Quando

LA TRUFFA DEI CIP6
Con la recente finanziaria si è posto fine agli incentivi concessi agli impianti di incenerimento, un anomalia tutta italiana che – contro la normativa europea - aveva assimilato per legge, i rifiuti bruciati negli inceneritori, alle fonti di energia rinnovabili. Un sottile errore di trascrizione (la manina notturna) del testo concordato fra le forze di governo in Senato, ha fatto si che anziché riconoscere tali incentivi ai soli impianti già realizzati ed operativi, si sia scritto: “ai soli impianti gia autorizzati”
Il Consiglio dei Ministri si è impegnato a correggere l’errore con un decreto in gennaio.
Tutti gli impianti previsti a Torino sono esclusi come tanti altri da questa “manna”.
Chiamparino e Saitta piangono come vitelli. Sono corsi a Roma per fare tutte le pressioni possibili per piegare l’interpretazione della legge agli interessi delle lobby degli inceneritori nostrani.
Stanno tentando, anche con l’aiuto dei giornali, di ottenere il consenso popolare mentendo sul maggior costo del servizio, come se questi soldi attraverso il pagamento delle bollette, non venissero già dalle nostre tasche. Per caso ne vogliono ancora? Non guadagnano abbastanza?
Pochi cittadini sanno che i circa 30 miliardi di euro che sono stati da noi pagati tra il 1992 e il 2003 in bolletta elettricità (voce A3), ben il 92% è andato ad impianti inquinanti, mentre solo l’8% è finito ad impianti che utilizzano fonti rinnovabili. Questo giochetto costa ad ognuno di noi circa 60 euro, ci mette agli ultimi posti nell’utilizzo dell’energia solare ed eolica, a tutto vantaggio degli importatori di petrolio, gas e carbone.
Per risparmiare sulla gestione dei rifiuti occorre puntare seriamente sulla riduzione drastica dei rifiuti, attraverso una loro minore produzione, il loro maggiore riutilizzo, attraverso la raccolta differenziata, con il massimo ricupero di materiale.
Ridurremo così i danno al portafoglio, alla salute e all’ambiente.
Anche questo è DECRESCITA.