TUM TUM LA LEGGENDAENERGIA COSCIENTE |
GIOCO LETTERARIO
Si è dato inizio ad un gioco letterario
affinchè la poesia dell’Anima,
e l’iniziativa dello Spirito
dirigano Mente creativa
al non-luogo agognato
'Il gioco dell'Anima'
Commenta ed aggiungi quelli che consideri gli opportuni sviluppi.
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Da radici di terra
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dalla Madre che nutre...
Mi alzerò nella coscienza,
dal torpore dei ginocchi,
e guardandomi negli occhi
finalmente, volerò...!!!
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Post n°21 pubblicato il 13 Gennaio 2011 da joulesal
Una parentesi per chi non ne fosse a conoscenza: Sulla destra c'è un box apposito che rimandando al blog 'webpoetica' permetterà, (a chi 'stimolato' lo desidera) una lettura integrale de ' il gioco dell'Anima' suddivisa in capitoli di 995 caratteri Il gioco dell'Anima 8 e 2/4 Il contatto provocò un flash lui sentì come se gli atomi costituenti il suo corpo avessero deciso di andare ognuno per proprio conto (...W...) non era un paradosso quantistico, di fatto (J.S) Gli atomi del povero malcapitato.. aleggiavano nell'aria come nebbiolina di una mitigata giornata d'inverno. Vagavano .. ma con una certezza: 'che lo Spirito del Prof. unisse le particelle in una Presenza Superiore.. Elevata...quanto quella dell'Entità'. Questa, infatti percepì l'immane potenza delle sue capacità percettive, e ne fu stupita. Da li' a venire, eventi eccezionali stavano preparando a manifestarsi.. (Dafne) E, straordinariamente, cominciarono a farlo.. Si era risvegliato sulla sabbia, almeno così gli pareva, quella polvere che colava dal palmo della mano; ma non riusciva ad aprire gli occhi: ‘un bagliore accecante lo feriva, non appena ci provasse ’. Ad un tratto una voce accanto lo richiamò ad uno dei tanti ‘presente’ :"Ben arrivato prof.!" Era una voce non nuova. Si chiese chi potesse essere mentre faceva un ulteriore sforzo per aprire gli occhi, stavolta con successo. Li aprì schermandoli con una mano dal sole bianco accecante e si ritrovò muso contro muso con un cammello, con qualcosa che poteva ‘anche essere un cammello’: questo è troppo, pensò, un cammello che parla, forse quella vinaccia alla festa della sera prima doveva essere edulcorata..."Basta!" la voce di prima si rifece sentire, di certo non poteva essere il cammello. In effetti,vide il volto sorridente di quello che riconobbe come un suo assistente. Questi gli stava chiedendo cosa ci facesse lì, su quella spiaggia del Mar Morto... Lui, il Prof. abbozzò una risposta, ma quello non lo lasciò finire:" Vi stavo aspettando, Prof., lei forse non ricorda più, ma è da anni che scrutiamo e studiamo questo mare, alla ricerca dei mangiatori d'arsenico. Ci sono, perchè la malvagità che brancola da queste parti è parecchia...... ...Tanta cattiveria..."stava biascicando quello che, ad un tratto, gli parve un perfetto sconosciuto. Un assistente, l'aveva avuto, ma era già morto, da qualche tempo, in un incidente mai chiarito. Il Prof. lo guardò meglio, lui ed il suo cammello, gli parve di cogliere un'aura malvagia. Con la coda dell'occhio vide penzolare dalla sella del cammello qualcosa che somigliava ad un disarticolatore. Vederlo ed imbracciarlo fu un lampo. Premette il pulsante e vide l'ectoplasma col cammello dissolversi in un urlo selvaggio: erano due mangiatori d'arsenico, l'aveva scampata bella. E con la scomparsa, che aveva lasciato un insostenibile puzzo di bruciato,si rese conto che la scena era cambiata: non era più in riva del Mar Morto. Aveva davanti a sè quello che aveva tutta l'aria di essere un lago, che conosceva per giunta: c'era già stato per studiare il ritrovamento di un calendario astronomico Maya.Era stato ritrovato nella città sepolta nella giungla del Petèn:la città di Tikal! E lui si trovava adesso in riva al lago Izabal. Misterioso bacino senza emissari o immissari noti, che si alzava o abbassava di livello in modo enigmatico e senza causa apparente.. In Guatemala, che c'era tornato a fare? Era stanco di essere sbattuto ai quattro angoli dell'universo: lui voleva tornarsene al suo lavoro. Ma aveva anche fame: sull'isolotto di fronte a lui c'era Flores, un paesino su una specie di isolotto mezzo sommerso dalle acque. Attraversò la stradina semi allagata e andò a sedersi nel primo comedor che incontrò. Ordinò, ed attese che qualcosa arrivasse. Intanto,fuori era calata una fitta oscurità.Una nebbia assassina cominciava ad essere sprigionata dal lago. Strane fosforescenze iniziarono ad intrecciare come delle danze sull'acqua e tra gli alberi delle rive buie. Distratto da quelle visioni,non si era accorto di una donna che gli si era seduta al suo tavolo e di fronte. Arrivò il cameriere con la cena. Il Prof. si riscosse e la vide. La donna non gli lasciò il tempo di capire:"Perchè non si arrende?" gli disse a bruciapelo" oramai lei ha perso. L'umanità ha perso. Presto i mondi dell'acqua saranno dominati dai mangiatori d'arsenico..." ..Woodenship
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Post n°20 pubblicato il 09 Gennaio 2011 da joulesal
