Che prende la sua grazia
non nella guerra delle seduzioni negate
ma nel buono del donarsi:
nel mistero che resta dopo il sì.
Carlo Molinaro
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« Cuore | Union Jack » |
E' stata una giornata pesante.
Qualcosa non è andato come avrebbe dovuto.
Dovevamo fare delle prove e non sono andate molto bene.
Sono stanca e sfiduciata.
Prima di tornare in albergo, finito il lavoro, un piccolo rinfresco offerto da Fabrizio
che domani si sposa. Un brindisi e poi in albergo, finalmente.
Non ho voglia di cenare e nemmeno di stare con gli altri.
In certi momenti prevale la mia natura solitaria.
In questo periodo il lavoro mi sta obbligando a vivere a stretto contatto quotidiano
con tante persone e per molte ore al giorno, anche fuori dall'orario di lavoro: quando si è in trasferta è naturale cenare coi tuoi colleghi, o almeno con alcuni di loro.
Ma stasera non ho proprio voglia.
Dopo la doccia, una mezz'ora sdraiata nel letto ad ascoltare un po' di musica.
Poi penso che sono a pochi chilometri dal mare e ancora non ci sono stata.
E' tanto che non vedo e sento il mare.
Resterò in questo posto quasi una settimana, non posso tornare a Milano senza aver visto il mare!
Mi vesto, prendo l' auto e mi dirigo a Matarò, sono circa 20 km.
E' ancora presto per i catalani e anche se è sabato non c'è tanto traffico per le strade.
Faccio un po' fatica a capire come raggiungere il lungomare, che resta diviso dal resto del paese dalla ferrovia che percorre tutta la costa. Poi trovo un passaje e mi ritrovo sul lungomare. Parcheggio. In un baretto prendo una bibita e poi vado in riva al mare.
Ci sono tanti pescatori e silenziosamente mi siedo vicino a loro.
Respiro. Guardo il cielo che si confonde quasi col mare. Purtroppo la luna non c'è.
Però c'è una barchetta ferma di fronte a me. Circondata solo di blu. Il blu del cielo e quello più scuro del mare.
Mi sento un po' come quella barchetta.
Respiro e penso a Pepe Carvalho e a Charo.
Respiro e penso che sono fortunata.
Respiro e penso che domani tutto andrà bene.
foto di womanonthemoon
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