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Chiesa di Nostra Signora del Monte Carmelo di Garabandal

Post n°34 pubblicato il 10 Aprile 2013 da fotomagazine

 

San Sebastián de Garabandal, paesino situato nel nord della Spagna, la sera del 18 giugno 1961 quattro fanciulle di 11 e 12 anni giocavano insieme nella zona sud del villaggio quando udirono un rumore simile al tuono.

Improvvisamente davanti a loro apparve un angelo splendente. Egli non disse niente e subito scomparve dalla loro vista. Le fanciulle meravigliate e spaventate, corsero istintivamente verso la chiesa del villaggio. I loro visi sbiancati suscitarono la curiosità della gente e l’apparizione divenne nota. Durante i dodici giorni che seguirono, l’angelo apparve ancora otto volte e poi il primo luglio parlò loro per la prima volta. "Sapete perchè sono venuto?" chiese. "Per annunciare che domani, domenica, la Vergine Maria vi apparirà come nostra Signora del Monte Carmelo." L’angelo aveva preparato in questo modo le fanciulle alla venuta della Vergine.

"L'Angelo stette due ore con noi, e ci sembrarono due secondi.  Dopo ci disse: - Tornerò domani con la Vergine. E se ne andò. Che pena ci fece il fatto che ci lasciasse! La gente, molto contenta, ci domandava: Che cosa vi ha detto? E noi raccontammo ciò che ci era stato detto da Lui. La gente che veniva da fuori se ne andò assai con­vinta e molto contenta, con tanta voglia di raccontarlo a chi non era stato presente. LAngelo aveva un abito lungo, ampio e senza cin­tura, le ali di color rosa chiaro, abbastanza grandi, mol­to belle, il visetto né lungo né tondo, il naso molto bello, gli occhi neri e il colorito bruno chiaro, le mani mol­to fini, le unghie corte; i piedi non gli si vedevano."

La notizia si diffuse velocemente. Il 2 luglio molti preti furono fra i numerosi visitatori venuti da fuori che si unirono alla popolazione del villaggio per essere testimoni del grande avvenimento. Verso le diciotto le fanciulle si avviarono verso il luogo in cui erano solite vedere l’angelo e perfino prima che arrivassero la Beata Vergine apparve con due angeli, uno ad ogni fianco. Esse riconobro uno degli angeli come l’Arcangelo San Michele, il quale era già apparso loro e l’altro era identico. Al di sopra della Vergine c’era un grande occhio che alle fanciulle parve essere l’occhio di Dio. Esse parlarono apertamente e familiarmente con la Vergine e dissero il Rosario in sua presenza. Per quattro anni consecutivi essa apparve alle fanciulle circa duemila volte e spesso più volte in un solo giorno.

"La Madonna viene con un abito bianco, un manto azzurro e una corona di piccole stelle dorate; non si vedono i suoi piedi. Le mani tese, con uno sca­polare nella destra; lo scapolare è di colore marrone. Ha i capelli lunghi e ondulati, di colore castano scuro, con la riga in mezzo. Il viso ovale, il naso al­lungato, fine, la bocca molto bella con le labbra un po' turgide. La carnagione è bruna, più chiara di quella dell'Angelo, diversa e al tempo stesso molto bella. La voce è molto strana, una voce che non so descrivere. Nessuna donna assomiglia alla Vergine, né nella voce, né in niente altro! Alcune volte porta il Bambino in braccio, piccolissimo, come un bebé appena nato, con il visetto tondo, dalla carnagione si­mile a quella della Madonna, la boccuccia piccola, i capelli un po' lunghi, biondi, le mani piccole, l'abito come una tunica azzurra."

La SS. Vergine, apparve a capo scoperto, come si usava in Palestina al tempo di Gesù, quale ideale di bellezza che si rispecchia nel volto luminoso delle veggenti. I dialoghi intercorsi fra Lei e le bambine la caratterizzavano come la mamma per eccellenza, quale figura amorevole e dolcissima, che si occupa in tutto e per tutto dei suoi figli: gioca con loro, si interessa di tutto ciò che fanno, li corregge e li educa.

 

Le apparizioni di Garabandal sono anche le più straordinarie in assoluto tra quelle mariane, sia per le caratteristiche con cui si presentò la SS. Vergine, sia per il tipo di estasi delle bambine: l'inclinazione della loro testa era tale che una qualsiasi persona sarebbe morta soffocata.

