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Ma servono anche gli studi?

Post n°117 pubblicato il 08 Gennaio 2014 da bb034rl
 
Tag: NWO

Fonte: Altrainformazione.it

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IL MATERIALISMO E’ UN SISTEMA CHE CI CORRODE DA DENTRO

The Guardian

Il comprare sempre più merci si associa a depressione, ansia e relazioni infrante. È socialmente distruttivo e logora la persona.

Che sono volgari, impertinenti e trash non c’è neanche bisogno di dirlo. Ma nelle foto postate in Rich Kids of Instagram (e evidenziate dal Guardian la scorsa settimana) c’è qualcosa che causa più della normale repulsione verso crude ostentazioni di opulenza. In queste foto — foto di un giovane uomo che indossa tutti e 4 i suoi Rolex, un giovane in posa di fronte al suo elicottero, infinite foto di macchine, yachts, scarpe, ville, piscine e ragazzi bianchi viziati che fanno pose da gangster in jet privati — c’è un’ombra di qualcosa di peggiore: qualcosa che, dopo che se ne sono viste qualche dozzina, diventa disturbante, addirittura angosciante.

Le foto, ovviamente, intendono causare invidia. Invece emanano un odore di disperazione. I giovani uomini e donne sembrano persi nel loro vestiti di marca, sovrastati e disumanizzati dai loro possedimenti, come se la proprietà fosse capovolta. La testa di una ragazza emerge a malapena dal bottino di borse di Chanel, Dior e Hermes che ha impilato sul suo grande letto. C’è il tag “shoppy shoppy” e “#goldrush”, ma una fotografia il cui proposito è illustrare l’abbondanza sembra al contrario dipingere un vuoto. Lei è sola con le sue borse e la sua immagine nello specchio, in una scena che sembra essere satura di disperazione.

Forse sto proiettando i miei pregiudizi. Ma un impressionante corpo di ricerca psicologica sembra supportare queste sensazioni. Suggerisce che il materialismo, un tratto che può affliggere sia i ricchi che i poveri, e che i ricercatori definiscono come “un sistema di valori che si preoccupa dei beni posseduti e dell’immagine sociale proiettata”, è distruttivo sia socialmente sia personalmente. Distrugge la felicità e la pace dei sensi di chi vi soccombe. È associato ad ansia, depressione e relazioni distrutte.

Si è da lungo osservata una correlazione fra materialismo, una mancanza di empatia e impegno con gli altri e infelicità. Ma la ricerca condotta negli scorsi anni sembra mostrare la causa. Per esempio, una serie di studi pubblicati a Luglio nella rivista Motivation and Emotion ha mostrato che quando le persone diventano più materialiste, il loro benessere (buone relazioni, autonomia, motivazioni, eccetera) diminuisce. Quando diventano meno materialiste, aumenta.

In uno studio, i ricercatori hanno considerato un gruppo di 18enni, poi li hanno rivisti 12 anni dopo. A loro è stato chiesto di stilare una classifica di importanza di differenti obiettivi — lavoro, denaro e status da una parte, e autostima, sentimenti personali e di appartenenza dall’altra. È stato dato poi un test diagnostico standard per identificare problemi di salute mentale. All’età di 18 e 30 anni, le persone materialiste erano più soggette a disordini. Ma se in quel periodo diventavano meno materialiste, diventavano più felici.

In un altro studio, gli psicologi hanno seguito islandesi che resistevano al collasso economico della loro nazione. Alcune persone sono diventate più focalizzate sul materialismo, nella speranza di recuperare il terreno perduto. Altri hanno risposto diventando meno interessati al denaro e volgendo la loro attenzione alla famiglia e alla vita in comunità. Il primo gruppo ha riportato livelli più bassi di benessere, il secondo gruppo livelli più alti.

