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Criterio Baglioni

Post n°389 pubblicato il 04 Aprile 2011 da Neurone_in_Affitto

"Bandiera vecchia fa... buon brodo! No, quella solo se la avvolgi intorno ad una gallina, così non prende neanche freddo"
Questi ed altri luminosi pensieri affollavano la mente di Criterio Baglioni che cercava di stemperare la tensione pre-concerto ricordando vecchi proverbi, senza riuscirci troppo bene.
Era questo l'ultimo concerto di un tour che lo aveva portato in tutt'Italia, spinto dall'enorme successo riscosso dal suo ultimo album, "Quella tua moglietta Fina", contenente l'onomina canzone che lo aveva fatto vincere il festival di Sanremo (e una nomination a quello di SanScemo), battendo in una feroce lotta all'ultimo televoto 2 enormi successi quali "il cieco in una stanza" e "prole prole prole".
Le ultime tappe lo avevano portato in montagna, cosa che oltre ad avergli provocato un raffreddore (non era abituato) gli ha fatto anche scoprire località che aveva sempre creduto di fantasia, quali Santa Caterina Valfurva, Mitralica e Carrapipi. "Che razza di posti, se esistesse, assegnerei loro il punto scaxxo alla fantasia" aveva pensato prima di ogni concerto in uno di quei posti, ispirato da una fantomatica presenza fornitrice di tali punti scaxxo chiamata a_deade che continuava ad urlare "forza rossi" nella sua testa.
Fortunatamente per lui, Bolzano era una località a lui nota, e avrebbe evitato clamorose gaffes almeno quella sera.
Il concerto fu un vero trionfo, degna conclusione del tour.
Criterio era soddisfatto sia per la sua performance, sia per essere giunto finalmente alla fine del tour, che lo aveva stremato.
Stava pensando di godersi delle meritate vacanze, o a Parigi, nel Grand Hotel Montparnasse, per sperimentare il rivoluzionario letto verticale e i bagni senza mutande, o in Cerolacchia, ma il problema era riuscire a reperire i depliant con relativi listini prezzi, poichè erano luoghi "di nicchia". Ricordava le bestemmie che gli aveva tirato dietro l'operatrice Valtour quando si era presentato chiedendo informazioni della Cerolacchia, ed era deciso a non ripetere l'esperienza. Come immagino abbiate capito, Criterio aveva dei seri problemi con la geografia.
La sola agenzia viaggi in grado di dargli risposte convincenti, o quantomeno, meno insultanti, fu la "Zoetebier travels" che gli preparò un fantastico safari ad Ougagadougu. Tuttavia Criterio non riusciva a capire perchè per andare in quel posto sperduto si dovesse passare dallo Zambia, e con bagagli rigorosamente rotondi. "Meglio non farsi troppe domande, o mi spediscono in Chihuahua" pensò, mentre si recava in un negozio Samsonite alla ricerca di qualche valigia tonda adatta all'uso. Ovviamente non la trovò, ma non si perse d'animo e valutò le alternative: costruirsi una valigia o cambiare meta. L'angustioso pensierò lo accompagnò per tutto il viaggio di ritorno, fino alla sua casa di Roma, sul colle Barboncino, decidendo quindi di mollare lo scomodo safari per un più tranquillo viaggio in Australia per assaggiare la Koala Cola.
In Australia Criterio trascorse 2 rilassanti settimane, e riuscì persino a vedere dei cammelli col becco, smentendo quindi il suo amico Matthew Schiattammuort, convinto che la foto di Diodato Ramazza fosse in realtà una bufala di Photoshop.
Al rientro a Roma si tuffò anima e corpo nella stesura del suo nuovo album, deciso a dare una svolta internazionale alla sua carriera: aveva infatti deciso di comporre testi esclusivamente in inglese, e proporre duetti con alcuni grandi nomi della musica internazionale, quali il dj cinese Mao Tse Tunz, Joe Cocker, giusto per chiedergli come gli fosse venuta l'idea di fare un concerto solo per cani, e naturalmente Matthew Schiattammuort, per il quale stava studiando dei pezzi in cui potesse intervenire col suo violino.
L'idea di Criterio era davvero ambiziosa, per quanto strana: narrare la vita del fuorilegge Billy the Kid, suo grande eroe, in musica. Dagli albori della leggenda descritti in "a ciascuno il sugo" (in cui si narrano i suoi inizi come cuoco),fino all'ultimo pezzo, che con molta fantasia aveva già intitolato "Lazy the Gavettoner" in onore dell'uomo che riuscì ad ucciderlo. Il problema era convincere gli artisti di supporto, ma contrariamente alle previsioni accettarono tutti con entusiasmo, soprattutto Mao, nonostante qualche problema nel fargli capire il senso dei testi.
Un dettaglio del suo nuovo album di cui non aveva accennato nulla a nessun collaboratore, era la sua intenzione di inserire alcune ghost track, in cui avrebbe recitato in musica dei proverbi a lui tanto cari, quali "chi nasce quadrato non può morire tonfo", "la cavalla perse la monta" e "chi ha mal di pancia caga".
L'album uscì e fu un grande successo, 15 settimane di prima posizione nelle classifiche di tutto il mondo, contrastato solo da un album di due artisti emergenti, Capitan Uncino e Teddy il Sorcio, raccomandati alla ENI da Geronimo Stilton. Il successo fu tale che Criterio e il suo gruppo tennero un concerto addirittura nel porto norvegese di Hammerfest, durante l'incredibile fenomeno del sole che tramonta ad Est, evento che Criterio fotografò e decise che sarebbe stata l'immagine di copertina del suo prossimo album, qualunque fosse stato.
Nel mondo il cantante divenne un personaggio di primo piano, e in Italia il suo pubblico più grande divenne la Guardia di Finanza, a caccia dei suoi tesori nascosti in qualche silhouette fiscale, ma tutto ciò che di illegale trovarono nei suoi possedimenti e prontamente sequestrarono furono le sue 2 auto, una Lancia Nulla e una Autofianchi.
Schifato dal sequestro delle auto e dalla situazione italiana generale (ricordando che giusto il giorno prima del fattaccio delle sue auto, Rin Tin Tin era stato nominato senatore a vita), decise di prendere la residenza a Montecarlo, e di vivere nel suo yacht, appena comprato, dal buffo e ovvio nome di "Cosa che galleggia".