Leggendo ieri lo stupendo acrostico di Miya, qualcosa mi ha indotto ad aprire i cassetti non solo mentali e l’ho trovato! S pirito A nima l ibere ’ ‘ separate dall’ e go (n)ulla ’ ‘ separerà M ente dall' a rmonia Ve ne racconto la storia: Fuori della sala (c’era Braden a Milano nel maggio 2007) una piccola folla era immersa ad ascoltare, mi avvicinai e scorsi tra i musicisti un viso conosciuto quasi vent’anni prima, Salvo (SAl' 'e n' 'Ma) era intento a suonare vari strumenti con un gruppo nepalese. Cenammo insieme come avevamo fatto otto anni prima a Roma quando mi tirò per la giacca mentre passavo di fretta dinanzi ad una coloratissima formazione musicale, vestito e strumentalmente attrezzato, quella volta, in perfetto stile ‘Ande’. Ricordammo! .. eravamo giovani negli anni 90, smaniosi di suonare, comporre, conoscere. fu allora che decidemmo di farci ‘esaminare’ dalla Siae e presentare i nostri pezzi, nulla di straordinario ma a noi piacevano!. Con una banda di scalmanati girammo per pub e birrerie di mezza Europa seguendo il percorso che il mio lavoro ‘ufficiale’ mi aveva assegnato; poi le strade si divisero ciascuno tornò ‘a tempo pieno ’ alla sua attività ed ineluttabilmente ci perdemmo di vista. Mentre la mia vita si incanalava nei classici canoni sociali ‘lavoro-casa-famiglia’, Salvo, come lui diceva 'era stato graficamente codificato', s’era discostato, aveva lasciato la sua città e intrapreso quella che poi avrebbe definito la ‘Rinascita’ attraverso il mondo. Una parentesi: Qualcuno a questo punto penserà: ‘Salvo di nome e di fatto ’, viceversa qualcun altro: ‘Ecco il solito strafatto ’ , chi pensa mediando avrà formulato: 'Postumi ritardati della sbornia 68ina riemersi negli anni di piombo'. La verità non è che l’interpretazione più ‘comoda’ di una virtualità contingente quindi avrete tutti ragione! Per quanto ne so, forse mitizzando un tantino, non cercava salvezza, non desiderava droga ne amava sbronzarsi, quanto invece sapere e comprendersi non per mezzo di quanti lo conoscevano ma attraverso lo sguardo sconosciuto, i luoghi ignorati, i fonemi inesplorati; la sua magia era riuscire a suonare qualunque cosa ed usare ‘quella’ come strumento di comunicazione. Chi lo ha conosciuto l'ha descritto come: 'Uno Spirito errante mai del tutto appagato ma al contempo esilarante per la fantasia con la quale esprimeva quanto gli passava per la mente. Torniamo alla storia: Diversamente dalla cena romana, nella quale i colori che indossava facevano eco al fiume di parole che lasciava scorrere tra una portata e l’altra, in quella a Milano furono pochi gli sprazzi colloquiali; c’era un’alchimia strana in ogni sillaba espressa, come soppesata sulla lingua prima che i cancelli di smalto e le porte di carne si aprissero, era dagli occhi che sentivi giungere la marea di sentimenti inesprimibili diversamente. Prima di lasciarci tracciò qualcosa su un pezzo di carta Spirito, Anima, libere’separate‘dall’ego (nulla)’separerà‘Mente dall’armonia e nel porlo mi disse: ‘Ho ricodificato il mio nome affinché anche la materia lasciasse trasparire l'Essere.
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Post n°19 pubblicato il 08 Gennaio 2011 da joulesal
Ogni Universo era a Sé e ciascuno era in tutti. Lei era immersa e regista di questo immenso film, in cui tutto era scritto con caratteri mobili e vivi” . ( Sophia) Ma era la Genesi che avevano raccontato nel loro libro, era stata tradotta e riportata da arcaici testi che sembravano avere una ben precisa sequenza pur se ritrovati in zone archeologiche di 4 continenti diversi. Quanto seguiva era inquietante Nella pergamena Major si parlava della volontà distruttiva, degli dei non-Anima e delle loro capacità nel sovvertire dimensioni e mondi, nella pietra di Tiwanaku degli invisibili, mangiatori d'arsenico, divoratori della realtà ed artefici della virtualità, la stele rinvenuta nel triangolo delle Bermuda parlava di forze contrarie alla Coscienza, divenute sempre più potenti al fine di distruggere l’Opera Omnia che Anima desiderava e che ogni giorno Rinasceva. Il Male voleva un Impero tutto e solo suo, dove imprigionare la Luce Animica ed alimentarsi della sua infinita Energia. La datazione era stupefacente e concordante, l’archeologia astronomica era una scienza consolidata,: 26.000 anni ricorrenti almeno cinque volte come il prof aveva appurato studiando le mappe stellari accuratamente compilate nei documenti, scolpite nella roccia ed incise alla base della stele. La ciclica evoluzione animale-uomo era frutto genetico dell’impero in quanto ideale contenitore della ‘trasparente matrice di luce’ ;ma ogni qualvolta, 26.000 anni circa, l'uomo diveniva 'Essere Umano' consapevole, riconoscendo gli dei creatori e la virtualità se ne liberava. Iniziava allora il ritorno alla Realtà, la riconquista del sé Divino, Anima, Coscienza, la ribellione all’universo virtuale che sfociava nella ricerca della Fonte: Ecco che allora “Accadeva!” (JouleSal)
Ma che delirio tutto ciò! Possibile che la situazione fosse così deteriorata? Possibile che i mangiatori d'arsenico avessero rosicato le molecole divisorie tra i diversi livelli fino a quel punto? Il prof. era sprofondato nella disperazione, non ci capiva più nulla: ’cosa era reale e cosa finzione’? Forse una soluzione c'era, era stata l'entità a suggerirla, ma lui aveva paura. Ma, del resto, sia sull'astronave che in tutto quel rabbuffo di livelli che lui vedeva entrare in contatto, oppure in quel accatastarsi di anni così privo di costrutto per la sua missione... Come faceva ad essere, stare ancora su quel pianeta... Le proiezioni del mare di porpora si mostravano sempre più aggressive,doveva agire... Si avvicinò al globo tremulo che l'entità aveva indicato come la Terra e ci si buttò dentro. Il contatto provocò un flash lui sentì come se gli atomi costituenti il suo corpo avessero deciso di andare ognuno per proprio conto (Woodenship) non era un paradosso quantistico, di fatto gli atomi del povero malcapitato.. aleggiavano nell'aria come nebbiolina di un mitigata giornata d'inverno. Vagavano . ma con una certezza che lo Spirito del Prof. unisse le particelle in una Presenza Superiore.. Elevata... quanto quella dell'Entità'. Questa, infatti percepì l'immane potenza delle sua capacità percettive, e ne fu stupita. Da li' a venire, eventi eccezionali stavano preparando a manifestarsi.. (Dafne) |