Un’altra qualità notevole delle apparizioni, contemporanea alle cadute estatiche, fu la marcia estatica. Le teste all’indietro in quel modo caratteristico e senza vedere dove andavano, le fanciulle marciavano a braccetto, senza difficoltà, sia davanti che indietro, su terreno impervio e talvolta cosi velocemente che gli spettatori non potevano star loro dietro. Una testimone, la signorina Ascension De Luis, descrisse per iscritto il 18 marzo 1962, una di queste "fughe" dal villaggio, verso la china della collina fino ad una pineta che si trovava al di sopra il villaggio: "…la fanciulla salì su per il viottolo e ridiscese all'indietro a velocità indescrivibile." Talvolta le fanciulle rassomigliavano ad aeroplani in volo mentre scorrazzavano per la radura con le braccia estese come ali toccando il suolo solo con la punta dei piedi.

Le fanciulle sapevano in anticipo delle loro visioni a causa di una serie di chiamate interne o "Llamadas", che diventavano sempre più forti in ordine progressivo. Dopo la terza chiamata esse correvano verso il viottolo nascosto in cui le visioni avevano avuto inizio, e buttandosi in ginocchio sulle pietre entravano in un trance celestiale estatico. Le teste all'indietro, pupille degli occhi dilatate e visi pieni di uno splendore angelico. Rimanevano in questa posizione pochi minuti o diverse ore, mai mostrando traccia di fatica o sforzo muscolare. Non sentivano punture di spillo, bruciature nè contatto fisico. Anche quanto luci fortissime venivano dirette sulle loro teste durante visioni notturne le pupille dei loro occhi sbarrati rimanevano dilatate. Durante i trances il peso delle fanciulle diveniva talmente eccessivo che due uomini avevano gran difficoltà a sollevare una dodicenne. Eppure esse si sollevavano a vicenda per baciare la Beate Vergine.

Col continuare delle apparizioni apparve un nuovo fenomeno — quello della caduta estatica. Mentre in estasi, sia in posizione eretta che inginocchiata, le fanciulle cadevano all’indietro fino a rimanere cumpletamente distese sulla schiena. Non si fecero mai male e il loro vestiario non si scompose mai. In questa posizione orizzontale esse rimanevano in estasi e, senza usare le mani o springersi in alcun modo, esse ritornavano alla posizione originale, in ginocchio o in piedi. Quando più di una delle fanciulle in stato di estasi cadevano insieme, i loro movimenti erano perfettamente sincronici. Un testimone, il Canonico Julio Porro Cardenoso, accomunò il fenomeno allo spegnere simultaneamente le luci in una grande sala di conferenze. La posizione dei corpi delle fanciulle distese al suolo dopo una caduta estatica portava il marchio del sopranaturale e fu descritta da uno spettatore come belle "sculture".

Il miracolo Eucaristico

Dopo che le fanciulle ebbero ripetutamente chiesto all’angelo di compiere un miracolo in modo che la gente potesse credere, questi infine acconsentìe disse alla veggente Conchita Gonzales che il 18 luglio 1962 la comunione invisibile che aveva sempre somministrato a lei (e alle sue compagne) quel giorno sarebbe visibile sulla sua lingua. Avrebbe dovuto annunciare questo con quindici giorni d’anticipo. Quando artivò l’ora, Conchita cadde in estasi a casa sua, poi usci, girò l’angolo e cadde ginocchioni in una strada vicina. Mentre la gente le si affollava intorno, tirò fuori la lingua e lì apparve una bianca ostia brillante. Un testimone che si trovava a pochi centimetri tolse ogni dubbio di imbroglio ed afermò che, "…Non sembrò esser stata depositata lì. ma che se poteva invece descrivere come essersi materializzata, più velocemente di quanto potesse percepire l’occhio umano." Benchè solo amatore con la camera cinematografica e con il solo aiuto del flash, riuscì a filmare gli ultimi momenti del miracolo.

 

Padre Luis Marie Andreu

Molti preti vennero al villaggio di Garabandal per osservare le fanciulle in estasi. Uno di questi era il Gesuita Luis Maria Andreu. La notte dell’8 agosto 1961, mentre Fra’ Luis guardava le fanciulle in estasi, gli fu concesso il privilegio di vedere la Santa Vergine Maria ed anche il gran Miracolo a venire. Coloro che gli erano vicini quella notte lo udirono ripetere quattro volte, "un miracolo. un miracolo!" e notarono la profonda espressione del suo viso solcato di lacrime. Fu la sola persona durante le estasi ad avere pre-visioni del miracolo e la sola altra persona oltre alle ragazze a vedere la Santa Vergine. Rientrando a casa con amici da Garabandal, tardi la notte dell’8 agosto, e presto la mattina dopo, esclamò:

". . . Che meraviglioso regalo mi ha fatto la Vergine! Che fortuna avere una madre come quella in cielo! non dovremmo temere il soprannaturale… Questo è il giorno più felice della mia vita!’’

