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Mir Pace Mir....

Medjugorie....il mio angolo di Paradiso !!!

 

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Post N° 1549

Post n°1549 pubblicato il 11 Dicembre 2008 da gletjzia

AVVENTO

 

1) Avvento: il tempo liturgico che prepara il Natale e ci invita ad accogliere il Signore che nasce.

Tempo di penitenza o tempo di gioia? La Chiesa ci chiama alla penitenza e i segni della liturgia lo sottolineano (il colore viola nei paramenti liturgici, le letture dell'Avvento, l'omissione della recita del Gloria): ma non potrebbe essere insieme anche un tempo di gioia? La gioia di chi attende la visita del Signore e il dono della comunione con lui?

Le due dimensioni sono inscindibili: non si può ricevere con gioia se non il dono lun­gamente atteso, il dono che hai scoperto essere essenziale, insostituibile, unico.

Questa presa di coscienza è il senso più vero della penitenza dell'Avvento.

2) L'uomo che si è scoperto povero, debole, oppresso, malato, fragile, è l'uomo pronto a ricevere il dono: e il bambino che nasce a Betlem è il compimento di questa attesa.

Ma, ad una riflessione più matura, allora la verità dell'Avvento è l'opposto di ciò che generalmente si pensa: non siamo noi ad attendere il Signore, è lui che attende noi. Il vero atteso dell'Avvento non è il Signore, ma piuttosto sono io con la mia storia, con la mia vita, con il mio carico di dolore e pena, con la mia speranza e la mia gioia.

 

3) Di qui il vero senso del Natale:

è la gioia dell'incontro con Dio che viene,

con un Dio che ci ha amati da sempre,

che ci ha cercati da sempre,

che si è messo in gioco al punto da entrare

nel tempo e nella storia,

uomo tra gli uomini.

Ora, come duemila anni fa,

giungerà ancora senza essere atteso,

busserà ancora senza essere accolto,

ci starà davanti senza essere riconosciuto,

avrà fame, sete e freddo, e non troverà ristoro,

nascerà ancora in una grotta…

nascerà ancora fuori di casa…

fuori della mia casa?

 

 


 

 

IL TEMPO DELL’ATTESA

 

Il tempo dell'attesa è un tempo assai importante per l'uomo; sempre l'uomo attende qualcosa, sempre tende a superare la sua condizione presente, c'è sempre un domani pensato e sperato come risarcimento delle angustie dell'oggi. Si aspetta l'amore. Si aspetta la ricchezza, o almeno il benessere. Si aspetta un figlio. Si aspetta un lavoro. Si aspetta di poter lasciare la baracca, e avere una casa. Il malato aspetta di guarire. L'emigrante, l'esule, il soldato, di tornare, il carcerato di uscire. La prostituta aspetta di poter smettere il suo mestiere; lo schiavo, lo sfruttato, l'oppresso di essere liberato.

Quando ogni attesa è delusa, quando non c'è più niente da aspettarsi dalla vita, è la fine. Quando non ci si può più aspettare un dono, un sollievo, una liberazione, un soccorso, un futuro, è la morte. [...]

Così la desolazione maggiore è quella che viene dall'uomo, quella che viene quando ci si accorge che non ci si può aspettare più nulla dall'uomo.

Ora la novità dell'Avvento consiste, per i cristiani, nel fatto che agli uomini è data un'attesa; ed è restituita anche a quelli che l'hanno perduta. Anzi, proprio gli uomini che non si aspettavano più nulla, sono i primi chiamati ad attendere un avvenimento nuovo. Se così non fosse, non si capirebbe perché la Bibbia proclami beata — in una società natalista come era quella ebraica di allora — la sterile che non partorisce; non si capirebbe perché proclami beati i senza speranza, i poveri e gli ultimi, perché sia stato promesso il paradiso al ladro che sulla croce non aspettava ormai che la morte.

Questo avvenimento atteso, è Dio stesso che viene. Non il Dio fatto a immagine dei filosofi, che interessa sempre meno, non solo il “Dio che è”, dell'Antico Testamento, ma, come lo chiama l'Apocalisse di Giovanni, “Colui che era, che è e che viene” (Ap. 1,8).

Per i cristiani il Dio che viene è Gesù; per questo l'Avvento si celebra in attesa del Natale.

(R. La Valle, Dalla parte di Abele, Vicenza 1971, 273-274).


 

 

 

"SEI TU COLUI CHE VIENE O DOBBIAMO ASPETTARE UN ALTRO?"
(Lc 7,20)

 

Il Battista, in carcere per aver detto ad Erode la verità scomoda, manda i suoi discepoli da Gesù perché gli rivolgano una domanda fondamentale: "Sei tu 'colui che viene' o dobbiamo aspettare un altro?" Si tratta di una domanda problematica, o, perlomeno, sconcertante. "Colui che viene" è il titolo con cui si designava il Messia: e Giovanni, sulle rive del Giordano, al momento del battesimo, aveva presentato Gesù come il Messia, e lo aveva riconosciuto tale. E allora: perché questa domanda? Perché questo dub­bio?