 

Secondo breve capitolo della folle saga dei racconti tratti dalle nostre serate squizzarole. Questa volta ho raccattato vaccate in serie dalle pagelline di varie serate, quindi sentitevi tutti chiamati in causa. Seguiranno altri capitoli, tanto ora che metto insieme 6 anni di cazzate...

 
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Ode squizzarola...

Post n°388 pubblicato il 15 Febbraio 2011 da FaMinore

Visto che settimana scorsa cadeva il compleanno dello squizz (e con i server del menga che ha libero prima o poi era evidente che sarebbe caduto pure lui...), in attesa di finire le pagelline ho buttato giu questa cronistoria in versi della serata (anche un omaggio a Beren75, che per primo ebbe l'idea anni fa)

Giovedì, sera d'usual tenzone
che decennio ha oramai varcato;
pur se lo ritardo è tradizione,

l'orario, bene o mal, è rispettato.
Pie' veloce, ma solo nel calcetto,
lo masterizzator che a Sapri nacque,

spiega ogni risposta con diletto,
e già alli ginocchi latte giacque.
Lungi dal finir giornata mesta,

welly, trafelata, e'n storta piega,
entra, legge a schermo e poco resta:
"E fate senza me, che ve ne frega?"

Fulmineo sfancular ci sbarrò gl'occhi
qual volpe istupidita da fanali.
Partita cominciam, se no i rintocchi

in zucche muterann'i genitali!
Domande peculiari e ricercate:
Il musico tapino fu imballato

da fieno di svariate tonnellate;
il virus che, ahimè, fu sì sfigato,
da darsi in subaffitto a un similare.

