Creato da ascolto_donna il 15/06/2008
ascolto donne in difficoltà
 

 

Premio!!

Post n°21 pubblicato il 08 Luglio 2008 da ascolto_donna
 

Un grazie speciale a velodimaia per il premio che ci ha assegnato!

Che cos' è il Premio Brillante Weblog?
Il Premio Brillante Weblog viene assegnato a siti e blog
che si distinguono nella loro brillantezza
sia nei temi che nel design il suo scopo è di promuovere e
gratificare più o meno tutti nella blogsfera mondiale
Regolamento
Al ricevimento del premio, mostrare la pagina contenente
il premio e citare il nome
di chi vi ha premiato mostrando il link del suo blog.
Scegliere un minimo di 7 siti o blog che credi siano
brillanti nei loro temi e abbiano le caratteristiche di cui sopra.
Mostra il loro nome e link e avvisali
che hanno ricevuto il Premio "Brillante Weblog".
(Facoltativo) Esibire foto e profilo di chi ti ha premiato e
di chi viene premiato nel tuo sito.

Qui di seguito metterò siti e blog che secondo me
si avvicinano ai requisiti richiesti :

semplicemente io

stella danzante

8 marzo

il mio velo

mydreamly

violenza sulle donne

i colori dell'anima

 

 

 
 
 

L'Aquilone Rosa Onlus ieri, a Rocca di Papa

Post n°20 pubblicato il 07 Luglio 2008 da ascolto_donna

Eccoci!! Ieri c'eravamo...!!

 
 
 

Post N° 19

Post n°19 pubblicato il 03 Luglio 2008 da ascolto_donna

DOMENICA 6 LUGLIO

PIAZZA CLAUDIO VILLA, ROCCA DI PAPA (RM)

FESTA PATRONALE DI SAN CARLO

 
In questa occasione, L'AQUILONE ROSA ONLUS ha scelto
di essere presente con uno stand, quale punto di
informazione sulle nostre attività,e come punto vendita di
prodotti artigianali fatti direttamente dai nostri soci.

Vi invitiamo tutti a partecipare, affinchè questo AQUILONE
spicchi il volo prestissimo!
 
VENITE A TROVARCI!!

 
 
 

INGRID LIBERA

Post n°18 pubblicato il 03 Luglio 2008 da ascolto_donna
Foto di ascolto_donna

Blitz delle forze armate colombiane. Liberati anche altri 14 ostaggi Farc . Lo ha annunciato il ministro della difesa Manuel Santos secondo cui l'operazione non ha precedenti. "È una gioia immensa, indescrivibile" ha commentato il figlio Lorenzo Delloye "Ancora faccio fatica a crederci" ha aggiunto. Anche il Papa si è rallegrato. Ingrid ringrazia la sua Francia.

 
 
 

Bentornata Ingrid!

Post n°17 pubblicato il 03 Luglio 2008 da ascolto_donna

 
 
 

buongiorno!!

Post n°16 pubblicato il 03 Luglio 2008 da ascolto_donna

 

buongiorno a tutte le nostre amichette e i nostri amichetti!!

 
 
 

Storie

Post n°15 pubblicato il 01 Luglio 2008 da ascolto_donna
Foto di ascolto_donna

Una donna che decide di lasciarsi aiutare da un centro per donne che hanno subito maltrattamenti, violenze, abus, iè una donna che vuole interrompere la sua catena di infelicità, trovando il coraggio di mettere in discussione tutta la sua vita. Questo spesso significa dover incolpare le persone che ama, e scegliere magari di perdonarle. Significa capire di meritare qualcosa di diverso, e di non avere colpa di nulla.

Mi sono ritrovata che avevo 27 anni, e chiacchieravo in un bar con un gruppo di amiche. È venerdì sera: parlare di uomini e di sesso davanti ad un moijto è fin troppo facile. Salta fuori la mia predisposizione perenne a scegliermi uomini inadeguati: sempre troppo giovani, sempre troppo deboli, costantemente in ombra al mio fianco. Spiego che le mezze calzette mi rassicurano.
Sessualmente aspettano. Che sia io a trovare il momento, che sia io a fare la prima mossa. Non mi fanno sentire in pericolo, non fanno suonare i miei allarmi, non lasciano alzare le mie difese.
È inutile negarlo: l’uomo che avventa la sua zampa sulla zip dei miei pantaloni ha un effetto raggelante sulla mia libido.
Vanessa sa, e mi guarda. Vanessa conosce molta della mia storia personale, e finalmente mi sbatte sul tavolo la frase:
“Tipico di chi è stata maltrattata, o abusata”.
Finalmente qualcuno l’ha detto.
“Lo so”, rispondo.
Vanessa ha scoperchiato un pentolone infernale: quello della doverosa presa di coscienza.

