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BENEDETTO XVI
Non aver paura di Lui!
Abbi il coraggio di rischiare con la fede!
Abbi il coraggio di rischiare con bontà!
Abbi il coraggio di rischiare con il cuore puro!
Compromettiti con Dio,
allora vedrai che proprio con ciò
la tua vita diventa ampia ed illuminata, non noiosa,
ma piena di infinite sorprese,
perché la bontà infinita di Dio non si esaurisce mai!
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COME PATCH ADAMS...!
CHI SPERA CAMMINA
Chi spera cammina,
non fugge!
Si incarna nella storia!
Costruisce il futuro,
non lo attende soltanto!
Ha la grinta del lottatore,
non la rassegnazione
di chi disarma!
Ha la passione
del veggente,
non l'aria avvilita di chi
si lascia andare.
Cambia la storia,
non la subisce!
DON TONINO BELLO
FEDE & CONCRETEZZA
« UN VIDEO PER SORRIDERE | Messaggio #20 » |
Si ringrazia per la gentile preferenza accordataci. Firmato:Satana Fossi parroco, appenderei un cartello sulla porta: “Per consentire a tutti di venire in chiesa domenica prossima, abbiamo organizzato una speciale domenica senza scuse". Saranno sistemati dei letti in sacrestia per tutti quelli che dicono: "La domenica è l’unico giorno della settimana in cui posso dormire". Sarà allestita una speciale sezione di morbide poltrone per coloro che trovano troppo scomodi i banchi. Un collirio sarà offerto a quelli che hanno gli occhi troppo affaticati dalla nottata alla tv. Un elmetto d’acciaio temprato sarà regalato a tutti coloro che dicono: "Se vado in chiesa potrebbe cadermi il tetto in testa". Morbide coperte saranno fornite a quelli che dicono che la chiesa è troppo fredda e ventilatori a quelli che dicono che è troppo calda. Saranno disponibili cartelle segnapunti per coloro che vogliono fare la classifica delle persone che "vanno sempre in chiesa ma sono peggio degli altri". Parenti e amici saranno chiamati in soccorso delle signore che non possono, contemporaneamente, andare in chiesa e preparare il pranzo. Verranno distribuiti dei distintivi con la scritta "Ho già dato" a tutti coloro che sono preoccupati per la questua. In una navata saranno piantati alberi e fiori per quelli che cercano Dio solo nella natura. Dottori e infermiere si dedicheranno alle persone che si ammalano sempre e solo di domenica”. Nell’anno 49 d.C., a Gerusalemme, i problemi erano altri. Qui, se ci guardiamo in faccia, stiamo facendo il gioco di Satana, invece. “La lampada del tuo corpo è l’occhio” (Lc 11,34) ebbe a dire un giorno Gesù, come al solito fortissimo e attualissimo. A sentirlo parlare, ti giri perché sembra sia parlando di noi. Sembra stia osservando con noi quelli dalla pelle chiara che vogliono la pelle scura, quelli con i capelli neri che li vogliono biondi, quelli bassi che vogliono diventare alti, quelli con i seni piccoli che li vogliono grandi… E tutti a gridare: “Evviva gli altri. Abbasso noi stessi”. Come gli altri. A tutti i costi! Con tutti i mezzi! Anche con le pasticche, anche con le siringhe, anche con i bisturi. Anche a costo di rimetterci la salute! Tristi e arrabbiati col mondo. Scontenti di sé perché non si è come gli altri, scontenti degli altri perché non sono come noi. E tutti a desiderare la casa, la macchina, la donna, l’uomo, l’abbronzatura, il corpo, la carriera … degli altri. Signore. Ben strano il tuo Vangelo. Un libro completamente diverso dagli altri. Riserva sorprese brutali. E più lo leggiamo, meno ci sentiamo tranquilli. Uno studente che abbia approfondito un determinato trattato è sicuro per l’esame. Invece chi conosce il Vangelo finisce col perdere la sicurezza. Solo chi lo ignora può ostentare una certa sicurezza. Lo studio dei libri umani procura la promozione. Lo studio del Vangelo regala la bocciatura.
Cosa volete, nel maggio del 2007 a Padova sono questi i problemi!