Faraday augel non mise in gabbia,
di ciò lo conduttor si par beare:
mal comune scioglie in ghigno rabbia,

così lo suo fringuel può consolare.
In ogni loco ovini van colmando
l'elvetico dipinto - fa cagare

Le questioni rivan gli augel chiamando
ch'anche Ade diletto aver ne possa:
sfida al femminile ma, lookina,

(e par'esser prerogativa rossa)
rivolge'l suo interesse a bestia equina.
Si narra intanto pure d'un tapino,

lo crucco professor di matemate
che, a fama, di Carneade fu'l calzino,
cercò immortalità nel dir minchiate.

Il caos deflagra per lo fumettaro
malefico individuo in concezione,
che zelo d'un italico notàro

un Tampax rese poi per traduzione.
Fasti postumi pe'l greco lottatore:
appellavasi Arrichione; il fato

in nome e'n sport serbò lo disonore
d'esser preso comunque incaprettato.
I ceci che gabbarono li Franchi,

Nel sole di Trinacria, o'n Lombardo,
sanciscono la chiosa per gli stanchi:
Tutt'a nanna, che l'orario è tardo.

 
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Febbra in Padania

Post n°387 pubblicato il 26 Gennaio 2011 da febbra

Come promesso a Faminore, pubblico il resoconto della breve trasferta milanese pagelline-style.   :)

Febbra in Padania. Pagelline semi serie del viaggio a Milano 24/1-26/1.

 

Voto 10 all’anonimo inquilino del sesto piano di un palazzo presso Milano Lambrate il cui balcone è vistosamente addobbato con una bandiera del Napoli. Mi sono sentito subito a casa.

Terra mia


Voto 9 alla nebbia, elemento imprescindibile della Pianura Padana che ho rivalutato quando ho viaggiato in auto sulla cosiddetta Cassanese e sulla Tangenziale Est. Il mio amico ingegnere tuttologo ha commentato: ’Vedi tutta questa nebbia? Se ci fosse nebbia dappertutto nel mondo guideremmo tutti con prudenza e non ci sarebbero più tutti questi incidenti per le strade’. Il santino di San Cristoforo sul cruscotto ha visibilmente annuito.

Distanza di sicurezza


Voto 8 agli amici gay e francesi che ho conosciuto in quantità decisamente insolita a Milano per esserci stato solo due giorni. Il fatto che alcuni di loro potessero coincidere è del tutto trascurabile (quest’ultima riflessione la devo a Faminore). :)

Pays che gay


Voto 7 al misterioso ‘foglio di minuta’, elemento a me del tutto ignoto consegnatomi insieme a gomma e matita prima del test psico-attitudinale numerico. Solo alla fine del test ho scoperto trattarsi del foglio di brutta, dove si potevano scrivere manualmente le operazioni, per le quali ho usato la superficie stessa del banco senza pormi nessun problema, tanto secondo me ‘mica me l’avevano dato il foglio di brutta ???’

Logica


Voto 6 a tutte le Porte di Milano: Porta Genova, Porta Venezia, Porta Ticinese, Porta Nuova, Porta Garibaldi e chi più ne ha più ne metta. Il fatto che siano tutte aperte giustifica i continui spifferi d’aria fredda che si avvertono in questa città.

Si prega di chiudere


Voto 5 alla stazione metro di Loreto, una via di mezzo tra il labirinto del Minotauro e i disegni architettonici di Escher. Sono sicuro che c’è gente lì dentro che ci vive, essendosi ormai rassegnata a trovare l’uscita o l’accesso alle banchine dei treni.

Prossima fermata l'inferno


Voto 4 all’architetto della Stazione Centrale di Milano, e sottolineo Milano, il quale sul muro di fronte all’uscita dei binari 12 e 13 ha fatto scolpire la lupa romana che allatta Romolo e Remo con ai lati due enormi sigle S.P.Q.R. incise nel marmo. Sono giunto a due conclusioni plausibili: o l’architetto in questione era un romano nostalgico oppure la stazione si trovava originariamente a Roma, fu disassemblata, trasportata per via fluviale e terrestre a Milano e riassemblata in loco, tipo Statua della Libertà.

