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Messaggi del 30/10/2021
DUBAI: EMIRATI ARABI UNITI : EXPO 2020
QUELLO CHE STA AVVENENDO IN DUBAI ENTRO L'ESPOSIZIONE UNIVERSALE EXPO2000 CHE VEDE ANCHE LA PARTECIPAZIONE DELLO STATO DI ISRAELE CON UN PROPRIO STAND AMMESSO DAGLI ARABI, E' CERTAMENTE DA CONSIDERARE UN FATTO STORICO MOLTO POSITIVO CHE FA BEN SPERARE, PER IL FUTURO, IN UNA SERIA E VERA PACIFICAZIONE FRA IL MONDO EBRAICO E QUELLO ARABO MUSULMANO CHE DA TROPPI ANNI SONO IN LOTTA FEROCE FRA LORO PER VARI MOTIVI.
Expo Dubai: Israele, padiglione senza muri e senza barriereGiornata storica, inaugurato ufficialmente il padiglione
DUBAI 07 ottobre 2021
ANSA) - DUBAI, 07 OTT - Storica inaugurazione del Padiglione di Israele con la cerimonia ebraica della mezusah, alla prima Expo in un Paese arabo: non era scontato arrivare a questo momento. Dopo gli accordi di Abramo, si tratta di un nuovo passo avanti delle normalizzazioni dei rapporti di Israele con i Paesi arabi, anche se nella vita quotidiana persistono ancora resistenze culturali.
La mezusah consiste nel porre sullo stipite destro della porta una pergamena dove sono stilati alcuni passi di una preghiera ebraica. E' stata celebrata dal rabbino Levi Dutchman, primo ebreo ad aver avuto la residenza in un Paese arabo, che ha sottolineato come il padiglione di Israele sia un grande spazio aperto.
L'inaugurazione del padiglione si è svolta in un clima di festa tra musica tradizionale ebraica alternata a stili più pop e tanti palloncini dei colori di Israele. Il padiglione è un grande open-space, circondato da ledwall giganti come una sorta di ponte verso Israele, e anche attraverso i telescopi, che spuntano qua e la nel Padiglione, si possono ammirare clip video che promuovono i mulini a vento israeliani, i suoi progressi high-tech ma anche i suoi monumenti storici. Di fronte si trova il padiglione palestinese che ancora non ha aperto ufficialmente e che non vuole rilasciare dichiarazioni. Sono entusiasti invece i tanti turisti arabi, iraniani o anche italiani che visitano l'Expo.
"Sono lieto di invitare tutti voi a venire a visitare il mio Paese", ha detto il ministro del turismo israeliano, Yoel Razvozov, subito dopo il taglio del nastro fatto assieme a Ahead Bellhoul, ministro emiratino della piccola e media impresa. Per tutta la giornata funzionari israeliani sono giunti a Dubai per cementare i legami tra i due Paesi. Sono rimasti fino alla sera dell'inaugurazione, parlando e intrattenendo discorsi coi colleghi arabi. Gli emiratini nel tradizionale abito bianco lungo fino al pavimento hanno guardato le viste panoramiche della Città Vecchia di Gerusalemme sugli schermi giganti del padiglione che il rabbino Levi Dutchman ha definito: "Un padiglione senza muri, un padiglione senza barriere, questo è il messaggio che vuole trasmettere Israele".
Amir Halevi, direttore generale del ministero del turismo israeliano, ha affermato di aspettarsi un afflusso molto alto di turisti israeliani che visiteranno l'Expo nei prossimi mesi, man mano che le restrizioni ai viaggi per la pandemia si attenueranno.
Ma è una normalizzazione solo a livello istituzionale, non ancora nella quotidianità. Alessandro Frangella, presidente dell'Ordine dei Commercialisti Internazionali negli Emirati Arabi, spiega che se a livello istituzionale la cooperazione tra Israele ed Emirati arabi è ottima, "è nell'operatività reale, nell'aprire un conto in banca, ad esempio, che un israeliano che vive negli Emirati arabi trova ancora difficoltà e la nuova amicizia a volte stenta ancora ad essere digerita". Dunque ci sono ancora difficoltà operative, una resistenza culturale, che necessita di tempo perché venga assimilata. "L'inaugurazione del Padiglione israeliano ed Expo aiuterà e sarà un veicolo importante di apertura mentale", conclude il commercialista Frangella, che si trova ad assistere a Dubai alcuni clienti israeliani.
Stretto tra il padiglione più grande di Expo, che è quello indiano, e il Padiglione Italia sorge quello israeliano.
Palloncini bianchi e blu accolgono gli invitati a questa storica inaugurazione nell'Esposizione Universale. Non era scontato arrivare a questo momento, ma il tutto avviene in un clima conviviale dove ebrei e arabi nei rispettivi abiti tradizionali parlano e si fanno vicendevolmente gli auguri. (ANSA).