Il mio specchio interiore mi restituisce un’immagine bugiarda, e capisco che 27 anni facendo finta di niente, e sempre sottovalutando, sempre sbagliando, sono già fin troppi.
Riesco a trovare un centro, a Milano, che si occupa e si prende cura, gratuitamente, di donne che hanno subito maltrattamenti, violenze, abusi, di ogni genere e in ogni frangente. Prendo il coraggio, quello che ti viene quando decidi che vuoi essere felice, e fisso un appuntamento.

Non vi sto a raccontare la tragedia interiore di trovarsi di fronte alla propria miseria, e di doverne parlare. Ma vi racconterò di quello che succede in centri come questo.

Il supporto psicologico è quello di cui io ero alla ricerca, perché volevo capire davvero le mie dinamiche affettive, e quelle sessuali. Capire per me è stato il primo passo verso la “guarigione”. Ma al centro era possibile trovare condivisione e assistenza, oltre che supporti di tipo pratico: consulenze legali e mediche, aiuto nella ricerca di un lavoro. Il tutto in un ambiente discreto, rispettoso e anonimo.

Dopo un colloquio introduttivo, ho fatto un ciclo di sedute con due terapeute. Io, e loro due.
Sempre in due, e i motivi possono essere molti, ma sicuramente perché questo limita in parte la dipendenza affettiva che molte donne ferite tendono a sviluppare.
Quando le mie due terapeute mi hanno giudicato pronta, sono stata inserita in un gruppo di auto-aiuto, insieme a donne con una ferita simile alla mia, ma con storie profondamente diverse l’una dall’altra. L’effetto è stato dirompente.

Non solo ho potuto assistere alle atrocità e alle meschinità di molte forme d’amore, o di presunto tale. Ma ho visto con i miei occhi stupefatti quanto le dinamiche psicologiche e sociali che ruotano attorno a certe forme di disagio siano sempre le stesse.
Ho ritrovato in tutte quelle donne la negazione, per buona parte della vita, di quello che stava accadendo loro. La bugia vergognosa con la quale scendevano a patti per non dover ammettere le mostruosità che venivano fatte loro.
E purtroppo, nella schiacciante maggioranza dei casi, non da sconosciuti o da immigrati clandestini, non nello squallore di una metropolitana o nel buio di una via isolata: ma da padri, mariti, zii, nonni, amici, vicini di casa, ex fidanzati, nella tranquillità poco confortante del focolare domestico.
E per “schiacciante maggioranza” intendo un buon 80%, da leggere per difetto. Perché se è vero che si denuncia volentieri uno sconosciuto, quasi nessuno denuncia il proprio padre.

Non è difficile capire che quando si impara l’amore in questo modo, l’amore lo si leggerà sempre in una chiave deviata.
Una bambina picchiata e maltrattata spesso sceglie, crescendo, un compagno violento, perché pensa che quella sia l’unica forma d’amore che le spetta e di cui conosce perfettamente le dinamiche: una calda e rassicurante coperta di Linus fatta di umiliazione e percosse.

I rapporti interpersonali sbagliati con cui dover fare i conti sono molti, perché la rete di silenzio che circonda queste prevaricazioni non è formata solo dall’abusante e dall’abusato/a, ma anche da tutta una serie di connivenze collaterali di chi sa ma tace, di chi sospetta ma fa finta di nulla, in nome di un sordo e vigliacco quieto vivere.

Una donna che decide di lasciarsi aiutare da un centro di questo tipo è una donna che vuole interrompere la sua catena di infelicità, trovando il coraggio di mettere in discussione tutta la sua vita. Questo spesso significa dover incolpare le persone che ama, e scegliere magari di perdonarle. Significa capire di meritare qualcosa di diverso, e di non avere colpa di nulla.
Perché per scegliere di essere felici ci vuole in questi casi un gran coraggio.

Il percorso è diverso per ognuna, così come ogni storia è diversa dall’altra, ma chiedere aiuto a chi è preparato per darlo diventa fondamentale: da sole è quasi impossibile trovare la chiave di lettura giusta, e soprattutto la strada vincente.

Da sole è difficile poter capire davvero la gravità di quello che ci è stato fatto, e l’ingiustizia profonda che si nasconde dietro ad ogni tipo di prevaricazione. È difficile capire fino in fondo il diritto di ognuna di noi ad una vita piena, soddisfacente, ad un amore felice, sereno, equilibrato.
Chiedere aiuto è anche un modo per rompere la solitudine, e la condanna intrinseca che ogni solitudine comporta.