Legoland


Voto 3 ai dottori Z. e B. che mi hanno esaminato in una stanza senza finestre con una lampada sparata in faccia tipo interrogatorio di Scotland Yard, dicendomi alla fine: ’Se torna per il secondo colloquio, la esamineremo più accuratamente’, sfoggiando la stessa espressione di Montgomery Burns quando dice ‘Eccellente!’ . In quel preciso istante non ho potuto fare a meno di pensare: ‘Ma dove sono capitato?’

The dark side of the room


Voto 2 al vistoso edificio posto tra Cascina Gobba e Vimodrone, nitidamente riconoscibile dal tetto rotondeggiante a spirale illuminato a intermittenza sul quale troneggia una figura antropomorfa con le ali spiegate del tutto simile all’Angelo Sterminatore. Tutte le volte (tre o quattro) che sono venuto a Milano l’ho puntualmente visto e ho pensato che la fine del mondo è vicina. Qualcuno prima o poi mi dovrà spiegare che cos’è e chi o cosa ospita al suo interno.

Ricordati che devi morire


Voto 1 alla tipica espressione lombarda ‘Cus’è che ga di’?’ o qualcosa del genere, rivoltami almeno in tre occasioni, tutte e tre mentre stavo facendo interessanti commenti sulla cucina milanese.

Non si parla con la bocca piena


Voto 0 al cinese che mi ha tampinato in metro tra Lambrate e Cimiano deciso a vendermi a tutti i costi un’elica volante glitterata, ripetendo con insistenza: ‘E’ bella pel fillio! E’ bella pel fillio! E’ bella pel fillio!’. L’innocente replica ‘Non ho figli, ma se mi convinci questa signorina (seduta vicino a me, perfetta sconosciuta) a farne uno, la compro immediatamente’ ha fatto volatilizzare il cinese, la signorina e la maggior parte delle persone presenti in quella carrozza nel giro di dieci secondi netti.

Umorismo fuori luogo

 

 
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Cosa può nascere da una raccolta di perle? - Deliri di un Neurone dopo 2 ore di quiz

Post n°386 pubblicato il 16 Gennaio 2011 da Neurone_in_Affitto

La nebbia regnava sovrana nella cittadina di Palo, resa celebre per un incredibile gol sbagliato dal bomber della sua squadra di calcio, che dichiarò di aver colpito apposta il palo per assonanza con la sua cittadina (la dichiarazione del giocatore

