Creato da MarianneWerefkin il 26/10/2007

Il mignolo

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« ...Trasparenza torbida. »

NO/Sì

Post n°187 pubblicato il 26 Febbraio 2014 da MarianneWerefkin

 

"Ragazzo, sei sveglio, vero? Sta'a sentire il primo.
Nella vita, la cosa più importante è saper dire di no.
Scrivitelo, non te ne dimenticare".
Signor Fermìn (settantasei anni).
Ore 5:12 del mattino.

"Se rimugini troppo sulle cose poi le vedi 3 volte peggiori"
Signora Mirte (novantadue anni)
9:15 del mattino.

Da tempo non seguo programmi TV, tutto mi è fastidiosamente indifferente, niente Sanremo, niente telegiornale, niente fiction, niente "Braccialetti rossi". Poi ad una edicola lo sguardo mi cade su un libro scritto da un certo Espinosa, che nella mia colossale ignoranza non sapevo neppure chi fosse, che mi ha attratta solo perchè il suo cognome, sulle prime, mi ha ricordato Spinoza (filoso affascinante, da un punto di vista intellettuale s'intende). Ho afferrato il libro e con enorme dispiacere e delusione in copertina ho letto - Il libro da cui è stata tratta la fiction in onda su RAI 1-. Beh, certo, il libro s'intitola "Braccialetti rossi", non ci vuole un gran cervello per questa deduzione. Già. Tento di salvare il mio interesse cercando l'anno di uscita del libro: 2008. Questo mi piace di più. Cerco il titolo originale: "El mundo amarillo.....". Anche questo mi piace. Non cerco di più, mi accontento perchè siamo 2 a 1. Allora lo prendo senza sapere nulla.

Apro il libro e scopro che questo "personaggio" ha avuto il cancro. Lo so, io ho scoperto questa cosa leggendo, ho scritto che non guardo fiction, quindi la trama di "Braccial... Brac... ", ho anche difficoltà a pronunciarlo, non la conosco. A dirla tutta ho anche pensato di aver comprato un romanzo, eh? Sono folle. Sì.
Proseguo con la lettura: - Non ho mai pronunciato con orrore parole come "cancro", "tumore", "osteosarcoma"; - . Ok, chi vuole cantare con me un bel - Ma porca troiaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa!!!!!!- si affianchi grazie, che io ho già iniziato.
Strani scherzi del destino.
Per quanto sia un libro che potrebbe essere letto in due ore, io in dieci giorni non l'ho ancora finito. Ogni tanto lo sfoglio, ogni tanto lo leggo, ogni tanto mi ci sfascio la testa, ogni tanto sorrido, ogni tanto penso alla sua gamba che non c'è più e anche alle mie ossa, ogni tanto penso all'ospedale e alle persone che hanno condiviso con me la stanza, ogni tanto penso al nostro colore pallido e alla nostra testa senza capelli, alla incredibile confidenza che si instaurava subito con le persone che condividevano con me la notte, il risveglio, senza imbarazzo: era tutto naturale. Allora son proprio quelle persone che magari fanno bene al cuore, che magari ti fanno sentire normale anche all'interno di una situazione che non lo è, che puoi dire di tutto, tanto loro sono lì, e -non- volenti -e- nolenti non se ne vanno, come non lo fai tu, che non possono scegliere ma sono lì, in quel letto accanto al tuo ed anche se non parli, anche se non se lo chiedono, anche se non ti pensano, anche se non vedono, condividono molto di te e tu di loro. Un'intimità profondissima. E' proprio questa la differenza che ho notato in quel reparto, là dentro sei normale e per una ragione o per l'altra si comprende tutto, ci si sente vicini e uniti in una sorta di comunione che non è stata scelta ma che è avvenuta per caso e la si accetta. Fuori no, la gente va via e sceglie di non esserci più. Non so cosa mi colpisca maggiormente, se una forzata comunione che fa sentire nonostante tutto normali, o una libera scelta di andare via imparando a dire no. Probabilmente, ad oggi, non mi attrae nessuna delle due strade.
E proprio il caso di dire che sto percorrendo una terza via, ancora in fase di realizzazione.

 

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Commenti al Post:
to_revive
to_revive il 05/03/14 alle 13:26 via WEB
Io ho avuto il cancro. È iniziato col melanoma alla gamba tanto tempo addietro per poi finire due anni fa ( ad aprile) a Houston con l'ultimo terribile intervento durato quasi 10 ore e servito a rimettere a posto tutta una serie di pregressi e disastrosi interventi fatti in Italia. Io sono felice di essere scampata a quello che ho sempre chiamato col suo nome; cancro. Mi ha resa migliore. Oggi vivo con più leggerezza e tutte le discussioni, le cattiverie mi sembrano inutili. Ti abbraccio
 
 
MarianneWerefkin
MarianneWerefkin il 05/03/14 alle 18:42 via WEB
Hai detto bene: la cattiveria è inutile. ti abbraccio anch'io!
 
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