COME OGNI COSA CHE E' UMANA, ANCHE IL LAVORO NON PUO' ESSERE SICURO AL 100%. MA CHE SI MUOIA COME IN THYSSEN, O DI EROISMO UMANO, O SPINTI DA UNA TRAVE NON SI PUO'.
GLI INCIDENTI SUL LAVORO DEVONO ESSERE DECIMATI. DA POLITICHE SALARIALI, OCCUPAZIONALI, CONTRATTUALI.
Post n°29 pubblicato il 04 Ottobre 2007 da vignetorosso
Il professore Ficca sa come pochi che il linguaggio e la stessa mente sono strumenti dell' evoluzione(lo so, è dura ma è così): non hanno senso, se non in un'ottica evoluzionistica e sono una risposta adattiva e funzionale.
L'altro mio professore, Guccini, sa che della parola puoi fra tutto. Perchè le parole son strumenti, come la dinamie di Nobel, e come l'intelligenza, la memoria, l'immaginazione tali dovrebbero restare. Amore, tu hai mai visto... un ciabattino esser fiero delle sue lesene, non delle sue scarpe? un pittore dei suoi pennelli non dei suoi quadri? un giardiniere delle sue zappe non dei suoi fiori?
Parole, son parole, e quante mai ne ho adoperate e quante lette e poi sentite, a raffica, trasmesse, a mano tesa, sussurrate, sputate, a tanti giri, riverite, adatte alla mattina, messe in abito da sera, all'osteria citabili o a Cortina, o a Marghera. Con gioia di parole ci riempiamo le mascelle e in aria le facciamo rimbalzare e se le cento usate sono in fondo sempre quelle non è importante poi comunicare, come l'uomo solo, che fischietta dal terrore e vuole nel silenzio udire un suono, far rumore. Mio caro amore si è un po' come commessi viaggiatori con campionari di parole e umori a ritmi di trecento e più al minuto; amore muto beati i letterari marinai così sul taciturno e cerca guai così inventati e pieni di coraggio. Io non son quei marinai, parole in rima ne ho già dette (e tante, strano, ma ne faccio dire) nostalgiche, incazzate, quanto basta maledette, ironiche quel tanto per servire a grattarsi un po' la rogna, soffocati dal collare adatto per i cani o per la gogna del giullare. Poi andare sopra un palco per compenso o l'emozione: chi non ha mai sognato di provare? Sia chi ha capito tutto e tutto sa per professione ed ha un orgasmo a scrivere o a fischiare, sia quelli che ti adorano fedeli e senza intoppi, coi santi non si scherza, abbasso il Milan, viva Coppi! Amore sappi beato chi ha le musiche importanti, le orchestre, luci e viole sviolinanti, non queste mie di fil di ferro e spago; amore vago, mi tocca coi miei due giri costanti far il make-up a metonimie erranti: le gaffe proprio all'età della ragione. E sì son tanti gli anni, ma se guardo ancora pochi, Voltaire non ci ha insegnato ancora niente, è questo quel periodo in cui i ruggiti si fan fiochi oppure si ruggisce veramente ed io del topo sovrastrutturale me ne frego; chi sia Voltaire mi dite? va be', dopo ve lo spiego. E se pensate questi i vaniloqui di un anziano lo ammetto, ma mettiamoci d'accordo conosco gente pia, gente che sa guardar lontano e alla maturità dicon sia sordo perchè i rincoglioniti d'ogni parte odian parecchio la libertà e la chiamano "vagiti", o "ostie" di un vecchio. Amore a specchio, è tanto bello urlare dagli schermi, gettare a terra falsi pachidermi coprendo ad urla il vuoto ed il timore. Qui sul mio onore, smetterei di giocar con le parole ma un vizio antico e poi quando ci vuole per la battuta mi farei spellare. Eee, le chiacchiere son tante e se ne fan continuamente, tanto bello dar fiato alle trombe o il vino o robe esotiche rimbomban nella mente esplodono parole come bombe, pillacchere di fango, poesie dette sulla sedia, ghirlande di semantica e gran tango dei mass-media. Dibattito, dal vivo, miti, spot, ex-cineforum, talk-show, magazine, trend, poi TV e radio telegiornale, spazi, nuovo, gadget, pista, quorum, dietrismo, le tangenti, rock e stadio, deviati, bombe, agenti, buco e forza del destino, scazzato, paranoia e gran minestra dello spino. Amore fino lo so che in questo modo cerco guai ma non sopporto questi parolai non dire più che ci son dentro anch'io, amore mio se il gioco esser furbo o intelligente ti voglio presentare della gente e certamente presto capirai. Ci sono, sai, nascosti, dietro a pieghe di risate che tiran giù i palazzi dei coglioni, più sobri e più discreti e che fan meno puttanate di me che scrivo in rima le canzoni, i clown senza illusioni, fucilati ad ogni muro se stan così le cose dei buffoni sia il futuro. Son quelli che distinguono parole da parole e sanno scegliere fra Mercuzio e Mina, che fanno i giocolieri fra le verità e le mode, i Franti che sghignazzano a dottrina, che irridono ai proverbi e berceran disincantati: "Fra Mina e fra Mercuzio son parole, e non son frati".
