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« Dio ci è Padre e Madre.Amare il prossimo »

La parabola del figliol prodigo

Post n°41 pubblicato il 03 Settembre 2008 da roby2012

Questo incredibile squarcio di vita che, fra i tanti, appare in "Gesù di Nazareth" di Zeffirelli, ci tramanda la parabola del "Figliol prodigo".

Le parabole di Gesù hanno tutte significati profondi e a volte reconditi. Reconditi perchè Gesù va a pescare  in fondo all'abisso della nostra anima, a scavare nelle sabbie della nostra umana miseria.

Gesù da scandalo: va a cenare in casa di un esattore delle tasse, fra uomini del mondo e donne facili. Il Verbo di Dio scende fino ai piedi dell'ultimo degli ultimi di questa Terra. Il Figlio di Dio, il Re dei Re, a completa disposizione di chiunque, chiunque voglia ascoltare la sua Parola, che è Amore. Non è giunto per i sani, ma per i malati.

Tutto viene rivelato a chi vuole ascoltare la Parola di Dio. Tutto viene concesso a chi la mette in pratica, per Volontà del Padre e per Intercessione di Maria, nostra Madre.

Ascoltando questa parabola non si può fare a meno di pensare: "Sono forse io il figliol prodigo?". Sono forse io quel figlio... a cui è stata concessa la libertà di agire e di pensare secondo il proprio personale arbitrio, al punto da poter rifiutare Dio o da ribellarmi a Lui? Sono forse io che continuo a perseguire un cammino costellato di errori e di manchevolezze, di egoismo e di prevaricazione del mio prossimo?

Ognuno potrà pur cercare la propria risposta.

Ma non vi è più grande risposta se non quella che ci offre Gesù, in questa parabola:
allorchè ci saremo resi conto che non possiamo più restare distanti da quel padre, dall'umanamente impossibile e geloso Amore del Signore, dopo aver dilapidato  il bene della nostra vera spirituale essenza, dopo aver ignorato e dimenticato, in tutte le nostre giornate di questo mondo, cosa significhi per noi avere un Padre... ed una Madre... e così avremo fatto il fatidico passo per ritornare a Lui.... bene...

.... ci prostreremo innanzi al Suo Perdono e gli chiederemo di poter essere considerati come gli ultimi dei suoi servi. Finiremo a terra bocconi supplicando quel Padre che abbiamo tradito e sradicato dalla nostra anima, laddove avevamo eretto il nostro Io al Suo posto; piangendo per tutta la nostra insana consapevolezza di aver cancellato il Suo Amore dalla nostra esistenza....

Ma il nostro Padre ci verrà incontro, stenderà le sue Mani verso di noi e ci abbraccerà, nella indicibile commozione reciproca di essersi ritrovati. Chiamerà i suoi Angeli per rivestirci del suo Spirito Perfetto e indirà una grande festa nei Cieli, per il nostro ritorno.

Perchè se eravamo perduti, allora saremo nuovamente fra le Braccia di Colui che ci ha cercato nell'infinità degli spazi, dei tempi e delle nostre vite. Da Sempre.

Perchè... se eravamo già morti, in fondo all'abisso della nostra anima e nel profondo delle sabbie della nostra umana miseria, il Signore ci avrà restituito alla vita. Eterna.

 
 
 
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