FRATTAGLIE

..utopiche elucubrazioni di una mente istintiva

 

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Elucubrazione sul dolore

Post n°56 pubblicato il 11 Novembre 2007 da allievadelgabbiano
 

Cara P.,

ho vissuto tanti anni sentendomi inadeguata, poco amata, sola in un letto in cui avremmo dovuto essere in due; ho deciso di dare una svolta alla mia vita, in un certo senso obbligata dagli eventi, con un dolore sordo che mi consumava, fisicamente e mentalmente, con una rassegnazione stanca, come se non ci fosse più nulla per me, come se il mondo, attorno, fosse pronto solo a intrappolarmi, con tutte le mie insicurezze, i miei dubbi, le miei paure. Poi però ho capito…ho capito che il dolore non deve fare paura, va amato, va vissuto. Il dolore è come una terra secca, brulla, che sembra non possa dare nulla…occorre viverlo, rivoltarlo, conoscerlo fino alla sua parte più profonda; così facendo si trasforma in un humus fertile, le zolle, dure, lentamente, si ammorbidiscono e cambiano forma, colore, odore. Ho imparato che se avevo voglia di piangere dovevo lasciare che le lacrime sgorgassero libere, perché non era un male, era l’unico modo per dare vita a quella secca terra, per aiutarla a perdere la sua rudezza e ad ammorbidirsi. Ho imparato che io avevo un valore per me stessa, e non in funzione degli altri, ed imparando questo ho visto la luce e l’amore negli occhi delle persone che davvero mi volevano bene, e questo amore profondo è divenuto il fertilizzante per quella mia brulla terra. E ho trovato dei nuovi sogni, piccoli semini, che all’inizio sembravano persi in tutta quella terra scura, ma che poi, lentamente, con pazienza, con fiducia, hanno messo radici, e sono divenute piantine. Che dirti…alcune non sono sopravvissute, ma altre, si sono rinforzate, si sono riempite di fiori, e la mia brulla terra è diventata un giardino colorato e profumato. Ogni tanto arriva una tempesta, che sembra distruggere il mio bel giardino…ma io non ho più paura, perché so che la terra è buona e sono certa che domani tornerà il sole. Il tuo giardino è li, ti aspetta. Non dimenticarlo. Un sorriso.

 
Rispondi al commento:
odeius
odeius il 11/11/07 alle 20:10 via WEB
Chi e' che sa capire il dolore?
Chi e' che da ragioniere della vita sa enumerare i dolori?

Noi lo possiamo solo accettare, imparare a conviverci, ma soprattutto apprendere cio' che ha da insegnarci, e le lezioni sono personalizzate, ognuno avra' la sua parte.

Molte volte crediamo di avere provato il dolore, e che nessuno conosca il dolore piu' di noi, poi ad un angolo della nostra strada ci appare un volto, una scena, un'idea, e allora capiamo che il nostro viaggio sara' ancora lungo.

Personalmente guardo il dolore degli altri, e penso quando tocchera' a me.

Il dolore provato e' ormai alle nostre spalle, per quanto male faccia ne abbiamo gia' sopportato una parte, ed abbiamo gia' fatto un pezzo di strada, perche' lo abbiamo accettato.

Un dolore nuovo e' invece ancora intatto, un calice amaro tutto da bere, una paura nascosta ancora da incontrare.
Alex Alex
 
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