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Un blog creato da madda_13 il 29/05/2007

Pa' come padre

Dio non ha figliastri, ha soltanto figli...

 
 

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GIOVANNI PAOLO I

Io sono stato molto vicino anche a quelli che non credono in Dio. Mi sono fatto l'idea che essi combattono, spesso, non Dio, ma l'idea sbagliata che essi hanno di Dio.

 

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BENEDETTO XVI

Abbi il coraggio di rischiare con Dio! Provaci!
Non aver paura di Lui!

Abbi il coraggio di rischiare con la fede!
Abbi il coraggio di rischiare con bontà!
Abbi il coraggio di rischiare con il cuore puro!

Compromettiti con Dio,
allora vedrai che proprio con ciò
la tua vita diventa ampia ed illuminata, non noiosa,
ma piena di infinite sorprese,
perché la bontà infinita di Dio non si esaurisce mai!


 

COME PATCH ADAMS...!

         CUORE E MANI APERTE      

 

CHI SPERA CAMMINA

Chi spera cammina,
non fugge!
Si incarna nella storia!
Costruisce il futuro,
non lo attende soltanto!
Ha la grinta del lottatore,
non la rassegnazione
di chi disarma!
Ha la passione
del veggente,
non l'aria avvilita di chi
si lascia andare.
Cambia la storia,
non la subisce!

DON TONINO BELLO

 

FEDE & CONCRETEZZA

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« Messori e i cattolici so...GRATITUDINE »

IL BATTISTA

Post n°16 pubblicato il 24 Giugno 2007 da madda_13
 

Is 49, 1-6
Sal 138
At 13, 22-26
Lc 1, 57-66. 80

Giovanni Battista è una delle figure più belle di tutto il Nuovo Testamento, e anche una delle più enigmatiche: nato da una coppia di anziani che ormai avevano perso la speranza di avere figli, assomiglia un po’ agli eroi del Primo testamento.
Ma lui è l’ultimo dei profeti, colui che è chiamato ad annunciare la misericordia e la salvezza di Dio.
Lo fa in un modo un po’ originale, mettendosi alle fonti del fiume Giordano a predicare la conversione e la penitenza per tutti e battezzando, cioè facendo fare un bagno sacro alle persone.
Un modo un po’ originale per dire una cosa fondamentale: il Signore Gesù deve essere accolto da cuori preparati e attenti. Non nel senso che bisogna studiare tanto per conoscere Gesù, bensì nel senso che bisogna allenarsi a riconoscerlo, per non scambiarlo con i suoi messaggeri.
Neppure Giovanni è immune da questa ambiguità: tutti credono che sia lui il Messia, perché fa l’eremita, perché compie gesti profetici.
E lui deve spiegare ogni volta che «no, non è lui, ma c’è qualcuno più grande di lui».
Ecco perché dicevo che è una figura enigmatica: perchè deve mostrare a tutti il Messia e deve scomparire facendo questo… scomparire a tal punto da morire senza aspettare l’esito finale del suo annuncio.
Sembra una grande ingiustizia che quest’uomo che ha atteso il Messia debba morire prima di vedere la fine della storia…
Resta uno che ha fallito la sua vita per uno stupido scherzo del destino; che è stato ucciso per la soddisfazione di una donna…
Agli occhi del mondo resta un fallito.
Non si può saltare a piè pari la conclusione della sua vita, questa vita che fin dal principio era stata definita come una anticipazione della vita e del messaggio del Messia.
Noi vediamo tutta la storia del vangelo e di Gesù come un grande telegiornale dove tutto quello che passa è uguale, sia che si parli di stragi sia che si parli di moda.
Ma in realtà non è così. Giovanni Battista è morto.
Fare la facile equazione che però sapeva che comunque tutto sarebbe andato al meglio è sbagliato.
Però Giovanni è vissuto all’altezza di se stesso, non ha rifiutato la missione di cui era stato investito dall’alto, non ha rifiutato la solitudine e la grandezza di un destino che ai nostri occhi viene giudicato come fallimentare.
Il Vangelo ci fa mettere in conto nella nostra vita la possibilità del fallimento, e al contempo ci fa sperare tutto dal Signore: «Ci sono vite realizzate nonostante desideri irrealizzati», ha scritto una volta un grande teologo e martire del secolo scorso.
Non tutti i nostri desideri si realizzeranno come li intendiamo noi, come li speriamo noi. Eppure nonostante questo possiamo vivere una vita pienamente realizzata: il Battista prepara il mistero dell’Incarnazione del Figlio di Dio mostrando che per accogliere Dio bisogna essere uomini in pienezza. «Posso, dunque devo» essere una persona autentica.
Zaccaria, Elisabetta, Giovanni: in fondo questi sono i piccoli di cui parla il vangelo, gente che non è scritta sui libri di storia, come del resto nemmeno noi, eppure gente di cui Dio si fida per portare avanti il suo desiderio di salvezza per tutti gli uomini.
Solo chi vive così, vive all’altezza di se stesso, pienamente responsabile delle cose del mondo, della propria professione, della famiglia, delle relazioni, della società, della Chiesa, e pienamente attaccato alla volontà di Dio.
La volontà di Dio che l’evangelista Luca descrive così per Giovanni: «Andrai davanti al Signore a preparargli le strade, per dare al suo popolo la conoscenza della salvezza nella remissione dei peccati».
Conoscere la salvezza di Dio è accettare che i peccati ci vengano rimessi, accettare cioè che anche i fallimenti della nostra vita, dovuti alla nostra responsabilità, all’imperizia, alla faciloneria e anche alla cattiveria, siano affidati a Dio, perché sia lui a trarne la salvezza.
Accettare la misericordia di Dio sulla nostra vita, sulla vita della Chiesa e del mondo: questo vuol dire il nome «Giovanni»: Dio ha misericordia.
Accettare che anche il male, il tanto male che c’è nel mondo e di cui ci lamentiamo continuamente, sia da Dio trasformato in bene, sia portato e tolto dall’Agnello di Dio.
E questo non vuol dire delegare a Dio le nostre responsabilità, ma proprio ciò che dicevamo prima: portare il peso di questo fallimento, accettarlo nell’ottica di una soddisfazione che va al di là del mio tornaconto personale, che va al di là della pura evidenza di risultati, anche spirituali…
L’altro giorno ho visto esposta nella vetrina di un negozio una maglietta dove c’era scritta un’affermazione un po’ ironica: «Dio esiste. Tranquillo, però: non sei tu!».
Ecco, se volete, una immagine un po’ banale della vita di san Giovanni.
Dio è presente nella mia vita, ma io non sono Dio.
Io sono un discepolo del Signore, uno che si rimette ogni giorno ad ascoltare la sua Parola, per conoscere la Sua volontà, per interpretare gli avvenimenti, per vivere appieno la propria vita.
Ma io non sono il salvatore di me stesso. Gesù mi ha salvato nella sua croce e nella sua risurrezione.
Il povero Giovanni non ha visto neppure questa realizzazione, ma è stato chiamato anche nella morte ad anticipare Gesù.
È stato uomo autentico, un po’ bizzarro e certamente con un caratterino; è stato un uomo normale, e per questo un uomo speciale.
Così vorremmo essere anche noi: annunciatori di Gesù senza pretese di infallibilità, senza pretese di riuscita, ma mettendo continuamente la nostra vita nelle mani di Dio, in un affidamento che sa aprirsi anche a ciò che non comprendiamo, a ciò di cui non possiamo disporre.
La vita cristiana è questo grande paradosso che ci fa vivere non attaccati al risultato a tutti i costi, al prodotto, alla soluzione dei problemi: in Gesù Cristo, anche attraverso l’esempio di Giovanni Battista impariamo ad offrire la nostra vita nella fede in Lui che ci ha amati e ha dato la vita per noi. Che la festa della nascita di Giovanni Battista porti anche nella nostra vita la certezza di essere visitati da Dio e di essere profeti di questa visita, per portarla in ogni situazione e ad ogni persona che incontreremo.