Post n°18 pubblicato il 06 Gennaio 2011 da joulesal
Il professore concentrò le facoltà percettive sul nulla, sgombrò la mente dai ricordi, dai sogni trascritti, dal romanzo, dalle paure profonde ed i timori contingenti; chiuse gli occhi ed attraversò le tre fasi meditative prima di sganciarsi dalla materia e fluttuare nel suono antico dell’Ohm. Era in sintonia, la vibrazione emanata dall’entità si mostrava di nuovo dalla sinistra, dal passato .. 25.000 anni terrestri, e raccontava la ‘sua’ storia:(J S). "In Principio non v’era nulla ma il nulla già conteneva il Tutto. Nel moto silenzioso, apparentemente fermo, tutto fluiva ed ebbe inizio la Coscienza del nulla. Diede una forma al nulla e fu il caos e dal caos la Coscienza diede origine all’Anima, che già Era. Lei era la Coscienza stessa e la Coscienza era Anima! L’Anima estrapolò dal caos qualcosa e fu l’Universo. L’universo era vivace, attimo dopo attimo nascevano stelle e pianeti. Il nulla stava prendendo forma e il caos stava diventando ordine. Ma non era sufficiente alla Coscienza rivestita d’Anima. Le sembrava così poco! Decise di creare altri Universi, simili al primo, ma non uguali. Erano vicini e sovrapposti, ma ben distinti l’uno dall’altro. Erano visibili ad Anima, ma invisibili fra loro; erano udibili ad Anima, ma silenziosi fra loro e Coscienza percepiva la loro Energia, si percepiva, ma loro non potevano distinguere la propria e percepire quella altrui. Ogni Universo era a Sé e ciascuno era in tutti. Lei era la regista di questo immenso film, in cui tutto era scritto con caratteri mobili e vivi." ( Sophia) |
Post n°16 pubblicato il 17 Dicembre 2010 da joulesal
L’arrivo della gigantesca Anunnaki la nave che aveva predisposto e coordinato la colonia terrestre sin dall’inizio ricollocò, riattivando il virtualizzatore, ogni cosa al suo ‘retto’ posto; I mezzi d’informazione parlarono dei 30 minuti di follia che avevano sconvolto la grande mela e le città limitrofe con un velo di ironia spesso quanto la iuta e tanti di quei messaggi subliminali che la cosa divenne presto una ‘sciocchezza’ per l’intero paese. Nel resto del mondo si commentavano con scetticismo le immagini diffuse dal web etichettandole come ‘solite stranezze di NewYork’. Ma sulla Starship svolte mappe e progetti erano stati fatti partire i primi impulsi, gli elaboratori caricavano i dati di ritorno mentre uno speciale programma esaminando la sonorità dell’eco, filtrando riverbero e rumore di fondo, iniziava a delineare i contorni di un tratto libero dall’onda distorsiva: gli sguardi dei passeggeri e dell’equipaggio della nave stellare fissavano attoniti: una immensa distesa d’acqua purpurea percorsa da inusitate tempeste magnetiche. (J S) I"trenta minuti di follia" a cui avevano assistito sul web, minacciavano di essere dei bruscolini, a fronte di ciò che andava preparandosi sotto di loro:la distesa, all'inizio placida, ora, sotto la spinta delle tempeste, cominciava ad assumere le forme più tormentate di onde paurose che scavavano abissi vertiginosi. Il colore purpureo si era fatto plumbeo ed a fatica il sistema gravitazionale della nave le impediva di essere risucchiata e travolta. Il comandante diede l'ordine di riunire d'urgenza lo stato maggiore e gli organi più rappresentativi dei passeggeri e cominciò così il discorso: "Ho appena ricevuto un messaggio telepatico..." (Woodenship) Lui e lei si guardarono un istante e decisero di comunicare velatamente ciò che si erano letti tra gli occhi: ‘le comunicazioni telepatiche erano prerogativa delle interforze, una sorta di cuscinetto neutrale strutturato militarmente e molto potente. Avevano però posizioni diversificate ed anche se al momento si erano dimostrati protettivi bisognava comunque vigilare.La Starship era da considerare un’incognita e ne Lei, ne Lui, tanto meno Pat e gli altri sedici ospiti della nave erano armati, ma il gigante e la studente ribelle con un gesto appena percepibile fecero capire di avere un asso nella manica. Intanto al termine del discorso (JouleSal) gli ufficiali si guardarono in faccia, scambiandosi occhiate d'apprensione. Il capitano che aveva afferrato al volo, chiarì: "Forse ancora non siete stati messi al corrente che il sottostante pianeta appartiene alla categoria Solaris. Come ben saprete è una categoria di viventi assai particolari, dotati di poteri ancora tutti da indagare. Così, l'Entità che si è messa in contatto con me, mi ha comunicato che, prima di lasciarci atterrare nella nostra colonia, vuole parlare con un nostro passeggero: il Professore, esimio astronomo che ci è stato affidato, con la sua assistente e la guardia del corpo. L'Entità vuole che egli sia sbarcato da solo per chiarire alcuni aspetti della sua missione..." (Woodenship) ‘Erano quindi ben oltre la terza’ Lui stava pensando, Solaris difatti stazionava nella sesta