Ficca, Guccini… non vedo molta distanza tra loro, se non nella data dei loro onomastici e nella stazza fisica… probabilmente non è un caso che condividano anche lo stesso difetto di pronuncia.
Non è dura pensare alla funzione adattiva e funzionale del linguaggio, sarebbe dura pensare invece alla sua funzione “ruggente” come alla funzione originale.
Eppure… quanto si parla tanto per parlare senza mai comunicare niente!!! Possibile che il silenzio faccia più paura di una parola maledetta?
No… non ho mai visto un ciabattino esser fiero delle sue lesene e non delle sue scarpe. Né un pittore dei suoi pennelli e non dei suoi quadri. E neanche un giardiniere delle sue zappe e non dei suoi fiori… esistono artigiani così? Esistono oratori fieri della loro sintassi e non della loro semantica? Il bello (e a volte crudele) può far più del sensato?
Sai che mi piace molto il testo di questa canzone, anche se non ne apprezzo la musica… ma ora che ci penso bene… aver dato una melodia “scomoda” a queste parole, è stato forse voluto…
Purtroppo ogni discorso sensato ha qualcosa di scomodo su cui poggiare…
Ti scrivo un grazie di cuore… e tu sai perché…
.. ...
Anto
Sai che si trattava di un post interlocutorio tra noi.
mi son piaciuti i tuoi commenti e le domande, a cui purtroppo conosci già le risposte.
nell'evidenziare parti di testo ho sofferto a non poter fare quel che avrei fatto se il testo avesso dovuto parlare a te di me o a me di me, ma tant'è!
mi piacciono due frasi su tutte, non posso fare a meno di riportarle:
-come l'uomo solo, che fischietta dal terrore
e vuole nel silenzio udire un suono, far rumore...
-ma é un vizio antico e poi quando ci vuole
per la battuta mi farei spellare.
veramente dovrei sottolinearla tutta, anche le parti che ancora non capisco, ma va bene anche così;
"ignorante" ma col cuore, in questo tuo,
Peppe
Le parole volano, gli esempi trascinano.
