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Un blog creato da joulesal il 10/10/2010

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Dove vederli affogare

in quello che più

hanno amato:

il loro danaro

 

VOLERò

Da radici di terra

sorgerò anima nuova,

suggerò linfa buona 

dalla Madre che nutre...

 

Mi alzerò nella coscienza,

dal torpore dei ginocchi,

e guardandomi negli occhi

finalmente, volerò...!!!

Katartica

 

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webpoetica Il gioco dell'Anima 4, 5, 6

Post n°13 pubblicato il 07 Dicembre 2010 da joulesal
 

“Tenetevi forte” intimò, voltandosi appena, l’uomo al

volante, il gigante che poco prima  lo aveva afferrato

abbassando l’intera fiancata; una brusca frenata,

un rapido cambio di marcia una decisione trasferita

al volante e le ruote rifumarono nella direzione opposta.

Ma non durò molto tanta decisione, degna di

miglior causa, poiché andarono quasi a sbattere

contro un posto di blocco della polizia.

Il gigante abbassò il vetro: "Cosa succede?" chiese

indispettito all'agente che lo fissava con la stessa

aria impassibile di un pesce lesso; dietro ai suoi

occhiali da sole, questi lo fissò muto per un

istante infinito, poi rispose:"So già tutto,dovete

assolutamente seguirmi: tornare indietro è un suicidio.

Vi stanno cercando...". I tre passeggeri si guardarono

in faccia meravigliati: possibile che fossero

già stati scoperti? Il poliziotto li convinse ad

abbandonare il veicolo, giusto in tempo per non

finire arrostiti dal lampo che lo ridusse a carcassa

fumante. Salirono di corsa sul mezzo corazzato

del poliziotto che scartò un altro colpo, schizzando

verso l'alto col pilota aggrappato alla cloche

che sudava e imprecava..."Vi porteremo noi",

stava dicendo l'uomo in divisa all'affranto scienziato

che si era ritrovato tra le braccia la sua ex allieva

sconvolta dalla piega improvvisa degli eventi.

"...Abbiamo le vostre mappe e progetti,

c'è una starship che vi aspetta..." (Woodenship)

                   Capitolo II

Non erano ancora le sette, nei sogni di Lei  

l'eco delle risa e le margherite profumate

era stato soppiantato dall’approssimarsi di

un’oscura presenza, s’era alzata agitata,

sulla faccia acqua ghiacciata e mentre in

fretta si vestiva qualcuno le comunicava

di allontanarsi: era il pensiero di Lui 

Stava calzando le scarpe, un sibilo  acuto

mandò in frantumi i vetri della camera

da letto, Lei si lanciò per le scale ed aveva

ancora una scarpa in mano quando uscendo

dal portoncino, incontrò Pat, il musicista

del primo piano, che non riuscendo a

dissimulare la sorpresa esclamò:

“Ehi, quanta fretta!” “Certo” Lei rispose

prendendolo sottobraccio:

“Ho proprio bisogno di un caffè” (NoiVibriamo)

 

Il bar era pieno dei mattinieri lavoratori

agitati dall’evento che stamane  aveva anzitempo

risvegliato  il quartiere nord della grande mela.

“ E’ uno di quei mezzi sperimentali che il governo

sta provando” diceva con l’aria saccente

un’ impiegato col giornale ben aperto davanti,

“ Non sembra nostra, è un’ astronave” diceva un altro

guardando l’enorme discoide scuro obliquamente

appoggiato al palazzo. La sagoma si manifestata

ad intermittenza poi s’era stazionata sul ‘ c’è ’,

dalla nuvola di povere e fumo emergevano Pat

che stupefatto si voltava continuamente e Lei

che lo tirava a fatica verso il bar. Una luce sfocata

si avvicinava, rischiarandosi man mano sino ad

abbagliare raggiunto lo spiazzo ed atterrare,

Lui uscì dalla starship e corse ad abbracciarla poi

i tre salirono sul velivolo che si allontanò rapidamente

come era venuto. Una volta a bordo Lui spiegò:

“Hanno rotto il trasduttore di virtualità”, 

la ragazza ribelle aggiunse: “Adesso si vedranno,

e senza manco gli occhiali”  “Ti riferisci al film,

Essi vivono?” chiese uno sbigottito agente facendo

cadere i fascicoli che il capitano aveva ordinato.

Una risata echeggiò tra le sottili pareti in volo.

Intanto nel locale l’ologramma del barista, perdendo

consistenza, versò il cappuccino attraverso il giornale

direttamente sull’impiegato arrogante che poco

finemente bestemmiò in babilonese prima di rarefarsi

e mutare in alone macchiato.

Lo stupore era palpabile tra gli avventori del bar Orione,

gli habituè si guardarono sgomenti quando dalle ceneri

del ragionier  Jack Cuozzo si materializzò un sauroide

dal muso enorme ancora sporco di cioccolato.(J S)

Il cioccolato gli sporcava tutte e due le membrane

color porpora che si estendevano dal collo fino al ventre.

Con sguardo di chi cercava guai, fisso' prima il barista,

che si dissolse in un istante, e poi i malcapitati,

che gia' svelti, fecero scivolare quasi d'istinto e

silenziosamente, le loro mani sulle loro armi a io-troni,

in grado di fulminarlo in un lampo.

Ma ecco, al centro del Bar ..aprirsi

un varco spazio temporale,  circolare, perfetto

nella sua luminosita'...

le sedie iniziarono a tremare, i tavoli si sollevarono

di un paio di centimetri....la luce si annullò.  (Dafne)

Un istante dopo il sauroide s’era eclissato ed il varco

richiuso; sull’astronave madre nella sua traiettoria

costante celata dalla luna i led rossi che segnalavano

la caduta di tensione della virtualizzazione si accendevano

in serie, come su di un albero in festa.

Il crash della navicella ‘Adamo’ visibile e pesante

tanto da  aver reso  ‘pendente’ il palazzo,

l’esaurimento della parrocchia spia bar ‘Orione’,

e di conseguenza le satelliti confraternite pub, sala

giochi, negozi  ‘Pleadi’ disseminate nel territorio,

aveva reso necessario l’utilizzo massiccio del  

tunnel spazio–temporale in una vasta zona

dell’emisfero nord–occidentale  e stava pesantemente

incidendo sulla riserva d’energia della orbitante

‘mamma’ spaziale.

Si vedevano in giro per la città decine di bassi, grigi

personaggi dalla testa spropositata e le movenze

ripetitive, erano gli androidi   fuggiti dalla navicella

in panne mentre i loro dei-padroni, simili alle mantidi

terrestri ma eretti e altissimi, s’erano  precipitosamente

spostati nella loro dimensione parallela lasciandoli

soli e senza direttive.

Alcuni bambini, convinti fossero ET telecomandati,

stavano per toccarli ma erano stati prontamente

rincorsi ed allontanati dai genitori: quei cosi

puzzavano in modo terrificante!     ....(J S)

 
 
 
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