Il contesto del Vangelo è su questo punto abbastanza chiaro. L'immagine del Messia che il Bat­tista aveva predicato è profondamente diversa da quella che Gesù realizzava. Il Battista aveva annunziato un giudice che sarebbe venuto a mettere le cose a posto, a separare la pula dal grano, a deporre il grano nel granaio e a buttare la pula nel fuoco. Ora Gesù non fa niente di tutto ciò! Non compie azioni strepi­tose che lasciano tutti sconvolti; gli stessi suoi miracoli sono discreti e silenziosi, sono gesti di misericor­dia e di indulgenza, che esprimono il cuore di Dio nei confronti delle conseguenze del peccato e della debolezza umana.

Ecco dunque il problema: fino a che Gesù non si presenta in pubblico, non vive in mezzo alla gente, e non dà l'avvio alla sua missione rivelando con crescente chiarezza la sua identità di Messia, sem­bra pacifico che la figura del Messia salvatore si identifichi con quella del Messia giudice: del re che ha il compito di giudicare e di fare giustizia, mettendo in salvo chi è stato davvero fedele e punendo dura­mente chi si è comportato male. Di qui lo sconcerto del Battista che identificava la prima venuta del Cristo con quella ultima che sarebbe avvenuta alla fine del mondo, nella parusia.

Il Battista aveva capito la missione di Gesù come poteva comprenderla un uomo santo e illumi­nato, ma pur sempre un uomo con il carico di dubbi e di incertezze di ogni essere umano. La missione di Gesù è diversa: egli è il Messia della misericordia di Dio per ogni uomo povero, cieco, zoppo, lebbroso, sordo, bisognoso di verità e di salvezza. "Andate e riferite a Giovanni ciò che avete visto e udito: i ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi vengono sanati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunziato il Vangelo. E beato è chiunque non sarà scandalizzato da me" (Lc 7,22-23; cf. Is 26,19). Ecco la novità che Gesù rivela al Battista: Il Messia non è il giudice che vince le battaglie o il Messia della logica umana, ma colui che viene per liberare l'uomo dal peccato e dall'impotenza che lo attanaglia. E' un Messia umile, sconfitto, imprigionato, messo a morte come uno schiavo. La sua vittoria passa, per quanto paradossale possa sembrare, attraverso il fallimento e la sconfitta. E solo così diviene vita, misericordia e risurrezione per tutti "coloro che non si saranno scandalizzati di lui".

 

 
 

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Commenti al Post:
luce1001
luce1001 il 11/12/08 alle 12:14 via WEB
Io sono come una piccola matita nelle Sue mani, nient'altro. E' Lui che pensa. E' Lui che scrive. La matita non ha nulla a che fare con tutto questo. La matita deve solo poter essere usata. (Madre Teresa di Calcutta) Serena giornata e un abbraccio dal cuore.T.V.B.
 
 
gletjzia
gletjzia il 11/12/08 alle 12:25 via WEB
Bacioneeeeeeeee....lo sai che oggi arriva Paola da me :))))) a stasera.... tra un pò vado in stazione a prenderla tvb
 
memole_68_m
memole_68_m il 11/12/08 alle 15:04 via WEB
buon pomeriggio tesoro kiss tvb
 
orsetto551952
orsetto551952 il 11/12/08 alle 17:48 via WEB
Avvolte la felicità è più vicina di quanto si possa immaginare se solo si pensasse a quello che abbiamo intorno a noi e che forse siamo nati al posto giusto e al momento giusto. Se poi sappiamo amare e essere amati penso che sia il massimo della felicità ps.(piu o meno una roba cosi) Non pretendere troppa serieta filosofica da mè ciao Gius.
 
 
gletjzia
gletjzia il 15/12/08 alle 09:49 via WEB
Ciao Gis, bellissime le tue parole !!! L' Amore è il vero senso della vita !!!! Feloice inizio di settimanaaaaaaaa Kisssssssssssssss :))))
 
jeliel1z
jeliel1z il 12/12/08 alle 02:07 via WEB
Ciao lety! non sono sparita..ho solo un pò di problemini..e non ho tempo di stare al pc.Come stai?Ti abbraccio e non mi dimenticare anche se non mi senti..mi raccomando,eh!^__^ bacioni
 