dimensione anche se manteneva un occhio satellitare nelle dimensioni precedenti, “oppure si trovavano proprio su uno dei satelliti?” fu quanto domandò al Capitano. Questi rispose alzando le sopracciglia e mostrando le mani “ Bho?, A dire il vero non ne ho la più pallida idea” disse. (JouleSal) Nel cielo color porpora, tre soli splendevano instabili. I loro raggi si diffondevano in modo anomalo sulla strana crosta si cui poggiavano i loro piedi. Una strana nebbiolina celeste e scintillante, avvolgeva dapprima i loro piedi, sino ad arrivare alle caviglie... dove uno strano brivido, misto alla paura, faceva pensare ai malcapitati che qualcosa sarebbe successa da li' a poco (Dafne) Il Professore maledì il capitano con tutto l'equipaggio: possibile, pensava, che un essere dotato di telepatia, non riuscisse a mettersi in contatto con lui direttamente, magari nella sua confortevole cabina, mentre se ne stava con la sua ex allieva accoccolata sul suo petto? Che bisogno c'era di farlo scendere in un paesaggio così osceno per le manifestazioni perverse di... già, pensò...e se era una trappola? E se il capitano voleva solo sbarazzarsi di lui?.. (Woodenship) Mentre erano ancora a bordo i cinque avevano deciso, prima di scendere sul ‘occhio satellitare’, di operare una sostituzione. La ricercatrice, assistente del professore, operò taglio e tintura ai capelli, indossò la gonna e le calze viola di Sally che nel frattempo si struccava ed indossava i suoi, in modo da restare con Pat sulla nave. Tramite l’ultrasensibilità avrebbe mantenuto il contatto col Prof (che era sceso quindi con l’ex allieva, in vece di assistente, e Mac Njor il gigante afro-scozzese) senza perdere di vista il mezzo stellare interforze.(J.S) Il Professore, ignaro di tutti quei movimenti, perchè assorto in considerazioni a tratti sconfortanti, sguazzava nella melma rossastra fino alle ginocchia, alla ricerca di quel contatto che avrebbe dovuto chiarire una missione, fino a quel momento oscura e senza costrutto. Ad un tratto, fece uno scarto fulmineo che lo mandò con la faccia immersa nella poltiglia. Quando risollevò la testa grondante, si accorse di averla scampata bella: un seno enorme si stava sciogliendo accanto a lui, se l'avesse colpito... Un lampo doloroso gli aprì la coscienza: tutto ciò che stava vedendo era una proiezione del suo inconscio. Quelle forme oscene e putrescenti erano generate dall'Entità, ma rimandavano.. all'inconscio umano e a tute le schifezze ataviche che ci albergano. Una cosa l'aveva capita il prof.: era una partita doppia che stava giocando. Una proiezione di sè era sul ponte della nave; l'altra era lì a zompare nella sbobba color vinaccia. E sguazzando arrivò in una specie di piazza, enorme, dalla circonferenza ampia punteggiata da grossi globi di un liquido gelatinoso e fosforescente, che si sarebbe potuto dire che fossero dei modelli di pianeti. Rimase a bocca aperta per un'eternità. Poi una voce che gli giungeva dai neuroni lo strappò allo stupore: "Quelli che vedi sono i pianeti che costituiscono il cerchio primevo dell'energia dell'acqua vitale. E' inutile che ti spieghi la sua importanza, ma sappi che l'unità è in grave pericolo: hai già avuto dei segnali della potenza della volontà distruttiva, e delle sue capacità nel sovvertire dimensioni e mondi. La vita è un bene più unico che raro nell'universo impossibile ed i pianeti liquidi che vedi, ne sono detentori e propagatori nello spazio. se guardi bene, sulla tua destra, è il globo terrestre. E' lì il grosso problema:gli invisibili, mangiatori d'arsenico, stanno divorando la realtà. " La testa la sentiva come uno dei globi, gorgogliante di materia grigia che andava in tutte le direzioni, seguendo un moto ondoso che gli dava la nausea. Gli venne da pensare alla moglie lasciata sulla nave, alla sua Maja, che in quel momento faceva il suo giretto romantico con la proiezione di lui... Un po' infingarda,forse, questa entità..(WoodenShip) Lei, Maja lo sentì nel medesimo istante in cui il prof l’aveva pensata, non era una trappola, l’entità era dinanzi ai tre nella forma che ciascuno stava immaginando, erano effettivamente sullo ‘sguardo’ che le entità avevano lasciato nella quarta dimensione ad un solo ‘salto’ dalla terra. L’apprensione scemò, stringendo le mani di Pat lasciarono la plancia mentre tutto l’equipaggio era con gli occhi fissi allo schermo ed iniziarono a perlustrare la nave. Intanto l’entità aveva mandato nel ‘pallone’ Sally e Mc Njor alle prese con i loro ‘film’ interiori: l’una a guidare la più pazza astronave del cosmo, l’altro a raccogliere, con la mano enorme, minuscole more da un rovo multicolore. Il professore concentrò le facoltà percettive sul nulla, sgombrò la mente dai ricordi, dai sogni trascritti, dal romanzo, dalle paure profonde ed i timori contingenti; chiuse gli occhi ed attraversò le tre fasi meditative prima di sganciarsi dalla materia e fluttuare nel suono antico dell’Ohm. Era in sintonia, la vibrazione emanata dall’entità si mostrava di nuovo , ora dalla sinistra, dal passato .. 26.000 anni terrestri, e raccontava la ‘sua’ storia…. (JouleSal) |
Post n°15 pubblicato il 13 Dicembre 2010 da joulesal
Rispolverando dagli archivi SIAE questa canzone di SAl’ ‘e N’ ‘Ma del ’90 ho trovato sintetizzi lo Spirito col quale s’è levata l’ancora nel mare del web. L'estemporaneità distingue la trasposizione ridotta dall’originale, come quando a cena tra amici ci si diverte ad improvvisare.
