Un blog creato da alfa_omega_2009 il 21/10/2009

Cortigiana scaltra

Dietro la maschera osservo la mia corte e scelgo la mia preda...a chi tocchera'?

 
 
 
 
 
 

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VITA

Post n°37 pubblicato il 26 Novembre 2009 da alfa_omega_2009

Brandelli rubati ad una vita che non ci appartiene…da cui ci prendiamo a morsi piccoli spazi per non morire.
Una vita che ci e’ data cosi’…nella quale siamo spesso pedine…burattini mossi da fili invisibili a cui ogni tanto diamo uno strappo…
Ti guardo dormire mentre mi rivesto…riposi tranquillo e silenzioso .Il viso disteso…quello stesso viso contratto in una smorfia di passione e desiderio mentre mi amavi…
Mi rivesto silenziosa…addosso ancora le tracce di te che ho voluto conservare…il tuo odore…i tuoi segni…il tuo sperma dentro me…mi ricorderanno questa notte oggi e nei giorni che verranno…
Ho voluto fare l’amore al mio risveglio per poter uscire da qui  impregnata di te…ti ho accarezzato piano…ti ho riempito di baci…le tue mani su di me…le tue labbra sulla mia pelle…
Stanotte mi sono occupata di te come sai…seduta dietro di te in questo letto ti ho accarezzato la testa…massaggiato le spalle stanche…sbottonato la camicia…le dita che scivolavano sul tuo corpo che si scioglieva  al mio tocco…
Tempo….tempo…quel maledetto tempo che a noi manca…che ci interrompe sempre all’inizio di un discorso che forse non riusciremo a finire mai…un tempo che non ci e’ mai stato concesso ma che abbiamo rubato come ladri…
Ti ho amato come so fare…ti ho parlato senza dire nessuna parola…ho ascoltato il tuo silenzio…
Ora ti guardo mentre dormi…il mio tempo e’ tiranno…devo andare. Ti bacio il viso e tu sospiri…chissa’ se stai sognando…Chiudo piano la porta dietro di me…e mi ritrovo immersa nella nebbia…nel caos e nel traffico di sempre…la vita di tutti i giorni…
Respiro a fondo…nelle narici l’odore di te…e tra le gambe i tuoi umori…
basteranno…fino alla prossima volta.

                                                               Madame

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Commenti al Post:
novemberaing
novemberaing il 26/11/09 alle 10:32 via WEB
Non recidere, forbice, quel volto, solo nella memoria che si sfolla, non far del grande suo viso in ascolto la mia nebbia di sempre. Un freddo cala... Duro il colpo svetta. E l'acacia ferita da sé scrolla il guscio di cicala nella prima belletta di Novembre eugenio montale... buongiorno madame
 
alfa_omega_2009
alfa_omega_2009 il 26/11/09 alle 11:26 via WEB
Spesso il male di vivere ho incontrato era il rivo strozzato che gorgoglia era l'incartocciarsi della foglia riarsa, era il cavallo stramazzato. Bene non seppi, fuori del prodigio che schiude la divina Indifferenza: era la statua nella sonnolenza del meriggio, e la nuvola, e il falco alto levato. Eugenio Montale raccolgo la sfida
 
novemberaing
novemberaing il 26/11/09 alle 11:34 via WEB
Ex voto Accade che le affinità d'anima non giungano ai gesti e alle parole ma rimangano effuse come un magnetismo. É raro ma accade. Puó darsi che sia vera soltanto la lontananza, vero l'oblio, vera la foglia secca piú del fresco germoglio. Tanto e altro puó darsi o dirsi. Comprendo la tua caparbia volontà di essere sempre assente perchè solo così si manifesta la tua magia. Innumeri le astuzie che intendo. Insisto nel ricercarti nel fuscello e mai nell'albero spiegato, mai nel pieno, sempre nel vuoto: in quello che anche al trapano resiste. Era o non era la volontà dei numi che presidiano il tuo lontano focolare, strani multiformi multanimi animali domestici; fors'era così come mi pareva o non era. Ignoro se la mia inesistenza appaga il tuo destino, se la tua colma il mio che ne trabocca, se l'innocenza é una colpa oppure si coglie sulla soglia dei tuoi lari. Di me, di te tutto conosco, tutto ignoro. (Eugenio Montale. QUELLA CHE PREFERISCO rain
 
alfa_omega_2009
alfa_omega_2009 il 26/11/09 alle 12:58 via WEB
Felicità raggiunta, si cammina per te su fil di lama. Agli occhi sei barlume che vacilla, al piede, teso ghiaccio che s'incrina; e dunque non ti tocchi chi più t'ama. Se giungi sulle anime invase di tristezza e le schiari, il tuo mattino è dolce e turbatore come i nidi delle cimase Ma nulla paga il pianto del bambino a cui fugge il pallone tra le case. Eugenio Montale
 
novemberaing
novemberaing il 26/11/09 alle 13:56 via WEB
Ciò che di me sapeste non fu che la scialbatura, la tonaca che riveste la nostra umana ventura. Ed era forse oltre il telo l'azzurro tranquillo; vietava il limpido cielo solo un sigillo. 0 vero c'era il falòtico mutarsi della mia vita, lo schiudersi d'un'ignita zolla che mai vedrò. Restò così questa scorza la vera mia sostanza; il fuoco che non si smorza per me si chiamò: l'ignoranza. Se un'ombra scorgete, non è un'ombra - ma quella io sono. Potessi spiccarla da me, offrirvela in dono.
 
