DanyLove

Ho creato questo blog dopo che mi sono laureato per dar la possibilità a tutti, chi vuole, di potermi inviare del materiale, e di pubblicarlo nel blog, esaltando i problemi della gioventù e non solo. Ho creato diversi tag su cui potete scrivere e pubblicare il vostro pensiero.L'indirizzo email è danygiorgio@virgilio.it

 

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Post N° 54

Post n°54 pubblicato il 10 Gennaio 2007 da doctodany

Nazismo editoriale

nazismo.jpg


L’Ucoii, l’Unione delle comunità islamiche in Italia, ha pubblicato una pagina a pagamento su
alcuni quotidiani. Ha paragonato Israele alla Germania nazista. I
bombardamenti del Libano sono stati un grave errore che ha colpito i
civili e creato dal nulla migliaia di nuovi terroristi. Ma Hitler è
stato un’altra cosa. I confronti dell’Ucoii sui morti: Marzabotto
uguale Gaza, Fosse Ardeatine uguale Libano sono improponibili. Molti
ebrei, israeliani e non, hanno attaccato la politica di Israele in
Libano. Nessuna autorevole voce musulmana si è espressa invece contro
la volontà dichiarata di Hezbollah di eliminare lo Stato di Israele.
L’Ucoii
non è da biasimare. Ha scritto quello che pensa. Ma quello che pensa
non era pubblicabile. I giornali che lo hanno permesso andrebbero
perseguiti per istigazione all’odio razziale a pagamento. Il grande
alibi del multiculturalismo.
Nessun giornale italiano ha voluto pubblicare l’elenco dei condannati in via definitiva in Parlamento.
Ho dovuto riparare all’estero con l’Herald Tribune. Nessun giornale
italiano ha voluto pubblicare l’elenco degli sponsor della Nazionale di
calcio con un invito al boicottaggio.
Se non tocchi i politici e gli
interessi economici puoi pubblicare di tutto. C’è stata, è vero,
qualche eccezione con le intercettazioni. Che hanno dimostrato che in
torta ci sono tutti. Banche, partiti, aziende, giornali. Ma il nuovo
governo ha messo rimedio a questa anomalia democratica con
la legge sulle intercettazioni. Legge che prevede sanzioni severe per
editori e giornalisti che pubblicano conversazioni intercettate. Ho il
dubbio che il precedente governo sia rimasto in carica e il lavoro sporco (indulto,
intercettazioni) lo facciano dei prestanome. Ma forse il nome è sempre
lo stesso: Letta primo e Letta secondo. Una dinastia.

 
 
 

Post N° 55

Post n°55 pubblicato il 10 Gennaio 2007 da doctodany

Calcio Truman Show

Truman_show.jpg


Cos’è oggi il calcio?
Nel migliore dei casi è come il wrestling. Si sa prima chi vince, chi
deve retrocedere. Chi partecipa alle coppe europee. Calciopoli è come
se non fosse mai esistita. La vittoria dei Mondiali l’ha cancellata.
Sembra ormai una storia dei tempi di Meazza, di Piola. Rimangono alcune
interviste, quasi imbarazzanti per il loro candore, di Rossi che vuole riformare il calcio. Poveretto, nessuno gli ha ancora detto nulla. Lui crede veramente di fare il commissario.
In questa situazione la Juve in A è un dovere, sarebbe l’unica a pagare per il ‘Calcio Truman Show'
a cui abbiamo assistito. Prima però deve risarcire fino all’ultimo
centesimo tutti coloro che hanno comprato le sue azioni. Abbiamo pagato
soldi veri alla Rai e a Sky per vedere partite finte.
Comprato biglietti per assistere a delle sceneggiate. I soldi almeno ce
li devono dare indietro. Altro che abbonamenti per la prossima stagione
e rinnovo di Sky. Perchè la Rai e Sky non fanno causa a nome dei loro
utenti alle squadre di calcio?
E la vittoria dell’Inter a
tavolino? Una squadra senza intercettazioni che aveva tronchetti,
presidente di Telecom, come azionista. E’ una contraddizione in termini.
Garante del cambiamento è stato nominato Matarrese a
capo della Lega Calcio. La sua prima affermazione e' stata: ridiamo il
calcio a "chi lo conosce". Moggi gli ha telefonato subito. Le squadre
quotate in Borsa, i soldi degli sponsor, i guadagni televisivi. In
campo non scendono più dei ragazzi, ma delle banconote con le gambe.
Banconote false. E allora W l’Italia, ma soprattutto peccato per il Ghana.

 
 
 

Post N° 56

Post n°56 pubblicato il 10 Gennaio 2007 da doctodany

Bertinotti chiama Houston

Bertinotti_chiama_Houston.jpg


Nel 1969 Tito Stagno entrò nella storia. Confuse i tempi dell’allunaggio.
Diventò un esempio per il nostro giornalismo che, da allora, le notizie
le dà quando vuole. Stagno è rimasto nella memoria degli italiani. I
nomi degli astronauti, invece, non se li ricorda nessuno.
Il filmato originale della missione dell’Apollo 11 è scomparso. L’ingegnere della Nasa Richard Nafzger che
le sta cercando tra 2000 scatoloni ha dichiarato: “Sono probabilmente
troppo sensibile alla parola ‘perso’. Io non credo che il filmato sia
perso.” E: “Abbiamo usato delle ottime procedure per classificare i
filmati”. Infine ha aggiunto che con la sua squadra di cinque persone
impiegherà sei mesi per ritrovarlo. Una persona
rassicurante. Sei ingegneri della Nasa che cercano un filmato aprendo
scatole di cartone... Meglio di Gianni e Pinotto.
Sono sconfortato, dopo bancopoli e calciopoli, anche allunopoli.
Qualcuno è sceso davvero sulla Luna il 21 luglio 1969? Quella notte le
immagini sono state trasmesse da Houston usando un video registrato
ripreso da una telecamera. Il filmato scomparso era l’unica prova.
Strano che non sia mai stato digitalizzato e trasmesso in versione
originale.
Come siamo ridotti. Per avere la certezza che l’uomo è
stato sulla Luna dobbiamo affidarci a un filmato. Quando rifletto su
cosa è vero e cosa è falso mi vengono mille dubbi. Il Prodi che ho
incontrato a Palazzo Chigi era un ologramma? Mastella
è ministro della Giustizia? Il duo Letta-Letta esiste veramente?
D’Alema era a Beirut o a Cinecittà? Ed esiste un filmato che provi che Bertinotti è comunista? Domande a cui non è possibile dare risposte. “The answer, my friend, is blowing in the wind...”

