Esperienze d'Aborto
La parola alle donne che hanno fatto l'IVG, che hanno avuto un raschiamento, che hanno rinunciato per sempre al loro figlio. Basta chiacchiere e giudizi è ora di leggere.
IL MONUMENTO DEL BAMBINO NON NATO
di Martin Hudáček
Il monumento non solo esprime il rammarico e il pentimento delle madri che hanno abortito, ma anche il perdono e l’amore del bambino non nato verso sua madre. L’idea di realizzare un monumento ai bambini non nati è stata di un gruppo di giovani donne (Movimento di Preghiera delle Mamme), madri che sono consapevoli del valore di ogni vita umana e dei danni che si infliggono, non solo nella perdita irreparabile dei bimbi non nati, ma per il declino permanente della salute mentale (e a volte fisica) di ogni donna che decide, spinta da diverse situazioni, ad abortire suo figlio.
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Non fermatevi solo a leggere i post scritti da donne, mamme o ragazze, ma leggete in mezzo ai commenti, spesso si trovano altrettante storie e testimonianze che magari possono esservi d'aiuto: Tutti i commenti
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« Carissime "mamme di pens... | l'inizio della fine » |
è passato tanto tempo. avevo 27 anni. non avevo un lavoro. lo conoscevo da 2 mesi. un amore folle, da pazzi, che una notte ci aveva fatto dimenticare ogni precauzione. avevo anche preso la pillola del giorno dopo. non aveva funzionato evidentemente.
mi sono accorta tardi di essere incinta. ho abortito quasi al terzo mese. inizialmente pensavo di tenerlo, poi ho avuto paura. paura di non poterlo crescere bene, di che vita avrebbe avuto in un paese che complica la vita alle mamme (e disoccupate e nel sud italia) in ogni modo, e che stesse male lui, e io.
ho abortito per paura, e credo lo facciano in tante. è impossibile ragionare col senno del poi e dire "forse se l'avessi tenuto...", perchè un bambino è una rivoluzione nella tua vita.
ascoltando la razionalità sono andata contro il mio cuore, e sapevo che avrei sofferto. ma non sapevo che avrei sofferto così tanto. così tanto che non ho il coraggio di raccontarlo.
ma anche ora, anzi, ora più di prima, so che ho fatto la scelta più giusta. ossia, la meno peggio. perchè è questo in fondo: scegliere, e in fretta, per il meno peggio.
non ho ancora figli, non ho un compagno. faccio sempre ancora lavori saltuari. vedo i bambini e li mangio con gli occhi, sono meravigliosi i bambini. ma i bambini crescono, e i figli sono da accudire finchè non diventano in tutto autonomi. non ce l'avrei mai fatta, lo so. preferisco portare il peso di questa vita difficile da sola, e non doverla condividere con un innocente.
quando ancora ero indecisa tra il sì e il no, una mattina mi sono svegliata con una frase stampata in testa: anzitutto bisogna pensare a chi già vive. sì, dovevo pensare anche a me. e non è egoismo, è ruvida e amara comprensione della realtà.
io non mi sono mai pentita dell'aborto. ma di un'altra cosa sì: nel momento della scelta mi è sembrato che dovessi liberare il mio compagno dal peso della responsabilità nella decisione, a modo mio lo volevo aiutare. quasi non ho parlato con lui, gli ho comunicato la mia decisione. prima la mia decisione di tenerlo, poi quella di abortire. lui non ha capito, poi ci siamo mollati subito dopo e non gli ho mai potuto spiegare, e ho saputo che non me l'ha mai perdonato.
è vero, era anche suo figlio.
anche lui indeciso, anche lui più propenso per l'aborto. questo me l'aveva detto in poche frasi. ma non siamo mai stati capaci di parlarne davvero.
io so che la decisione ultima spetta alla donna. e che io pensavo di essere nel giusto nel volerlo togliere dall'imbarazzo di scegliere. ma lui l'ha vissuto come un non tenerlo assolutamente in conto come padre...
lo so, lo vedo adesso che gli ho fatto del male, e sono sicura che ora non rifarei mai un errore simile, ma la pressione psicologica era forte, i tempi stretti. mi dispiace tantissimo.
questo vorrei dire alle ragazze davanti a una scelta così dolorosa: parlatene con lui. anche se vi sembra bloccato, assente, sfuggente, provate a parlargli. agli uomini delle volte gli si blocca in gola, sembrano mettersi da parte. ma loro ne sono i padri.
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QUESTA È LA MIA STORIA
Io sono Ilaria (nikname: ilariapensieribimbi e ildiariodellalinda) ho fondato questo blog perchè tutti si riepivano la bocca con parole sull'IVG, sulla legge 194 e la pillola del giorno dopo e sembrava che nessuno ascoltasse le storie di queste mamme a metà, le storie dei pensieri di bambini che ci hanno toccato e il dolore che portiamo costantemente nel cuore. E così ecco uno spazio dove potete leggere, scrivere post se siete registrate, altrimenti tutti, possono commentare e scrivere storie sotto altre storie, io risponderò sempre. Vi abbraccio con tanto affetto e coraggio ... il coraggio di lottare per qualcosa che amate e che amerete sempre.
Ilaria
ilab721@inwind.it
NON SOLO CELLULE
E' semplicemente un link ad una ricerca di GOOGLE per vedere come è il vostro "pensiero di bambino" se vi sentite cliccate sopra e vedrete le varie immagini relative alle settimane e allo sviluppo.
TELEFONO ROSSO FARMACI IN GRAVIDANZA
QUANDO L'ATTESA SI INTERROMPE
Riflessioni e testimonianze sulla perdita prenatale
MATERNITÀ INTERROTTE
Maternità interrotte
Le conseguenze psichiche dell’IVG
Tonino Cantelmi, Cristina Cacace, ELISABETTA PITTINO
Un libro che fa luce su un "malessere negato e per aiutare chi ne è colpito a superarlo, nell'auspicio di contribuire a ridurre l'atto che quel malessere genera: la soppressione del figlio non ancora nato "
Oggi la gravidanza è quasi sempre rappresentata come un evento gioioso e atteso, ma in alcuni casi può avere un'evoluzione estremamente dolorosa: l'aborto volontario.
Si tratta di un evento tragico, una soluzione violenta e mortifera, che da molte donne viene vissuto come un trauma. Alla morte fisica del bambino, infatti, corrisponde la morte di una parte della psiche della madre.
In questo libro gli autori parlano di aborto a partire dalle donne e dalle sofferenze che questa decisione spesso determina in loro e nell'ambiente che le circonda.
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GENITORI DI UNA STELLA
Un associazione per chi, come noi, deve affrontare la morte perinatale del proprio figlio. Un’associazione di mamme e papà a servizio di altre mamme e papà, che si propone innanzitutto di offrire un aiuto immediato per lenire, per quanto possibile, la solitudine e lo smarrimento iniziale.
L'associazione è nata dall'incontro mio e di Giovanna, avevamo condiviso le stesse emozioni, e provato la stessa voglia di essere mamma, forse di una stella, ma mamma comunque, ma soprattutto avevamo la stessa voglia di aiutare gli altri.
Inviato da: ildiariodellalinda
il 21/05/2019 alle 10:25
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