Poco dopo avere pronunciato queste parole, egli morì di gioia.

Per leggere i messaggi della Madonna alle quattro veggenti.

 
 
 

Santuario della Divina Misericordia

Post n°33 pubblicato il 07 Aprile 2013 da fotomagazine

Casa Madre della Congregazione delle Suore di Gesù Misericordioso a Mysliborz (Polonia)

Finita la II Guerra Mondiale e dopo l ’annessione della Lituania dall’URSS seguì il trasferimento forzato della popolazione da Vilnius in Polonia, le prime candidate della congregazione fondata dal Beato don Michele Sopocko furono obbligate a partire da Vilnius. In Polonia, dopo molti sforzi, il 25 agosto 1947, si stabilirono e iniziarono la vita comunitaria a Mysliborz (Polonia) – in un posto assegnato loro dall’amministratore apostolico in Gorzow Wlkp, don Edmund Nowicki. Ne informarono subito don Michal Sopocko che – chiamato dall’arcivescovo Jalbrzykowski – era arrivato in Polonia con l’ultimo trasporto di trasferiti dalla Lituania e soggiornava a Bialystok.

A Bialystok don Sopocko lavorò e svolse il suo ministero pastorale fino alla fine dei suoi giorni. 
Nello stesso tempo, rimase sempre in contatto con  le Sorelle di Mysliborz – vegliando sullo sviluppo della Congregazione. La Congregazione denominata Suore di Gesù Cristo Redentore Misericordioso fu approvata il 2 agosto 1955 come Congregazione di Diritto Diocesano. 
Il 21 agosto 1955, nella congregazione già esistente,  vennero pronunciati i primi voti perpetui: 
li accettò il vescovo Zygmunt Szelazek, alla presenza di don Michele Sopocko.

In occasione di questa solennità padre Jozef Andrasz, il confessore cracovino di suor Faustina, inviò alle suore gli auguri e un frammento del  DIARIO di Santa suor Faustina relativo alla nuova congregazione. In quel tempo nessuna delle suore conosceva il suo contenuto, poiché era conservato presso le suore “Maddalene” a Cracovia. Nel DIARIO di Santa suor Faustina si trovano le parole del Signore Gesù che indicano la spiritualità e lo scopo della nuova congregazione religiosa:

“Iddio esige che ci sia una congregazione che annunci la Misericordia di Dio al mondo e la impetri per il mondo” (Diario, 437) .

“... vidi Gesù che era di una bellezza indescrivibile. Mi disse che esige che tale congregazione venga fondata al più presto e Tu vivrai in essa con le tue compagne. 

Il Mio spirito sarà la regola della vostra vita. La vostra vita deve essere modellata 
su di Me, dalla mangiatoia alla morte in croce.
 Penetra nei Miei segreti e conoscerai l’abisso della Mia Misericordia verso le creature e la Mia bontà insondabile e questa 
farai conoscere al mondo. Per mezzo della preghiera farai da intermediaria 
fra la terra e il cielo”
(Diario, 438)
.

“Lo scopo tuo e delle tue compagne è quello di unirti a Me nella maniera più stretta per mezzo dell’amore. Concilierai la terra col cielo, mitigherai la giusta collera di Dio ed impetrerai la Misericordia per il mondo. Affido alle tue cure due perle preziose per il Mio Cuore, che sono le anime dei sacerdoti e le anime dei religiosi; per loro pregherai in modo particolare; la loro forza dipenderà dal vostro annientamento” (Diario, 531).

 

“Quasi tutte le cose che suor Faustina aveva predetto riguardo a questa congregazione si sono avverate in pieno. Quando a Vilna (Vilnius), il 16 novembre  1944 accettavo nottetempo i voti privati delle prime sei candidate oppure quando tre anni più tardi sono giunto alla prima casa di questa congregazione a Myslibórz, ero stupefatto e colpito per l’affinità con quello che mi diceva la buon’anima di suor Faustina (...) Ho notato nella navata dell’altare la finestra con la vetrata un poco danneggiata che rappresentava l’agonia del Signore Gesù sulla croce. Guardavo con gioia e stupore perché suor Faustina mi aveva parlato di una tale chiesetta e di una tale vetrata” (M.Sopocko, Ricordi).

