Questo è il mio cantuccio virtuale, un posto dove butto parole, fatti, emozioni che attraversano il mio piccolo mondo, dove esprimo gioie e perplessità di essere mamma, donna, moglie, dove fisso le istantanee della mia vita.
I vostri figli non sono figli vostri.
Sono figli e figlie della sete che la vita ha di sé stessa.
Essi vengono attraverso di voi, ma non da voi,
E benché vivano con voi non vi appartengono.
Potete donare loro amore ma non i vostri pensieri:
Essi hanno i loro pensieri.
Potete offrire rifugio ai loro corpi ma non alle loro anime:
Esse abitano la casa del domani, che non vi sarà concesso visitare neppure in sogno.
Potete tentare di essere simili a loro, ma non farli simili a voi:
La vita procede e non s'attarda sul passato.
Voi site gli archi da cui i figli, come frecce vive, sono scoccate in avanti.
[K. Gibran - Il profeta]
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Post n°204 pubblicato il 27 Aprile 2017 da francimum
Domenica sul lungomare c'era una partita di qualcosa di simile all'hockey tra ragazzi disabili. Alcuni di loro non riuscivano neppure a tenere in mano la mazza e spingevano la palla tramite un supporto attaccato alle carrozzine, guidate tramite un joystick. Mi sono scoperta ad osservarli, a cercare di capire come potessere aver voglia di giocare nelle loro condizioni. Poi mio figlio mi ha riscosso gridando : "GOL!" La squadra dei "lupi" aveva segato e lui era lì a fare il tifo, senza pensare a chi stava giocando, ma semplicemente coinvolto dal fatto che ci una partita in corso. Mi sono sentita piccola. Ho realizzato quanti pregiudizi appesantiscono quello che vedo, lo deformano, lo falsano. Mi sono sempre creduta una persona dalla mentalità aperta, invece eccomi qui a giudicare involontariamente queste persone, senza rendermi conto che sono lì per divertirsi e nonostante le difficoltà, ce la mettono tutta. Proprio come quando vado a giocare a pallavolo (con risultati ormai indecorosi), o mio figlio gioca a basket. Solo che a loro, oltre alla palla, serve un altro supporto: una carrozzina in assetto da gara, tecnologicamte interessante (hanno comandi molto sensibili e un'accelerazione sbalorditiva). |
In questi tre giorni sono stata catapultata in un corso di cui devo ancora capire l'utilità pratica ma che pare stravolgerà il mio modo di vedere il mondo (nientemeno). Il trainer, apparentemente un tenero nonnetto che proietta la foto dei suoi adorabili nipotini durante le pause, è in realtà uno dei più boriosi personaggi in cui mi sia imbattuta. Stamani ha esordito sostenendo che il modo si divide in due categorie di persone: gli american native language (not enghish...capito?!) e i double spoken language, noi poveri pezzenti che ci arrabattiamo con l'inglese e dobbiamo anche tentare di capire il verbo che ci sta per condividere. Le sue intenzioni erano nobili: ha chiesto di interromperlo qualora facessimo fatica a capirlo. Però la sua aria di sufficienza non mi è proprio piaciuta e ho fatto fatica a non andarmene. Tralascio tutti gli improperi che mi sono saltati in mente riguardo al costante e innato senso di superiorità degli americani e alla loro visione semplicistica del mondo e mi sono ripromessa di raccogliere il meglio da questi tre giorni. Per il momento ho guadagnato un mal di testa da guinness...sono proprio di seconda categoria... |
Post n°202 pubblicato il 03 Aprile 2017 da francimum
Oggi ho preso il pomeriggio libero per portare il mio minore ad una visita oculistica. Dato che abbiamo finito presto, l'ho portato da un amichetto che lo aveva invitato, mi sono presa un caffè in tutta rilassatezza con la mamma, parlando di cose serie ma anche futili, poi siamo andati ai giardini di fronte a casa dove un nutrito gruppo di sette/ottenni stava giocando la finale dei mondiali di pallone sul prato. Nell'orario in cui di solito rincorro numeri e persone, in cui mi finisco gli occhi con file excel da migliaia di righe o partecipo a riunioni inutilmente verbose, mi sono trovata su una panchina al sole a chiacchierare con mamme e babbi. La prima reazione è stata un