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Ritorno ad Auschwitz
Il silenzio. Il silenzio di Birkenau. Il silenzio di Birkenau non assomiglia a nessun altro silenzio: ha in sé le grida di disperazione, le preghiere strangolate di migliaia e migliaia di comunità che il nemico condannò ad essere ingoiate dall'oscurità di una notte infinita, una notte senza nome. Il tacere degli uomini congelato nel cuore della disumanità. Silenzio eterno sotto un cielo azzurro.
Silenzio di morte nel cuore della morte...
Nel regno delle ombre che è Auschwitz nessuno cammina lentamente; la morte si getta contro la sua preda. Non ha tempo, la morte: dev'essere contemporaneamente dappertutto.
La vita, la morte: tutto si unisce in una folle velocità. Il futuro si limita qui all'attimo che precede la selezione; qui bisogna correre dietro al presente, perché non scompaia del tutto. Si corre a lavarsi. Si corre mentre ci si veste. Si corre alla distribuzione del pane, della margarina, della zuppa. Si corre all'appallo, si corre al lavoro, si corre da un blocco all'altro, alla ricerca di uno sguardo famigliare.Alla ricerca di una parola di consolazione.
L'abbaiare dei cani... le grida dei carnefici, il rumore dei randelli di gomma che si abbattono sulla nuca dei prigionieri. Il dolore rende muti gli uomini affamati e deboli; la loro umiliazione pesante come una maledizione.
*Elie Wiesel, Premio Nobel per la Pace 1986*
GENERALE
Generale, il tuo carro armato è una macchina potente
Spiana un bosco e sfracella cento uomini.
Ma ha un difetto:
ha bisogno di un carrista.
Generale, il tuo bombardiere è potente.
Vola più rapido d'una tempesta e porta più di un elefante.
Ma ha un difetto:
ha bisogno di un meccanico.
Generale, l'uomo fa di tutto.
Può volare e può uccidere.
Ma ha un difetto:
può pensare.
*Bertolt Brecht*
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Post n°38 pubblicato il 02 Marzo 2011 da silentemc
Mi hanno colpito molto, cara Lara, le motivazioni che ti porteranno a fare sciopero il prossimo 25 marzo. Soprattutto quando affermi che lo consideri “Un investimento per il futuro dei lavoratori di oggi e di domani”.
Dato che il mio compleanno, come sai, sarà cinque giorni dopo, il 30 marzo, il tuo sciopero lo considererò come il tuo regalo per il mio ennesimo anniversario. Ti ringrazio ma, sai anche questo, io il 25 marzo non sarò a scioperare con te e non perché la protesta è organizzata dalla CGIL di cui, da tempo, condivido quasi nulla, ma perché secondo me il problema è ben altro.
Questo post, non è dedicato certo alla tua sigla sindacale o all’attuale quanto indecorosa situazione politica, ma è un'osservazione alle cause che hanno portato alla condizione attuale. Cause che, e lo affermo subito perché credo che questo lo sappiamo tutti benissimo, sono nate molto prima che l’Esimio scendesse in campo con il suo Bunga Bunga o che nascesse la Lega Nord. Cause, invece, che si sono instaurate quando imperavano, il lungo e in largo, la Democrazia Cristiana e il Partito Comunista Italiano che, forse non contenti, in questi mesi in molti, anche tu, rivorrebbero per ritornare a fare politica. SURREALE!
Ora, per l'occasione, racconto un aneddoto che è anche un'amara considerazione.
Mentre oggi la disoccupazione giovanile e alle stelle e il loro futuro è vergognosamente in bilico, l’altro giorno stavo chiacchierando con una signora di Ferrara che gestisce il B&B dove stavo soggiornando per visitare quella bella città che, davvero, consiglio a tutti di vedere.
Beh, quella signora, beata lei, oggi è in pensione ma, e questo mi ha sorpreso parecchio, quando si parlava del ritrovamento della piccola Yara, il discorso è scivolato sulla distruzione non solo della nostra società, ma soprattutto del nostro territorio.
Una distruzione che è stata perpetrata per decenni, da un egoismo generazionale di cui io, forse, l’ho anche schivato ma, per chi è nato dopo di me, come i nipoti di quella signora, invece subiranno in pieno.
Lei, sentendo le mie parole, ha amaramente sospirato non solo condividendo la mia osservazione ma, e queste sono state le sue parole che, ovviamente, ho pienamente compreso: “l’Italia fino a qualche decennio fa era QUASI davvero il Bengodi, un luogo dove c’era molto (se non tutto) ma, quest’inestimabile patrimonio è stato gettato via dall’egoismo delle generazioni post belliche, come la mia, le quali, hanno usufruito di tutta quella ricchezza corroborata anche del boom economico”.
E mentre pensava ad alta voce ai suoi nipoti, ha anche definito in modo splendido quelle generazioni, quindi anche la sua, solo come “Un nugolo di cicale impazzite che hanno depredato inopinatamente l’Italia lasciando, alle generazioni future, solo lacrime, debiti e sangue”.
Questa sua definizione, che mi sono prontamente segnato, mi ha colpito e credo faccia benissimo “pan dan” con l’immagine della coperta che non solo è corta, ma che questa ormai non c’è più per la nostra società.