E non puoi dire che questa storia non la capisci. Anche se datata, conserva una sorprendente attualità. C’era qualcuno che veniva dalla Giudea e lasciava capire di aver ricevuto un incarico preciso, che nessuno, però, gli aveva affidato. Un incarico per fare accettare le proprie idee piuttosto meschine. Un incarico che pretendeva di imporre come necessarie pratiche di cui il Vangelo non s’era mai occupato. Dev’essere stata una fatica titanica quella dei due ambasciatori, Paolo di Tarso e Barnaba, contrastare quelle manovre subdole. Pensa che il cristianesimo stava muovendo i primi passi e già la piccolissima comunità cristiana si dimostra capace di eleganza e precisione nel trattare le questioni. E’ un momento drammatico. Se tra di loro non fiorirà l’armonia, se decideranno d’arrendersi… la Chiesa non inizierà a viaggiare. Chissà… forse sarà risuonata nelle loro menti quella domanda inquietante rivolta loro da Gesù: “Volete andarvene anche voi?”. E Pietro , il discepolo farabutto dall’intuito incredibile, agganciò gli occhi di Gesù e gli sussurrò: “Signore, da chi andremo? Tu solo hai parole di vita eterna”. Signore, le parole tue danno una vita che riempie per sempre, non abbiamo nessun altro da seguire all’infuori di te. Gli altri discepoli sentono il sudore scivolare sulla fronte, Pietro li ha interpretati bene. E oggi non si appellano agli uffici competenti, ma nella città di Antiochia e di Gerusalemme ci si confronta, si ascolta, si decide insieme: “fu stabilito che Paolo e Barnaba e alcuni altri di loro andassero a Gerusalemme”. T’immagini Giacomo, vescovo della Chiesa Madre di Gerusalemme, che indice il primo concilio per aiutare il Cristianesimo a partire? T’immagini la dolcezza, l’autorevolezza, la preoccupazione di questi primi innamorati tutti intenti a far si che sulla strada nessuno si perda… T’immagini i primi battibecchi, le prime invidie, le prime gelosie tra gli apostoli sulle terre da evangelizzare, sulla diversità di carismi, sulla modalità con cui far innamorare la gente parlando di Gesù di Nazareth? Eppure han centrato il bersaglio!
Esagerato! Ho intrapreso un viaggio: seguimi! Drinnn! Suona la sveglia: l’invidioso allunga subito il braccio per spegnerla e subito va in malumore dicendo: “Io mi devo svegliare alle sette, invece gli altri possono dormire fino alle otto”. Poi davanti allo specchio: “Guarda che capelli stupidi. Invece Greta, Francesco, Silvia… Guarda che occhi, guarda che denti! Invece Michela, invece Federica, invece Lucia. Già, Lucia. Quella oltre ad essere bella ha anche un bel nome. Io invece mi chiamo Antonello: un nome più scemo i miei genitori non potevano darmelo”. Poi va in cucina per la colazione. Il papà è già in strada per lavoro, la mamma gira strillando: “Muoviti, sbrigati che è tardi”. “Che disgrazia – mugugna tra se’ – avere dei genitori così e immagina le case degli altri dove la colazione è come nella pubblicità del Mulino Bianco: papà e mamma allegri, gioiosi, sorridenti per le macine, per lo yogurt con frutta fresca, per il cappuccino che lascia una schiuma bianchissima sulla punta del naso. Niente fretta, niente rimproveri, niente corse”.
Poi esce di casa. Qui cominciano i tormenti più strazianti. Tutti hanno un corpo più bello e più snello del suo. Tutti hanno scarpe, jeans, orologio più belli e alla moda dei suoi. Tutti hanno voti più alti, interrogazioni più facili professori dalla loro parte. E poi: “Guarda quello che bella ragazza si è trovato. A me non fila nessuna. Guarda quella che fusto. Invece io: con questi cuscinetti sul fianco, con questi capelli, con questo naso…”. La giornata è appena all’inizio, ma questo è già scontroso, depresso, strano. A questo punto ha due possibilità: o si chiude in se stesso e fa la vittima, oppure diventa un seminatore di veleni. “Lo sai che quello li ha fatto questo?. L’hai saputo? Non l’hai saputo. Ma se lo sanno tutti. Quello li ha fatto quest’altro. Si, se te lo dico io vuol dire che è vero”. Sbaglio? L’invidioso è come se avesse una vipera dentro che gli impedisce di essere contento della sua vita e di quella degli altri. Da lui non sentirai mai un complimento vero, una gioia sincera, un grazie limpido per il bene, il buono, il bello che c’è negli altri.
Lo sai, vero, che questo è il sogno di Satana? Non esagero! L’obiettivo dichiarato è di portarci a vivere senza la gioia, senza amore. Trascinandoci.
Come oggi, Signore. Mi sentivo in pace e scopro d’essere in pace. Ma nella pace di Satana. Cioè… ho sbagliato tutto.
Signore perdonami. Perdona questa mia testa che non capisce un tubo!
di don Marco Pozza
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