 
 
 

Post N° 57

Post n°57 pubblicato il 10 Gennaio 2007 da doctodany

Il girotondo dell'economia

Giacomelli.jpg


Dunque, se un governo, uno a caso, quello italiano, mi permette di comprare la concessione delle autostrade a debito
e mi chiamo Benetton cosa dovrei fare? Accetto subito. Chiedo i
prestiti alle banche. Se ci sono utili distribuisco i dividendi.
Se, non per colpa mia, rimango in arretrato con gli investimenti (si
parla di due miliardi di euro) faccio una fusione con Abertis e incasso
670 milioni di euro di dividendi straordinari. Il debito, è ovvio,
rimane alla società. Nel frattempo ho costruito tanti Autogrill sulle autostrade: pedaggio + cappuccio + brioche + succo d’arancia. Tutto mio.
Il
governo è intervenuto in merito alla fusione con Abertis. Padoa
Schioppa e Di Pietro non hanno permesso che la concessione data ad
Autostrade venisse trasferita a Abertis-Autostrade. Forse il primo atto
di governo degli ultimi anni.
Da quel momento per la stampa l’Italia è protezionista, bolscevica e contro il mercato.
Io faccio il comico, ma questi mi rubano il mestiere.
Le
Autostrade sono dello Stato, che le può dare in concessione e con il
mercato non c’entrano nulla. Se devo andare da Milano a Bologna quante autostrade posso scegliere?
Una. E allora il mercato non c’è. Chi le gestisce dovrebbe investire i
profitti per migliorarle. Punto e basta. Altro che dividendi.
A cosa
servono i soldi derivanti dalla fusione con Abertis a Benetton? Questa
è una bella domanda. Forse, ma dico solo forse, a sostenere la sua
posizione in Olimpia che controlla Telecom Italia. E chi c’è in
Olimpia? Il tronchetto che ha bisogno di nuovi soci e di liquidità dopo
la decisione di Unicredit e di Banca Intesa di uscire.
Mi sembra un girotondo: Stato-concessione-industria-debiti-banche-fusione-giornali-cessione. Giro, girotondo, casca il mondo, casca la terra, ...

 
 
 

Post N° 58

Post n°58 pubblicato il 10 Gennaio 2007 da doctodany

No oil no war

petrolio_di_guerra.jpg


Un fatto in sé è solo un fatto. Difficile capirne le ragioni. Una somma
di fatti però è interpretabile. E una somma di fatti lunga decine di
anni è ancora più comprensibile. Le guerre in Medio Oriente continuano senza sosta. Il loro carburante si chiama petrolio.
Un carburante non rinnovabile. Il 50% se ne è già andato. Una parte del
rimanente 50% ha costi di estrazione insostenibili. Quando la domanda
aumenta, India e Cina, e l’offerta diminuisce il prezzo aumenta. E
quando non c’è petrolio per tutti, i più forti, i più armati lo
pretendono per loro. Il petrolio si chiama Golfo Persico. La guerra mondiale per il petrolio è in atto e finirà quando il petrolio si esaurirà. Quanto ci vorrà? Venti, trent’anni?
Nel
frattempo ne sarà disponibile sempre meno e la tensione internazionale
crescerà. Le economie delle nazioni industrializzate sono basate sul
petrolio. Chi controlla i Paesi esportatori garantisce la crescita
della sua economia. Chi non li controlla imploderà. A chi toccherà?
Alla Cina, all’India, all’Europa?
Al domino degli Stati Uniti nel Golfo Persico mancano la Siria e l’Iran che ha deciso di vendere il suo petrolio in euro, e i petroleuro
spaventano gli americani più di Bin Laden. L’Iraq è in guerra. Il
Libano è in guerra. Arabia Saudita e Kuwait sono sotto tutela americana.
Per
far terminare le guerre bisogna combattere il petrolio. Le compagnie
petrolifere. I loro interessi che si saldano con quelli delle industrie
delle armi.
Le energie alternative sono ormai obbligatorie. Questa è la vera emergenza.
No oil, no war.

