Creato da Blaze_Zen il 01/01/2009
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Citazioni nei Blog Amici: 23
LA TERZA MORTIFICAZIONE
“Nell'Introduzione alla Psicoanalisi, scritta tra il 1915 e il 1917, Sigmund Freud dichiara di aver assestato "la terza mortificazione" al narcisismo dell'umanità. Copernico, afferma Freud, aveva inferto la prima, strappando la terra dal centro dell'universo, e Darwin la seconda, illustrando la discendenza dell'uomo da progenitori simili a scimmie. Enfatizzando l'importanza dei processi inconsci nella vita mentale, Freud ritiene di aver assestato la terza e più profonda mortificazione della serie.
Secondo lui le nostre caratteristiche più apprezzate - libero arbitrio, razionalità e senso di sé - non sono che mere illusioni, e noi tutti siamo i prodotti di forze psichiche inconsce e incontrollabili. Naturalmente, Freud incontrò una notevole opposizione.”
F. Talls,
Breve storia dell'Inconscio
Secondo lui le nostre caratteristiche più apprezzate - libero arbitrio, razionalità e senso di sé - non sono che mere illusioni, e noi tutti siamo i prodotti di forze psichiche inconsce e incontrollabili. Naturalmente, Freud incontrò una notevole opposizione.”
F. Talls,
Breve storia dell'Inconscio
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Ultimi Commenti
Blaze_Zen il 22/04/09 alle 20:39 via WEB
Tranne per il fatto che l'analogia è un'arma a doppio taglio, essendo un tipo di "ragionamento" mancante di ogni logica ..
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Blaze_Zen il 22/04/09 alle 20:38 via WEB
Ma ti fa paura l'inconscio per caso? O_O
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solonelcielo il 05/04/09 alle 01:22 via WEB
Mbè? Ti sei fermata quì? Sei andata in ferie? Anno sabbatico? E a chi critico io ora? Un saluto Blaze. ROssana, che fai, mi pedini? ;-) Un saluto pure a te. Silvio
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rossanadgl14 il 31/03/09 alle 23:23 via WEB
Un cambiamento puo' accadere solamente mediante la conoscenza di se stessi,soprattutto mediante l'osservazione di noi stessi IN AZIONE nella relazione con cio' che ci circonda, la capacita' di osservare una cosa diretta-mente vale di piu' di pensare alla cosa... osservazione non giudicante, prenderne semplice-mente consapevolezza...Si puo' iniziare anche cosi'...forse. Ciao.
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rossanadgl14 il 31/03/09 alle 23:05 via WEB
E' sfiorando i tasti dell'analogia che l'atto puo' farsi "terapia". La metafora va' direttamente dove deve andare, non essendo razionalmente riconosciuta, riesce a "passare" e qui viene accolta...un po' come la comunicazione non verbale, la danza, la musica...Ciao. Ross.
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solonelcielo il 21/03/09 alle 11:04 via WEB
Ecco perchè litigo sempre con tutti. Urto nel profondo. Devo leggermi questo libro ed approfondire il problema. Con un buon bagaglio di metafore, abilmente somministrate ai miei interlocutori, dovrei risolvere il mio problema. ;-) Un saluto
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solonelcielo il 21/03/09 alle 01:35 via WEB
Non mi sembra di aver parlato di dicotomia storica. Intendevo invece dire che chi si relaziona con la società vigente tentando di portarne all'interno la realtà percepita "sulla montagna", tende a distruggere l'insieme di relazioni che sorreggono quella società, la quale reagisce difendendosi, distruggendo o espellendo il "virus". Vedi Socrate o Gesù. Io le ho chiamate "contaminazioni", tu "abitudini e preoccupazioni classiche", ma intendiamo la stessa cosa, sotto punti di vista differenti. Sul compito della ricerca sono d'accordo. Verissimo, tutto è condizionamento, anche la sensazione di essere parte del tutto. Il problema è: siamo coscienti di questo, e quindi capaci di sceglierci i nostri condizionamenti, o ne siamo incosciamente assoggettati? E quando dico che tutto è condizionamento, non dico che uno vale l'altro. Ci sono condizionamenti positivi, che tendono al bene di tutti, che ritengo l'unico vero bene, ed altri condizionamenti che tendono al bene di alcuni, che ritengo un falso bene, anche per i beneficiari. Sulle parole chiave posso essere d'accordo o meno, dovresti sviscerarle... eheheh Un saluto
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solonelcielo il 21/03/09 alle 01:17 via WEB
