Creato da MarcoVaccari il 11/02/2008

Doppelgaenger

due sono i satiri, affittuari d'una mente

 

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La grande storia, La storia infinita

Post n°55 pubblicato il 24 Novembre 2008 da MarcoVaccari
 

Un libro conosciuto, letto e riletto, che vi voglio raccontare dalla sua storia più affascinante, dal suo contrasto più grande. Perchè se non ti piace questo mondo è perchè è vuoto del senso che giace sopito nei libri. Non siamo dispersi perchè abbiamo le chiavi, tutto sta a "leggerle" :)

Correndo nella sua solitudine, il leone trova la sua giustificazione nella vita che spegne ogni giorno. E' questo il senso del suo essere, e la sua condanna. Perchè trovi spazio deve convivere con questo conflitto. Non cercare di scinderlo per far colare il buono e lasciar via il brutto. Deve superare queste distinzioni solo apparentemente insanabili. E non può raggiungere la verità, ha bisogno che qualcuno che può avere occhi dove a lui non sono permessi, che veda il suo destino e torni a spiegarglielo. E non si deve rattristare della cruda verità, ma sforzarsi di accettarla per come gli viene spiegata perchè non gli è dato di vederla.

Ma come far tutto questo? Graograman da più volte segno di presenza di spirito e di grandezza d'animo. Come si può accettare un destino di solitudine che porta agli altri felicità e vita senza lasciar nulla per noi stessi?

Quando Bastian una mattina, al risveglio, tramortito dalla grande verità che per lui bambino è già enorme, racconta a Graograman, chi si è fermato oltre l'insegnamento? Graograman è solo un personaggio, ma per le regole del romanzo, vive prima e dopo la narrazione che ci coglie nel libro. Ed è così vero da avere un cuore pulsante e un dolore visibile, se ci si sofferma un poco.

Oltrepassate l'infinito dell'insegnamento universale della vita nella morte, e viceversa, e sentite il dolore del maestro. Se ve ne andate con l'insegnamento, visibile e forte come un proverbio, e non gli date carne e sangue, il più delle volte rimane nel nostro cervello come una bella frase di cui non cogliamo l'intimo senso.

Non sentite Graogramn, siate il leone. Alzatevi una mattina e qualcuno vi dice che lo vostra solitudine, il vostro vivere è la felicità altrui che a voi (non si sa bene perchè voi "ma qualcuno doveva pur essere") è negata per il semplice fatto di esistere. E che la vostra pretesa di felicità sarebbe la negazione di quella altrui. Qui la grandezza d'animo di Graograman è come quella di Cristo (preso in questo caso come esempio umano, senza la questione del dogma di santità).

Se sentite la vostra anima farsi piccola e riconoscente difronte all'accettazione senza remore di Graograman, egli è vivo dentro di voi e cambia colore su ogni collina del vostro sentire, e crea e distrugge in quella necessità di vita che deve caratterizzare tutti i nostri giorni. E così sarete stati davvero riconoscenti, e avrete alleviato la sua sofferenza.

Goab. il deserto colorato, La storia infinita, Michel Ende

 
 
 
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tutt'oggi non siamo che ombre,

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L'autore

 

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Questa volta è tutto ciò che hai

Quando si fermerà il mio tempo?

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Salvami, sconosciuto viandante
Che per la via vai con piglio spento.
Celebre, irsuto il mento torbidi
sono i colori della mia coscienza cangiante.

Il frutto di sovrano albero
È un figlio bastardo,
riconosco un compito arduo
spiare la mente di uno spirito libero.

Non conosco mentale l’artifizio
Generato pur lucidamente.
Ritorno martoriante
Di un preteso esito fittizio.

Tu, o primo, o tollerante,
accogli gli audaci sospiri.
Due sono i satiri
Affittuari di una mente.

di Marco Vaccari

 
 
 

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