Il 1 agosto 1993 le reliquie di Santa Faustina sono state transportate solennemente dall’arcivescovo Marian Przykucki nel convento di Mysliborz. Quel giorno la chiesa ed il convento, con un suo decreto, sono stati elevati alla dignità di Santuario della Divina Misericordia.

Il frammento del decreto dell’Arcivescovo:

“La chiesa ed il convento menzionati nella visione profetica di beata S. Faustina e descritte nel Diario, sembrano essere il luogo indicato dalla Divina Provvidenza per un culto particolare della Divina Misericordia, ed un appoggio per la Congregazione delle Suore di Gesù Misericordioso (...). Che in quel luogo sia venerata per sempre la Divina Misericordia, che quel luogo, visto da Suor Faustina, sia appoggiato per sua intercessione e che i nostri fedeli sperimentino in questo luogo la particolare grazia di misericordia assicurandosi la felicità terrena e la vita eterna”.

+ Marian Przykucki, 
Arcicescovo Metropolita Szczecińsko-Kamieński

 

Santa Faustina Kowalska,

la recita della:

Coroncina della Divina Misericordia,

 Novena alla Divina Misericordia,

e

 Preghiera delle ore tre pomeridiane

Ti aspettano!!

 
 
 

La Cappella del Sacro Cingolo

Post n°32 pubblicato il 05 Aprile 2013 da fotomagazine

  

 

 

Duomo di Prato, all'interno troviamo la Cappella del Sacro Cingolo (o Sacra Cintola).

 

 

 

 

Reliquia della Sacra Cintola della Madonna

 

Lunga 87 centimetri, la Cintola è una sottile striscia di lana finissima di capra, di colore verdolino, broccata in filo d’oro, con gli estremi nascosti da una nappa su un lato e da una piegatura sul lato opposto.

Si narra....

che sia appartenuta alla Vergine, la quale la diede a San Tommaso a riprova della propria Assunzione in Cielo.
Il racconto prosegue riferendo che San Tommaso lasciò la Cintola a un sacerdote perché fosse venerata in una chiesa da costruire in onore della Madonna. Per timore dei Giudei, però, la chiesa non fu mai costruita e per secoli la reliquia fu tramandata dai discendenti del sacerdote.

Chi portò la Sacra Cintola a Prato sembra sia stato un certo Michele Dagomari, un mercante e pellegrino pratese, chiamato anche Michele da Prato, che, trovandosi a Gerusalemme al seguito della Prima Crociata(1096-1099 d.C.). Innamoratosi di una ragazza del posto, di nome Maria, figlia di un sacerdote di rito orientale, quando Michele decise di sposarla, dalla madre della sposa ricevette in dote la Sacra Cintola.

Rientrato in Italia per nave, Michele giunse in città intorno al 1141 e custodì nella propria casa il prezioso dono ricevuto, senza farne parola con nessuno. Soltanto in punto di morte, intorno al 1171-1173, la donò al preposto Uberto (o Ruperto) Pieve di Santo Stefano, svelandogliene l’origine e dando così vita alla leggenda che ancora oggi la circonda.

Intanto, dopo che si verificarono numerosi prodigi, la Cintola divenne oggetto di culto e mèta di pellegrinaggi, cosicché i pratesi la accolsero come la “vera cintura della Vergine Maria”, sulla quale si è poi formato il culto e la fede della città.

 

Il furto di Musciattino

La leggenda narra che nella notte del 28 luglio 1312, Giovanni di Ser Landetto da Pistoia, chierico secolare, detto Musciattino, cercò di impadronirsi della reliquia della Sacra Cintola per portarla nella propria città, da sempre rivale dei pratesi.

Assoldato dai pistoiesi (ma una differente versione lo vuole sì pistoiese ma al soldo dei fiorentini), gelosi della fama raggiunta dai “cugini” pratesi, tentò un’impresa clamorosa: rubare una delle reliquie più venerate di tutta la Toscana e simbolo, al tempo stesso, della rivale città di Prato. Ma, a causa del buio, si racconta che non sia riuscito ad allontanarsi da Prato e abbia continuato a girare tutta la notte intorno alle mura della città.