 
 
 

Post N° 59

Post n°59 pubblicato il 10 Gennaio 2007 da doctodany

Condoleezza Fantozzi

mariangela_condoleezza.jpg


Condoleezza Rice nasce in Alabama con già due denti in
bocca. Il padre decide di chiamarla “Con dolcezza” dopo che gli aveva
morsicato la mano. Da qui il nome Condoleezza. Durante una vacanza in
Italia insieme ai genitori è notata da Paolo Villaggio che la lusinga
accostandola a Cita Hayworth e la lancia nel grande cinema con il nome d’arte di Mariangela Fantozzi.
Nonostante il successo straordinario, Condoleeza decide improvvisamente di tornare in patria per esibirsi come pianista prima
di vedere George Bush in televisione. Capisce che accanto a lui potrà
fare sempre una grande figura e diventerà la donna più potente degli
Stati Uniti. Nel 2000 crea un gruppo politico/musicale di supporto alla
campagna presidenziale e lo chiama “I vulcani”. Nel 2004 fa le scarpe a
Colin Powell e diventa segretario di Stato.
Le sue capacità diplomatiche e il suo linguaggio curato la rendono popolare all’estero.
Auspica la fine della crudele dittatura a Cuba e Castro la definisce
“mad woman”. Vladimir Zhirinovsky, dopo le accuse alla Russia di uso
politico del gas, le consiglia la compagnia di un plotone di soldati
russi. Chavez non vuole incontrarla perchè non è preparato a fare
questo sacrificio per il suo Paese. Non sono invece noti i pareri dei
tanti capi di Stato dove Condoleezza vorrebbe esportare la democrazia.
Dopo i recenti successi in politica estera in Iraq, Afghanistan e
Libano Condoleezza è lanciata verso la presidenza degli Stati Uniti nel
2008. Vanity Fair l’ha eletta madrina di eleganza per i suoi stivali neri con il tacco alto.
Le rimane però un cruccio. I rifiuti di Massimo D’Alema ai
suoi inviti da single a cena con la scusa di diverse vedute sul Libano.
Anche i nostri ministri degli Esteri, ogni tanto, nel loro piccolo si
incazzano.

 
 
 

Post N° 60

Post n°60 pubblicato il 10 Gennaio 2007 da doctodany

Compagni che sbagliano

quarto_stato.jpg



Certo, hanno fatto male i tassisti a malmenare qualche giornalista.
Vanno condannati, come faccio io dal più profondo del cuore. Però,
però...Una piccola punta di piacere, piccola, piccola, lo confesso,
l’ho provata.



La categoria dei giornalisti, degli editori, dei manager giornalisti, dei direttori di giornale, tutti, o quasi, pagati con soldi pubblici non
mi piace. Quando deve prendere posizione la prende sempre a favore di
chi la paga, degli interessi dei suoi editori e la compagnia di giro
delle presunte grandi firme è sempre quella. Nei giorni scorsi
Tronchetti, Della Valle, Montezemolo e altri hanno rimosso Colao dalla direzione di RCS,
Colao era, per capirci, il capo di Mieli, direttore del Corriere. Nuova
linea editorialindustriale dalla mattina alla sera, nessuno apre bocca.



I lettori in questo gioco non servono, il gruppo di controllo del
Corriere (il salotto marcio) fa il bello e il cattivo tempo. Il
Corriere deve fallire, deve chiudere. Così com’è adesso è solo uno strumento di potere economico finanziario gestito da interessi privati.



E gli altri giornali? Quelli della grande sinistra con un passato
glorioso e un futuro da capitalisti? Quelli se è possibile sono ancora
peggio. Il capitalismo non nasconde i suoi appetiti. E’ quello che
appare. Non pretende primati morali, né di rieducarci come avviene per Rifondazione Comunista, l’amica di Previti.
Il cui giornale, Liberazione, che senza le nostre tasse non potrebbe
esistere, per bocca di Rina Gagliardi ha condannato senza appello la
posizione di Antonio Di Pietro, giudicato “la vera mina vagante
dell’Unione”.



Infatti Di Pietro è l’unico nell’Unione che non vuole l’indulto
per i corrotti e per i delinquenti finanziari. Ma questa non è la
posizione ufficiale di Rifondazione Comunista e allora va attaccato. E
l’Unità non dice nulla, fa il pesce in barile. Se questa è l’informazione di sinistra, preferisco Emilio Fede.

 
 
 

Post N° 61

Post n°61 pubblicato il 10 Gennaio 2007 da doctodany

Materazzi santo subito!

San_Materazzi.jpg


Gli attributi di Materazzi sono italiani. I francesi vogliono appropriarsene dopo la Gioconda
ed esibirli al Louvre. La subdola conferenza stampa tenuta ieri da
Zidane, acclamato eroe nazionale per aver difeso l’onore delle sue
donne, è stata in realtà una pietosa messa in scena per privare
l’Italia di un poderoso paio di palle. Le false dichiarazioni
attribuite alla madre di Zizou ( datemi le sue palle su un piatto) e
riportate dal quotidiano inglese The Mirror sono
veline dei servizi segreti francesi. Chirac vuole una Francia forte e
virile. La sconfitta ai mondiali deve essere vendicata. Blatter,
che ha pianto con Zidane negli spogliatoi francesi e non è riuscito per
questo a partecipare alla premiazione, ha deciso di introdurre il
calcio d’onore quando gioca la Francia. Una moviola labiale consentirà
di sentire gli insulti rivolti a mamme, sorelle, mogli, figlie e zie
dei francesi. Per ogni “figlio di p..a” o “quella z..la di tua moglie”
saranno previste punizioni corporali del colpevole sul campo che
potranno arrivare fino alla castrazione chimica. Uno spettacolo nello
spettacolo. Per ogni insulto alle donne francesi saranno inoltre
assegnati tre rigori alla Francia. Chirac vorrebbe anche reintrodurre la ghigliottina.
Zidane, che è stato premiato miglior giocatore del torneo prima che si giocasse la finale, verrà proposto al settimanale Time come “vero uomo dell’anno” e ambasciatore permanente dell’Unicef come esempio per i bambini di tutto il mondo.