N’Tango (argentino) for web Amore ascolta questo tango argentino come i pensieri di Borges Una spirale iniziata e mai finita ci aspetta al di qua ed oltre quella porta Gioco, ebbrezza, velocità Vita, morte e miracoli tra lenzuola fresche Una notte d’amore sa di vino bevuto a grappoli Di acini che tirano l’uno l’altra, l’altro l’una notte d’amore Lo spazio, il vuoto l’universo da riempire coi nostri corpi che il mare si beve. La gioia, l’invenzione momentanea e fulminante La tempesta da scatenare lanciando un treno, frenando così E’ tenerezza versata lentamente, dosata irresistibilmente Fammi sentire il tuo cuore è la vita che pulsa che puoi tenere tra le mani Lasciami vivere per un momento della tua aria, sulla tua pelle Poi dovrò ridiscendere ed andare giù dove la vita è solo silenzio. Fatti sentire vicina, più vicino, sussurrami l’amore sulle labbra ascolta ….. ‘perdilo per un attimo il mondo’ lascialo andare per un po’ da solo JouleSal SAl' 'e N' 'Ma
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Post n°14 pubblicato il 11 Dicembre 2010 da joulesal
Lo stupore era palpabile tra gli avventori del bar Orione, gli habituè si guardarono sgomenti quando dalle ceneri del ragionier Jack Cuozzo si materializzò un sauroide dal muso enorme ancora sporco di cioccolato. (J S) Il cioccolato gli sporcava tutte e due le membrane color porpora che si estendevano dal collo fino al ventre. Con sguardo di chi cercava guai, fisso' prima il barista, che si dissolse in un istante, e poi i malcapitati, che gia' svelti, fecero scivolare quasi d'istinto e silenziosamente, le loro mani sulle loro armi a iotroni, in grado di fulminarlo in un lampo. Ma ecco,al centro del Bar...si apre un varco spazio temporale, circolare, perfetto nella sua luminosita'... le sedie iniziarono a tremare, i tavoli si sollevarono di un paio di centimetri....la luce si annullò. (Dafne) Un istante dopo il sauroide s’era eclissato ed il varco richiuso, sull’astronave madre nella sua traiettoria costante celata dalla luna i led rossi che segnalavano la caduta di tensione della virtualizzazione si accendevano in serie, come su di un albero in festa; Il crash della navicella ‘Adamo’ visibile e pesante tanto da aver reso ‘pendente’ il palazzo, l’esaurimento della parrocchia spia bar ‘Orione’ e conseguentemente le satelliti confraternite pub, sala giochi, negozi ‘Pleadi’ disseminate nel territorio aveva reso necessario l’utilizzo massiccio del tunnel spazio–temporale in una vasta zona dell’emisfero nord–occidentale e stava pesantemente incidendo sulla riserva d’energia della orbitante ‘mamma’ spaziale. Si vedevano in giro per la città decine di bassi, grigi personaggi dalla testa spropositata e le movenze ripetitive, erano gli androidi fuggiti dalla navicella in panne mentre i loro dei-padroni, simili alle mantidi terrestri ma eretti e altissimi, s’erano precipitosamente spostati nella loro dimensione parallela lasciandoli soli e senza direttive. Alcuni bambini, convinti fossero ET telecomandati, stavano per toccarli ma erano stati prontamente rincorsi ed allontanati dai genitori: quei cosi puzzavano terribilmente! L’arrivo della gigantesca Anunnaki la nave che aveva predisposto e coordinato la colonia terrestre sin dall’inizio ricollocò, riattivando il virtualizzatore, ogni cosa al suo posto; i mezzi d’informazione parlarono dei 30 minuti di follia che avevano sconvolto la grande e le piccole mele dei dintorni con un velo di ironia e tanti di quei messaggi subliminali che la cosa divenne presto una ‘sciocchezza’ per l’intero paese. Il resto del mondo commentò con scetticismo le immagini diffuse dal web etichettandole come ‘solite stranezze di NewYork’. (J S) Ma…. |
Post n°13 pubblicato il 07 Dicembre 2010 da joulesal
“Tenetevi forte” intimò, voltandosi appena, l’uomo al volante, il gigante che poco prima lo aveva afferrato abbassando l’intera fiancata; una brusca frenata, un rapido cambio di marcia una decisione trasferita al volante e le ruote rifumarono nella direzione opposta. Ma non durò molto tanta decisione, degna di miglior causa, poiché andarono quasi a sbattere contro un posto di blocco della polizia. Il gigante abbassò il vetro: "Cosa succede?" chiese indispettito all'agente che lo fissava con la stessa aria impassibile di un pesce lesso; dietro ai suoi occhiali da sole, questi lo fissò muto per un istante infinito, poi rispose:"So già tutto,dovete assolutamente seguirmi: tornare indietro è un suicidio. Vi stanno cercando...". I tre passeggeri si guardarono in faccia meravigliati: possibile che fossero già stati scoperti? Il poliziotto li convinse ad abbandonare il veicolo, giusto in tempo per non finire arrostiti dal lampo che lo ridusse a carcassa fumante. Salirono di corsa sul mezzo corazzato del poliziotto che scartò un altro colpo, schizzando verso l'alto col pilota aggrappato alla cloche che sudava e imprecava..."Vi porteremo noi", stava dicendo l'uomo in divisa all'affranto scienziato che si era ritrovato tra le braccia la sua ex allieva sconvolta dalla piega improvvisa degli eventi. "...Abbiamo le vostre mappe e progetti, c'è una starship che vi aspetta..." (Woodenship) Capitolo II Non erano ancora le sette, nei sogni di Lei l'eco delle risa e le margherite profumate era stato soppiantato dall’approssimarsi di un’oscura presenza, s’era alzata agitata, sulla faccia acqua ghiacciata e mentre in fretta si vestiva qualcuno le comunicava di allontanarsi: era il pensiero di Lui Stava calzando le scarpe, un sibilo acuto mandò in frantumi i vetri della camera da letto, Lei si lanciò per le scale ed aveva ancora una scarpa in mano quando uscendo dal portoncino, incontrò Pat, il musicista del primo piano, che non riuscendo a dissimulare la sorpresa esclamò: “Ehi, quanta fretta!” “Certo” Lei rispose prendendolo sottobraccio: “Ho proprio bisogno di un caffè” (NoiVibriamo)