Questi studi, anche se allusivi, dimostrano soltanto una correlazione. Ma i ricercatori hanno poi posto un gruppo di adolescenti in un programma della chiesa creato per sottrarre i bambini dallo spendere e per spingerli a condividere e a risparmiare. L’autostima dei bambini materialisti nel programma è cresciuta in modo significativo, mentre quella dei bambini materialisti nel gruppo di controllo è caduta. Quelli che avevano poco interesse nel materialismo prima del programma non hanno cambiato la propria autostima.

Un altro studio, pubblicato in Psychological Science, ha scoperto che, in un esperimento controllato, le persone che erano esposte ripetutamente a immagini di beni di lusso, a messaggi che li catalogavano come consumatori invece che come cittadini e a parole associate al materialismo ( come comprare, status, beni e costoso) hanno mostrato un aumento immediato ma temporaneo nelle aspirazioni materiali, ansia e depressione. Sono diventati anche più competitivi e più egoisti, con un ridotto un senso di responsabilità sociale e con minor tendenza a unirsi in attività sociali impegnative. I ricercatori hanno messo in evidenza che, dato che siamo ripetutamente bombardati da queste immagini attraverso pubblicità, e costantemente descritti dai media come consumatori, questi effetti temporanei potrebbero essere innescati più o meno continuamente.

Un terzo studio, pubblicato (paradossalmente) nel Journal of Consumer Research, ha studiato 2500 persone per 6 anni. Ha scoperto una relazione a doppio senso fra materialismo e solitudine: il materialismo favorisce l’isolamento sociale; l’isolamento favorisce il materialismo. Le persone che sono tagliate fuori dagli altri si attaccano ai possedimenti. Questo attaccamento a sua volta esclude le nostre relazioni sociali.

Le due varietà di materialismo che hanno questo effetto –usare i possedimenti come parametro di successo e cercare la felicità con l’acquisizione– sono le varietà che sembrano essere mostrate da Rich Kids su Instagram. È stato solo dopo aver letto questo studio che ho capito perché queste foto mi angosciavano: sembrano una sorta di auto-mutilazione sociale.

Forse questo è uno dei motivi per cui un modello economico basato sulla crescita perpetua continua ad avere successo secondo i suoi termini, anche se può lasciare una scia di debiti non saldabili, malattie mentali e relazioni distrutte. Creare degli automi sociali può essere la miglior strategia di vendita mai concepita, e il commercio perpetuo sembra un programma imbattibile per gli automi.

Il materialismo ci forza a un paragone con i possedimenti di altri, una gara crudelmente illustrata e crudelmente propugnata da quel sito web tossico. Non se ne vede la fine. Se hai 4 Rolex mentre un altro ne ha 5, ti serve ancora un Rolex per sentirti appagato. La ricerca materiale di autostima riduce l’autostima.

Dovrei enfatizzare che non si tratta di differenza fra ricchi e poveri: il povero può essere soggetto al materialismo come il ricco. È un’ afflizione sociale generale, che ci colpisce con politiche di governo, strategie corporative, il collasso delle comunità e della vita civile, e la nostra acquiescenza in un sistema che ci corrode da dentro.

Questo è il terribile errore che stiamo commettendo: permetterci di credere che avere più denaro e più cose incrementi il nostro benessere, una convinzione posseduta non solo da quelle povere persone deluse nelle foto, ma da quasi ogni membro di quasi ogni governo. Ambizione globale, aspirazione materiale, crescita perpetua: queste sono le formule per l’infelicità di massa.

 George Monbiot

Fonte: www.theguardian.com

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Ed eccovi il sito in questione: Rich Kids.

Guardate sulla barra di sinistra (in gialleo): troverete questa "bella" presentazione:

Rich Kids of Instragram - They have more money than you and this is what they do. - (Hanno più soldi di te e questo è ciò che fanno) - Niente, ovvero: I MANTENUTI - Commento del sottoscritto 

E' da anni che dico che il benessere (?) materiale non può darci ciò che manca nella nostra anima. Ora ci stanno arrivando persino gli psicologi (anche se, deve essere detto, Erich Formm lo sosteneva già negli anni '50, se non ricordo male).

