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Messaggi di Febbraio 2015

Curavano i gay condannati per omicidio, pedofilia ed aggressioni

Post n°781 pubblicato il 28 Febbraio 2015 da nonna.fra
 

Condannati per omicidio, pedofilia ed aggressioni i responsabili di un campo per le terapie riparative


Finalmente giustizia è stata fatta. I proprietari di un campo sudafricano per la "cura" dei gay sono stati riconosciuti colpevoli di omicidio, pedofilia ed aggressioni fisiche. La sentenza è stata pronunciata oggi dal tribunale regionale di Vereeniging a Johannesburg (in Sudafrica) e riguardava il caso di Raymond Buys, un ragazzo si soli 15 anni tragicamente scomparso nell'aprile 2011 dopo essere stato sottoposto a vere e proprie torture per mano di Alex de Koker e Michael Erasmus (i proprietari dell'Echo Wild Game Rangers).
Il giovane era stato consegnato nelle loro mani dai suoi stessi genitori, convinti di poterlo riprendere una volta "trasformato" in un eterosessuale così come gli era stato promesso. Ma, dato che una simile trasformazione non è possibile, i suoi aguzzini avevano scelto metodi di convincimento disumani: lo picchiavano con bastoni e vanghe, lo costringevano a mangiare feci e lo svegliavano a bastonate nel cuore della notte. Il giovane cercò di suicidarsi pur di porre fine a quel calvario, ma venne incatenato al suo letto per giorni. Trasportato in ospedale in fin di vita, sul suo corpo sono state rinvenuti gravi danni al cervello, un braccio rotto, una grave disidratazione e bruciature di sigaretta su tutto il corpo.
Nello stesso campo altri due giovani sono morti in seguito a percosse simili: Eric Calitz, di 18 anni, e Nicolaas Van Der Walt, di 19. Entrambi sono venuti a mancare nel 2007.

Fonte: http://gayburg.blogspot.com/2015/02/condannati-per-omicidio-pedofilia-ed.html#ixzz3T1zp1oAU

 
 
 

MORTO LEONARD NIMOY, IL CELEBRE SPOCK DI STAR TREK -FOTO

Post n°780 pubblicato il 27 Febbraio 2015 da nonna.fra
 

R.I.P SPOCK Morto il Dottor Spock di Star Trek: Leonard Nimoy si è spento a 83 anni


venerdì 27 febbraio 2015, 18:32

NEW YORK - Lutto nel mondo del cinema. Leonard Nimoy, il celebre Spock di Star Trek, si e' spento a 83 anni nella sua abitazione in California.

 
 
 

"Braccialetto elettronico per i dipendenti di Obi"

Post n°779 pubblicato il 19 Febbraio 2015 da nonna.fra
 

QUESTO SAREBBE L'INNOVAZIONE DEL LAVORO PARTORITO DAL GOVERNO RENZI 
MI AUGURO NON SIA  COME E DESCRITTO SI RITORNA SCHIAVI
 

 

La catena di 'fai da te' starebbe per far partire la sperimentazione. Denuncia della Uiltucs: "Prevaricazione umiliante, neppure ai carcerati"

 

FIRENZE — "Se davvero il provvedimento dovesse essere preso avrebbe il gusto della sottomissione, della costrizione, non certo dell'efficienza professata dall'azienda" attacca Marco Conficconi, segretario generale della UilTucs Toscana.

In sostanza, secondo quantio denunciato dal sindacato, si tratterebbe di un sistema che permette al cliente, premendo uno dei vari pulsanti installati nel negozio, di far vibrare il braccialetto a tutti i commessi di un determinato reparto, e la vibrazione si interrompe solo quando il commesso raggiunge il punto della chiamata.

Secondo quanto spiegato da Conficconi, il primo negozio, in Italia, in cui Obi ha raggiunto l'accordo con le Rsa per avviare il dispositivo è quello di Piacenza. "C'è anche da considerare eventuali rischi per la salute - ha aggiunto Conficconi - perché il dipendente si ritrova bombardato di radiofrequenze. Il funzionamento del meccanismo ancora non lo conosciamo nel dettaglio, ci hanno mostrato delle slide dalle quali non si capisce molto di più. I braccialetti dovrebbero entrare in funzione il mese prossimo".