Molti illustri italiani stanno correndo ai ripari per limitare la
figuraccia internazionale. Esponenti politici e della cultura hanno
deplorato la provocazione di Materazzi pur non avendo la minima idea di
quello che ha realmente detto, e hanno scusato l’incornata di Zidane.
Cossiga ha presentato le sue scuse al presidente dell’Algeria facendo
forse un po’ di confusione con la Francia. Dicono che abbia anche
offerto ciò che ha di più prezioso a Chirac per compensazione. Un gesto
da patriota. E che Chirac abbia però rifiutato. Allez les bleus!

 
 
 

Post N° 62

Post n°62 pubblicato il 10 Gennaio 2007 da doctodany

Il prodino biondo che fa girare il mondo

prodi_biondo.jpg


Il dipendente Prodi
sta pedalando. E’ vero non va troppo veloce, non pedala tutti i giorni.
Ma qualche decina di metri ogni tanto per la sua età e per la sua
coalizione sono comunque un risultato di tutto rispetto. Le categorie
colpite sono in rivolta. Sono categorie bisognose di aiuto, che vivono
ai margini dell’opinione pubblica e delle mense per i poveri. Notai,
avvocati, professionisti e tassisti. La categoria che ne trae i
benefici è formata da tutti gli altri cittadini italiani tranne
brunettaberlusconistoracealemannouniticontrol’oppressionefiscale; ma la
sua voce si sente poco. Capisco che vedere Mussi in balia di robusti tassisti possa far piacere e che possa essere meglio di un film a luci rosse. Però, però...
Se
non si dà il sostegno al governo una volta che ne fa una giusta...se
non ora quando? Le categorie entrano in agitazione in difesa di
interessi corporativi? Bloccano le città e i tribunali? Manager di
enorme successo nel far fallire le aziende sbraitano per la tassazione
sulle stock option?
E allora, entriamo anche noi in agitazione.
Indiciamo il mese senza taxi, il mese senza notaio, il mese senza
avvocato. E per i manager che hanno rovinato le aziende i dipendenti
applichino la class action. Le aziende sono di chi ci lavora non di chi
gioca con le scatolette cinesi. Queste riforme, o meglio riformine,
sono solo l'antipasto, devono seguire le altre portate: primo, secondo,
frutta, dolce, caffé e ammazzacaffé.
Queste liberalizzazioni colpiscono solo la punta dell’iceberg. Sono quisquilie, pinzillacchere, bruscolini.
Ma
in giro c’è fame, voglio anche la riforma della borsa; la
liberalizzazione di energia, elettricità, telecomunicazioni; lo
sfoltimento dei ranghi della burocrazia; la fine delle rendite
bancarie; un tetto agli stipendi dei manager associandoli alla crescita
dell’azienda; la fine delle scatole cinesi; la legge sul conflitto di
interessi; le nuove frequenze radiotelevisive; la liberalizzazione
dell’ultimo miglio.
Le misure del governo hanno un solo difetto, partono dai dettagli, dalle minuzie, fanno venire fame.
Il pranzo deve proseguire, non possiamo fermarci all'aperitivo.
Dipendente Prodi, aspettiamo le altre portate.

 
 
 

Post N° 63

Post n°63 pubblicato il 10 Gennaio 2007 da doctodany

Un messaggio in bottiglia

messaggio_in_bottiglia.jpg


L’inquinamento dei fiumi è diventato normale in Italia, piano, piano,
anno dopo anno. Una parte dei nostri diritti naturali, quelli che
abbiamo per nascita, di godere della natura, ci è stato tolto. Il diritto di fare il bagno in un fiume,
giocarci con i nostri figli e magari vedere un gamberetto d’acqua.
Senza contrarre malattie infettive, senza puzza, senza rifiuti, senza
schiume e senza veleni.
E’ un nostro diritto c..o! Non ci può essere tolto.
Il
fiume fa sempre la solita strada. Le case e le industrie che scaricano
nei fiumi stanno ferme. I depuratori inattivi, quando non mancano del
tutto, stanno fermi. Il comune, la provincia, la regione, l’asl, la
comunità montana, tutta questa brava gente retribuita sa o può sapere
chi inquina. Non è difficile controllare, trovare i responsabili e, se
il fiume o il torrente è diventato una fogna, applicare le leggi.
Ma i sindaci sono o non sono responsabili?
Lo
scorso anno nella Valle del Sacco 25 vacche sono morte dopo aver bevuto
l’acqua del fiume. Il Lambro a Milano scioglie le persone meglio
dell’acido. Il Tevere contiene più batteri del Gange. Tutto normale?
Nessuno ha visto niente?
Connivenza è la parola magica. Non posso
pensare che le amministrazioni comunali non sappiano o non possano
sapere. Che le asl non possano intervenire. Che gli stessi cittadini
non siano informati che l’albergo o il vicino di casa sia senza
depuratore. Quanti crimini contro i corsi d’acqua vengono compiuti in Italia?
Acqua ne abbiamo sempre meno per il surriscaldamento, ma anche per i furti d’acqua che sono diventati la norma.
Legambiente e il Corpo Forestale dello Stato hanno prodotto un rapporto: “Fiumi e legalità” sulla stato di salute dei fiumi, ma non possono vedere tutto.
Descrivete la storia del vostro fiume, torrente, ruscello inquinato, depredato, cementificato in questo blog e, se proprio volete, riempite una bottiglia d’acqua ed inviatela con l’etichetta di provenienza al ministro dell’Ambiente Pecoraro Scanio, Viale Cristoforo Colombo, 44 - 00147 ROMA, per informarlo.
Così, per deprimerci tutti insieme a lui.

