano. Era arrivata a Firenze giusto per salutarmi, una mezzoretta prima dell'altro treno, e via. Il suo nome significava "Voluta dall'Amore". |
Post n°55 pubblicato il 13 Settembre 2007 da stratagemmo
Azioni-volante-obbligazioni-tassi-clienti-interessi-garanzie-strada-rischi-titoli-banche-colleghi-macchina-flessibilità...
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Prima o poi doveva arrivare il momento di parlarne. Forse per stemperare l'aria troppo densa, forse per riprendere il discorso sessualo anomalo che è sempre interessantabile... La storia parte da molto lontano, parte dai pali. Ricordatevi sempre: un palo è una ghigliottina in potenza. Palo. Definizione: dicasi palo ragazza che si corica nel tuo letto e respira. E basta. La spogli, si lascia spogliare. Rimanendo praticamente immobile. Magari prima ti ha pure chiesto di "essere dolce". Quindi devi un attimino lavorare su di lei. Solo per lei... che alla fine rischi che ti passi pure la poesia... E allora prima o poi, dopo giorni o dopo anni, cerchi di farglielo capire, o di dirglelo, che magari è ora che si dia un po' da fare pure lei, altrimenti ti senti solo... A questo punto, dopo lunga e attenta riflessione, la ragazza di cui sopra si getta in un attività a cui par nuova e poco avvezza, però con entusiasmo e tanta energia con cui pensa di controbilanciare la mancanza di delicatezza. Nella foga entusiastica si propone pure attivamente di restare lei sopra, e noi poveri ingenui che per un attimo pensiamo "evvai! oggi sto più comodo!" Ma è proprio in questo momento che si carica la ghigliottina. Le donne (anche gli uomini a quanto ne so, ma il discorso non mi riguarda...) hanno un osso piatto, che va da un anca all'altra, che si chiama pube. In effetti, lama finale a parte (per fortuna!) ha tutta l'aria di una ghigliottina. Ora, quando la ghigliottina è caricata, la ragazza si trova sopra, nel pieno del suo entusiasmo fai da te.... quando, all'improvviso, dimostrando ben poca conoscenza di anatomia, geometria, calcolo delle distanze e delel direzioni, si getta dal quinto piano verso la tua parte più intima sbagliando clamorosamente mira... .... e ZACK! (colpiscono sempre lì, verso la radice, proprio come se foses ben chiara in loro la premeditazione del gesto, un taglio netto, via tutto in un colpo solo...) AAAAAAAAAAAAAAAAAAHHHHHH!!! urli tu ah, ti piace? -pensa lei, e ricarica la ghigliottina Poi quando vede che ti sei accasciato al suolo dolorante forse inizia ad intuire che qualcosa non va... ma tu intanto sei fuori combattimento... - ...Ma che c'è? C'è qualcosa che non va? - No, niente cara... è solo che sta sera ho mal di testa... |
Chiara come un bel sole d'inverno, e trasparente stella all'imbrunire... |
Io nella vita faccio una cazzata dietro l'altra. Com'è che sono diventato "consulente finanziario e assicurativo"? |
Ci sono certe cose che anche se sono davanti ai nostri occhi non si vedono. Quando entro in questo ripostiglio di frasi sconnesse non noto mai l'immagine, lì in alto. E' uno Shunga, antica arte "erotica" giapponese. Una specie di giornalino porno dei samurai, che si sa, la guerra è lunga, le mogli lontane, e quando si tiene sotto assedio una città non è che di giorno l'assedi e di notte ti fanno entrare a fare un giro al bordello... o almeno, non di norma. Solo che dato che la carta costava molto, l'immaginazione nulla, la fotografia ancora non l'avevano inventata e i pittori bravi erano rari e poco cheap, di disegni da appendere alla tenda nelle lunghe notti di luna piena se ne portavano solo una. Ora, lo shunga ripetuto quassopra mostra una donna in potere di un polipo gigante, che a quanto pare, per uno strano scherzo della natura, ha le terminazioni nervose dei tentacoli uguali a quelle di una ben altra parte anatomica di un altra specie animale (o più propiamente "nimale"). Sinceramente non ci trovo nulla di eccitante in questo polipone, ed infatti più che l'erotismo postdatato in quest'immagine ammiro la libertà artistico-espressiva di una cultura che faceva queste cose mentre noi avremmo bruciato vivi pittori che lasciavano intravedere un centimetro di pelle di caviglia di troppo. Però sicuramente se qualcuno dipingeva questo genre di cose e qualcun altro le comprava qualcosa di stimolante per qualcuno ci sarà. Quello che mi chiedo, invece, è: come si sarà sentita quella donna? Una donna di oggi, nella sua più nascosta ed intima libertà, si immaginerebbe mai di farlo con un polipone gigante? |
Post n°48 pubblicato il 22 Agosto 2007 da stratagemmo
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Post n°47 pubblicato il 18 Agosto 2007 da stratagemmo
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"Cosa fanno i momenti felici, |
Odio i mantovani. |
Inviato da: violet_y
il 31/10/2007 alle 18:51
Inviato da: stratagemmo
il 04/10/2007 alle 22:03
Inviato da: TefnutTheCat
il 02/10/2007 alle 12:29
Inviato da: stratagemmo
il 01/10/2007 alle 23:21
Inviato da: TefnutTheCat
il 27/09/2007 alle 10:00