In quel centro ho conosciuto tante donne splendide e sofferenti, e le ho viste rifiorire nei mesi, prendendo consapevolezza e sicurezza, prendendo in pugno la loro vita.

Ho deciso di scrivere questo pezzo mentre sto leggendo “La fabbrica degli angeli” di Jessica Gregson, per ribadire i diritti, le scelte, e le opportunità che oggi possiamo avere. E che abbiamo l’obbligo morale di afferrare con forza.

tratto da "il paese delle donne"

 
 
 

Il reato di violenza

Post n°14 pubblicato il 28 Giugno 2008 da ascolto_donna
 

  La violenza all 'interno della famiglia si caratterizza per la continuità nel tempo, generalmente molti anni, e dunque per la reiterazione di comportamenti da parte del partner che costituisce una escalation progressiva di gravità.

Il reato a cui pertanto deve farsi riferimento è quello dei maltrattamenti di famiglia, previsto dall'art. 572 del codice penale che incrimina la condotta di chi "maltratta una persona della famiglia" sanzionandola con la reclusione da 1 a 5 anni. Questo comportamento si può realizzare con qualsiasi atteggiamento commissivo o omissivo tentendente a infiliggere sofferenze (cfr. Cass. penale sez. 6 del 16/5/1996).

Nel corso degli anni l'orientamento della Corte di Cassazione ha considerato violenza anche atti di generica umiliazione: svalorizzazione, intimidazioni, minacce, comportamenti che indeboliscono la personalità della donna, la fanno vivere in uno stato di paura ed insicurezza e la inducono a sentirsi incapace ed impotente: quindi subordinata al partner.

Affinchè la violenza domestica si traduca in maltrattamenti, occorre che la condotta sia di tipo abituale.

Pertanto, i maltrattamenti in famiglia non vanno considerati "liti tra coniugi", ma reati gravi che ledono l'integrità fisica e psichica della persona, la libertà personale, la libertà di autodeterminazione, lo sviluppo della personalità, valori questi garantiti dalla nostra Costituzione in maniera primaria.

 
 
 

Scuola di Polizia

Post n°13 pubblicato il 26 Giugno 2008 da ascolto_donna

 
 
 

Post n°12 pubblicato il 25 Giugno 2008 da ascolto_donna
 

Anche in Italia lo stalking diventerà reato

Il Consiglio dei Ministri, su proposta dei ministri per le Pari Opportunità, Mara Carfagna, e della Giustizia Angelino Alfano, ha approvato i disegni di legge "Misure contro gli atti persecutori" e "Misure contro la violenza sessuale". Si tratta di un primo passo, (il testo deve ancora essere approvato dal Parlamento), verso la punibilità, con pene fino a quattro anni di reclusione, degli atti persecutori, il cosiddetto ’stalking’ . E’ inoltre previsto l’ergastolo se lo stalker arriva a uccidere la propria vittima.
Fino a oggi, infatti, gli atti di violenza, spesso preceduti da vere e proprie persecuzioni, sfuggivano a ogni sanzione; con questo ddl si introduce il nuovo reato "Atti persecutori".
Sono previsti aumenti di pena se il fatto è commesso dal coniuge legalmente separato o divorziato, o da persone legate alla vittima da una relazione affettiva.
E’ previsto il divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa, dai suoi congiunti, dai suoi conviventi o legati ad essa da relazione affettiva.

 
 
 

Oaxaca: donna venduta due volte dalla famiglia.

Post n°11 pubblicato il 25 Giugno 2008 da ascolto_donna
 

In Messico l’istituto nazionale delle donne ha denunciato che nelle comunità povere di Oaxaca, Chiapas, Guerrero e Campeche, è ancora in auge l’antica usanza di vendere le donne.
In quest’ultima regione un uomo che rapisca una donna viene perdonato se poi la sposa, anche se l’ha sottoposta a violenze fisiche e sessuali.
A Oaxaca gli uxoricidi sono in crescita esponenziale, così comegli assassinii compiuti all’interno della famiglia, mentre le condanne per queste tipologie di reato sono pochissime.
Le donne che osano alzare le loro voci contro la violenza coniugale e familiare pagano, spesso con la vita, per il loro coraggio.
E’ il caso di
Teresa Bautista Merino y Felícitas Martínez Sánchez locutrici di una radio comunitaria.
Nel frattempo le autorità sembrano difendere la pratica antica della vendita delle mogli/figlie.
Guadalupe è stata venduta due volte dalla sua famiglia: la prima volta a 17 anni per 7.000 pesos, la seconda, dopo che il primo marito l’aveva rispedita indietro “perché non la voleva più”, per 3.500 pesos ad un altro pretendente.
Quest’ultimo, però si è poi rifiutato di pagar il prezzo concordato con i pretesto che “era già usata (sic!)”.
I genitori si sono quindi rivolti alle autorità locali che, lungi dall’impedire questo scellerato accordo, hanno obbligato il riottoso pretendente a sborsare la cifra pattuita.
L’usanza di vendere/comprare le mogli è molto diffusa e gli uomini che tentano di sottrarvisi vano incontro ad una forte condanna sociale.
Naturalmente anche le donne che tentano di sottrarsi alla propria vendita vengono condannate dal contesto sociale, e dalla famiglia, e quasi sempre la loro fuga senza speranza si conclude con maltrattamenti coniugali particolarmente pesanti.