 
 
 

Post N° 64

Post n°64 pubblicato il 10 Gennaio 2007 da doctodany

Corridoio 5, il flagello di Dio

Attila.jpg


In Italia sono passati i barbari,
di danni ne hanno fatti molti. Attila non faceva crescere l’erba, ma
gli alberi, le fonti ed il resto li lasciava in pace. Da allora
l’Italia è sopravvissuta a tutto, pestilenze, guerre, Savoia, Bossi e
Giovanardi. Potrebbe però non riaversi dal Corridoio 5 che trapanerà le
Alpi, gli Appennini e la Pianura Padana per portare velocemente le mozzarelle da Kiev a Lisbona.
Il tutto tra venti anni, quando i responsabili di questa incredibile
scemenza saranno forse morti. Noi vedremo passare velociveloci i treni
per tutto il Nord, mentre miliardi di euro saranno finiti a velocità normale nelle tasche di cooperative rosse (forse è per questo che i Ds chiamparinobressofassino sono schierati?) e di società lunardiane (forse
è per questo che il centro destra è d’accordo? Compresa la Lega delle
valli dure e pure?). La Tav/Tac non è solo Val di Susa, è anche
Liguria, Lombardia, Veneto e Friuli Venezia Giulia.

 
 
 

Post N° 65

Post n°65 pubblicato il 10 Gennaio 2007 da doctodany

Der Stronzen

recluten.jpg


Ho letto Der Spiegel. Me l’ha tradotto un mio amico svizzero. Più che Der Spiegel dovrebbe chiamarsi Der Stronzen.
Dopo la lettura mi sono sentito come quei padri che danno uno schiaffo
ai propri figli ogni volta che sbagliano, ma se lo fa un estraneo
diventano una belva. Noi italiani per molti versi facciamo schifo,
ma rispetto ad altri popoli, ad esempio i tedeschi, ce ne rendiamo
conto. Sappiamo quali sono i nostri difetti e non ne andiamo certo
orgogliosi. Se c’è un popolo che parla male di sé stesso è quello
italiano. L’autocritica è un nostro personale piacere.
Der Stronzen, prendendo spunto dai nostri calciatori ed allargando il concetto a tutti gli italiani, ci qualifica come forme di vita parassitarie, mammoni maligni che sfruttano le donne, tipi da spiaggia, millantatori, viscidi,
che non possono vivere senza un animale ospite dal quale succhiano più
che possono, il cui obiettivo primario nella vita è l'ostentazione
continua di affaticamento e, se calciatori, preferiscono giocare la
palla a terra in modo da colpire meglio le ossa degli altri.
Der
Stronzen conclude minacciando i calciatori italiani affermando che se
la Germania li incontrerà in semifinale, loro, i tedeschi, hanno ancora
un paio di conti aperti dall'ultima vacanza italiana.
Der Stronzen è
uno dei settimanali più diffusi e letti in Germania. Non so se quanto
ha scritto rappresenta anche l’opinione dei suoi numerosi lettori.
Certo la tradizionale ospitalità tedesca non è più quella di una volta se nessuna fonte governativa ha finora preso posizione contro gli insulti di Der Stronzen rivolti a una nazione ospite.
Un gesto di orgoglio dipendente Prodi! Un colpo di telefono al cancelliere Merkel per chiedere un intervento.
Al direttore di Der Stronzen e al pennivendolo autore dell’articolo posso solo dire che le loro parole disonorano, ingiustamente, il popolo tedesco, e non gli italiani.

 
 
 

Post N° 66

Post n°66 pubblicato il 10 Gennaio 2007 da doctodany

Le parole di Don Abbondio

Don_Abbondio.jpg


Parole nuove. Non sentite il bisogno di parole nuove?
Non siete stanchi di Ponte sullo Stretto, di Tav, di Mastella, di
D’Alema, dell’Alitalia che fallisce tra sei mesi ogni sei mesi,
dell’uso politico del referendum, delle grandi opere, dell’Anas, dei
cantieri fermi, di Tronchetti, di Benetton, delle intercettazioni,
delle leggi per proibire le intercettazioni, del deficit pubblico, del conflitto di interessi,
della riforma radiotelevisiva, delle Authority senza uno straccio di
autorità, dei nomi dei politici che a cinquant’anni sono giovani e a
settanta sono in piena carriera, di Scaroni, dei monopoli privatizzati
con la benedizione dei poteri forti e del salotto marcio.
Parole, le stesse parole. Le stesse facce. Gli stessi giornalisti con le stesse interviste. Un incubo quotidiano.
Questo governo aveva la possibilità di usare parole nuove, di rianimare il Paese. Di lanciare un urlo. Le parole vivono di vita propria, creano speranza, diventano realtà. Muovono le persone.
Nuove parole, prodifassinodalemarutellibertinottipecorarodipietrodiliberto prendete in mano un vocabolario della lingua italiana. Cercate le parole, quelle che non usate mai e gridatele. Per una volta un atto di coraggio. C’è bisogno di aria pura,
non di inseguire l'elefante. Alcuni mi dicono che quando lo incontrate
in Parlamento ve la fate sotto. Maledetti, non è per questo che siete
stati votati. Non per diventare escrementi elefantizi conto terzi.
Altrimenti come si spiegherebbe la nomina di Mastella,
noto giurista e grande innovatore. Le Procure non hanno la carta e i
fax e lui, conto terzi, si indigna per le telefonate di quattro
delinquenti e non spende una parola per i 25 ragazzi incarcerati senza
processo da tre mesi a San Vittore. Parole nuove. Anche in questo
referendum, per farsi votare, si va al rilancio, a chi taglia più
deputati. Ma ci prendete per fessi? Altro che qualche centinaio di
deputati bisogna tagliare. Abbiamo settecentomila impiegati dello Stato in eccesso e intere Regioni italiane che vivono di sussistenza grazie
alle mafie che governano al posto dello Stato, con lo Stato, e
impediscono ogni sviluppo. Stiamo parlando di decine di milioni di
persone assistite. Parole nuove Prodi, parole nuove.
Il Paese, quello che vedo nelle piazze piene con gli asssessorini
comunaliprovincialiregionali chiusi negli uffici a spiare dietro le
persiane, questo Paese ha bisogno di coraggio, di felicità, di sfide,
di innovazione, di interventi immediati, duri, senza sconti contro i
monopoli dei media, delle telecomunicazioni (Gentiloni sei ancora lì o
ti sei già dimesso?), delle autostradeautogrill, dell’elettricità. Del
rilancio delle università e della Ricerca. Di gesti importanti e
simbolici come la nomina a consulenti del Governo di persone di fama
internazionale, le poche che abbiamo, i Rubbia, i Piano.
Senza parole nuove questo Governo non durerà. Abbiamo scelto il meno peggio, non la fotocopia.

