“Nel mondo occidentale e soprattutto in Italia i social network stanno contribuendo a sfasciare molte famiglie, perché rappresentano un modo veloce ed immediato per intrattenere rapporti interpersonali, allacciare nuove amicizie e tradire il partner.”
Non sono parole mie, ma di Gian Ettore Gassani, presidente dell’Associazione degli Avvocati Matrimonialisti Italiani.
C'è un "prima" e "dopo" Facebook nella storia delle coppie e, in una maniera o nell'altra, quasi tutti siamo incappati in situazioni del genere. Il sistema sembra però essere sfuggito di mano.
Facebook è citato fra i responsabili dei divorzi in una percentuale che è salita in maniera esponenziale: era del 20% nel 2009, del 33% nel 2012 e del 40% nel 2014.
E a poco serve che alcune coppie, per scongiurare possibile flirt, decidano di aprire un profilo congiunto: "Guido e Rosa", "Pasquale e Maria", "Giovanna ed Antonio", con password, mail e chat di reciproco dominio.
Probabilmente non funziona e, certamente, non deve essere piacevole dovere dire ai propri contatti "stai attento a ciò che scrivi perché non sono l'unica persona a leggere". A me è successo di ricevere comunicazioni di questo genere, di capire che dall'altro lato del computer c'era una persona in preda alla paura. Paura allo stato puro. E non avevo scritto assolutamente nulla di compromettente.
Chi non farebbe mai cose di questo genere, (perché si sa, la dignità viene prima di tutto, e non si può accettare che il proprio ego contempli una dichiarata - ovvero pubblica - espressione di palese mancanza di fiducia verso il partner), instaura una sorta di guerra fredda, un equilibrio non belligerante, che si concretizza in un controllo a distanza, con un occhio sempre attento al riarmo.
Una quantità di tempo infinita a verificare cosa fa l'altro, cosa scrive, quanti "mi piace" riceve e da chi, per poi passare agli approfondimenti sui profili dei possibili corteggiatori, ai controlli incrociati, alla verifica degli orari, all'analisi approfondita dei testi, ai doppi e tripli sensi, ai detto e non detto. Insomma un vero e proprio secondo lavoro. Una fonte di stress inesauribile.
Nomi che spuntano a caso, mentre l'altro meno se l'aspetta. Magari la sera, davanti al piatto di minestra, quando di punto in bianco parte la domanda: "Chi è Daniela Capitondi?"
E li, in quella che in Sicilia si chiama "pigghiata i bella", si poggia il cucchiaio e si aspetta la reazione. Perché si è convinti di capire come il proprio partner si comporti di fronte alla menzogna, un battito di ciglia, un movimento del labbro, un balbettio, una negazione insistente ed eccessiva. Tutti elementi utili a capire se c'è qualcosa sotto.
Quando all'accumularsi di un numero sufficiente di prove, immaginarie e non, su potenziali relazioni del partner fedigrafo, virtuali e non, si decide di rendergli la pariglia, inizia quello che militarmente viene definito un "attacco preventivo". Ci si comporta come si ritiene l'altro si comporti, ovvero con quella "leggiadria svolazzante che manifesta velatamente disponibilità ampie alla vita ed alle nuove esperienze". Insomma una vera e propria dichiarazione di guerra travestita da amo lanciato verso l'incognito, con un'esca a forma di cuore molto facilmente riconoscibile.
Secondo il centro studi degli Avvocati matrimonialisti italiani Facebook è il posto più facile dove avere un'avventura extraconiugale. Resta virtuale solo all’inizio del rapporto, ma è poi occasione di incontri veri e propri che nel 70% si trasformano in scappatelle e nel 30% diventano storie durature e parallele.
Continua l'avvocato Gassani: “Ovviamente non è lo strumento in sé a fare del male, ma è indubbio che amplifichi a dismisura le voglie e le possibilità del fedifrago seriale e di quello occasionale. Secondo un'indagine del Centro Studi dell’AMI, basato sull’incrocio dei dati provenienti da molti studi legali, WhatsApp ha superato Facebook in termini di “pericolosità”, rappresentando un modo ancora più rapido di Facebook e di Twitter, per mandare messaggi ed immagini in tempo reale e a costo zero. Pertanto WhatsApp non solo porta all’appuntamento con l’amante, ma anche all’appuntamento davanti al giudice.”
Anche se pochi lo affermano sono sicuro che molti, in cuor loro, pensano che si stava meglio quando non esisteva tutto questo. In quei tempi, "prima di Facebook", i più apprensivi riuscivano a dormire meglio, molto più serenamente di adesso, senza incubi fatti di corna che si materializzano sul desktop.
Inviato da: dagbog
il 30/11/2014 alle 17:44
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il 30/11/2014 alle 16:46
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il 30/11/2014 alle 13:27
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il 30/11/2014 alle 12:37