Una proposta che è stata sottoscritta dalla Rsa della Filcams ma, conclude il segretario toscano Uiltucs, "non si può far ricadere una responsabilità del genere su un dipendente costretto a pressioni" perché "una decisione del genere deve riguardare i responsabili territoriali, o regionali".

http://www.toscanamedianews.it/obi-braccialetto-elettronico-per-i-dipendenti.htm

 
 
 

Gino Paoli, 'll pettirosso', la pedofilia, le critiche, la decisione della Procura

Post n°778 pubblicato il 18 Febbraio 2015 da nonna.fra
 

Gino Paoli, 'll pettirosso', la pedofilia, le critiche, la decisione della Procura

 

Torna a far parlare di sé una canzone inclusa nell'album "Storie" di Gino Paoli, uscito nel 2009. All'epoca della pubblicazione, una delle canzoni dell'album, intitolata "Il pettirosso", suscitò vive polemiche. La canzone racconta in modo molto delicato un triste episodio di pedofilia, vittima una bambina di undici anni, e ciò che fece discutere all'epoca è che nel testo del brano la bambina "perdona" il vecchio pazzo che l'ha violentata, mentre questi sta morendo.

Qui la canzone:

Gino Paoli fu convocato nel 2009 dalla commissione bicamerale per l'Infanzia, nell'ambito di un'indagine conoscitiva che la commissione stessa stava svolgendo sulla pedopornografia. "Nessuna censura all'artista", concluse la Commissione, raccomandando però attenzione ai "messaggi fuorvianti" sulla pedofilia, anche di un testo di una canzone, che possono "essere molto devastanti. Per il pedofilo non c'è perdono".
L'artista, che aveva spiegato che la canzone parla di "umanità, una parola importante da capire, la scopre solo il bambino, che non ha sovrastrutture", in un'intervista al quotidiano "Avvenire" aveva ulteriormente precisato che la bambina, "davanti al vecchio pazzo che dopo la violenza le muore sotto gli occhi, esercita quella pietas cristiana di cui invece la società nella sua spasmodica ricerca del mostro ha perso traccia".
L'episodio aveva provocato numerosi commenti sul web, alcuni dei quali decisamente critici. Conseguentemente, Gino Paoli aveva depositato alcune querele nei confronti dei responsabili di quei commenti. A distanza di sei anni, la Procura ha proposto l'archiviazione delle querele, "perché la critica su argomenti delicati può essere accesa, basta che non offenda".

https://www.youtube.com/watch?v=z4FFt82i-NI

 
 
 

BUON S. VALENTINO

Post n°777 pubblicato il 14 Febbraio 2015 da nonna.fra
 

BUON S. VALENTINO A TUTTI 

TUTTI NOI AMIAMO QUALCUNO O QUALCOSA 

E SEMPRE AMORE 

 

 

 

 

 
 
 

CONCORDIA , 16 ANNI A SCHETTINO MA NIENTE CARCERE

Condannato a 16 anni e 1 mese ma non andra in carcere, CHE CAVOLO DI CONDANNA  EH !!! L'ITALIA DEL BENGODI PER I DELINQUENTI 

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 CONCORDIA,16 ANNI A SCHETTINO: NIENTE CARCERE."INTERDETTO 5 ANNI COME COMANDANTE DI NAVE"

 