Il bar era pieno dei mattinieri lavoratori agitati dall’evento che stamane aveva anzitempo risvegliato il quartiere nord della grande mela. “ E’ uno di quei mezzi sperimentali che il governo sta provando” diceva con l’aria saccente un’ impiegato col giornale ben aperto davanti, “ Non sembra nostra, è un’ astronave” diceva un altro guardando l’enorme discoide scuro obliquamente appoggiato al palazzo. La sagoma si manifestata ad intermittenza poi s’era stazionata sul ‘ c’è ’, dalla nuvola di povere e fumo emergevano Pat che stupefatto si voltava continuamente e Lei che lo tirava a fatica verso il bar. Una luce sfocata si avvicinava, rischiarandosi man mano sino ad abbagliare raggiunto lo spiazzo ed atterrare, Lui uscì dalla starship e corse ad abbracciarla poi i tre salirono sul velivolo che si allontanò rapidamente come era venuto. Una volta a bordo Lui spiegò: “Hanno rotto il trasduttore di virtualità”, la ragazza ribelle aggiunse: “Adesso si vedranno, e senza manco gli occhiali” “Ti riferisci al film, Essi vivono?” chiese uno sbigottito agente facendo cadere i fascicoli che il capitano aveva ordinato. Una risata echeggiò tra le sottili pareti in volo. Intanto nel locale l’ologramma del barista, perdendo consistenza, versò il cappuccino attraverso il giornale direttamente sull’impiegato arrogante che poco finemente bestemmiò in babilonese prima di rarefarsi e mutare in alone macchiato. Lo stupore era palpabile tra gli avventori del bar Orione, gli habituè si guardarono sgomenti quando dalle ceneri del ragionier Jack Cuozzo si materializzò un sauroide dal muso enorme ancora sporco di cioccolato.(J S) Il cioccolato gli sporcava tutte e due le membrane color porpora che si estendevano dal collo fino al ventre. Con sguardo di chi cercava guai, fisso' prima il barista, che si dissolse in un istante, e poi i malcapitati, che gia' svelti, fecero scivolare quasi d'istinto e silenziosamente, le loro mani sulle loro armi a io-troni, in grado di fulminarlo in un lampo. Ma ecco, al centro del Bar ..aprirsi un varco spazio temporale, circolare, perfetto nella sua luminosita'... le sedie iniziarono a tremare, i tavoli si sollevarono di un paio di centimetri....la luce si annullò. (Dafne) Un istante dopo il sauroide s’era eclissato ed il varco richiuso; sull’astronave madre nella sua traiettoria costante celata dalla luna i led rossi che segnalavano la caduta di tensione della virtualizzazione si accendevano in serie, come su di un albero in festa. Il crash della navicella ‘Adamo’ visibile e pesante tanto da aver reso ‘pendente’ il palazzo, l’esaurimento della parrocchia spia bar ‘Orione’, e di conseguenza le satelliti confraternite pub, sala giochi, negozi ‘Pleadi’ disseminate nel territorio, aveva reso necessario l’utilizzo massiccio del tunnel spazio–temporale in una vasta zona dell’emisfero nord–occidentale e stava pesantemente incidendo sulla riserva d’energia della orbitante ‘mamma’ spaziale. Si vedevano in giro per la città decine di bassi, grigi personaggi dalla testa spropositata e le movenze ripetitive, erano gli androidi fuggiti dalla navicella in panne mentre i loro dei-padroni, simili alle mantidi terrestri ma eretti e altissimi, s’erano precipitosamente spostati nella loro dimensione parallela lasciandoli soli e senza direttive. Alcuni bambini, convinti fossero ET telecomandati, stavano per toccarli ma erano stati prontamente rincorsi ed allontanati dai genitori: quei cosi puzzavano in modo terrificante! ....(J S) |
Post n°11 pubblicato il 01 Dicembre 2010 da joulesal
Tag: gioco dell'anima, invenzione, joulesal, leggenda, narrativa, poesia, racconti, tumtum, webpoetica
Il gioco dell'Anima 4 Cominciava a perdere il contatto, anche mentale, con la terra quando uno strattone al braccio lo riportò bruscamente alla realtà-virtuale, il SUV nero era tornato e vincendo la forza d’attrazione lo aveva strappato al risucchio cinetico sbalzandolo sul rosso sedile di pelle. “ Benvenuto, maestro” un tono dolce, contrastante con la velocità folle che l’auto sosteneva per sfuggire l’oscura minaccia, lo accolse. “ Le corriamo dietro da un po’” disse. Lui ne udì solo il riverbero (JouleSal) ‘minacciosa l’ombra del passato incombeva furtiva nei reconditi spasmi soffocati in petto’, al ricordo, il rimorso si aggiunse,nell'incompiutezza d'azioni che avrebbero mutato il decorso della sua stessa vita. Il pensiero d'esser ancora una volta perseguitato dal vociferare tormentoso d'occhi inermi, gli sconquassava il petto in un grido lancinante. Lascivo sul sedile posteriore, affianco a quel pacchetto di cicche lasciato volutamente a metà (violanda 72) La voce che l'aveva accolto, non ricevendo segno alcuno, si fece più salda: " Buon giorno, prof…. più che la macchina, mi pare sia lei in panne! Accanto ha delle cicche, ne prenda una, la tireranno lucido a specchio! " Il luminare ricacciò vociferi e tormenti riaffiorando alla vista dell'affascinante ammiratrice, un tempo sua allieva, lo stava fissando con un leggero sorriso ironico sulle labbra. Abbozzò una risposta: "Non avrei potuto sperare in una salvatrice migliore" Lei si schermì:" Professore non cominci, la conosco bene, ed è improbabile che ci ricaschi, sa sono cresciuta! ". Intanto il suv correva tra ali di colline ammantate di verde ..... (Woodenship) sfocando man mano il presente “Dobbiamo tornare indietro” Lui affermò quasi esplodendo come solo adesso cosciente di quanto fosse avvenuto, “Presto!” rispose allo sguardo perplesso della ragazza come imprigionata nella rete viola delle calze “Lei è in pericolo”.. Un attimo di tensione poi: “Tenetevi forte” intimò, voltandosi appena, l’uomo al volante, il gigante che poco prima lo aveva afferrato abbassando l’intera fiancata; una brusca frenata, un rapido cambio di marcia una decisione trasferita al volante e le ruote rifumarono nella direzione opposta
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Post n°10 pubblicato il 27 Novembre 2010 da joulesal
Diamogli un titolo: Il gioco dell’Anima Ed un inizio…… Il pomeriggio tempestoso cedette il passo ad una notte stellata spinta impetuosamente da un vento di maestrale che non amava lasciare tracce. Era la sua luce a gocciolare dalle finestre nella stanza da letto dove si udiva la suoneria urlare: “mi hai programmata per svegliarti, sono le cinque, ben alzato”. Aveva iniziato un quarto d’ora prima con tono suadente e volume dispiaciuto accentuando man mano, solo ora Lui fuoriusciva dalle nebbie del sogno e materialmente si abbatteva sulla sveglia innocente con furia moderata dalla consapevolezza che quella di Lei era programmata per le sette e stava ancora prodigandosi in chakra soporiferi. Finalmente in piedi abbagliato dalla luce del bagno alza l’asse cercando di ricordare ‘cosa stava a sognare’……….