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ZOOMAFIA RAPPORTO 2007

Post n°104 pubblicato il 04 Giugno 2007 da Bodybag

Un giro d’affari stimato dalla LAV in circa 3 miliardi di euro: questa
la cifra che emerge dal “Rapporto zoomafia 2007”, che analizza lo
sfruttamento illegale di animali ad opera della criminalità organizzata
nel 2006, presentato oggi dall’autore Ciro Troiano (responsabile
dell’Osservatorio nazionale Zoomafia della LAV) presso la Camera dei
Deputati, con la partecipazione del’On. Francesco Forgione (Presidente
della Commissione parlamentare antimafia) e di esponenti del mondo
politico, giudiziario e delle forze dell’ordine. Per l’occasione, il
Presidente del Senato Franco Marini ha espresso il suo “apprezzamento
per l’attività svolta dalla LAV nell’approfondire la conoscenza dei
traffici illegali di cui gli animali sono vittime, contribuendo in tal
modo a bloccare la diffusione nel nostro territorio di nuovi sistemi di
guadagno delle organizzazioni criminali”.



Il Presidente della Commissione Parlamentare Antimafia, on.
Francesco Forgione, intervenuto alla presentazione del "Rapporto
Zoomafia 2007" della LAV, ha dichiarato che proporrà un "protocollo
d'intesa della Commissione Antimafia con la LAV perché le informazioni
fornite sono vere e proprie notizie di indagine, materiale prezioso di
denuncia. C'è bisogno di inasprire le pene oltre che le sanzioni:
questi non sono reati amministrativi, sono reati penali perché legati
direttamente alle attività criminali mafiose".



Corse clandestine di cavalli e infiltrazioni criminali nel settore
dell’ippica si confermano i campi in cui la criminalità organizzata
sembra concentrare sempre più il suo interesse: un “settore”, quello
delle corse, che da solo produce un business stimato in circa 1
miliardo di euro. Nel 2006 sono state bloccate dalle forze di polizia 7
corse illegali, sequestrati 143 cavalli, denunciate 273 persone e 53
arrestate. Inchieste che hanno portato anche al sequestro di un
ippodromo, 3 maneggi e oltre 10mila confezioni di farmaci e sostanze
vietate usate per dopare gli animali coinvolti, drogati e costretti a
correre su improvvisati e pericolosi circuiti stradali urbani, spesso
all’imbrunire o di notte. E il doping, oltre che nelle gare
clandestine, e in molte gare ufficiali, si è dimostrato essere
frequentemente utilizzato anche nelle corse su circuiti cittadini, come
i palii e le corse associate a feste padronali, ad opera delle stesse
organizzazioni malavitose che gestiscono le gare clandestine.



Grande preoccupazione desta il fenomeno della cosiddetta “Cupola
del bestiame” e dei reati ad essa connessi, che vanno dalle truffe ai
danni dell’Erario, dell’UE e dello Stato, al traffico illegale di
medicinali, dal furto di animali da allevamento, alla falsificazione di
documenti sanitari, fino ai gravissimi reati di procurata epidemia e
diffusione di malattie infettive, attraverso la commercializzazione di
carni e derivati, provenienti da animali malati. Un business con un
fatturato annuo di almeno 400 milioni di euro, che in alcune regioni
gestisce un vero e proprio mercato parallelo di carni, con la
complicità di venditori disonesti e veterinari pubblici collusi grazie
ai quali la macellazione illegale può avvenire addirittura nei macelli
pubblici o convenzionati. Parallelo ma contiguo al mercato clandestino
di carne, il fenomeno dell’abigeato, il furto di bestiame, che
interessa circa 100mila animali ogni anno. Altro settore di interesse
della “Cupola” è quello delle sofisticazioni alimentari. Alcuni casi
emblematici: in uno stabilimento di trasformazione alimentare della
provincia di Cuneo, ad esempio, sono state sequestrate oltre 70
tonnellate, tra cotenne e gelatine alimentari di origine suina, non
idonee al consumo umano; mentre nel corso di un’altra inchiesta, i
Carabinieri del NAS hanno stroncato un traffico di micidiali cocktail
di medicinali, anche guasti, venduti in nero e somministrati senza
nessun controllo o cautela ai bovini poi mandati alla macellazione.
Solo per le farmacie coinvolte il giro d’affari in nero era di 65 mila
euro al mese. Sono stati sequestrati 20 mila confezioni di farmaci
veterinari e un ingente quantitativo di sostanze anabolizzanti, per un
valore totale di 800 mila euro.



Assume sempre più i connotati dell’attività criminale organizzata
il fenomeno del bracconaggio, che coinvolge non solo i bracconieri ma
anche trafficanti di armi modificate, coloro che affittano postazioni
di caccia e coloro che commerciano gli animali, sia animali vivi (nei
mercati abusivi di fauna selvatica, come quello di Ballarò a Palermo e
di Via Brecce a Sant’Erasmo di Napoli, dove ogni settimana sono venduti
centinaia di uccelli per un introito per mercato di circa 250.000 euro
l’anno) che morti (la vendita di animali imbalsamati e il traffico di
fauna per l’alimentazione umana, muovono un giro d’affari di circa 5
milioni di euro).