Giles2004
Giles2004 il 13/12/08 alle 16:41 via WEB
SENZA AMORE L'intelligenza priva di amore, ti rende perverso La giustizia senza amore, ti rende spietato La diplomazia senza amore, ti rende ipocrita Il successo senza amore, ti rende arrogante La ricchezza senza amore, ti rende avaro La docilità senza amore, ti rende sottomesso La povertà senza amore, ti rende orgoglioso La bellezza senza amore, ti rende ridicolo L'autorità senza amore, ti rende tiranno Il lavoro senza amore, ti rende schiavo La semplicità senza amore, ti toglie valore La preghiera senza amore, ti rende introverso La legge senza amore, ti schiavizza La politica senza amore, ti rende egoista La fede senza amore, ti rende fanatico La croce senza amore diventa tortura LA VITA SENZA AMORE ... NON HA SENSO ... Un abbraccio :)
 
 
gletjzia
gletjzia il 15/12/08 alle 09:51 via WEB
Ciao Giles FINALMENTEEEEEE sei tornato !!!! Questo inno all'Amore è meraviglioso !!! Grazie adesso te lo rubo :)))))) Un abbraccione e sereno inizio di settimana :)))
 
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i 10 segreti

2 parte

 

Sulla via di Damasco
1 parte.....

2 parte.....

3 parte

4 parte

 

CANZONE DI MEDJUGORIE

Kumbaia

 

VICKA AGOSTO 2008 1 PARTE

2 parte.......

 

GRAZIE PADRE SLAVKO

Grazie Padre Jozo

 

ADORIAMO GESÙ NEL S.S. SACRAMENTO

15 marzo 1984

“Anche questa sera, cari figli, vi sono particolarmente riconoscente per essere venuti qui. Adorate senza interruzione il Santissimo Sacramento dell'altare. Io sono sempre presente quando i fedeli sono in adorazione. In quel momento si ottengono grazie particolari.”

 

30 ottobre 1986

“Cari figli, anche oggi desidero invitarvi a prendere e vivere sul serio i messaggi che vi dò. Cari figli, a causa vostra sono restata così a lungo per aiutarvi a mettere in pratica tutti i messaggi che io vi dò. Perciò, cari figli, vivete con amore verso di me tutti i messaggi che io vi dò. Grazie per aver risposto alla mia chiamata!”

 

 

MEDJ 2 NOV. 2008

Messaggio della Madonna il 2 nov. a Mirjana

Cari figli, oggi vi invito all’unione totale con Dio. Il vostro corpo è sulla terra ma vi prego che la vostra anima sia sempre più spesso nella vicinanza di Dio. Otterrete questo con la preghiera, con la preghiera del cuore aperto. In questo modo ringrazierete Dio per la immensa bontà che attraverso di me vi da e con cuore sincero accoglierete l’impegno di comportarvi con la stessa bontà verso le anime che incontrate. Vi ringrazio, figli miei!”.

La Gospa ha aggiunto: “Prego Dio col cuore affinché dia forza e amore ai vostri pastori perché vi aiutino in questo e affinché vi guidino”.

 

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Bendiciones

 

24 giugno 1981

Ore 18 circa: ha inizio l'avvenimento del secolo.
La Madonna si è fermata a MEDJUGORIE Sei giovani della parrocchia di Medjugorje, Ivanka Ivankovic, Mirjana Dragicevic, Vicka Ivankovic, Ivan Dragicevic, Ivan Ivankovic e Milka Pavlovic (questi ultimi due solo in questo giorno), vedono sulla collina Crnica (nella frazione di Biakovici, una delle quattro che formano il villaggio di Medjugorje), nel luogo chiamato Podbrdo, un'apparizione, una figura bianca con un bambino nelle braccia. Sorpresi e spaventati, non si avvicinano ad essa.
Il giorno dopo alla stessa ora, il 25/06/1981, quattro di loro, Ivanka Ivankovic, Mirjana Dragicevic, Vicka Ivankovic ed Ivan Dragicevic, si sentono fortemente attirati verso il posto dove, il giorno precedente, hanno visto quella che hanno riconosciuto come la Madonna. Marija Pavlovic e Jakov Colo li raggiungono. Il gruppo dei veggenti di Medjugorje è così formato. Pregano con la Madonna e parlano con essa. Da questo giorno hanno le apparizioni quotidiane, insieme o separatamente. Milka Pavlovic ed Ivan Ivankovic non hanno mai più visto la Vergine.
Le apparizioni non sono legate a Medjugorje, ma alle persone: dovunque esse camminino per il mondo, là cammina anche Maria.

 
 

SULLA VIA DI DAMASCO

1 parte

2 parte

3 parte

4 parte

 

Medjugorie innevata......

miracolo del sole.....

Paolo Brosio..........

