Chiuso per furia

BEFFE, BIZZEFFE E SBERLEFFI

La scorsa settimana ho ricevuto un'offerta che non si può rifiutare.

Mentre ero a pranzo con la mia collega, ha squillato il cellulare (numero privato): di per sé la cosa non mi ha proprio proprio ben disposta perché A) stavo a magnà, e quando mangio divento tipo leone alpha del Botswana che sbrana la preda; B) i numeri privati mi fanno salire leggerissimamente l'ansia.

Comunque ho risposto, a metà tra un boccone e l'altro. Dall'altra parte dell'ormai inesistente filo, c'era una gentil donzella che mi ha informata di essere stata selezionata e non per la solita offerta di 7 milioni di biglietti da visita alla modica cifra di 2 euro e 30 centesimi, bensì per partecipare ad un nuovo reality show che sta per essere lanciato in Italia (dopo diverse stagioni già uscite in Gran Bretagna e negli States). Anche se, proprio come per le offerte dei biglietti da visita, io non ho fatto nessuna richiesta di partecipazione.

Il reality è questo.

In brevissimo si tratta di 12 poveri disgraziati che, armati di coltello e denti aguzzi da squalo del business, si scannano per un contratto di lavoro della durata di un anno. Insomma una nuova versione dei gladiatori, ma senza sabbia infilata nei calzari di cuoio. 

Non vi dirò che la proposta mi ha schifata al punto di farmi smettere di mangiare (non ci riuscirebbe nemmeno un camion dell'immondizia rovesciato su una bara aperta contenente un cadavere sgozzato), perché non è così. Cioè, in linea di principio l'idea di dover finire a levarsi il pane di bocca con altri 11 disgraziati come me, che avranno fatto altrettante carte false per riposizionarsi nel mondo del lavoro senza risultati, mi procura un rodimento di culo pressoché insopportabile. Sul quale, però, sono pure disposta a passar sopra (seconda legge del compromesso italico).

Quello su cui non sono disposta a passare sopra invece è questa figlia in arrivo. Qualcuno mi spiega però perché acciminchia le opportunità capitano sempre quando uno ha tutte e due le mani impegnate per poterle afferrare???

C'ERA UNA VOLTA, CAPPUCCETTO ROSSO

La Clou in fondo è un'ingenua. Una che il beneficio del dubbio non lo si nega a nessuno. 

Perché, se c'è una cosa che non riesco a concepire, è proprio la cattiveria fine a se stessa, l'invidia grama, quella che se gli altri stanno male allora è meglio, così si sente un po' meno la nostra personale scoffitta davanti al mondo. Capita quindi che io giustifichi anche l'ingiustificabile. 

Ma quel che è peggio è che alterno periodi in cui incarno la Strega Cattiva, ad altri in cui mi aggiro fiduciosa e ignara nel bosco della vita, canticchiando a mezza voce mentre faccio dondolare allegramente il cestino della merenda.

Ora, questo nello specifico è un periodo Cappuccetto Rosso: la Clou guarda il mondo con gli occhi a forma di cuoricino, niente e nessuno può scalfire la sua buona fede e la sua fiducia nel prossimo e l'ombra del lupo cattivo là fuori, al massimo può servire da riparo per il sole cocente.

Il problema è che non ho mica capito se mi preferisco Cappuccetto Rosso o Strega Cattiva.

Dite che avere un mix di entrambe sia chiedere troppo?