 
 
 

Post N° 67

Post n°67 pubblicato il 10 Gennaio 2007 da doctodany

C'è un telegramma per te...

tronchetto.gif


Vignetta di: Ciccio de Luca



Allarme. Stop.
Un’azienda privata spia gli italiani da anni. Stop.
Può tenere sotto scacco chi vuole. Stop.
E’ uno scandalo che vale dieci Tangentopoli. Stop.
Nessun ministro (sotto scacco?) ne parla. Stop.
Centro gestione di Padova di Telecom Italia. Stop.
Sistema chiamato Radar. Stop.
Tre miliardi e 332 milioni di informazioni riservate. Stop.
Cinque supercalcolatori collegati ad una centrale da 10 mila miliardi di byte. Stop.
Informazioni sui cittadini relative ad orario, numeri, posizione, dati anagrafici. Stop.
Procura di Milano avvia un’inchiesta per associazione a delinquere finalizzata alla rivelazione di notizie riservate. Stop.
Il direttore della sicurezza di Telecom Italia, Giuliano Tavaroli “group senior vice president” rassegna le dimissioni. Stop.
Il tronchetto dell’infelicità non sapeva niente. Stop.
Il tronchetto ha avviato un’inchiesta interna. Stop.
L’inchiesta è stata affidata a Armando Focaroli. Stop.

Il comitato per il controllo interno composto da Guido Ferrarini,
Domenico De Sole, Marco Onado, Francesco Denozza è stato messo al
corrente dei risultati. Stop.
E’ stato trovato un buco interno nel sistema informatico. Stop.
La Telecom inoltrerà una denuncia alla Procura di Milano sulle intercettazioni illegali. Stop.
E’ come se Totò Riina scoprisse dei mafiosi nella sua organizzazione interna ed avviasse un’inchiesta. Stop.
Sono stufo di essere preso per il c..o. Stop.
Sotto inchiesta va messo Tronchetti. Stop.
Perchè nessuno lo fa? Stop.
Perchè i giornali e le televisioni, tranne il gruppo L’Espresso, non ne parlano? Stop.
La risposta è dentro Radar? Stop.
Valore azione Telecom 2,153 euro. Stop.
Perdita da inizio anno -13%. Stop.
Tronchetti va fermato. Stop.

 
 
 

Post N° 68

Post n°68 pubblicato il 10 Gennaio 2007 da doctodany

Le tette

tette.jpg
foto di Larsz


Le tette sono sempre state la mia passione, è stato il primo piacere che mi ha procurato la vita. Poi non sono più riuscito a smettere.
Ma le tette sono in pericolo, sono minacciate dal “marketing dello screening”. Il professor Gianfranco Domenighetti lo spiega in una lettera che allego e di cui riporto un estratto.


“Un recente studio mostra che il 50% delle donne americane che non
hanno più il collo dell’utero a seguito di isterectomia totale continua
comunque a sottoporsi al test per la diagnosi precoce del tumore al
collo dell’utero!

La qualità dell’informazione diffusa per promuovere gli screening è tale che l’81% delle donne italiane ritiene perfino che il sottoporsi regolarmente allo screening mammografico riduce
o annulli il rischio di ammalarsi in futuro di tumore al seno, cosa
ovviamente non possibile. Non sorprende quindi la notizia apparsa il 27
giugno del 2002 sul quotidiano di Lisbona Diario de Noticias, secondo
cui quattro donne portoghesi si sono fatte facilmente convincere da un
paramedico a uscire la sera a seno scoperto su un balcone al fine di
beneficiare di una mammografia “satellitare”.

L’articolo recentemente apparso sul numero di aprile della rivista a grande diffusione OK Salute dove Umberto Veronesi dà la sua ultima ricetta in fatto di screening mammografico va in questa direzione (vedi Tempo Medico).
Sull’efficacia dello screening mammografico nel ridurre la mortalità
per tumore del seno si è detto di tutto e il contrario di tutto ma mai
si parla del numero effettivo di decessi che potrebbero essere evitati
e nemmeno mai si informa sugli effetti indesiderati.
Si stima che tra 1'000 donne da 40 a 50 anni che fanno ogni due anni una mammografia, il numero di decessi evitati sull’arco di 10 anni (in confronto a 1'000 donne che non fanno lo screening) sia di 0,5, il beneficio sale a 1,9 decessi evitati per 1'000 donne di età tra i 50 e i 60 anni.
E gli effetti indesiderati? Prendendo sempre una fonte autorevole, il National Cancer Institute eccone l’elenco:
-
sovradiagnosi, cioè il trattamento (con tutte le conseguenze del caso)
di tumori “in situ” che non evolveranno (tra il 20 e il 50% dei tumori
diagnosticati dallo screening)
- risultati falsi positivi (concerne
circa il 50% delle donne che partecipano durante 10 anni ad uno
screening, 25% di esse dovrà pure sottoporsi anche ad una biopsia
chirurgica)
- falso senso di sicurezza (tra il 6 e il 46% delle
donne con un tumore invasivo hanno sperimentato un risultato negativo
alla mammografia)
- cancro al seno provocato dallo screening,
specialmente tra le donne che hanno iniziato lo screening in età
giovane (tra 10 e 32 tumori al seno ogni 10'000 donne esposte a dosi di
radiazioni cumulative di 1Sv.).