don Marco Statzu

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Commenti al Post:
raggiodiluce1974
raggiodiluce1974 il 24/06/07 alle 22:25 via WEB
Giovanni Battista ... colui che prepara la via del Signore ... ognuno di noi lo puo' essere parlando di Gesu' il salvatore ... ciao notte!
 
Felix721
Felix721 il 25/06/07 alle 11:04 via WEB
Dolce e gioiosa giornata in Gesù nostro Signore.
 
Felix721
Felix721 il 25/06/07 alle 11:25 via WEB
Bellissimo ciò che hai scirtto,è vero Giovanni Battista,per gli ohcci del mondo può sembrare un fallito,come del resto ogni servo del Signore,agli occhi del mondo appare come un fallito.Giovanni Battista è nato per preparare la strada a Dio e cosa molto importante ha battezato Dio,ha permesso che lo Spirito Santo scendesse su di esso,ha permesso che il figlio si ricongiungesse son il Padre e con lo Spirito Santo tramite il battesimo.Se uno ci riflette bene,Gesù è sceso per donare la sua vita per Amore e appena disse:Padre mio tutto è compiuto sospirò,anche Giovanni Battista è venuto al mondo con lo scopo di battezzare Gesù e appena compiuta la sua missione mori tradito da una donna,mentre dopo un pò Gesù mori tradito per mano di un suo discepolo,tutte e due sono stati condotti alla morte tramite tradimento,riflettendoci bene sono parte di un disegno preciso e molto più co,plesso e profondo ma se visto con gli occhi della semplicità il Signore ci guida alla verità.
 
 
madda_13
madda_13 il 26/06/07 alle 17:09 via WEB
Per amor di verità, questa è un'omelia di don Marco Statzu, non mia...
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 17/08/08 alle 10:48 via WEB
da Cosimo Galasso. LA SECONDA VENUTA D'ELIA E GIOVANNI BATTIST Il profeta Malachia predisse che Elia sarebbe ritornato: Ecco, io vi mando Elia, il profeta, prima che venga il giorno dell'Eterno, giorno grande e spaventevole - Ml. 4:5 Gesù testimoniò che la preannunziata venuta d'Elia si era compiuta in Giovanni Battista: Ma io vi dico: Elia è già venuto, e non l'hanno riconosciuto; anzi, gli hanno fatto tutto quello che hanno voluto ... Allora i discepoli intesero ch'era di Giovanni Battista ch'egli aveva loro parlato - Mt. 17:12-13 Nonostante ciò, Giovanni Battista non riconobbe di essere la seconda venuta d'Elia (Gv. 1:21), e neppure gli Ebrei lo riconobbero come tale. L'ignoranza di Giovanni aumentò i dubbi su Gesù (Mt. 11:3) tra gli Ebrei, molti dei quali stimavano Giovanni Battista e ne rispettavano il punto di vista, e così esacerbò la loro mancanza di fede in Gesù. L'ignoranza di Giovanni fu un fattore determinante nel costringere Gesù a prendere la strada della croce. http://digilander.libero.it/principidivini/principi/messia.htm
 
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