(JouleSal) ..e la moglie glielo ricordò (NoiVibriamo) si era riposizionata dopo la brusca fermata che il ‘Sognatore’ , l’Intercity della verità, aveva effettuato ed il telecomando, lasciato sulle lenzuola, era caduto con un tonfo ovattato ma amplificato dalla ora silente. Avevano la notte precedente sintonizzato il soffitto digitale sul celo stellato e lanciato il dolce sfrigolio della risacca Amalfitana registrata poco prima di ripartire ..erano trascorsi tre giorni, durante il viaggio per New York ne avevano parlato…. ..ecco cosa aveva sognato! “ La precessione, l’allineamento, la porta del tempo, la scelta di restare insieme oltre l’eterno…(JouleSal) …“pensieri a ruota libera di un ‘astronomo ‘sognatore’ ” (Spitane) era stato il commento che gran parte dei quotidiani avevano fatto al libro: “Dicembre 2012 – Istruzioni per l’uso” pubblicato sul web da un paio di settimane ma da poco in libreria. Lui e Lei l’avevano scritto insieme ma firmato Ezechiele ‘astronomo sognatore ’ gran parte del materiale era stato estratto proprio dai sogni che spesso analizzavano insieme. Lei psicologa, ricercatrice responsabile del progetto Maia al ‘ New Time Department’ era odiata o amata dai colleghi al grado massimo senza via di mezzo, autoritaria per alcuni autorevole per altri, ammaliatrice o semplicemente attraente, geniale o sfacciatamente fortunata; una donna affascinante, giovane, intraprendente ora.. dormiente: dolcemente ravvolta al cuscino di lui che la salutava con un bacio ed usciva accostando piano la porta.(J.S) Lei sentiva vibrare il Cuore e fremere la candida pelle ad ogni suo pur flebile respiro o sospiro... ne conoscenza il ritmo vitale ed il profumo avvolgente quando si immergeva nel cuscino di Lui... ..l'Anima Gemella che adorava. (NoiVibriamo) Ancora dormiente Lei, nel mentre Lui le scostava, solo pochi minuti prima, i morbidi fluidi capelli per percepire ogni battito di ciglia, sognava: sognava di loro... correre felici, in un prato di margherite profumate, e l'eco delle loro risa echeggiava ancora, soavemente, (Dafne) nel buio che pian piano agiva per fare spazio al risveglio dell’assopito sole del mattino. (J:S) Guardando verso il cielo sereno di notte non è difficile sognare e, al tempo stesso, riflettere.. (SemprePazza) …Noi siamo il Vento (SorrisodiVento) è quanto Lui richiamava alla mente sfrecciando con la sua Toyauto sulla Silver Hill Road ancora deserta, il tetto trasparente mirava alle stelle che già strizzavano l’occhio ai primi timidi raggi del sole adolescente; doveva concentrarsi, non aveva molto tempo mentre dai finestrini il vento sferzava i pensieri ostinati ancora attaccati ai capelli. (J:S) Quando, ad un tratto, prima un sibilo, poi un puzzo di anatra carbonizzata, ed un fumo, degno del peggiore arrosto, lo investirono come un gancio del miglior Tyson facendolo sbandare. Per miracolo si arrestò ad un nulla dal vuoto. Allora ricordò e si maledì:troppo preso dal suo intelletto, si era dimenticato di... far controllare il livello dell'acqua al radiatore. Catturò tutte le sue stelle con una serie di imprecazioni e si apprestò a chiamare il soccorso, ma proprio in quel momento, un suv dai vetri oscurati, che pareva un'astronave, si fermò poco distante, la portiera stava per aprirsi... (Woodenship) si fermò…tornò ad aprirsi una caviglia, una gamba irretita usciva lentamente, poi si ritrasse in fretta, l’auto stridendo furiosamente schizzava via. Ma che… ..un rumore rimpiazzava quello dei pneumatici e premeva alle tempie: scura, dietro l’abbacinare delle luci, un’astronave… vera? .. era sulla testa e attraeva a se.. sempre più forte… irresistibilmente forte! Cominciava a perdere il contatto, anche mentale, c on la terra quando uno strattone al braccio lo riportò bruscamente alla realtà-virtuale, il SUV nero era tornato e vincendo la forza d’attrazione lo aveva strappato al risucchio cinetico sbalzandolo sul rosso sedile di pelle. “ Benvenuto, maestro” un tono dolce, contrastante con la velocità folle che l’auto sosteneva per sfuggire l’oscura minaccia, lo accolse. “ Le corriamo dietro da un po’" disse Lui ne udì solo il riverbero ‘minacciosa l’ombra del passato incombeva furtiva nei reconditi spasmi soffocati in petto’, al ricordo, il rimorso si aggiunse, nell'incompiutezza d'azioni che avrebbero mutato il decorso della sua stessa vita. Il pensiero d'esser ancora una volta perseguitato dal vociferare tormentoso d'occhi inermi, gli sconquassava il petto in un grido lancinante. Lascivo sul sedile posteriore, affianco a quel pacchetto di cicche lasciato volutamente a metà (violanda 72) La voce che l'aveva accolto, non ricevendo segno alcuno, si fece più salda: " Buon giorno, prof…. più che la macchina, mi pare sia lei in panne! Accanto a lei ci sono delle cicche, ne prenda una, la tireranno lucido a specchio! " Il luminare ricacciò vociferi e tormenti riaffiorando alla vista dell'affascinante ammiratrice, un tempo sua allieva, lo stava fissando con un leggero sorriso ironico sulle labbra. Abbozzò una risposta: "Non avrei potuto sperare in una salvatrice migliore" Lei si schermì:" Professore non cominci, la conosco bene, ed è improbabile che ci ricaschi, sa sono cresciuta! ". Intanto il suv correva tra ali di colline ammantate di verde ..... (Woodenship) sfocando il presente, “Dobbiamo tornare indietro” Lui affermò come solo adesso cosciente di quanto fosse avvenuto, “Presto!” rispose allo sguardo perplesso della ragazza come imprigionata nella rete viola delle calze “Lei è in pericolo”.. Un attimo di tensione poi: “Tenetevi forte” intimò, voltandosi appena, l’uomo al volante, il gigante che poco prima lo aveva afferrato abbassando l’intera fiancata; una brusca frenata, un rapido cambio di marcia una decisione trasmessa al volante e le ruote rifumarono ma nella direzione opposta. |
insieme oltre l’eterno………….(JouleSal) …“pensieri a ruota libera di un ‘astronomo ‘sognatore’ ” (Spitama) era stato il commento che gran parte dei quotidiani avevano fatto al libro: “Dicembre 2012 – Istruzioni per l’uso” pubblicato sul web da un paio di settimane ma da poco in libreria. ..?xx?.. e ..?xy?.. l’avevano scritto insieme ma firmato Ezechiele ‘astronomo sognatore ’ gran parte del materiale era stato estratto proprio dai sogni che spesso analizzavano insieme. Lei psicologa, ricercatrice responsabile del progetto Maja al ‘ New Time Department’ era odiata o amata dai colleghi al grado massimo senza via di mezzo, autoritaria per alcuni autorevole per altri, ammaliatrice o semplicemente attraente, geniale o sfacciatamente fortunata; una donna affascinante, giovane, intraprendente ora ... dormiente: dolcemente ravvolta al cuscino di lui che la salutava con un bacio ed usciva accostando piano la porta.