 
 
 

Violenza

Post n°10 pubblicato il 24 Giugno 2008 da ascolto_donna
 

La violenza di genere si riferisce alla violenza che si rivolge verso le donne e che ha come obiettivo mantenere o aumentare la sottomissione della donna al patere egemonico maschile.

Spesso si confonde la violenza con l'aggressività o il sadismo, ma in realtà sono parole che indicano comportamenti ben distinti tra loro.

L'aggressività è innata perchè indispensabile alla sopravvivenza (aggressività difensiva), all'evoluzione (aggressività adattiva), alla maturazione del singolo (aggressività esplorativa). L'aggressività può essere considerata come una riposta dell'Io di fronte a qualsiasi minaccia esterna.

Il sadismo, invece, ha come obiettivo specifico quello di provocare nell'altro una sofferenza sia fisica che mentale. Nel sadismo c'è un'interdipendenza con l'altro, una convivenza di piacere tra il sadico e la sua vittima, tra il sadico ed il masochista.

La violenza, invece, rimanda al concetto di potere. Benchè sia distruttiva nel suo effetto, il suo obiettivo ultimo non è provocare all'altro sofferenza, ma sottomertterlo, dominarlo, paralizzarlo, piegarlo. La violenza cerca di appropriarsi della volontà, del pensiero, delll'intimità di chi la subisce.

Quando, però, si parla di violenza domestica, non si parla solo ed esclusivamente di violenza fisica. Anche quando la violenza fisica è l'unica che lascia segni visibili agli occhi, non è altro che la punta dell'iceberg di una violenza che la ingloba e la moltiplica. Nessuno di noi ignora che per gli esseri umani la sofferenza fisica implica sempre un'esperienza psicologica.

Gli atti violenti fisici hanno delle conseguenze psicologiche e quelli di violenza psicologica possono avere conseguenze sul piano fisico.

La violenza domestica include la violenza fisica, psicologica, economica e in molti casi la violenza sessuale.

La violenza fisica comprende l'uso di qualsiasi atto volto a far male o a spaventare la vittima, causando ferite che richiedono cure mediche di emergenza, ma anche ogni contatto fisico mirante a spaventare ed a rendere la vittima soggetta al controllo dell'aggressore.

La violenza psicologica consiste in attacchi verbali (derisione, molestia verbale, insulto, isolamento, separazione, minacce verbali di abuso, aggressione)

La violenza economica consiste in diversi comportamenti basati sempre sul controllo: negare l'accesso alle finanze familiari; occultare le informazioni sulla situazione patrimoniale; appropriarsi dei propri risparmi.

La violenza sessuale presuppone l'imposizione di relazioni o pratiche sessuali indesiderati o di rapporti che implichino il far male fisicamente e/o psicologicamente, sotto minacce di varia natura. Lo stupro non è soltanto l'imposiizone di un rapporto sessuale o di un'intimità non desiderata bensì è un crimine di umiliazione, di sopraffazione e di soggiogazione, che provoca nella vittima profonde ferite fisiche e psichiche.

Tra la popolazione femminile, di età compresa tra i 15 ed i 44 anni, la violenza miete più numero di vittime che le malattie, come il cancro o gli incidenti stradali.

 
 
 

Donne...du du du..

Post n°9 pubblicato il 24 Giugno 2008 da ascolto_donna
 
Tag: video

questa è più dolce nel ritmo... ma egualmente NOSTRA!!

 
 
 

oltre le gambe c'è di più!!

Post n°8 pubblicato il 23 Giugno 2008 da ascolto_donna
 
Tag: musica

Una festa per il nostro ego... donne!!

su suggerimento di solosorriso

 
 
 

Fakrha

Post n°7 pubblicato il 23 Giugno 2008 da ascolto_donna
 
Tag: video

Questo video è significativo.

La donna intervistata è Fakrha... una donna acidificata la cui storia è raccontata nel libro "Il volto cancellato".

 
 
 

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