Hanno anche un altro fondamentale problema le parole. Sono sempre fraintese. Non c'è niente che non sia inteso in modo diverso da ogni persona. Spesso si vorrebbe esprimere quello che si sente, ma non si riesce; questo perche non si trovano le parole adatte, o semplicemente perchè le parole adatte non esistono. Il lessico che usiamo tutti i giorni e solo un modo approssimativo di esprimere noi stessi e communicare con gli altri. Ma spesso un gesto vale piu di mille parole
Le parole piu spaventose di questo mondo, non sono le parole pronunciate, ma quelle non dette. Quelle che non avremmo mai piu la possibilità di dire, che rimarranno sempre dentro di noi come un immenso e grande rimpianto. Le parole sono fatte, prima che per essere dette, per essere capite: proprio per questo, diceva un filosofo,
gli dei ci hanno dato una lingua e due orecchie. Spesso i termini risultano sovrapporsi nel loro manifestarsi esteriore ma assumono un significato diverso che può portare, e spesso porta, ad equivoci ed incomprensioni fra persone che magari tendono allo stesso obiettivo finale. Le parole hanno un peso e possono essere come pietre. Qualche volta facciamo delle parole un uso improprio, dimenticandoci che possono essere, appunto, dure come pietre. LE PAROLE NON DETTE A TE QUANDO HAI AVUTO PROBLEMI FAMILIARI E CHE NON HO NOTATO PERCHE' RESO CIECO DALLA DELUSIONE SONO IL PIU' GRANDE RAMMARICO PROPRIO PERCHE' PAROLE NON DETTE. E TI SAREBBE RIMASTO IL "GESTO" PIU' DELLE PAROLE... UN BACIO SINCERO
Carlo.
Sono stato a pensare ventiquattro ore su cosa scriverti, se lasciare tutto ad un "no comment", e rinunciare alla parole, oppure "parlare parlare parlare, parlarmi addosso".
di parole non dette e non sentite ne ho avute tante, come tanti; è per questo che ho smesso di credere a ciò che dicono le parole e guardo sempre a cosa ci sia dietro, anche perchè l'uomo, nel dire, è fallace per natura: sopporto perciò i "bastardo!" ad alta voce di chi mi vuole bene e non tollero invece il semplice "peppe, avresti potuto..." di chi so io, noi, tutti.
Il signor Carlo Fedele è un uomo che mi piace, non lo dico ora, i vecchi post stanno li a parlare di questo mio affetto per te, e di te, che potresti essere "tutto, niente, stronzo, ubriacone, poeta, buffone, anarchico, fascista, ricco, senza soldi, radicale, diverso, uguale, negro, ebreo, comunista" io salverei comunque solo e sempre il cuore e l'onestà intellettuale, che le vie sono diverse, ma a guardare si vede sempre la stessa metà, insieme o divisi.
e poi gli uomini di "dolore" li adoro!;-)
è un limite:tant'è. ma mi piace.
non portare rimpianti, io non serbo nulla di negativo verso te: ti farai perdonare, appena ci vedremo(e la voglia di farlo è tanta)con un abbraccio forte, diverso dall'altro, gradito, ma che mi desti solo accennato, per timidezza o per pudore, o forse perchè ai vecchi leoni riesce meglio ruggire che consolare.
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mi sto proprio ora chiedendo come si possa fare a non volerti bene: sei una persona dolcissima.
ribadendo al popolo mediatico tutto, che ho un padre in piena salute e che sono a tutt'oggi eterosessuale, ti dico solo: ti voglio bene.
Peppe
BENE, ALLORA SARò A LASCIARTI UNA SPECIE DI "NO COMMENT"... MI RIESCE DIFFICILE PARLARE QUANDO TRATTENGO LACRIME DI COMMOZIONE... ANCH'IO ADORO LE PERSONE CHE PORTANO DENTRO DI SE' IL DOLORE, QUELLO VERO O QUELLO CHE APPARENTEMENTE E SOLO APPARENTEMENTE SEMBRA VERO... :( TI LASCIO SENZA DIRTI NULLA DI PIU'. TI LASCIO E TI RIMANDO "A CASA MIA"...PERCHE' TUTTI DEVONO SAPERE.
michele....:-)
giusto più che mai. posso permettermi di fare un'aggiunta?
diceva qualcuno:"parla solo quando sei sicuro che le tue parole non valgano più del tuo silenzio".
E' bellissima, ha mille interpretazioni e intuizioni personali e credo che per metterla in pratica si debba essere un po' "al di là" di certe banalità.
abbraccio, peppe
lo penso anche io.
molte volte penso che sia meglio aprir bocca per dire boiate che aprirle per parlar serio, e ancor di più credo che sia proprio meglio in assoluto che nel dubbio si preferisca tacere.
ciao max.