GROSSETO - Francesco Schettino è stato ritenuto colpevole dei reati di cui era accusato nel processo sulla strage alla Costa Concordia. Per l'ex comandante della nave naufragata tragicamente all'Isola del Giglio nel gennaio del 2012, la condanna è di 16 anni e un mese. Schettino, che non andrà in carcere (la richiesta di arresto dell'accusa è stata respinta) è stato inoltre interdetto per 5 anni come comandante di nave, ha stabilito il tribunale di Grosseto che lo ha anche condannato all'interdizione perpetua dai pubblici uffici. Non è presente l'imputato Francesco Schettino che, secondo quanto riferito dai suoi legali, accuserebbe febbre. I giudici sono in lieve ritardo sull'orario previsto delle 19, come ha detto in aula la cancelliera del processo, ma è comunque prevista la lettura del dispositivo stasera. La sentenza è stata letta dal presidente del collegio giudicante Giovanni Puliatti alle 20 in punto, dopo circa 7 ore e mezzo di camera di consiglio. La Procura aveva chiesto una pena di 26 anni di reclusione. Il Tribunale ha inflitto a Schettino 5 anni per il reato di disastro colposo, 10 anni per gli omicidi plurimi colposi e 1 anni per il reato di abbandono di persone minori o incapaci, per un totale di 16 anni di reclusione a cui è stato aggiunto un mese di arresto. Il Tribunale non ha invece riconosciuto, come invece richiesto dalla pubblica accusa, l'aggravante del naufragio colposo e neppure l'aggravante della colpa cosciente per gli omicidi plurimi colposi. Il Tribunale ha poi stabilito, a titolo di provvisionale, i danni che Schettino dovrà rifondere, in solido con Costa Crociere, alle numerosi parti civili costituite, tra cui il ministero dell'Ambiente, la Regione Toscana, l'Isola del Giglio, i familiari delle vittime e i passeggeri naufraghi della Costa Concordia.
 SCHETTINO IN LACRIME «Quel 13 gennaio di tre anni fa sono morto anch'io». Così ha esordito Francesco Schettino, che si è anche commosso in aula, rendendo dichiarazioni spontanee nell'ultima udienza al processo per il naufragio della Costa Concordia.

 PERSEGUITATO «Il comandante Schettino - ha proseguito il suo avvocato, Domenico Pepe - non si può muovere, non può andare al ristorante. Qui a Grosseto ci siamo dovuti nascondere sperando di non essere visti. In questi tre anni è come se avesse subito 30 anni di carcere». «Se è responsabile lo si condanni, ma non dileggiamolo», ha aggiunto il difensore. «Credo - ha anche detto Pepe - che quelli del pubblico ministero siano stati voli pindarici. È stata messa insieme una quantità enorme di dati difficilmente interpretabili da un comune mortale. È stato un enorme minestrone di cui difficilmente si è colta la sintesi se non dopo mesi grazie al nostro miglior tecnico, che è stato Schettino stesso». 
L'AVVOCATO: "IN TRE ANNI HA ESPIATO 30 ANNI DI CONDANNA" «In tre anni Francesco Schettino ha espiato più di 30 anni di condanna e questo perchè è accusato di aver abbandonato la nave. Ma questa non è la verità. Lui non ha abbandonato la nave». Lo ha detto l'avvocato Domenico Pepe, legale di Francesco Schettino, nel corso della replica nell'ultima udienza del processo per il naufragio della Costa Concordia. «Il mio cliente ha sofferto la peggiore delle offese: ha subìto di tutto - ha affermato tra l'altro Pepe - è stato dileggiato, perseguitato e aggredito». Intorno a questo processo, ha aggiunto il legale dell'ex comandante, «abbiamo visto tanti uccellacci e speculazioni di ogni tipo e la peggiore vittima è stato il mio cliente nei confronti del quale praticamente è stato richiesto un ergastolo».

http://www.leggo.it/NEWS/ITALIA/concordia_processo_sentenza_
schettino_abbandonono_nave/notizie/1174778.shtml

 
 
 

C'è un video: il benzinaio si è difeso

Post n°773 pubblicato il 09 Febbraio 2015 da nonna.fra
 

C'è un video: il benzinaio si è difeso

Le telecamere confermano: Stacchio ha risposto al fuoco dei banditi. Ma ora si temono ritorsioni

VicenzaLa fortuna del benzinaio più twittato dagli italiani sta nelle telecamere. Non quelle delle decine di tv che in questi giorni lo hanno lanciato sulla ribalta nazionale proponendolo come eroe o, per i familiari del nomade ucciso dopo la tentata rapina a Nanto (Vicenza), come giustiziere, bensì quelle installate da Robertino Zancan titolare della gioielleria presa di mira dai banditi.

