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PERDERSI PER POI RITROVARSI

Post n°43 pubblicato il 23 Gennaio 2014 da lupa.mora

"Perdersi per poi ritrovarsi" è il titolo del libro della Dott.ssa Francesca Saccà che mi ha ispirato una profonda riflessione su quanto questa affermazione sia vera.

Perdersi per poi ritrovarsi è quanto abbiamo bisogno per capire chi siamo e cosa vogliamo. Sotto certi aspetti il paradosso della vita è legato a quanti di noi sono alla ricerca di se stessi e mentre lo fanno, molti di noi, me compresa, finiscono per perdersi.

Ma cosa significa perdersi? Cosa significa esattamente ritrovarsi?

Dal mio punto di vista posso raccontarvi quanto mi è successo, posso e sento il desiderio di confidarmi sperando che ciò sia di spunto, stimolo e motivazione a quanti di voi sono alla ricerca di se stessi e della loro migliore condizione.

(Innanzitutto ci tengo a dire che, con il senno di poi, oggi sono contenta di essermi persa). Con il senno di poi però (ehehehe). Grazie al fatto che desideravo ardentemente conoscere e scoprire cosa ero in grado di fare nella vita, di mettere me stessa alla prova, di credere fortemente che nella vita avrei fatto qualcosa di straordinario, accettai di andare in contro al mio destino come se andassi incontro ad una vera e propria avventura. Un’avventura incredibile, fatta di straordinari momenti di euforia e gioia e di tremendi momenti di sconforto e sofferenza.
Un’avventura iniziata come sfida che si è poi rivelata la mia sfida più importante. Una vera e propria lotta con me stessa nella quale all’inizio, o alla fine della lotta, ne sono uscita più forte che mai.

Questa avventura, nella quale mi sono confrontata con i molteplici aspetti della vita, mi ha dato molto di più di quello che, all’inizio o alla fine della lotta, credevo di aver perso.

Fede, mistero, destino, coraggio, paura, amore, odio, bene e male, fallimento e successo, spiritualità ed esoterismo, miracoli e rosari, doni, punizioni, vittoria e sconfitta, tristezza, felicità, gioia, dolore, sconforto e demotivazione, autostima e sfiducia, solidarietà, cattiveria, talenti e limiti, conscio e inconscio, ambizione, mediocrità, genio e stupidaggine, ingenuità e astuzia, onestà, scorrettezza, invidia e gelosia, rancore e malumore, reale e finzione, sofferenza e soddisfazione, risate e lacrime, preghiere e pentimenti, verità e menzogne, veleni e antidoti.. questi sono "solo" alcuni degli argomenti che, vissuti da protagonista, mi hanno portato da una parte a perdermi (E ci credo dirai!) ma dall’altra a ritrovarmi.
Un’esperienza al di là della ragionevole sobrietà umana, tanto è stata intensa questa esperienza che oggi, ancora dopo alcuni anni, ricordo esattamente tutti gli episodi con particolare gioia e allegria e incredibile intensità. Altri invece, quelli che hanno fatto più male, li ho sistemati come pietre miliari nella mia coscienza per farne tesoro per la mia crescita e preparazione professionale.

Ma dopo questa stupefacente avventura, dopo aver visto cadere intorno a me tutte le mie certezze, le mie aspirazioni , i miei sogni e desideri di autoaffermazione, di voler costruire e fare qualcosa di importante per dare un senso alla mia vita .. un giorno, dopo tanta e tanta sofferenza, mi sono finalmente ritrovata.

Ora quello che molti di voi si domanderanno è: "ma per trovare se stessi bisogna passare e attraversare tutti i gironi dell’inferno?" E’ una domanda giusta!

La risposta è semplice ma è costituita da un’altra domanda: "cosa sei disposto a fare per trovare te stesso?"
All’epoca, quando decisi di incontrare me stesso e di andare alla ricerca di me stessa, ero veramente (e lo credo ancora) disposta a fare tutto il possibile. Perché? Perché non c’è mai stato dentro di me un desiderio più forte. Una spinta motivazionale e di "fede" che mi ha portato ad entrare in un mondo magico fatto di eventi straordinari, ricchi di spessore e di profonda conoscenza. Un mondo magico come un viaggio della mente lì vicino ai confini della nostra mente. Un viaggio che, quando è finito, mi ha lasciato tanto, anzi tanta .. sofferenza! Almeno per un certo periodo. (Niente però rispetto alla mia vita)

Perdersi per ritrovarsi non è un viaggio semplice, sarei cordialmente ipocrita con me stessa se dicessi il contrario. È un viaggio alla scoperta di se stessi, e molte cose di noi, soprattutto quelle che non conosciamo e che scopriremo, non sempre potrebbero piacerci.

Come sempre però, in queste esperienze di vita, il risultato è quello che conta. Si perché oggi, grazie a tanta sofferenza, ho imparato molto di me stessa. È vero che ho dovuto, dopo la fine della lotta, studiare e preparare me stessa al meglio.