Non capisco cosa ci sia da conoscere. Le parole di Kaspers sono chiare, ed io le ho confutate. In particolare controbatto il concetto, ampiamente diffuso, che l'essere umano non può capire se stesso. Deve essere chiaramente dimostrabile, e con le parole suddette non mi sembra affatto. Questo mi sembra un metodo corretto di procedere, ed io lo uso. L'unico potere condizionante verso l'ignoranza che conosco è quello che dà falsa conoscenza, perchè ti fà credere di conoscere qualcosa quando invece non la conosci, ma dato che hai "creduto" a chi te lo ha raccontato, non ti poni più il problema di conoscere da te direttamente, ma anzi difendi la tua falsa conoscenza che "credi" sia vera. E questo Kaspers mi sembra proprio che dia falsa conoscenza, stando alle parole suddette. Non capisco a cosa ti riferisci riguardo alla diffidenza da web. Questa mia, se vuoi proprio abbinarla a qualcosa, è diffidenza da "Socrate". Leggi "Sofista", di Platone, se già non lo hai fatto, e poi ne riparliamo. Invece il tuo abbinamento alla diffidenza da web mi sembra un tentativo di sminuire il mio intervento. Cosa intendi per "scienza"? Io vedo che ci sono scienziati che dicono una cosa ed altri che ne dicono un'altra, spesso, per esempio sul futuro della terra. Non parliamo di medicina poi, prova quando hai un malore non chiaro a passare da due o tre medici, e anche lì ne riparliamo. Figuriamoci quindi sulla psicologia. O addirittura sul pensiero... Esatto, ci vuole coraggio, e questo Kaspers sento che lo vuole togliere a chi lo legge. Non mi sembra di essermi fissato sulla parola "trascendente", ma ho criticato un pò tutto ;-) Concludendo, non penserai che io mi debba leggere tutto quello che ha scritto questo signor Kaspers per contrastare la sua affermazione che l'essere umano è sempre molto di più di quanto si possa conoscere di lui. Basta la logica: se non posso conoscere quel molto di più di me, non posso neanche sapere se esiste, quel molto di più di me, quindi non posso affermare che esiste, ma solo supporlo, eventualmente. Ma nel momento che riesco a supporlo, allora se esiste potrò comunque trovare gli strumenti per conoscerlo, e se non esiste potrò dimostrare che non esiste. Posso ipotizzare che ci voglia molto tempo, ma non che non possa conoscerlo. Abbiamo l'eternità davanti a noi per conoscere, generazione dopo generazione, tramandandoci il sapere e completandolo. Purtroppo questo vale anche per il non-sapere. Saluto
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Blaze_Zen il 21/03/09 alle 00:03 via WEB
Non credo esista una dicotomia “storica” fra stare nella civiltà o non starci (ma è un discorso lungo), come non credo esistano "contaminazioni fisiologiche". Si tratta semplicemente di percorsi mentali che si iscrivono in noi come binari preferenziali e abitudinari (mi riavvicino alla civiltà, quindi riprendo abitudini e preoccupazioni classiche). Il compito della ricerca, a mio avviso, è proprio quello di permetterci di creare nuovi percorsi, fino a lavare la nostra mente dai miliardi di condizionamenti presenti, passati e futuri. In questo modo possiamo realizzare quella presenza mentale limpida che fa di tutto il nostro mondo interiore una unità non più frammentata nei momenti della nostra vita con le loro tensioni emotive, una presenza che ci trasforma in un istante di percezione completa costante e che non passa attraverso suggestioni momentanee e condizionate dall'ambiente: in fondo chi ti dice che la sensazione di essere parte del tutto non sia anch'essa condizionata? Le parole chiave sono plasticità, reversibilità, presenza mentale.
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Blaze_Zen il 20/03/09 alle 23:48 via WEB
Credo che qualsiasi cosa si voglia criticare vada prima conosciuta. Soprattutto quando si parla di psicologia. Altrimenti si è esattamente schiavi di poteri condizionanti verso l'ignoranza. E questo è il tipico caso di molta diffusa diffidenza da web. Per quanto riguarda il nessuno sa, a me pare ovvio che se la scienza allo stato attuale non sa con precisione, nessun altro può ragionevolmente pensare di sapere di più, anche se magari lo desidera. Per il resto, la ricerca interiore è sacrosanta e non credo venga sminuita dal pensiero che eventualmente può non concludersi completamente. Naturalmente questo presuppone molto coraggio. Cmq non fissiamoci sull'interpretazione della parola trascendente come se fosse qualcosa che colloca l'ambito di pertinenza in una sfera assolutamente altra o divina. Ciao ;)
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