Creato da giulio.stilla il 21/04/2014
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Allamm e l'Islam

Post n°11 pubblicato il 01 Agosto 2014 da giulio.stilla

agdi Cristiano Allam

Assolutamente mirabili,come sempre, e assai attese le parole rivolte da Papa Francesco dalla finestra del Palazzo Vaticano ai fedeli di Piazza San Pietro, prima della preghiera dell’Angelus, domenica scorsa, 20 luglio, sul valore inestimabile della pace nel mondo e sul processo di pacificazione tra i popoli, in particolare tra il popolo di Israele e quello palestinese.
Io non credo, però, di ledere minimamente la nobiltà e la santità delle parole del Papa, se osservo con timidezza che resto convinto che le ideologie criminali e i genocidi, che minacciano la distruzione della nostra millenaria civiltà occidentale, vadano combattuti e debellati, a qualsiasi latitudine e in qualsiasi tempo storico, con ferma risoluzione dalle Nazioni Unite e con la benedizione del Papa.
Mi riferisco con questo al senso e alle ragioni esposti, ieri, nell’articolo di giornale, sopra riportato, dallo storico e uomo politico, Magdi Cristiano Allam, che sostiene la tesi che a Mosul, seconda città irachena, “è iniziata la fine della nostra civiltà”, ad opera criminale di carnefici musulmani, che in preda ai fanatismi più bestiali fanno strage di cristiani - uomini, donne, bambini - dopo averli marchiati con la lettera “N”, che starebbe per Nazareno.
Condivido senza remora alcuna la sacrosanta indignazione di Magdi Cristiano Allam ed esprimo il mio ribrezzo per questa attuale forma di genocidio, che dovrebbe allarmare la nostra vecchia Europa, che fa fatica a costituirsi Unione Politica e a riconoscere le sue indubitabili radici cristiane, recentemente misconosciute nei recenti atti fondativi inerenti alla Carta Costituzionale degli Stati Uniti d’Europa.
Condivido senza riserva il pensiero dello scrittore Allam quando invita “la Chiesa a saper distinguere tra la persona e la religione, promuovendo il dialogo e la convivenza con i musulmani nel nome dell’amore che ci ha insegnato Gesù, ma senza legittimare un’ideologia che predica odio, violenza e morte nei confronti di tutti coloro che non si sottomettono all’islam”.
D’altronde, la Storia depone a favore della tesi di Cristiano Allam, nel senso che bisogna auspicare anche nel nostro complicato tempo storico, una maggiore attenzione e benedizione da parte delle politiche pontificie nel contenere e debellare la ferocia terroristica dei musulmani, noti per la loro “jihad” ovvero guerra santa, connaturata al loro modo di essere e di avvertirsi fanatici esasperati e sanguinari intolleranti della nostra multiforme Civiltà: ebraica e cristiana, greca e latina, umanista e rinascimentale, illuminista e romantica, scientifica e tecnologica.
E’ spontaneo, dunque, chiedersi, con Cristiano Allam, se questo affascinante, grandioso percorso della nostra Storia sarebbe stato possibile:
(1) se Carlo Martello, maggiordomo di palazzo dei regni merovingi, nell’ottobre del 732, non avesse fermato, con la benedizione del Papa, Gregorio III, a Poitiers, nella Francia centrale, gli Arabi, che stavano per arabizzare la intiera Europa;
(2) se, nelle acque di Lepanto, nel golfo di Corinto, il 7 Ottobre 1571, la flotta della Lega Santa, organizzata e benedetta dal Papa San Pio V non avesse sconfitto la flotta agguerrita dei Turchi, infliggendo loro una memorabile sconfitta, dalla quale non poterono più riprendersi per continuare a infestare con le loro piraterie le acque del Mare Mediterraneo;
(3) se, a Vienna, il 12 Settembre 1683, l’esercito polacco-austro-tedesco, con la benedizione del Papa Innocenzo XI, non avesse fermato la inarrestabile avanzata dei Turchi Ottomani, che sarebbero sciamati per tutta l’Europa, facendo letteralmente terra bruciata dovunque passassero le loro orde al comando del terribile Kara Mustafa;
Io penso di no, non sarebbe stato possibile. Certo, la Storia non è dettata dai “se”, ma la logica ci aiuta a capire che ogni qual volta la ragione si è obliata nel sonno, la barbarie ha avuto il sopravvento sulla civiltà.
Non si tratta di allestire Crociate per liberare il Santo Sepolcro come ai tempi dei Papi e dei Sovrani cristiani dei secoli XI, XII e XIII, ma di rispondere alla coscienza morale di ciascuno, all’imperativo morale che comanda di agire per affermare la libertà, il progresso e la vittoria delle leggi dello spirito su quelle della violenza e della barbarie, orientando il corso della Storia secondo i progetti di ragione e secondo i disegni della Divina Provvidenza. “La storia si fa come libertà e si pensa come necessità”, scrive Benedetto Croce in “La storia come pensiero e come azione” (1938).

 
 
 
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