 

È grazie a questi filmati che emerge un dettaglio, fondamentale: Graziano Stacchio ha sparato per legittima difesa.

Secondo quanto trapela da ambienti investigativi, dai primi fotogrammi e dall'audio del video ricavato dalle telecamere di sorveglianza viene confermata la versione data dal benzinaio sessantacinquenne. Si sente il rumore del primo colpo sparato in aria dallo stesso Stacchio, si vedono i banditi sorpresi da questa imprevista e imprevedibile reazione da parte di un cittadino che sceglie di non girarsi dall'altra parte. E poi si vedono malviventi fare fuoco ad altezza uomo in direzione della pompa di benzina. A quel punto Stacchio risponde col suo fucile e, presumibilmente, colpisce Cassol. La legittima difesa c'è tutta: se uno mi spara addosso ho tutto il diritto di rispondere. È da qui che partiranno gli avvocati del benzinaio di Nanto per convincere il giudice a respingere l'accusa di eccesso di legittima difesa, reato per cui adesso è indagato («È un atto dovuto», ci tiene a precisare la Procura) quello che Jenny, la commessa che era sola in negozio durante l'assalto della banda, ricorderà sempre come l'uomo che le ha salvato la vita.

Intanto, giusto per confermare che in Italia diverse cose vanno alla rovescia, polizia e carabinieri hanno istituito un servizio di vigilanza continua alla casa di Stacchio e al suo distributore. Non la definiscono una scorta, nel senso che il benzinaio è libero di andare dove vuole, ma il senso è quello. La sfilza di precedenti penali della vittima 41enne, che andava in giro a rapinare gioiellerie con a casa una moglie incinta e quattro figli, è piuttosto lunga e pericolosa, se così si può dire. Insomma, le forze dell'ordine hanno fondati motivi di ritenere che Stacchio corra più di qualche rischio. «Io sono distrutto per aver provocato la morte di un uomo - ripete sconsolato l'esercente a tutti coloro che vanno a fare il pieno da lui - ma la mia coscienza è a posto. Volevo salvare Jenny dalla follia di quei banditi. Spero che si mettano una mano sulla coscienza».

«Se non ci fosse stato lui - conferma l'interessata - non so come sarebbe andata a finire. Sono stati momenti di terrore, a un certo punto mi sono trovata sola con un rapinatore imbufalito perché avevo chiuso la “bussola” intrappolando il complice. Per fortuna è intervenuto Graziano».

Se nel Basso Vicentino le iniziative a favore del benzinaio non si contano e l'altra sera la squadra di calcetto di Longare ha giocato con la scritta “Io sto con Stacchio” ben visibile sul petto, a Fontanelle (Treviso), nel piccolo campo nomadi dove viveva Cassol, il clima è molto diverso. «Denunceremo il benzinaio, il sindaco e tutti quei politici, a cominciare dall'onorevole Santanché, che hanno rovesciato un mare di odio su di noi - attaccano i parenti della vittima -. Non siamo criminali, lavoriamo duro. E non ci va di essere chiamati rom. Siamo nati qui, siamo anche noi “Razza Piave”».

http://www.ilgiornale.it/news/politica/c-video-benzinaio-si-difeso-1090979.html

 
 
 