Convinto di essere giunto alle porte di Pistoia, Musciattino gridò ai suoi concittadini Aprite Pistoiesi, ecco la Cintola de’ Pratesi!”

Fu buon gioco dei canonici del Capitolo catturarlo e, dopo che fu legato alla coda di un asino, condurlo sul Bisenzio, dove subì un processo sommario. A nulla valse la confessione del furto e la restituzione della cintola e così Musciattino fu condannato al taglio delle mani e quindi bruciato. Si racconta anche che la folla inferocita abbia scagliato la mano sacrilega di Musciattino sullo stipite di una porta laterale dei Duomo, dov’è rimasta l’impronta della mano del ladro pistoiese, a futuro monito per i malintenzionati.

Considerata come il più famoso tentativo di furto che la città ricordi, la vicenda è rimasta viva nei secoli e tuttora è oggetto dei continui sberleffi fra pratesi e pistoiesi, in una commistione di sacro e di profano, di storia e di leggenda, di sano campanilismo che da secoli contraddistingue le città toscane.

 
 
 

La Basilica di She Shan

Post n°31 pubblicato il 03 Aprile 2013 da fotomagazine

 

E' una basilica di culto cattolico presente a Shanghai, in Cina.  

Nel 1863 fu costruita la prima chiesa sulla collina di She Shan.

Durante la rivolta dei Taiping, alcuni missionari gesuiti acquistarono un appezzamento di terreno sulle pendici meridionali della collina. In quel luogo c'era un monastero buddista in rovina. Le costruzioni rimaste vennero demolite e furono costruiti un piccolo edificio usato come residenza dei missionari e una cappellina. Sulla cima della collina, sul luogo dove si trovava una stanza Maitreya, venne eretto un piccolo padiglione in cui fu collocata una statua della Madonna.

Nel giugno 1870, a causa di disordini scoppiati a Tianjing vennero bruciate le chiese del luogo. I Gesuiti di Shanghai pregarono presso la statua della Madonna e fecero voto di costruire una chiesa in suo onore in cambio della sua protezione.

In seguito, si iniziò a costruire la chiesa. Il legno venne inviato da Shanghai e la pietra fu comprata in Fujian. Si portarono a mano tutti i materiali da costruzione sulla collina. In due anni, la chiesa era completata. 

 

Nel 1894, si aggiunsero molte costruzioni accessorie: una cappella a metà strada salendo la collina, un santuario dedicato al Sacro Cuore, alla Madonna e a San Giuseppe. Lungo il sentiero che conduce alla chiesa furono costruite quattordici stazioni della Via Crucis che sono situate ad ogni curva del sentiero che sale la ripida collina che porta alla chiesa. A metà strada, in uno spiazzo ci sono due cappelle, una per la devozione al Sacro Cuore e l'altra alla Santa Madre.

Nelle vicinanze, si trova la Stazione di She Shan dell'Osservatorio astronomico di Shanghai, costruito inizialmente dai Gesuiti..

Dopo la rivoluzione comunista del 1949, la Basilica di She Shan subì gravi danni durante la Rivoluzione culturale: vennero distrutte le vetrate colorate della chiesa, le sculture lungo la Via Dolorosa, la statua in cima al campanile e molte altre opere d'arte. Al termine della Rivoluzione culturale, si cominciò a riparare i danni. All'inizio, la statua fu sostituita con una semplice croce di ferro. Poi, nel 2000, venne posizionata una nuova statua.

 

Pellegrinaggio

Nel 1874, papa Pio IX dichiarò che i pellegrini che si recavano a She Shan in maggio (il mese dedicato alla Santa Madre) avrebbero ricevuto l'indulgenza plenaria. Per questo, pellegrini provenienti da tutta la Cina iniziarono a riunirsi a She Shan in maggio, una pratica che continua ancora oggi. I pellegrini pregano lungo la Via Crucis il santo rosario e partecipano alla Messa in questo luogo santo. Per tradizione, molti dei cattolici della zona erano pescatori e facevano il pellegrinaggio in barca. Questa tradizione continua tra i cattolici del luogo, per cui in maggio le insenature attorno a She Shan spesso si riempiono di barche.

Ora, She Shan è l'unico luogo di pellegrinaggio per i cattolici in Cina.