Questa, cara Lara, è la nostra odierna e amara realtà che scioperi o nuovi governi, non penso proprio che riusciranno certo a risollevare la china della società italiana.
Forse se tutti iniziassimo a fare una seria riflessione sulle parole di quella signora di Ferrara … … Silentemc |
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Mio caro è sicuro che nei mille ragionamenti che spesso facciamo io mi sia spiegata male, quindi preciso. Non voglio che torni PCI e DC vorrei tornassero politici con ideali, con il patrimonio di appartenenza legato alla storia di quest'Italia, legato alla cultura e ai modi di interagire verso l'altro diversi, ma pregni di un'identità che poteva far breccia nel riconoscimento e nella speranza per il futuro.
I politici di oggi gli ideali, qualunque ideale, è stato spazzato via dalla rincorsa di un'eguaglianza che omologa l'individuo a percorsi nazionali che con la nostra storia non c'entrano nulla. Prendono il peggio vendendocelo come progresso, ma sinceramente di questo progresso che affossa la cultura non so che farmene.
Sullo sciopero mi dispiace che persone, non sei il solo, con la tua intelligenza non si avvedano che la strada intrapresa sul pubblico impiego ci porterà a perdere una risorsa di qualità che nessuna società privata è in grado di garantire allo stesso livello. Vuoi sapere perchè?
Perchè quei servizi sono di tutti, pagati con i soldi di tutti e non arricchiscono nessuno se non la società che ne fruisce.
Questo è il concetto che dovrebbe essere condiviso trasversalmente a prescindere da chi lo menziona o lo richiama. Ma tant'è che in questa società dove i primi a non aver rispetto dello Stato e dei cittadini è lo Stato stesso cosa possiamo mai pensare di condividere noi illusi trentennali lavoratori sottopagati dipendenti pubblici? Mi rendo conto che ormai è tutto normale. Normale dover comunicare a mezzo mondo in barba alla propria privacy terapie oncologiche a cui sottoporsi altrimenti ti trattengono parte dello stipendio. Normale lavorare con serietà, coscienza, professionalità senza guardare l'ora e rischiare di non prendere non lo straordianrio, ma neanche il dovuto. Normale tenere aperti gli uffici per soddisfare il più possibile le esigenze dei cittadini, ricevendo in cambio uno stipendio che non ti permette, da solo, di arrivare a fine mese perchè sarà fermo all'anno 2010 nel 2013. Normale. Tutto normale, inevitabile perchè? perchè i nostri genitori hanno fatto male i conti? O noi abbiamo permesso che l'ingiustificabile e il non normale diventasse giustificabile e normale?
Credo nel pubblico impiego, lo sai bene, non sarei qui ancora dopo trent'anni ciò non toglie che ciò che sta accadendo per quante storie giustificabili l'individuo si possa raccontare resta una ingiustificabile ingiustizia. Questa scelta appena firmata è la strada più facile e a me le strade facili non piacciono perchè non portano da nessuna parte.
Se tutto ciò andrà davvero a compimento ne riparlemo tra qualche anno e allora che nussuno si lamenti perchè è ciò che avete voluto e scelto.
Ribadisco, forse nella foga non sono stata chiara, che se qualche dipendente pubblico non si comporta correttamente, se viene in ufficio per scaldare la sedia (!) sono loro che vanno puniti non tutta la categoria a prescendire. NON tutti. Così si colpisce anche chi ha sempre e continua a lavorare onestamente e con professionalità.
Questa per quanto il Ministro e chi per lui ci prova a convincere la parte buona (e sono moltissimi e tu hai toccato con mano) della Pubblica Amministrazione che così facendo si riformerà in meglio è e resta una "porcata" spacciata per riforma.
Riformare le Amministrazioni non significa mettere nelle mani di pochi il destino di molti con il rischio (latelo dire che ho visto quando era così e così era trent'anni fa) di ricadere in preferenze, clientelismi e aggiungi tu il resto..
Ci sono, è sicuro, molte cose da cambiare ma ciò può avvenire solo ed esclusivamente con la collaborazione e l'impegno di chi lavora ogni giorno nei servizi, con i cittadini con onestà e professionalità diversamente si ritroveranno dipendenti come all'epoca della mia assunzione che timbravano facevano l'indispensabile e se ne andavano. Funzionava? Non funzionava? Non era un loro problema perchè loro dovevano far campare la famiglia.
Un mio dirigente che tu hai conosciuto mi ha insegnato che a seconda dell'azione che compiamo l'effetto può essere immediato, a medio termine o a lungo termine. Per essere funzionale ed efficiente un Servizio deve avere ricadute a lungo termine perchè è nel lungo percorso che si possono modificare le imperfezioni e ambire a un livello di eccellenza. Questo solo ed esclusivamente se il gruppo di lavoro è partecipe e partecipato. Questa riforma ha effetti immediati a loro giudizio positivi - tagli economici - e nel lungo termine?
Ai posteri la soluzione e vedremo se gli anni di esperienza professionale mi daranno ragione sull'interpretazione e le finalità o no.. Un abbraccio, "Lara"