Selvaggia Lucarelli non stà conil benzinaio, leggete perchè

Post n°772 pubblicato il 09 Febbraio 2015 da nonna.fra
 

682 commenti contro in mezzora ha collezionato quella che sà tutto lei ,e brava solo lei ecc. ecc.  Per lei il benzinaio ha  fatto male a sparare , doveva lasciare fare e chiamare la polizia, non pensa che la gente e stanca di essere derubata da tutti ,anche da chi dovrebbe tutelarrci  per poi vederli liberi il giorno dopo , pronti a ricominciare a rubare , tanto non gli fanno niente, no lei pensa che  potrebbe morire per mano non del delinquente ma di un cittadino che diffende un'altro e tutti gli assassinati per una rapina dove li metti quelli? 
Volevo dire che io non sto col benzinaio vicentino che ha sparato al rapinatore. Ma non perchè provi particolare pena per il rapinatore. Era un recidivo, girava con un fucile, sapeva a cosa poteva andare incontro, se l'è voluta. Non sto col benzinaio perchè non s'è difeso, non ha agito di istinto, nessuno stava sparando a nessuno. C'era una rapina in corso. Ce ne sono tante, tutti i giorni. E' uno schifo, ma gli dai quello che vogliono e vanno via. Se poi non vanno via, ti menano e tu gli spari, fai bene. Se sparano a qualcuno e gli spari fai bene. Se sei lì e vedi che c'è una rapina chiami la polizia. In questo caso invece il benzinaio è salito in casa, ha preso il suo fucile con cui andava a sparare ai caprioli e s'è messo a sparare (lui). Inutile poi dire che non voleva uccidere. E' come per il rapinatore: imbracciare il fucile vuol dire esporre se stessi e gli altri a un rischio. Quello di morire e uccidere. Sparare a gente armata (se non sta sparando) vuol dire innescare il far west. Vuol dire che magari io passo di lì con mio figlio a mettere benzina e mi arriva un proiettile. O arriva a mio figlio. Vuol dire che la commessa che volevi difendere rischia la vita più che se lasciassi i rapinatori andar via col bottino. Io lo so che chi sta dietro a un bancone è esasperato. Lo so che è difficile non aver voglia di sparare a chi ti fa vivere nel terrore. Ma dire "ha fatto bene" vuol dire che il prossimo proiettile può toccare a noi o ai nostri figli. Vuol dire che il prossimo a crepare può essere un disperato con un'arma giocattolo che non ha da dare da mangiare al figlio. Vuol dire legittimare la giustizia fai da te. E la giustizia fai da te non solo non ci difende dai rapinatori (quelli continueranno, di morire lo mettono in conto sempre), ma non ci difende neanche dal nostro vicino di casa, armato di fucile e di buone intenzioni.

 
 
 

Perché le persone gridano quando sono arrabbiate?

Post n°771 pubblicato il 08 Febbraio 2015 da nonna.fra
 

 

Un giorno, un pensatore indiano fece la seguente domanda ai suoi discepoli:“Perché le persone gridano quando sono arrabbiate?”

“Gridano perché perdono la calma” disse uno di loro.

“Ma perché gridare se la persona sta al suo lato?” disse nuovamente il pensatore.

“Bene, gridiamo perché desideriamo che l’altra persona ci ascolti” replicò un altro discepolo.

E il maestro tornò a domandare: “allora non è possibile parlargli a voce bassa?

”Varie altre risposte furono date ma nessuna convinse il pensatore.

Allora egli esclamò: “Voi sapete perché si grida contro un’altra persona quando si è arrabbiati? Il fatto è che quando due persone sono arrabbiate i loro cuori si allontanano molto. Per coprire questa distanza bisogna gridare per potersi ascoltare. Quanto più arrabbiati sono tanto più forte dovranno gridare per sentirsi l’uno con l’altro.

D’altra parte, che succede quando due persone sono innamorate? Loro non gridano, parlano soavemente. E perché? Perché i loro cuori sono molto vicini. La distanza tra loro è piccola. A volte sono talmente vicini i loro cuori che neanche parlano solamente sussurrano. 
E quando l’amore è più intenso non è necessario nemmeno sussurrare, basta guardarsi. I loro cuori si intendono. E’ questo che accade quando due persone che si amano si avvicinano.

”Infine il pensatore concluse dicendo: “Quando voi discuterete non lasciate che i vostri cuori si allontanino, non dite parole che li possano distanziare di più, perché arriverà un giorno in cui la distanza sarà tanta che non incontreranno mai più la strada per tornare.

 
 
 

KASIA RICORDA TARICONE NEL GIORNO DEL SUO 40ESIMO COMPLEANNO

Post n°770 pubblicato il 04 Febbraio 2015 da nonna.fra
 

Pietro Taricone avrebbe compiuto 40 anni, lo straziante ricordo di Kasia

 

 

Oggi, 4 febbraio, Pietro Taricone avrebbe compiuto 40 anni e Kasia Smutniak, che è stata la sua compagna per 8 anni e che gli ha dato una figlia, Sophie, gli dedica un post molto commovente: "Oggi avresti compiuto 40 anni... Chiunque lo abbia conosciuto ha capito che era una persona speciale, era veramente unico. Lui era sempre molto riservato, sensibile e molto schietto. Io sono stata la più fortunata perché l'ho avuto per otto anni tutto per me".

