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« ''PER RIMANERE'' di ...''COME PETALI A SERA'... »

''SFORTUNATAMENTE PER UNA MORTE'' di Dylan THOMAS

Post n°100 pubblicato il 24 Ottobre 2011 da fesper
Foto di fesper

Sfortunatamente per una morte

che aspetta con la fenice sotto la pira

ancora spenta dei miei peccati e dei miei giorni.

E per la donna in ombra

santa scolpita e sensuale tra i veloci

trapassati, consacrata per sempre al mio io

benchè la rissa del bacio non avvenne

sulla fredda bocca di creta, sulla fronte

marcata a fuoco, che poteva vincolarla

alla costanza, nè i venti dell'amore spalancarono al vento

il coro e il chiostro dell'invernale monastero

dell'ordine della lussuria

sotto la mia esistenza, che sospira l'arrivo del seduttore

nei colpi di sole dell'estate,

amando su questa colpa sbattuta dal mare

il mio corpo santo e fortunato

caduto in ombra contro amore afferrato e stretto e baciato

nel mulinante centro

del giorno che declina, il buio la nostra follia,

tagliato fino alla tacita stella nell'ordine del vivo

ma benedetto da tali eroiche schiere in ogni

tuo centimetro e occhiata affinchè la ferita

sia indubbio nume, e il rito delle anime

sia celebrato, e la comunione tra i soli.

Mai sarò io a cantare le lodi

della santa in ombra mentre il breviario eterno volta le pagine

della tua carne pregata, nè scaccerò l'uccello sotto di me:

i due in attesa di morte giacciono solitari.

Vedo il tigrone in lacrime

nell'androgino buio, la sua tribù

dalla criniera striata e meridiana incedere verso l'olocausto,

le mule partorire minotauri,

l'ornitorinco alla cova in latte d'uccelli.

Vedo la monaca bramosa santa scolpita con una tonaca

                                                                              [d'ombra,

simboleggiante il desiderio che oltrepassa il mio tempo

e le mie colpe, immensa inforcatura e gigantesca continenza.

Vedo la fenice ancora da ardere, araldo

e banditore celeste, freccia ora dell'aspirante

e rinunciante alle isole.

Tutto l'amore se non fosse per l'ampia messe in fiore

della carne vivente è mostruoso o immortale,

e ha per figlie la tomba.

Amore, mio destino avuto in buona sorte,

insegnami senza parlare che l'offerta

della fenice per ottenere il cielo e il desiderio

dopo la morte del monastero scolpito,

falliranno se non m'inchino alla tua benedizione,

se non cammino al fresco del tuo giardino mortale

con l'immortalità al mio fianco come Cristo il cielo.

Questo io sò dalla semplice lingua

dei tuoi occhi traduttori. Le giovani stelle me lo dissero,

scagliandomi nel principio come Cristo bambino.

Sfortunatamente ella deve giacere paziente

e il volteggiante uccello starsene immobile. O mio vero amore,

                                                                            [trattienimi

in ogni tuo centimetro e occhiata rotea il globo della genesi,

e hai per figli la terra vivente.

                                                                      DYLAN THOMAS

 
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