Benedetto XVI istituì, nel 2007, la Giornata di preghiera per la Chiesa in Cina che si celebra in tutto il mondo il 24 Maggio a fronte di un'intervista del cardinale Zen: "la persecuzione si fa sempre più reale e concreta. Su questo punto non vi è alcun miglioramento da parte del governo. Essi ricorrono a metodi ancora più pericolosi, quanto abili, perché non si fermano a minacciare le persone, ma li inducono in tentazione. Essi non vogliono fare dei martiri, vogliono produrre dei rinnegati. Per la Chiesa è dunque molto peggio. Essi hanno i mezzi per tentate le persone, buone, timide o deboli, e di ridurli all’obbedienza. Questi mezzi sono il denaro, ma anche il prestigio, gli onori o una posizione nella società".

Sempre Benedetto XVI ha voluto omaggiare la Madonna con una bellissima preghiera.

 
 
 

Non più lacrime....GESU' E' RISORTO!!!!

Post n°30 pubblicato il 31 Marzo 2013 da fotomagazine

 

 

 

 

 

 

 

 

Maria Valtorta: L’Evangelo come mi è stato rivelato. [617.1-6]

 

 

 dice Gesu':

 

«Tutto è finito, Mamma. Ora non hai più da piangere per il tuo Figlio. La prova è compiuta.

La Redenzione è avvenuta.

Mamma, grazie di avermi concepito, allevato, aiutato in vita e in morte. Ho sentito venire a Me le tue preghiere. 

Esse sono state la mia forza nel dolore, le mie compagne nel mio viaggio sulla Terra ed oltre la Terra. 

Esse sono venute meco sulla Croce e nel Limbo. 

Erano l'incenso che precedeva il Pontefice, che andava a chiamare i suoi servi per portarli nel Tempio che non muore: nel mio Cielo. 

Esse sono venute meco in Paradiso, precedendo come voce angelica il corteo dei redenti guidati dal Redentore, perché gli angeli fossero pronti a salutare il Vincitore che tornava al suo Regno. 

Esse sono state udite e viste dal Padre e dallo Spirito, che ne hanno sorriso come del fiore più bello e del canto più dolce nati in Paradiso. Esse sono state conosciute dai Patriarchi e dai nuovi Santi, dai nuovi, primi cittadini della mia Gerusalemme, ed Io ti porto il loro grazie, Mamma, insieme al bacio dei parenti e alla loro benedizione e a quella del tuo sposo d'anima, Giuseppe. 

Tutto il Cielo canta il suo osanna a te, Madre mia, Mamma santa! Un osanna che non muore, che non è bugiardo come quello dato a Me pochi giorni or sono. Ora Io vado al Padre con la mia veste umana. Il Paradiso deve vedere il Vincitore nella sua veste d'Uomo con cui ha vinto il Peccato dell'Uomo. 

Ma poi verrò ancora.

Devo confermare nella Fede chi non crede ancora ed ha bisogno di credere per portare altri a credere, devo fortificare i pusilli che avranno bisogno di tanta fortezza per resistere al mondo. Poi salirò al Cielo. Ma non ti lascerò sola. 

Mamma, lo vedi quel velo?

Ho, nel mio annichilimento, sprigionato ancora potenza di miracolo per te*, per darti quel conforto. Ma per te compio un altro miracolo. Tu mi avrai, nel Sacramento, reale come ero quando mi portavi. Non sarai mai sola. In questi giorni lo sei stata. 

Ma alla mia Redenzione occorreva anche questo tuo dolore.

Molto va continuamente aggiunto alla Redenzione, perché molto sarà continuamente creato di Peccato. Chiamerò tutti i miei servi a questa compartecipazione redentrice.

Tu sei quella che da sola farai più di tutti i santi insieme. Perciò ci voleva anche questo lungo abbandono. Ora non più. Io non sono più diviso dal Padre. 

Tu non sarai più divisa dal Figlio. E, avendo il Figlio, hai la Trinità nostra.

Cielo vivente, tu porterai sulla Terra la Trinità fra gli uomini e santificherai la Chiesa, tu, Regina del Sacerdozio e Madre dei Cristiani. Poi Io verrò a prenderti. E non sarò più Io in te, ma tu in Me, nel mio Regno, a far più bello il Paradiso. Ora vado, Mamma. Vado a fare felice l'altra Maria. Poi salgo al Padre. Indi verrò a chi non crede. Mamma.

Il tuo bacio per benedizione. 

E la mia Pace a te per compagna. Addio».

E Gesù scompare nel sole che scende a fiotti dal cielo mattutino e sereno.

 
 
 
 
 

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Data di creazione: 10/12/2012
 

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