Buona meditazione.

ßß034rl

 
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Commenti al Post:
ormalibera
ormalibera il 10/01/14 alle 14:27 via WEB
Niente è buono o cattivo per se stesso ma l'uso che se ne fa crea la differenza. Attualmente ogni strumento viene usato per coltivare il malessere e l'incoscienza. Se non impariamo dai nostri errori siamo belli e fregati.
(Rispondi)
 
 
bb034rl
bb034rl il 11/01/14 alle 10:42 via WEB
Generalmente sono d'accordo, ma per quanto riguarda la proprietà, credo che di buono abbia poco e spinga ognuno di noi verso l'egoismo. Se condividessimo tale proprietà, essa cesserebbe di essere tale. Ma per condividere, occorre prima liberarsi dal bisogno di primeggiare nei confronti degli altri. Quel primeggiare così ben pubblicizzato nel sito di quel Rich Kids.
(Rispondi)
 
 
daredevil665
daredevil665 il 13/01/14 alle 09:53 via WEB
Se grardi le cose più attentamente, ti accorgi che non è proprio così per tutte le cose. Gli oggetti che noi creiamo sono figli e pregni delle noitre intenzioni. Una bomba atomica, nel momento che la si usa, crea solamente dei danni.
(Rispondi)
 
 
 
bb034rl
bb034rl il 13/01/14 alle 18:54 via WEB
La bomba atomica si (fa parte di quelle cose che ritengo negative). L'energia atomica, anche se pericolosa, pare avesse come scopo iniziale fornire l'energia (cosa non del tutto negativa), ma ovviamente, se utilizzata per fabbricare bombe, allora la cosa non è più positiva. E sul fatto che noi si abbia bisogno di tutta quell'energia, sono molto dubbioso. Eliminando il concetto di proprietà e quindi il denaro, la competizione, etc., con tutto ciò che non servirebbe più (tabelloni pubblicitari, catene di montaggio, uffici riscossione tasse, etc.), avremmo bisogno di meno energia, quindi, sarebbero proprio necessarie tutte quelle centrali nucleari?
(Rispondi)
 
 
 
 
daredevil665
daredevil665 il 14/01/14 alle 11:35 via WEB
Io non vorrei mai vivere a fianco di una centrale e mi da fastidio sapere che in Francia ce ne sono e ce ne sono tante, perché so che se ne scoppia anche solo una, in poche ore la nube radioattiva sarebbe qui. I sistemi di sicurezza che vanno sbandierando quell’idiota di Berlusconi e company e tutti coloro che le desiderano, non tengono conto delle infinite calamità naturali cui il nostro cosmo ci riserba imprevedibilmente e anche fuori scala dei nostri sistemi di misura di tali eventi. Per cui se un terremoto o una meteora senza la presenza di centrali nucleari può causate diecimila morti, se distrugge una centrale i morti e i malati e i deformi nei secoli successivi potrebbero essere milioni. Per me le centrali sono bombe atomiche appoggiate su un treppiede traballante, bombe a orologeria, senza contare delle scorie che nessuno vuole e che vengono nascoste ovunque. Noi dovremmo mettere davanti all’impellente desiderio di avere tutto e subito che ci fa aumentare il rischio di soccombere tutti quanti, quello di avere una vita più lenta nello sviluppo (ma non è detto se tutti ci mettiamo nello sforzo in questa direzione), ma più sicura domani. L’energia ci circonda in forme che non cambiano l’ecosistema, come il sole, l’aria e l’acqua in movimento. E se per secoli non ci abbiamo pensato (per diversi motivi, di comodità o per il lucro di pochi), costruendo un sistema complesso e veloce su le attuali forme di energia, significa che, o il cambiamento riusciamo a farlo gradualmente partendo prima che tali risorse si esauriscono, oppure ci sarà necessariamente ma in modo più traumatico.
(Rispondi)
 
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