 

KRIZEVAC

 circa un chilometro in linea d'aria dalla chiesa di Medjugorje si innalza il monte Krizevac che, unendosi al monte Crnica forma un angolo. Sulla sua cima (520 metri sul livello del mare) il parroco di allora e gli abitanti di Medjugorje hanno innalzato una croce in cemento armato alta 8,56 metri. Sulla croce hanno inciso queste parole: "A Gesù Cristo Redentore dell'umanità, in segno di fede, amore e speranza in ricordo del 1900esimo anniversario della Passione di Cristo". Nello stesso punto si trova una reliquia appositamente venuta da Roma, un pezzettino della croce che i cristiani considerano quella sulla quale è stato crocifisso Gesù Cristo ed il cui pezzo più grande si trova nella chiesa della Santa Croce di Gerusalemme a Roma. La croce è stata completata il 15 marzo 1934. Successivamente si è andata consolidando l'abitudine di celebrare ai suoi piedi la Santa Messa la prima domenica dopo la Natività di Maria Vergine in ricordo dell'esaltazione della Croce Santa.

Il 24 novembre 2001, il primo anniversario della morte del padre Slavko Barbaric, un memoriale è stato collocato nel luogo dove ha rimesso la sua anima al Signore: il rilievo del padre Slavko in bronzo, incastrato nella pietra. Tra due stazioni della Via Crucis, resterà come richiamo e memoria dell'uomo che diceva ciò che pensava e che faceva ciò che diceva, a seguito del Vangelo e dei messaggi della Regina della Pace.

 

In origine questo monte si chiamava Sipovac. Nel 1933 il villaggio di Medjugorje è stato colpito da una intensa ondata di piogge che minacciava di distruggere tutto il raccolto di quell'anno. Su iniziativa del Parroco di allora, fra Bernardin Smoljan, la gente ha costruito su questo monte una grande croce, alta 8,56 metri, per chiedere a Dio di far cessare quelle piogge insistenti. Da allora il monte ha preso il nome di "Krizevac", cioé "monte della Croce". Il Krizevac si trova nella frazione di "Miletina". Nei suoi messaggi la Regina della Pace ha affermato che "La Croce che avete costruito faceva parte di un piano divino" e ha invitato spesso i pellegrini a recarsi sul monte a pregare. Per questo, con il passare degli anni, lungo il sentiero ripido e scosceso che conduce alla croce, sono stati posti 16 pannelli bronzei raffiguranti la "Via Crucis" realizzati dall'artista italiano Carmelo Puzzolo. Le particolarità più grandi di questa Via della Croce sono che essa incomincia con la stazione di Gesù agonizzante nel Getsemani e che in tutte le stazioni l'artista ha raffigurato anche la Vergine. Accanto ad ogni stazione si trova una Croce di legno. Da moltissimi anni ormai la Parrocchia di Medjugorje organizza tutti i Venerdì la Via Crucis su questo monte che, fino al 24 Novembre 2000, è stata guidata dal carissimo fra Slavko Barbaric. Proprio quel giorno, dopo aver concluso la preghiera, il Signore lo ha chiamato a Sé.

Il sentiero del Krizevac è molto difficile da percorrere e, proprio per questa ragione, possiamo entrare anche un po' fisicamente in quella che è stata la sofferenza di Gesù per la nostra salvezza. E' bene che, come per il Rosario al Podbrdo, ognuno preghi spontaneamente davanti ad ogni stazione. Fra Slavko diceva che per incontrare il Signore nella preghiera dobbiamo dare tempo per la preghiera. Perciò preghiamo con calma!

 

PODBRDO

Il Podbrdo è il luogo in cui la Regina della Pace apparve per la prima volta e per i primi tempi. Con questo nome, in realtà, non si indica il monte, ma la zona ad esso sottostante. Il nome del monte è Crnica. Esso non è altro che una collina brulla e piena di pietre. Nei primi anni, il sentiero era quasi impraticabile. Oggi invece, grazie al gran numero di pellegrini che vi salgono ogni giorno, il sentiero è molto più semplice, anche se l'ascesa comporta sempre una certa fatica.

La collina si trova nella frazione di Bijakovici, dove abitavano i sei veggenti, a 1,5 Kilometri dalla Chiesa di San Giacomo. Vi si può arrivare dalla Chiesa o percorrendo una stradicciola in mezzo ai campi, detta appunto "sentiero dei campi" o attraverso la strada asfaltata in macchina o, meglio ancora, a piedi. Fra Slavko ha sempre raccomandato di recarvisi a piedi cominciando subito a pregare per prepararsi a salire la collina su cui la Madonna è apparsa e su cui aspetta anche noi per parlarci nell'intimo del nostro cuore.

Rappresenta una “meta d’obbligo” per i pellegrini che si recano a Medjugorje. La salita, cadenzata dal Rosario, sulla collina delle prime apparizioni regala momenti d’intensa commozione: dono della Regina della Pace. Un fiume di pellegrini, tra cui moltissimi giovani, si incammina giorno e notte sul monte Podbrdo recitando il Santo Rosario, secondo gli insegnamenti della Madonna.

 

 

LA GOSPA VA IN VATICANO....

 
 
 

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