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LA LEGALITA' DI MARCHIONNE, BONANNI E BERLUSCONI

Post n°428 pubblicato il 24 Agosto 2010 da Guerrino35

 
24.08.2010 - Grazie ai tre operai di MelfiPDFStampaE-mail
Martedì 24 Agosto 2010 10:58

di Giorgio Cremaschi


Marchionne rifiuta di applicare l’ordinanza del giudice.
Nell’Italia di Berlusconi questo non dovrebbe fare scandalo e invece, per fortuna, un po’ lo fa. Forse perché da un lato c’è l’assoluta arroganza della Fiat, che rivendica sfacciatamente l’extraterritorialità delle sue aziende, ma dall’altro ci sono tre operai che semplicemente chiedono di poter lavorare. Di non essere semplicemente pagati per stare a casa. La Fiat non riesce mai a capire il concetto di dignità. Non è la sola.
Nell’Italia di oggi trova vasto consenso chi considera questa parola vecchia e inutile e sempre monetizzabile. Alla Fiat di Melfi, però, ci sono tre operai che, contro tutti i loro interessi immediati, decidono di sfidare la Fiat perché vogliono lavorare e non essere pagati gratis dall’azienda. E’ questo l’atto eversivo che sconvolge il regime dei padroni che la Fiat è riuscita a imporre in Italia. Naturalmente non durerà molto. (...)
Marchionne ritroverà rapidamente tutti gli amici che lo hanno criticato. Bonanni che, stando dalla parte dell’azienda, gli ha solo detto di non esagerare per non favorire il nemico comune, la Fiom. Il Ministro Sacconi, che neppure questa volta ha trovato il coraggio istituzionale di dire che la sentenza va rispettata, dimostrando una libidine di servitù verso l’azienda che non ha precedenti nel suo ministero. E naturalmente torneranno da Marchionne  i tanti commentatori, politici, economisti, e continueranno a spiegare che lui, sì, sarà anche magari un po’ duro, ma intanto ha salvato la Fiat e dà lavoro. E’ l’Italia di oggi, che precipita nella crisi senza essere in grado di riconoscere le vere responsabilità di essa, salvo nel confuso e indisponente teatrino della politica. E’ l’Italia di oggi dove, anche a sinistra, si può considerare una scelta intelligente il contratto dell’auto, quando oramai è chiaro a tutti che serve solo a stabilire che per lavoratori della Fiat oggi, per tutti gli altri domani, non sono più in vigore le leggi e la Costituzione della Repubblica.
Nell’Italia che precipita verso la crisi, Marchionne che pratica gli slogan di Berlusconi contro la Magistratura e il diritto, può avere un certo successo. Ma intanto, in questi giorni, tre operai, forti della sola loro dignità, hanno svelato la vera faccia dell’amministratore delegato della Fiat. Per questo dobbiamo ringraziarli. da Liberazione


 

 

 
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