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Travaglio/Santoro Rai nella bufera

Post n°233 pubblicato il 12 Maggio 2008 da russocaio
 

Adnkronos 12-05-08: Nessun pentimento per Marco Travaglio. Il giornalista non fa nessuna ammenda dopo la polemica politica scatenata dalle sue dichiarazioni sul neo presidente del Senato Renato Schifani nel corso della trasmissione 'Che Tempo che fa', su Rai Tre. Travaglio contattato dal quotidiano online Affaritaliani.it, afferma infatti: "Pentito? Ma per piacere, non scherziamo. Figuriamoci se sono pentito per quello che ho detto. Anzi, sono stato anche troppo buono". Non entro nel merito, stà di fatto che in rete ho trovato questo articolo di 6 anni fa. A parte la data è pochi particolari, tutto come allora!

LaRepubblica 18-01-02: Un venerdì lungo e tormentato in Rai che durerà fino alla prima serata quando andrà in onda "Sciuscià. Edizione straordinaria". Alla trasmissione di Michele Santoro dedicata al tema scottante della giustizia è stato invitato il giornalista di Repubblica Marco Travaglio e alcuni alti dirigenti di viale Mazzini non sembrano essere d'accordo. La vicenda si è conclusa, per il momento, con un accordo tra la il direttore generale Claudio Cappon e il direttore di RaiDue Carlo Freccero: quest'ultimo dichiara di assumersi ogni responsabilità sulla puntata. In altre parole, in caso di querele o azioni giudiziarie contro l'azienda, Freccero risponderà in prima persona. E' stato lo stesso Freccero il primo a dichiarare aperta la battaglia parlando questa mattina dei malumori che si respirano nell'azienda. "Il direttore della divisione Giancarlo Leone e il direttore affari legali della Rai, avvocato Rubens Esposito, non vorrebbero - dice Freccero - che Travaglio partecipasse al programma. La battaglia è aperta oggi perché mai, mai, mai censure. Come direbbe Borrelli resistenza, resistenza, resistenza. Questo è anche il motto di RaiDue". A viale Mazzini evidentemente brucia ancora il ricordo di quel lontano 15 marzo del 2001 quando durante la trasmissione di Daniele Luttazzi "Satyricon", Travaglio fu intervistato sul suo libro "L'odore dei soldi" che parla delle vicende giudiziarie di Silvio Berlusconi. La bufera che seguì quell'intervista fu violentissima, spaccò la commissione di Vigilanza e arrivò in Parlamento. Oggi come allora, solo l'annuncio della presenza di Travaglio in tv basta a far scattare l'allarme rosso. La Rai si è affrettata a diffondere una nota con la sua versione: "Non c'è alcuna censura, ma solo l'applicazione di regole e comportamenti ai quali si devono attenere i dirigenti dell'azienda in presenza di vicende giudiziarie che coinvolgono la Rai. Queste regole - continua il comunicato - basate su ragioni di opportunità e buon senso non possono essere disattese perché potrebbero causare danni notevoli in azioni legali ben note e già da tempo in corso". Insomma, un gesto dettato dal puro buonsenso, dicono in Rai e legato al contenzioso in corso tra viale Mazzini e Travaglio. Dopo la famosa intervista di Travaglio a "Satyricon", Fininvest, Mediaset, Forza Italia e lo stesso Silvio Berlusconi citarono in giudizio sia il giornalista sia Luttazzi e Freccero, con la richiesta di parecchi miliardi di risarcimento. Con una citazione a parte fu poi coinvolta anche la Rai per vincolo di solidarietà nel debito risarcitorio. A quel punto la tv pubblica si costituì negando il presupposto del vincolo di solidarietà. Ora il rischio censura è disinnescato. Addirittura Freccero dice di considerare "le indicazioni ricevute come un caldo e affettuoso suggerimento". "Mi meraviglio - ha commentato a bocce ferme - che ogni volta che Travaglio va in televisione succede un inferno". Nel pomeriggio Freccero ha parlato a lungo con il presidente della Rai, Roberto Zaccaria: "A muovermi - dice - è una logica televisiva e non politica. Ho parlato con il presidente per informarlo con la massima trasparenza". Santoro sembra tranquillo: "Noi continuiamo tranquillamente il nostro lavoro e siamo pronti alla puntata di stasera". Con Travaglio saranno ospiti in studio, tra gli altri, anche Francesco Rutelli, l'avvocato-deputato Nicolò Ghedini, Paolo Cirino Pomicino, e il giudice Felice Casson. Intanto la notizia ha già provocato reazioni tra le forze politiche. Paolo Gentiloni, responsabile comunicazione della Margherita, dice che se Travaglio non andasse alla trasmissione, "per la prima volta si inaugurerebbe in Rai la stagione delle censure politiche preventive". Il diessino Giulietti si augura che sia "soltanto uno scherzo, una geniale trovata di Carlo Freccero per richiamare l'attenzione verso una grande serata d'informazione". Per il capogruppo di An alla commissione Giustizia Enzo Fragalà non c'è da preoccuparsi "per il semplice motivo che più i toni saranno aspri e le accuse gravi e più aumenterà l'indice di popolarità del premier e del governo".

Basta pagare il canone RAI, denaro con cui sono poi pagati questi personaggi

 

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