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LUPA

di tutto un pò

 

 

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ri-fletto

Post n°42 pubblicato il 18 Gennaio 2014 da lupa.mora

 

QUESTA SONO IO  LA LUPA.MORA ahahhaah

Mentre passeggiavo vicino a un lago ero irresistibilmente attratta dalle immagini riflesse.

Il tremolio dato dall'acqua scioglieva la solidità delle forme in consistenza di sogno.

L'albero, quasi nudo, si tuffava e si ribaltava giocando e annegando - come Narciso - nello specchio.

La natura replicava, simmetricamente, le sue creature autunnali esaltandone i colori.

Nel blu, il giallo era ancor più giallo. Il ruggine si esaltava.

Forse per questo, spesso, sono così attratta da tutto ciò che è replica, riflesso, specchio, sogno.

Da ciò che non è solo ciò che è.

Che vita misera avremmo se fossimo privati, d'un tratto, da tutto ciò che ri- flette.

Vetrine, laghi, fiumi, specchi, mari, pareti dei grattacieli, piatti d'argento, mari.

Se non ci fosse rimandata un'altra immagine più sfocata, tremula, alterata. Rovesciata.

Perché anch'io, quando mi specchio, non ho di me che un'immagine non " vera ": per questo, forse, ci è in fondo impossibile sapere " veramente " quale immagine diamo di noi all'altro.

 

 
 
 
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A te che sei tutto
E di tutto l’estremo contrario
Non è facile
Levare il canto
Per i molti tuoi doni
E gli insondabili abissi
Tra cui ti nascondi

 

In te
e solo in te
si confondono
regni lontani
quando dei
animali
e piante
e per ultimo l’uomo
si intrecciano
inestricabili
tra le onde dei tuoi capelli danzanti
al ritmo dei tuoi devoti
e dei suoni
che da sempre
abitano
il vasto universo

....
Sei tu che l’ebbrezza
del comune sentire
concedi ai viventi
che in cuore ti onorano
per il dono del vino lucente
che levando lo spirito
dalle strette di affanni infiniti
mette le ali alle dolci
ingannevoli attese

 

......Tu che radici
hai profonde
nella oscura
nell’umida terra
tu parimenti
nell’alto del cielo
scagli le gemme
dei fruttiferi rami
e col canto ispirato
di poeti
che del tuo sangue
si nutrono
scandisci il duro cammino
perché si sciolga
in amabile danza

Tu della vita
ci conduci ai confini
dove la nera soglia
delle tue grandi pupille
ci invita
con riso dolente
ad inoltrarci
in oscuri sentieri
che non hanno ritorno
se la dolce promessa
del tuo eterno rinascere
non ci accompagna
più amica

 
 

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