Molto fiorente il traffico illecito di fauna esotica protetta, che
interessa circa un terzo di quello legale, con un business
quantificabile in circa 500 milioni di euro l’anno: avorio, pappagalli,
tartarughe, ma anche caviale e farmaci cinesi contenti sostanze
derivanti da animali protetti. In tre distinte operazioni il Corpo
Forestale dello Stato ha sequestrato più di 23.000 confezioni di
cerotti cinesi preparati con parti di leopardo e cervo, per un valore
commerciale di circa 50.000 euro, 277 borse e portafogli di pelle di
pitone e varano, per un valore commerciale di circa 10.000 euro, oltre
cento pelli intere di coccodrillo, alligatore, tegu argentino e varano,
nonché circa trecento chili di pezzi di pelli delle stesse specie, per
un valore complessivo di circa 50.000 euro.



Cresce il traffico di cani importati dai Paesi dell’Est: circa 30
mila cuccioli importati illegalmente ogni anno in Italia. Stabile ma
sempre allarmante il business legato alla gestione di canili “lager”
(strutture spesso sovraffollate e inadeguate sotto l’aspetto igienico
sanitario e strutturale) e il business sui randagi che garantisce agli
sfruttatori di questi animali introiti stimati intorno ai 500 milioni
di euro l’anno, grazie a convenzioni con le amministrazioni locali per
la gestione dei canili.



Il fenomeno della cinomachia è animato da nuovi e pericolosi
intereressi come l’esportazione dei cani verso i Paesi dell’Est dove le
leggi su tale materia sono meno severe. 8 le persone denunciate in
Italia nel 2006, tra cui un pregiudicato per reati specifici e 3
minorenni, per organizzazione di combattimenti tra animali o
allevamento-addestramento di animali ai combattimenti, e 3 interventi
delle forze di Polizia che hanno portato al sequestro di 7 pit bull.
Rispetto ad alcuni anni fa il fenomeno della cinomachia sembra
ridimensionato, come confermerebbe anche la diminuzione delle
segnalazioni di lotte tra cani giunte al numero LAV SOS Combattimenti
848.588.544: poco meno di 30 (e di scarso rilievo) quelle ricevute nel
2006. Ciò è dovuto in parte alla riforma del Codice penale in materia
di maltrattamenti (Legge 189/04) che prevede per tali reati la
reclusione fino a 3 anni e multa fino a 160.000 euro, “costringendo”
coloro che gestiscono le scommesse sulle lotte tra cani a una maggiore
precauzione.



Il mare, saccheggiato dalle organizzazioni criminali, muove un giro
di affari annuo di circa 300 milioni di euro attraverso il traffico di
datteri di mare, o di ricci, destinato al mercato clandestino di
ristoratori compiacenti, all’uso delle “spadare” (reti lunghe anche 20
chilometri, al bando dal 2002, che fanno strage di pescespada e di
specie protette come delfini, tartarughe, capodogli, usate ancora a
centinaia): nel 2006 sono state sequestrate più di 800 chilometri di
reti spadare (pari alla distanza tra Milano e Napoli). Senza sosta la
“guerra” che si combatte nella laguna veneta tra “caparozzolanti”
(pescatori di vongole) e forze dell’ordine, che ha portato all’arresto
di circa 50 persone in un anno, coinvolte in un giro d’affari che
frutta a una sola barca circa 500 euro a notte, e presuppone
un’organizzazione capace di gestire la commercializzazione del pescato.
Introiti notevoli: basti pensare che in un anno, una sola società di
pescatori è stata capace di immettere sul mercato un milione e 500 mila
chili di vongole avvelenate, per un valore commerciale di 10 milioni di
euro.



"I traffici criminali contro gli animali sono una vera e propria
‘industria’ dello sfruttamento e della violenza, realizzata con
modalità spesso sofisticate ed elaborate – sostiene Ciro Troiano,
responsabile dell’Osservatorio Zoomafia della LAV – Uno degli aspetti
più preoccupanti è rappresentato dal fatto che i delitti contro gli
animali sono sempre più spesso reati associativi, ovvero perpetrati da
gruppi di individui legati da vincolo associativo finalizzato alla
commissione di crimini connessi allo sfruttamento economico e materiale
di animali o di parte di essi. Non ci riferiamo - continua Troiano -
esclusivamente ai reati zoomafiosi classici come i combattimenti tra
animali o le corse clandestine, ma anche a forme di maltrattamento meno
rozze e meno sospette come il commercio e l’importazione di animali, il
racket dell’accattonaggio con animali, la gestione di canili, la
vendita di animali imbalsamati, gli allevamenti abusivi. Anzi, alcune
tipologie di maltrattamento sono intrinsecamente consociative e trovano
la loro consumazione solo sotto forma di evento programmato e
organizzato. Sotto questo aspetto, il sodalizio diventa il presupposto
necessario per concretare il maltrattamento. Per questo sono necessari
l’attenzione, il contrasto e l’intensificazione delle attività
investigative di tutti gli organi di polizia”.

da Infolav.org

 
 
 
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Un blog di: Bodybag
Data di creazione: 05/04/2006
 
 
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IN NOME DEL PADRE

Si avvicina la Pasqua....perchè festeggiarla con un massacro??
come si puo' celebrare il figlio di Dio con così tanto orrore??
Non è un controsenso celebrare Gesu', che ha predicato amore per tutta la sua
vita ,con sangue di innocenti??

 

SALVIAMO LE PECORE

Ecco come vengono trattate le pecore dopo esere state sfruttate una vita per la lana.

Boicotatte ogni prodotto di origine animale,si puo' vivere benissimo senza gravare sulle spalle degli altri esseri viventi!!!

 

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