rigurgito di senso di colpa...oddio cosa mi perdo tutti i giorni, i miei figli crescono senza madre, sono un'asociale non ho mai tempo di parlare con nessuno...e via su questo tenore. La verità, come accade spesso, sta in mezzo: probabilmente mi sono goduta tanto questo pomeriggio perchè evento isolato. Onestamente dovessi passare tutti i miei pomeriggi su quella panchina a parlare di mensa/maestre/compiti/bio/vegan/sport non mi sentirei troppo appagata. E in una sferzata d'ottimismo concludo anche che i miei figli sono fortunati ad avere una mamma un po' trafelata, che spesso tralascia qualche dettaglio, e si dimentica le cose se non le scrive in rosso sul calendario, che non fa i dolci in casa e cucina sempre all'ultimo, ma che è presente nella sostanza: imparano che nessuno è perfetto ma che ci si può impegnare per dare il meglio che si può alle persone che si amano, che bisogna saper aspettare e a volte cavarsela da soli. |
Post n°201 pubblicato il 27 Febbraio 2017 da francimum
Rosa è una delle donne straordinarie che ho avuto la fortuna di incontrare sulla mia strada. Piccola, minuta, bionda e dal carnato chiarissimo sembra fragilissima, ma è un vulcano di vitalità: la sua parlantina instancabile, con l'accento romano, la rende simpatica a pelle. Si ha voglia di stare con lei: trova sempre il lato positivo delle cose, non si lamenta, è sbrigativa ma sempre solare. Non ha nemmeno 40 anni ma la vita l'ha messa a dura prova, come se volesse provocare questa sua forza. Mentre era in attesa della sua seconda bimba le è stato dignosticato un tumore al seno, enorme, aggressivo. Si è sottoposta a cure devastanti dopo aver partorito in anticipo sua figlia, che per fortuna sta bene e cresce serenamente. Nonostante i suoi racconti dettagliati non riesco neppure lontanamente ad immaginare cosa possa aver passato, come si sia sentita, come si senta adesso. La mente fugge da certi pensieri e a tratti mi ha reso vigliacca e incapace di farmi viva...e quando lo facevo era lei che incoraggiava me. Rosa oggi è tornata al lavoro, col suo sorriso, i suoi capelli biondi spettinati, senza un seno, ma con gli occhi più brillanti che mai. Bentornata in questa quotidianità che a volte ci appare un po' monotona, ma che dovremmo vivere e goderci come una conquista. Proprio come ha fatto lei oggi. |
Post n°200 pubblicato il 25 Febbraio 2017 da francimum
Ultimamente i miei figli portano in casa sonorità e testi di personaggi a me sconosciuti. Tra la musica pseudo dance della grande e i suoni (e le parolacce) dei falsi rapper del momento del piccolo, la mia anima rockettara si ribella. Prima provo a rifugiarmi nei brani della mia adolescenza (e sì che si va indietro), arricchiti da qualche rocker raccattato durante la strada...e mi faccio una bella scorpacciata. Poi la curiosità ha la meglio e decido di frugare su youtube: voglio capire, conoscere, anche se la prima reazione non è proprio piacevole. Ma in fondo neppure ai miei figli piace la musica che ascolto io (e, onestamente alcuni brani, privati del loro "valore affettivo" sono proprio scarsini). E allora continuo nella mia indagine, e un po' sobbalzo per i messaggi più o meno occulti contenuti nei video di questi personaggi, i testi accattivanti seppur onesti; ma le immagini piuttosto dirette mi lasciano perlplessa....e ad essere sincera anche un po' preoccupata per come le interpreteranno i miei figli, se saranno una chiave per legittimare azioni e situazioni da cui ho sempre sperato si sarebbero tenuti alla larga. A volte detesto quest'istinto di protezione, non si può stare sempre all'erta...in fondo alle medie ascoltavo Madonna e non era esattamente una santarellina, a dispetto del nome. Allora torno a vagare tra questi personaggi "moderni" e, pur senza abbassare la guardia, riconosco che ci sanno fare nella conquista dei fan. E la mattina mentre guido per andare al lavoro mi trovo a canticchiare i loro ritornelli melodici e capisco che mi hanno fregato. |
Educare non è riempire un secchio, è accendere un fuoco.
Eraclito
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