alfa_omega_2009
alfa_omega_2009 il 26/11/09 alle 14:24 via WEB
Forse un mattino andando in un'aria di vetro, arida, rivolgendomi, vedrò compirsi il miracolo: il nulla alle mie spalle, il vuoto dietro di me, con un terrore di ubriaco. Poi come s'uno schermo, s'accamperanno di gitto alberi case colli per l'inganno consueto. Ma sarà troppo tardi; ed io me n'andrò zitto tra gli uomini che non si voltano, col mio segreto. Eugenio Montale
 
novemberaing
novemberaing il 26/11/09 alle 14:57 via WEB
Meriggiare pallido e assorto presso un rovente muro d'orto, ascoltare tra i pruni e gli sterpi schiocchi di merli, frusci di serpi. Nelle crepe dei suolo o su la veccia spiar le file di rosse formiche ch'ora si rompono ed ora s'intrecciano a sommo di minuscole biche. Osservare tra frondi il palpitare lontano di scaglie di mare mentre si levano tremuli scricchi di cicale dai calvi picchi. E andando nel sole che abbaglia sentire con triste meraviglia com'è tutta la vita e il suo travaglio in questo seguitare una muraglia che ha in cima cocci aguzzi di bottiglia E questa è la liguria madame
 
alfa_omega_2009
alfa_omega_2009 il 26/11/09 alle 15:01 via WEB
ed ora il sublime Pablo Neruda...Mi piaci quando taci perché sei come assente, e mi ascolti da lungi e la mia voce non ti tocca. Sembra che gli occhi ti sian volati via e che un bacio ti abbia chiuso la bocca. Poiché tutte le cose son piene della mia anima emergi dalle cose, piene dell'anima mia. Farfalla di sogno, rassomigli alla mia anima, e rassomigli alla parola malinconia. Mi piaci quando taci e sei come distante. E stai come lamentandoti, farfalla turbante. E mi ascolti da lungi, e la mia voce non ti raggiunge: lascia che io taccia col tuo silenzio. Lascia che ti parli pure col tuo silenzio chiaro come una lampada, semplice come un anello. Sei come la notte, silenziosa e costellata. Il tuo silenzio è di stella, così lontano e semplice. Mi piaci quando taci perché sei come assente. Distante e dolorosa come se fossi morta. Allora una parola, un sorriso bastano. E son felice, felice che non sia così.
 
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PABLO NERUDA

Mi piaci quando taci perché sei come assente,
e mi ascolti da lungi e la mia voce non ti tocca.
Sembra che gli occhi ti sian volati via
e che un bacio ti abbia chiuso la bocca.

Poiché tutte le cose son piene della mia anima
emergi dalle cose, piene dell'anima mia.
Farfalla di sogno, rassomigli alla mia anima,
e rassomigli alla parola malinconia.

Mi piaci quando taci e sei come distante.
E stai come lamentandoti, farfalla turbante.
E mi ascolti da lungi, e la mia voce non ti raggiunge:
lascia che io taccia col tuo silenzio.

Lascia che ti parli pure col tuo silenzio
chiaro come una lampada, semplice come un anello.
Sei come la notte, silenziosa e costellata.
Il tuo silenzio è di stella, così lontano e semplice.

Mi piaci quando taci perché sei come assente.
Distante e dolorosa come se fossi morta.
Allora una parola, un sorriso bastano.
E son felice, felice che non sia così.

 
 
 
 
 
 
 

ALDA MERINI

Se la morte

fosse un vivere quieto,
un bel lasciarsi andare,
un'acqua purissima e delicata
o deliberazione di un ventre,
io mi sarei già uccisa.
Ma poichè la morte è muraglia,
dolore, ostinazione violenta,
io magicamente resisto.
Che tu mi copra di insulti,
di pedate, di baci, di abbandoni,
che tu mi lasci e poi ritorni

senza un perchè
o senza variare di senso
nel largo delle mie ginocchia,
a me non importa

perchè tu mi fai vivere,
perchè mi ripari da quel gorgo
di inaudita dolcezza,
da quel miele tumefatto

 e impreciso
che è la morte di ogni poeta.

 
 
 
 
 
 
 

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