NOTIZIA APPRESA DAL SITO WEB: https://www.ansa.it/expodubai2020/notizie/news/2021/10/07/expo-dubai-israele-padiglione-senza-muri-e-senza-barriere_efb94253-48b7-4c2d-bc2f-2f116fa8f0a2.html
QUELLO CHE LASCIA PERPLESSI ED ANCORA FORTEMENTE INQUIETI, E' STATA LA DECISIONE DEL GOVERNO EBRAICO DI AUTORIZZARE LA COSTRUZIONE DI CASE PER COLONI DESTINATI,ESCLUSIVAMENTE, A FAMIGLIE DI EBREI NEL TERRITORIO DELLA CISGIORDANIA CHE, NOTORIAMENTE, PER ORDINE DELL'ONU, DOVREBBE TORNARE IN POSSESSO DEL POPOLO PALESTINESE.
E' STRIDENTE,QUINDI, QUANTO STA AVVENENDO IN DUBAI CON LA PERVICACIA, L'ARROGANZA E LA SUPPONENZA ED ANCHE LA VIOLENZA MORALE E SPESSO FISICA CHE IL GOVERNO EBRAICO, NONCURANTE DELLE PROTESTE ANCHE OCCIDENTALI, SEMBRA CHE VOGLIA CONTINUARE NELLA SUA POLITICA DI OCCUPAZIONE "MANU MILTARI" ,DI FATTO, DELLA CISGIORDANIA , TERRENI CHE NON POSSONO ESSERE ACQUISITI DA ISRAELE IN BASE ALLE NOTE RISOLUZIONI DELL'ONU, PONENDOSI, COSI', FUORI DALLA LEGALITA' INTERNAZIONALE.
Da wikipedia si apprende, infatti, quanto segue:
La Cisgiordania (letteralmente "la parte al di qua del Giordano"[1]; in arabo: الضفة الغربية, aḍ-Ḍiffä l-Ġharbīyä; in ebraico: הגדה המערבית?, HaGadah HaMa'aravit o, sempre in ebraico e ufficialmente per lo Stato d'Israele, יהודה ושומרון, Yehuda ve'Shomron, Giudea e Samaria[2][3]; in inglese chiamata West Bank, "la sponda occidentale") è un territorio senza sbocco al mare sulla riva occidentale del fiume Giordano, nel Medio Oriente. Fa parte, assieme alla striscia di Gaza, dei territori palestinesi e della regione storico-geografica della Palestina.
Prima della Grande Guerra, la zona ora conosciuta come Cisgiordania è stata sotto il dominio ottomano, come parte della provincia di Siria. Nel 1920, alla conferenza di Sanremo, la vittoria delle forze alleate l'assegnò alla sovranità del Mandato britannico della Palestina. La Guerra arabo-israeliana del 1948 vide la creazione di Israele in alcune parti dell'ex Mandato, mentre la Cisgiordania fu conquistata dall'emirato di Transgiordania e annesso l'anno successivo in un nuovo regno denominato Giordania. Gli accordi di armistizio del 1949 hanno definito i suoi confini ad interim.
Nel 1993 gli Accordi di Oslo dichiararono lo status finale della Cisgiordania, come soggetto di un accordo tra Israele e la leadership araba palestinese dell'OLP. A seguito degli accordi in cui si concedeva l'amministrazione autonoma ai palestinesi su quei territori, Israele ritirò le sue forze militari da alcune aree della Cisgiordania, che venne quindi divisa in tre aree, con la creazione nel 1995 dell'Autorità Nazionale Palestinese.
Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite[9], l'Assemblea generale delle Nazioni Unite[10], la Corte Internazionale di Giustizia,[11] e il Comitato internazionale della Croce Rossa[12], si riferiscono a esso come a un territorio occupato da Israele.
La realizzazione di uno stato palestinese con capitale Gerusalemme Est, nei territori occupati da Israele è la soluzione sostenuta da tutti gli stati membri dell'ONU, ad esclusione di Israele. La comunità internazionale considera la Cisgiordania come la terra riservata ai palestinesi che vi risiedono, e guarda alla presenza israeliana come a quella di una forza di occupazione.
Israele opta, invece, per il termine territori contesi, sostenendo che questo sia più vicino al punto di vista neutrale, alla realtà dei fatti storici e al diritto internazionale di guerra, oltre alla legittimità giuridica della fondazione dello Stato di Israele.
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Inviato da: Southdeira
il 24/07/2024 alle 10:25
Inviato da: Caino2007dgl
il 18/12/2023 alle 10:45
Inviato da: cassetta2
il 17/12/2023 alle 20:44
Inviato da: Caino2007dgl
il 03/07/2023 alle 13:45
Inviato da: magdalene57
il 03/07/2023 alle 13:04