Quando si esce da una crisi o si è nel bel mezzo di un viaggio alla scoperta di se stessi, ricordati sempre che quello che apprenderai andrà conservato e tenuto come un tesoro. E se desideri essere e sentirti una persona migliore, nonostante ti siano passati sopra trecento caterpillar, per vincere questa sfida, devi studiare e insegnare a te stessa come utilizzare al meglio quello che la tua esperienza ti lascia come dono. E quindi, tu che ora stai leggendo, e che ti starai magari immedesimando in questa storia, sappi che se lasci che un evento o una serie di eventi, passati tra l’altro, ti condizionino la vita nel presente .. sappi che una soluzione c’è!

Io posso darti la mia di soluzione .. ma mi sento di dirti che da me puoi avere stimoli, spunti di riflessione, puoi avere suggerimenti, strategie e quant’altro che ti spingano ancora più forte verso la tua personale autorealizzazione. Puoi avere un confronto con il quale nutrirti di quell’energia indispensabile per affrontare la lotta con tenacia e determinazione. La vera soluzione però è già dentro di te! E quello che, in qualità di coach posso fare, è aiutarti ad estrarla.

Comunque .. oggi mi sento di essere sulla strada giusta .. fatta di conferme e di ricerche. L’esperienza passata, quell’esperienza che credevo che mi avrebbe portato a conoscere e scoprire me stessa, mi è stata di grande insegnamento. Mi ha portato li dove non avrei mai immaginato. Dentro me stessa. E quando sono arrivata in fondo ho preso il mio tesoro o dono più grande che avessi mai sperato di ricevere. Ho taccato la mia anima e mi sono sentita e scoperta per quella che sono.

Ora che sono tornata nel mondo ordinario, che mi sono perduta e ritrovata, ho deciso che questa esperienza e i doni ricevuti servissero a qualcosa. Troppo facile limitarsi a dire che sono solo esperienze. C’è molto di più. Così la mia forza è aumentata (forza mentale), la mia fiducia e stima sono cresciute, la motivazione è presente costantemente e mi sento una persona allineata e centrata su se stessa.

Ho deciso così di iniziare a sviluppare quei doni che la vita mi ha regalato per dare un senso profondo a quanto accaduto. ! 
 
 
 
PS: Perdersi nella ricerca di se stessi, per poi ritrovarsi più forti di prima!

 

 

 

 

 


 

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Commenti al Post:
mikelsolare
mikelsolare il 23/01/14 alle 09:51 via WEB
Caspita, hai scritto un vero trattato di psicologia, davvero da profonda riflessione. Tuttavia mi sfugge cosa hai realizzato per quanto ti è accaduto.. A presto un abbraccio..Buona giornata :-)
 
 
lupa.mora
lupa.mora il 23/01/14 alle 13:38 via WEB
Ciao Mikè non'è un trattato di psicologia...,la chiamerei una grandissima profonda riflessione. Ti sfugge cosa ho realizzato in quanto non conosci e non mi conosci , quindi, non puoi capire. L'unica cosa che ti posso dire che se oggi sono la donna che sono,è dovuto al ritrovare ciò che avevo perso, cioè<<ME STESSA>>.Baci lupa.mora
 
volod_ja
volod_ja il 24/01/14 alle 14:51 via WEB
Talvolta incontriamo un piede dall’altro lato della pagina per farci capire che non si scrive ma si cammina e che dobbiamo appuntare le matite in cima alle scarpe. Talvolta una pietra si sveglia nella notte perché la si lanci, talvolta forgiamo anelli con sale e con latte, talvolta mangiamo una zuppa di fiori con un ciottolo nero al posto del pane, Talvolta una sola nuvola spopola il cielo, Talvolta il riso ride del nostro riso e diventa una farfalla cattiva che pesca il cielo con un filo. Talvolta la nostra casa è inabitabile. Talvolta la compagna che sorveglia la montagna domanda una parola d’ordine a un vestito appeso a un lampo. Talvolta le domande girano come corde e attaccano le domande: Dove vai? Come ti chiami? Dove si trova il secondo fiume? Chi è l’uomo che ha lasciato il suo vestito appeso al lampo? Talvolta chi mostra il piede è invitato a camminare senza scarpe. Talvolta archiviamo una scarpa in biblioteca, accanto a un libro e a un fucile. Talvolta ficchiamo un libro in una scarpa. Talvolta beviamo in una scarpa, perché non abbiamo un bicchiere. Talvolta usiamo la nostra scarpa destra per piantare un chiodo nella nostra scarpa sinistra. Talvolta ci leviamo le scarpe per perdere la strada. Talvolta camminiamo verso una scarpa, che ha in custodia un’altra scarpa. Talvolta camminiamo senza i piedi. Vladìmir
 
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Tu della vita
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