Lei sentiva vibrare il Cuore e fremere la candida pelle ad ogni suo pur flebile respiro o sospiro...ne conoscenza il ritmo vitale ed il profumo avvolgente quando si immergeva nel cuscino di Lui... ..l'Anima Gemella che adorava. (NoiVibriamo) Dormiente Lei, nel mentre Lui le scostava, solo pochi minuti prima, i morbidi fluidi capelli per percepire ogni battito di ciglia, sognava: sognava di loro... correre felici, in un prato di margherite profumate, e l'eco delle loro risa echeggiava ancora, soavemente, (Dafneland) nel buio che pian piano agiva per fare spazio al risveglio dell’assopito sole del mattino. Guardando verso il cielo sereno di notte non è difficile sognare e al tempo stesso: 'riflettere.. (SemprePazza) …Noi siamo il Vento ' (SorrisodiVento) è quanto Lui richiamava alla mente sfrecciando con la sua Toyauto sulla Silver Hill Road ancora deserta, il tetto trasparente mirava alle stelle che già strizzavano l’occhio ai primi timidi raggi del sole adolescente; doveva concentrarsi, non aveva molto tempo, mentre dai finestrini il vento sferzava i pensieri ostinati ancora attaccati ai capelli.
Quando, ad un tratto, prima un sibilo, poi un puzzo di anatra carbonizzata, ed un fumo, degno del peggiore arrosto, lo investirono come un gancio del miglior Tyson facendolo sbandare. Per miracolo si arrestò ad un nulla dal vuoto. Allora ricordò e si maledì:troppo preso dal suo intelletto, si era dimenticato di... far controllare il livello dell'acqua al radiatore. Catturò tutte le sue stelle con una serie di imprecazioni e si apprestò a chiamare il soccorso, ma proprio in quel momento, un suv dai vetri oscurati, che pareva un'astronave, si fermò poco distante, la portiera stava per aprirsi... (Woodenship)
si fermò…tornò ad aprirsi una caviglia, una gamba irretita usciva lentamente, poi si ritrasse in fretta, l’auto stridendo furiosamente schizzava via. Ma che… ..un rumore rimpiazzava quello dei pneumatici e premeva alle tempie: scura, dietro l’abbacinare delle luci, un’astronave… vera? .. era sulla testa e attraeva a se.. sempre più forte… irresistibilmente forte! Cominciava a perdere il contatto, anche mentale, con la terra quando uno strattone al braccio lo riportò bruscamente alla realtà-virtuale, il SUV nero era tornato e vincendo la forza d’attrazione lo aveva strappato al risucchio cinetico sbalzandolo sul rosso sedile di pelle. “ Benvenuto, maestro” un tono dolce, contrastante con la velocità folle che l’auto sosteneva per sfuggire l’oscura minaccia, lo accolse. “ Le corriamo dietro da un po’” disse…
Ancora ........ la storia crescerà con e per noi. |
‘cosa stava a sognare’……….(JouleSal)
…..e la moglie glielo ricordò (NoiVibriamo)
si era riposizionata dopo la brusca fermata che il ‘Sognatore’ , l’Intercity della verità, aveva effettuato ed il telecomando, lasciato sulle lenzuola, era caduto con un tonfo ovattato ma amplificato dalla ora silente. Avevano la notte precedente sintonizzato il soffitto digitale sul celo stellato e lanciato il dolce sfrigolio della risacca Amalfitana registrata poco prima di ripartire ..erano trascorsi tre giorni, durante il viaggio per New York ne avevano parlato….ecco cosa aveva sognato! “ La precessione, l’allineamento, la porta del tempo, la scelta di restare insieme oltre l’eterno..
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Alla leggenda penseremo più avanti
Diamo inizio ad un gioco letterario affinchè la poesia dell’Anima e l'iniziativa dello Spirito conducano la Mente creativa al non-luogo agognato. Diamogli un titolo: Il gioco dell’Anima Ed un inizio……
Il pomeriggio tempestoso cedette il passo ad una notte stellata spinta impetuosamente da un vento di maestrale che non amava lasciare tracce. Era la sua luce a gocciolare dalle finestre nella stanza da letto dove si udiva la suoneria urlare: “mi hai programmata per svegliarti, sono le cinque, ben alzato”. Aveva iniziato un quarto d’ora prima con tono suadente e volume dispiaciuto accentuando man mano, solo ora ..?xy?.. fuoriusciva dalle nebbie del sogno e materialmente si abbatteva sulla sveglia innocente con furia moderata dalla consapevolezza che quella di ..?yy?.. era programmata per le sette e stava ancora prodigandosi in chakra soporiferi. Finalmente in piedi abbagliato dalla luce del bagno alza l’asse cercando di ricordare 'cosa stava a sognare'…..
che ne direste ora di collaborare?
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Voglio raccontarvi la leggenda di TumTum, il mitico polistrumentista, della tribù Web White Wolf insediada nel sud dell'Italia; vi era stato sospinto dal vento che dallo Zambesi taglia il deserto ed il mare per spegnersi e riaccendersi di nuova foga sulla costa brasiliana. Suo padre Fuego e sua madre Agua, amerindi d'origine, pur provenendo da Siviglia erano cresciuti nel Tibet, ma vivevano da anni in quel villaggio. TumTum diede presto segni premonitori di quella che era la sua passione, o meglio, di quelle che sarebbero state le sue 'due' passioni. Difatti, se fu dapprima difficile, divenne poi impossibile per la madre allattarlo alla solita maniera: il bimbo si attaccava al seno ma rifiutava succhiarvici; amava invece, tenendo tra le mini dita il capezzolo, 'soffiare' (un operazione alquanto difficile per uno stronzetto di pochi mesi) nel farlo diventava serio e si capiva che, per quanto piccola potesse essere, l'Anima la metteva tutta lì. (la storia avrà un seguito) |
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