L'ultimo volo - "In questi otto anni abbiamo fatto di tutto, ci siamo detti tutto. Avevamo litigato, ci eravamo lasciati, poi siamo tornati insieme". Nessun rimpianto per quella passione, il paracadutismo, che li legava, e che è stata fatale per Pietro: "Noi ci siamo ritrovati, eravamo felici. Non potevamo darci più di così. Io so che in quel momento lui era felice. Prima di saltare mi ha mandato un bacio, facendo la faccia buffa, hanno riso tutti. Poi si è lanciato. Non si è reso conto di niente, è morto col sorriso in faccia. Io ero accanto a lui. Se potessi scegliere un modo di morire, vorrei anch'io morire così: nel momento più felice della vita".

 
 
 

Il camionista 60enne e il Macrolane che fà BOOM

Post n°769 pubblicato il 03 Febbraio 2015 da nonna.fra
 

A  60 anni si fà iniettare del Macrolane per  aumentare il suo organo sessuale, ok tutti i gusti sono gusti ma a 60 anni che ti  importa  della misura quando hai ancora qualche  anno poi sei caput

 Gli esplode il pene durante un rapporto sessuale

Reggio Emilia, 31 dicembre 2013 - Il gel dei miracoli non è servito solo a rimodellare seni e glutei femminili. Anche tra gli uomini c’è chi si è rivolto speranzoso al chirurgo estetico contando sulle proprietà delle celebri fiale di Macrolane per migliorare le dimensioni del proprio organo sessuale. Gonfia di qua, gonfia di là, i giudici milanesi, ormai quasi abituati a trattare cause per seni rifatti che poi cedono o scoppiano, si sono trovati stavolta di fronte a un caso decisamente più raro di esplosione di pene (nel senso maschile).

Un uomo di 60 anni residente nel Reggiano, evidentemente non soddisfatto di quanto avuto in dote da madre natura, tempo fa scovò sul web la possibilità di affidarsi alle mani esperte di una dottoressa romena, con studi in mezza Italia e collaboratrice di una nota clinica milanese. E così andò. Tecnicamente, dicono gli atti, si era trattato di «impianto retro pubico di Macrolane (gel iniettabile a base di acido ialuronico) finalizzato ad aumentare le dimensioni del pene». 

Il problema, però, è che poco tempo dopo, nel bel mezzo di un rapporto sessuale, lo sfortunato signore sentì una specie di botto ravvicinato, accorgendosi, un secondo più tardi, che a esplodere era stato proprio il suo fallo. Evidentemente insensibile ai possibili traumi psicologici di “starlette” dal seno rifatto così come di maschi non troppo dotati, il gel dei miracoli aveva mietuto un’altra vittima. NEL CASO del 60enne, passati il dolore e l’infezione è scattata la querela nei confronti della celebre dottoressa che ancora oggi domina sui siti di chirugia estetica, dove espone anche le foto dei suoi pazienti prima e dopo l’intervento.
In relazione al caso del 60enne, però, la Procura le ha contestato il reato di lesioni colpose gravi, dato che dall’intimo scoppio del poveretto era derivata «un’infezione con estrusione del gel da flogosi dell’asta peninea» guaribile in 40 giorni.

Per di più, sempre secondo l’accusa, il medico non si era curata di approfondire le eventuali controindicazioni all’intervento (il paziente era diabetico) e non aveva ottenuto neppure l’obbligatorio consenso informato, avendo molto sorvolato sui possibili rischi. L’aspetto paradossale della vicenda è che il consulente medico-legale della Procura ha attestato che le misure della parte lesa (in tutti i sensi) erano assolutamente normali. Il processo, comunque, non si farà: alla prima udienza, l’uomo ha revocato la querela dopo aver intascato un risarcimento di 8 mila euro.

Mario Consani

 
 
 
 
 

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