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Cargo 200

Post n°229 pubblicato il 21 Novembre 2014 da giovannatilocca

Ieri ho visto il film "Cargo 200". Se avessi saputo di che esattamente si trattava, non lo avrei guardato. Però una volta visto, non posso far finta di nulla. E' un film sconvolgente, al limite del macabro, che però induce ad una serie di osservazioni. Non voglio andare nel profondo, e mi limito alla superficie.

Gli edifici degradati della provincia russa  ti fanno pensare a persone senza alcun rispetto di sé e, in contrasto, la scena dell'edificio sacro tutto ripitturato e perfetto ti fa capire che ancora qualcuno ha mantenuto il senso del decoro.

Il ragazzo della discoteca (si fa per dire: era un tugurio) che ha causato l'incredibile tragedia alla figlia del segretario del partito comunista e, totalmente ignaro dell'accaduto, alla fine del film propone al figlio del professore dell'ateismo scientifico all'università di Leningrado di trafficare vodka per fare tanti soldi è emblematico. Lui ha provocato un disastro ma non se ne è neppure accorto, e porta sulla cattiva strada un altro coetaneo, sempre senza consapevolezza, come un popolo che va allo sbando senza alcuna coscienza.

La polizia non solo è violenta e corrotta, ma non viene controllata da nessuno.

Chi doveva proteggere la ragazza è il padre (ma si vede che non ha l'accortezza di capire con chi ha a che fare), e il suo fidanzato che muore in Afghanistan. Insomma, per chi si fida degli altri non c'è alcuna via d'uscita. Bisogna essere come la moglie dell'accusato di omicidio che, con una determinazione ferrea, va e uccide il vero colpevole. In precedenza aveva dato un fucile anche alla ragazza, e se la ragazza fosse stata come lei non avrebbe subito alcuna violenza.

Se dovessi trarre delle conclusioni sarebbero ben amare. Nel mondo ci sono sempre situazioni simili che riguardano popoli interi oltre che individui. Forse è quando perdiamo il buono che c'è in noi, per tanti tanti motivi, forse è quando non troviamo più un senso alla vita. Del resto il senso della vita è un concetto così labile, così personale e così costruito che perderlo è molto più facile che trovarlo.

Non posso fare a meno di pensare a Cechov, Tolstoi, Gogol. Se avessero visto ciò che è successo dopo di loro!

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