La decisione se sottoporsi o no ad uno screening non può essere che una scelta individuale da
prendere dopo aver preso conoscenza dei benefici e dei rischi della
procedura e soprattutto del rischio individuale di contrarre la
malattia. Purtroppo gran parte delle scelte sono esclusivamente fondate
sulla base degli slogan del marketing promosso da coloro che vivono e prosperano sugli screening e che non hanno nessun interesse a dare un’informazione completa e onesta”.

 
 
 

Post N° 69

Post n°69 pubblicato il 10 Gennaio 2007 da doctodany

I cavalieri dell'Apocalisse

cavalieri.JPG
Vignetta di: Ciccio de Luca



Ogni anno il primo giugno il presidente della Repubblica nomina 25 cavalieri del lavoro.
Gente che ha sviluppato, creato aziende. Persone che ce l’hanno messa
tutta per riuscire nella vita e per fare il bene della Nazione.
Per diventare cavalieri del lavoro non è necessario lavorare, ma è indispensabile essersi arricchiti. I luminosi esempi dei cavalieri Attila-Romiti e dello psiconano con stalliere sono davanti agli occhi di tutti. Veri stakhanovisti del loro conto in banca.
Quest’anno Napolitano su accorta proposta dei dipendenti ministri Bersani e De Castro ha nominato tra gli altri Passera (Banca Intesa), Caltagirone (Messaggero) e Marchionne (Fiat). Operai, agricoltori ed impiegati con 35/40 anni di lavoro alle spalle e
la pensione che arriva se arriva non sono stati proposti. Manager
grassi di stock option e dai risultati dubbi, imprenditori indebitati,
capitani d’azienda con i soldi dello Stato, sono lì, in prima linea,
cavalieri al galoppo.


Questi sono i cavalieri del lavoro,
sbudella-operaio o vuoi scassa–integrato
è il loro nomignoletto più vezzoso.
Vantan corone quante se ne sogna
e sono fuori dal civico decoro.
Occhio di serpe, gamba d’avvoltoio,
denti di lupo, baffi di spinoso!
Questi sono i cavalieri del lavoro
e ciascuno è più ricco di un cencioso
e ai politici grattano la rogna.
Ecco i vostri cavalieri del lavoro
che sogliono far becco ogni azionista
son sempre i primi e non chiedono riposo
ma conti in banca e un salotto buono
dove tramare con i pari loro.


L’anno prossimo Napolitano premi i precari,
i CoCoCo, i CoCoPro, i dipendenti a 1000 euro al mese, per loro sarebbe
sufficiente una medaglia semplice, una menzione. E lasci i cavalieri
nelle stalle.

 
 
 

Post N° 70

Post n°70 pubblicato il 10 Gennaio 2007 da doctodany

Bombardamenti senza frontiere

bombardamenti.jpg


La spesa annua militare nel mondo è di 975 miliardi di dollari.
Il fatturato delle prime 100 società del settore (Cina esclusa) è di 236 miliardi di dollari.
In un anno sono prodotte otto milioni di armi da fuoco.
In un anno mezzo milione di persone muoiono per un’arma da fuoco.
Gli Stati Uniti detengono quasi la metà della spesa mondiale.
La percentuale delle vittime civili dei conflitti a fuoco è arrivata al 95% ed in gran parte si tratta di bambini.
Se
gli Stati Uniti costruiscono la metà delle armi mondiali e la maggior
parte dei morti è composta da civili, quanti bambini uccidono le bombe
americane?


Se il risultato, il dividendo della guerra, è la morte dei civili, fare il militare è diventato un mestiere sicuro.
Il militare si arma per proteggersi, non per combattere. Il civile è indifeso. E’ normale che abbia la peggio.
E se viene bombardato dall’alto non ha scampo. Come avviene da tradizione statunitense: Dresda, Hiroshima, Nagasaki, Vietnam, Laos, Iraq, eccetera, eccetera, eccetera.
Ma
anche a casa nostra nella seconda guerra mondiale con tonnellate di
bombe sulle città e decine di migliaia di morti mai ricordati
(perchè?): Torino, Roma, Napoli, Treviso, Genova, Firenze, Milano (di cui pubblico una foto dei bambini uccisi nella scuola di Gorla).

 
 
 

Post N° 71

Post n°71 pubblicato il 10 Gennaio 2007 da doctodany

Chiacchiere e distintivo

chiacchiere_distintivo.jpg


Romano Prodi, il nostro dipendente al governo più alto
in carica, ha nominato i ministri. Queste persone determineranno la
politica dell’Italia dei prossimi anni. Mi sembra quindi opportuno
chiedere le motivazioni delle nomine. Sono incarichi pubblici, di
dipendenti che paghiamo noi, che potranno cambiare il nostro futuro.
Mastella alla Giustizia, perchè?
Di Pietro alle Infrastrutture, perchè? D’Alema agli Esteri, perchè?
Vorrei sapere il perchè delle scelte. Essere confortato che ci sia una
ragione di competenza, di tutela del Paese, di esperienza dietro ad
ogni persona. Non vorrei che ci fossero valutazioni politiche, di
rappresentanza, di spartizione del potere. Non voglio neppure pensarlo.
Non ci credo.


