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“L'inconscio è qualcosa che noi realmente non conosciamo, ma di cui siamo obbligati a prendere atto perché spinti da deduzioni irrefutabili.”

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LA TERZA MORTIFICAZIONE

“Nell'Introduzione alla Psicoanalisi, scritta tra il 1915 e il 1917, Sigmund Freud dichiara di aver assestato "la terza mortificazione" al narcisismo dell'umanità. Copernico, afferma Freud, aveva inferto la prima, strappando la terra dal centro dell'universo, e Darwin la seconda, illustrando la discendenza dell'uomo da progenitori simili a scimmie. Enfatizzando l'importanza dei processi inconsci nella vita mentale, Freud ritiene di aver assestato la terza e più profonda mortificazione della serie.
Secondo lui le nostre caratteristiche più apprezzate - libero arbitrio, razionalità e senso di sé - non sono che mere illusioni, e noi tutti siamo i prodotti di forze psichiche inconsce e incontrollabili. Naturalmente, Freud incontrò una notevole opposizione.”

F. Talls,
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Post n°34 pubblicato il 12 Marzo 2009 da Blaze_Zen
 

 

"Se l'essere (la verità) supera qualsiasi definizione oggettiva come iceberg oscuro la cui punta visibile si affaccia alla comprensione, ma le sfugge sempre, allora esso è ... Trascendenza, perchè rappresenta ciò che l'uomo non può mai abbracciare totalmente ma solo sfiorare, alla vana ricerca di un senso che spieghi lo spettacolo del mondo senza mai offrirsi nella sua interezza. Per questa sua imprendibile ulteriorità l'essere è Trascendenza, cioè totale "Altro" dal mondo.

Questo è il motivo per cui l'uomo stesso è sempre molto di più di quanto si possa conoscere di lui."     

Karl Jaspers

 

Karl Jaspers su Wikipedia

Commenti al Post:
solonelcielo
solonelcielo il 12/03/09 alle 18:26 via WEB
Tutto parte da un "se", quindi ipotesi... Non mi suona familiare che l'essere/verità, se li vogliamo assimilare tra loro, siano paragonabili ad un iceberg di cui solo la punta visibile si può comprendere. Io preferisco ipotizzare che l'essere/verità sia tutta alla luce del sole, ma proprio tutta quanta, come una bella donna sdraiata ad abbronzarsi. Siamo noi che vogliamo vederne solo una parte. E non capisco perchè debba essere ulteriormente assimilato alla trascendenza. Per non parlare del resto, tutte ipotesi che lasciano il tempo che trovano. E passo alla frase finale che mi vorrebbe suggerire che io non potrò comprendermi mai. Mi dispiace, ma a me nessuno viene a dire che non posso fare questo o quest'altro, pensasse per sè, questo signor Karl Jaspers, che mi sà che ha le idee un pò confuse, con tutte queste conseguenze indimostrabili e senza capo nè coda. Un saluto
 
 
Blaze_Zen
Blaze_Zen il 20/03/09 alle 15:58 via WEB
La domanda è: ammettando una assoluta intenzione della persona di comprendere tutto di sé (cosa di per se stessa poco scontata, vista la tendenza naturale a scappare di fronte alle zone oscure), è davvero possibile farlo? E abbiamo tempo sufficiente? Nessuno in realtà sa se sia possibile, abbiamo soltanto la nostra volontà di sapere tutto, accompagnata alla paura di ciò che non sappiamo. Credo sia questa insicurezza che fa risentire.
 
   
solonelcielo
solonelcielo il 20/03/09 alle 16:29 via WEB
Ecco, su questo sono perfettamente d'accordo, tranne un piccolo appunto: io non sò se qualcuno su questa terra sappia o abbia mai saputo o saprà mai se sia possibile e quanto tempo ci vuole, e ipotizzo neanche tu, quindi probabilmente non è corrtta neanche la tua affermazione "Nessuno in realtà sa".
Questo non vuol dire che non si debba tentare l'impresa. Anzi, al contrario, anche se fosse dimostrato che è impossibile arrivare alla completa conoscenza di sè, vuoi per limiti cerebrali, vuoi per mancanza di tempo, io mi cimenterei lo stesso nell'ardua impresa, perchè l'alternativa è l'incoscienza voluta, e questo non me lo perdonerei mai. Preferisco sentirmi vivo e in lotta per la libertà e la coscienza, piuttosto che morto e passivo e ancora peggio consenziente schiavo di altri poteri.
Già è difficile accorgersi della propria reale condizione umana, già è un arduo lavoro riconoscere la giusta via e trovare la forza di affrontarla. Ci mancano anche questi ulteriori confonditori di idee e deprimitori... Mi viene quasi di pensare che questo signor Jaspers non sia uno strumento incosciente del falso, ma attivo promotore.
Un saluto
 