Però, un piccolo tarlo mi rode.
I soliti cattivi pensieri. E se un ministro, anche solo uno, non fosse
lì per effettive capacità, ma per qualche ricattino, per una sua voglia
di protagonismo?
Per sicurezza vorrei le motivazioni, le credenziali.
Invito
i ministri che lo ritengono ad esporle con una lettera al blog insieme
agli obiettivi che si propongono di ottenere in questa legislatura.
Sarò felice di pubblicarle insieme ai commenti.


Forse mi sono montato la testa. Forse il blog ha un tasso alcolico troppo
elevato. Ma credo che sarebbe un bel gesto se alcuni ministri si
mettessero in gioco in rete, in modo diretto con le persone da loro
rappresentate.
Un segnale che le cose stanno cambiando.

 
 
 

Post N° 72

Post n°72 pubblicato il 10 Gennaio 2007 da doctodany

Mastella da Ceppaloni

mastella.jpg


Mario Clemente Mastella, dopo un parto travagliato,
per le dimensioni spropositate dell’apparato digerente già ben formato
alla nascita,vede la luce nel 1947 a Ceppaloni, località beneventana da
lui portata a visibilità nazionale. Da allora entrata nel linguaggio
comune con la frase: “No Ceppaloni, no party”. La sua
fame leggendaria lo spinge a presentarsi alle feste di battesimo e di
cresima non invitato. La sua disinvoltura gli consente di mangiare a sbafo e, contemporaneamente, di fare numerose amicizie che gli serviranno in futuro.
L’appetito lo conduce inesorabilmente verso la democrazia cristiana,
diventa deputato commensale nel 1976 e da allora non si è più mosso.
Ogni coalizione di governo lo vede presente alla spartizione delle
poltrone. In realtà nessuno lo invita, ma alla fine qualcosa da mangiare gli danno sempre quando minaccia di andare ad un’altra festa.
Celebre la sua esibizione come ministro del Lavoro nel governo Berlusconi in cui risolse il grave dramma della disoccupazione giovanile nel Sud e delle pensioni.
Ambigua e carica di doppi sensi invece la sua dichiarazione sulla sua verginità pre matrimoniale, non è mai stato chiarito fino in fondo a quale tipo di relazione sessuale facesse riferimento.


Nel 1999 si mette in proprio e fonda l’UDEUR che definisce “Il centro
della politica, un progetto per il futuro, un’idea, un percorso, un
metodo, una storia, un’identità” e, con postilla a margine, un posto a
tavola. Entra subito in conflitto con Romano Prodi per il menu e con coerenza dichiara alle scorse primarie dell’Unione: “Usciamo dall’Unione, da oggi saremo il Centro alleato con l’Unione”.
Per dare vita e forza a questo progetto inserisce in lista il pregiudicato Rocco Salini. L’Unione cambia il menu e Mastella rientra nell’Unione.
Dopo
le elezioni di aprile il suo appetito pantagruelico lo fa delirare,
pretende tre ministeri, tra cui la Difesa, la vice presidenza del
Consiglio e il 30% dei salatini dei consigli dei ministri.
Su quest’ultimo punto entra però in conflitto con Massimo D’Alema e
deve fare un passo indietro. Prodi, che ha sempre segretamente
apprezzato la sua capacità di barcamenarsi, dopo una telefonata per
verificare le sue credenziali con Gianni Letta, lo nomina ministro della Giustizia.
Sic transit gloria prodi.

 
 
 

Post N° 73

Post n°73 pubblicato il 10 Gennaio 2007 da doctodany

I fighetti del calcettino

agnelli.jpg


Una domenica serena ieri allo stadio Delle Alpi a Torino. Tifosi, dirigenti, azionisti hanno festeggiato la Vecchia Signora. Sul prato l’erede Andrea Agnelli ha sfilato insieme alla Triade. Bettega ha pianto. Jaki Elkann ha ripetuto di “essere qui per testimoniare vicinanza alla squadra e all’allenatore”.
Franzo Grande Stevens,
presidente della squadra, di ritorno da un suo intervento al Salone del
Libro su “intransigenza morale e coerenza” di Alessandro Galante
Garrone, si è espresso a favore di un ricambio morbido della triade:
“Si tratta solo di trovare un modo adeguato per farlo. Un modo che sia
degno della famiglia Agnelli”.


I tifosi non hanno fatto mancare un sostegno degno di
tanta dirigenza con potenti cori: “Guariniello vaf.....lo!”,
Guariniello pezzo di m..da” e con uno striscione: “Luciano siamo tutti
con te. La triade non si tocca!”. Un membro della famiglia Agnelli si è
brevemente soffermato su Moggi dicendo che “Con lo zio non sarebbe andata così”,
forse alludendo che, lui in vita, mai avrebbero permesso la
pubblicazione di intercettazioni telefoniche così volgari e prive di
classe.


La Juventus è di proprietà dell’Ifil, è quotata in Borsa, dall’inizio dell’anno ha guadagnato il 63,5%. Negli ultimi undici anni ha vinto sei scudetti.
E’ prima in campionato a una giornata dal termine. La dirigenza in
tutti questi anni non ha chiesto un euro di investimento agli
azionisti. I bilanci si sono sempre chiusi in pareggio nonostante l’arrivo ogni anno di nuovi campioni, forse grazie a una sapiente gestione del mercato da parte di Moggi.
Lucianone è stato intercettato? Diceva quello che qualunque bar sport sapeva da un decennio? Se pecunia non olet, perchè dovrebbe puzzare Moggi? Un direttore generale che ha portato alle casse dell’Ifil soldi a palate ha il profumo del sapone di lavanda.
Per l’Ifil quando vinceva Moggi, vincevano tutti. Adesso che perde, perde solo lui.

 
 
 
 
 

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