     
Blaze_Zen
Blaze_Zen il 20/03/09 alle 23:48 via WEB
Credo che qualsiasi cosa si voglia criticare vada prima conosciuta. Soprattutto quando si parla di psicologia. Altrimenti si è esattamente schiavi di poteri condizionanti verso l'ignoranza. E questo è il tipico caso di molta diffusa diffidenza da web. Per quanto riguarda il nessuno sa, a me pare ovvio che se la scienza allo stato attuale non sa con precisione, nessun altro può ragionevolmente pensare di sapere di più, anche se magari lo desidera. Per il resto, la ricerca interiore è sacrosanta e non credo venga sminuita dal pensiero che eventualmente può non concludersi completamente. Naturalmente questo presuppone molto coraggio. Cmq non fissiamoci sull'interpretazione della parola trascendente come se fosse qualcosa che colloca l'ambito di pertinenza in una sfera assolutamente altra o divina. Ciao ;)
 
     
solonelcielo
solonelcielo il 21/03/09 alle 01:17 via WEB
Non capisco cosa ci sia da conoscere. Le parole di Kaspers sono chiare, ed io le ho confutate. In particolare controbatto il concetto, ampiamente diffuso, che l'essere umano non può capire se stesso. Deve essere chiaramente dimostrabile, e con le parole suddette non mi sembra affatto. Questo mi sembra un metodo corretto di procedere, ed io lo uso. L'unico potere condizionante verso l'ignoranza che conosco è quello che dà falsa conoscenza, perchè ti fà credere di conoscere qualcosa quando invece non la conosci, ma dato che hai "creduto" a chi te lo ha raccontato, non ti poni più il problema di conoscere da te direttamente, ma anzi difendi la tua falsa conoscenza che "credi" sia vera. E questo Kaspers mi sembra proprio che dia falsa conoscenza, stando alle parole suddette. Non capisco a cosa ti riferisci riguardo alla diffidenza da web. Questa mia, se vuoi proprio abbinarla a qualcosa, è diffidenza da "Socrate". Leggi "Sofista", di Platone, se già non lo hai fatto, e poi ne riparliamo. Invece il tuo abbinamento alla diffidenza da web mi sembra un tentativo di sminuire il mio intervento. Cosa intendi per "scienza"? Io vedo che ci sono scienziati che dicono una cosa ed altri che ne dicono un'altra, spesso, per esempio sul futuro della terra. Non parliamo di medicina poi, prova quando hai un malore non chiaro a passare da due o tre medici, e anche lì ne riparliamo. Figuriamoci quindi sulla psicologia. O addirittura sul pensiero... Esatto, ci vuole coraggio, e questo Kaspers sento che lo vuole togliere a chi lo legge. Non mi sembra di essermi fissato sulla parola "trascendente", ma ho criticato un pò tutto ;-) Concludendo, non penserai che io mi debba leggere tutto quello che ha scritto questo signor Kaspers per contrastare la sua affermazione che l'essere umano è sempre molto di più di quanto si possa conoscere di lui. Basta la logica: se non posso conoscere quel molto di più di me, non posso neanche sapere se esiste, quel molto di più di me, quindi non posso affermare che esiste, ma solo supporlo, eventualmente. Ma nel momento che riesco a supporlo, allora se esiste potrò comunque trovare gli strumenti per conoscerlo, e se non esiste potrò dimostrare che non esiste. Posso ipotizzare che ci voglia molto tempo, ma non che non possa conoscerlo. Abbiamo l'eternità davanti a noi per conoscere, generazione dopo generazione, tramandandoci il sapere e completandolo. Purtroppo questo vale anche per il non-sapere. Saluto
 
ballolentodelcuore
ballolentodelcuore il 12/03/09 alle 19:44 via WEB
direi che è così.saluti^__^
 
 
Blaze_Zen
Blaze_Zen il 20/03/09 alle 15:55 via WEB
:D
 
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