"palo nel senso di palo no nel senso di atletico" è considerata un perno del filone gaffesco contemporaneo).Tutto quel che si ricorda di tal giocatore, oltre alla già citata dichiarazione, è un soggiorno nella ridente cittadina di Buttapietra, nel Veronese, accompagnato da alcuni tifosi che hanno interpretato alla lettera il nome del paese, come lui fece pochi giorni prima.Approfittando del brutto tempo, lo scrittore italo-americano Matthew Schiattamuort stava raccogliendo le idee per il suo prossimo libro, sicuro che gli sarebbe valso il Pulitzer, se avesse ritrovato l'ispirazione. "Ho il blocco dello scrittore - pensò tra sè e sè - se voglio il Pulitzer devo assolutamente farmi venire un'idea, che non sia quella di uccidere mia moglie".Matthew aveva infatti litigato giusto qualche ora prima con la moglie, Orsca Tatangelo, che insisteva a volere invitare per cena i suoi fratelli Mycroft e Arturo Meis, che lui non poteva sopportare. I 2 odiosi fratelli avevano l'abitudine di spazzolare mezza dispensa a testa e lamentarsi di non essere mai pieni, nonostante Orsca e Matthew ogni volta preparavano cene sempre più sostanziose."Ma chi te lo fa fare, Orsca, lo sai che razza di squali siano quei 2 (certo, tu sei un'orca, giusto parenti tuoi potevano essere, pensò) e con sta nebbia non possiamo manco andare a far la spesa"La risposta di Orsca non si fece attendere: "Anzichè cercare di scrivere altre puttanate come le avventure del Barone Osso e l'Osvaldo Furioso, potresti armarti di pazienza e andare a prendere 2 cose"Non aveva tutti i torti la donna, d'altra parte era già andata vicina alla richiesta di divorzio quando il marito le dedicò il libro "Così parlò Bellapista", riferito ai trascorsi di tossicodipendente di lei, ma lui era inamovibile, doveva scrivere il libro, o almeno iniziarlo.Poichè la situazione insostenibile, Matthew decise di rassegnarsi ed uscire, di certo avrebbe pensato meglio in mezzo alla nebbia che tra le urla della moglie.Si alzò dalla sedia e inciampò su uno dei gatti, Assafangal, rischiando una brutta caduta. Gli epiteti pronunciati durante quei centesimi di secondo, benchè simili, nel suono, al nome del felino, non sono ripetibili.Evitati gli agguati degli altri 3 felini, Zuzzino, Pipo e Whispy, riuscì ad uscire da quella che di colpo si era trasformata da una casa ad una trappola. Nei primi minuti di cammino verso il supermercato, Matthew continuò a chiedersi come cavolo gli era venuto in mente di affibbiare tali nomi ai suoi gatti, e ripensò poi all'immensa cultura sfoggiata dal suo amico che l'aveva aiutato nella scelta.Gennarino Pipitone, superstar del cinema che aveva raggiunto la fama con un remake di Sherlock Holmes, gli aveva detto, un impeto di genio: "chiamali coi nomi dei 4 evangelisti, così avrai 4 felini celebri". Casualmente, il libro scritto subito dopo aver battezzato così sapientemente i suoi mici, fu "Il vangelo secondo a nessuno". Arrivato al supermercato, comprò qualche cosa al volo, senza badare alla lista fornitagli dalla moglie, che conteneva gli ingredienti per preparare un piatto tipico irlandese, seppur ispirato da un personaggio televisivo italiano, l' O'Sbiruleen.Resosi conto dell'errore, fece appena in tempo a recuperare gli ingredienti corretti e a tornare a casa, mentre la moglie, nell'attesa, stava guardando il film "Oggi pesce, ispettore Callaghan", scaricato poche ore prima da Emule; convinta fosse un poliziesco, aveva apprezzato le prime scene all'interno del commissariato, rimanendo poi sconvolta dall'accoppiata Clint Eastwood - Rocco Siffredi, che interpretava un pescivendolo molto particolare, testimone di un omicidio.Matthew non fece molto caso al film, e posata la spesa sul tavolo si diresse verso la mansarda: la nebbia pareva dare tregua, e aveva deciso di aspettare gli sgraditi ospiti dedicandosi alla sua maggiore passione, dopo la scrittura, ovvero l'astronomia. Col suo telescopio stava cercando, inutilmente, di trovare la misteriosa stella Fogg, descritta nel libro di astronomia "Il giro del mondo in 80 giorni" regalatogli da un suo collega scrittore nonchè astronomo di fama mondiale, Diodato Ramazza."Merda, neanche oggi riesco a trovarla, inizio a credere che Diodato abbia preso fischi per fiaschi, come quando mi mandò quella foto di un cammello australiano col becco".Lo scrittore si rassegnò, e scese per preparare la cena insieme ad Orsca, fischiettando gli ultimi successi dei Maghi di Gerusalemme, ovvero "Va' dove ti porta la cometa" e "Il bue e l'asinello".La cena, nonostante l'evidente astio tra Matthew e i cognati, scorse via tranquilla, e dopo che gli ospiti lasicarono casa Schiattammuort, Matthew tornò nella mansarda-studio, dilettandosi col suo violino: era orgoglioso della sua abilità, maturata tra studi classici e qualche anno da autodidatta. ""per suonare bene un violino ci vogliono anni e anni di appostamenti" pensò " ma alla fine i risultati ripagano sempre".La moglie non ne era troppo convinta, e si era rifugiata in camera a guardare L'issola qulla là, di Stevensono, finchè il sonno non la colse, facendola addormentare sul divano per la gioia del marito che si guardò bene dallo svegliarla per portarla a letto.Matthew terminò la giornata leggendo qualche riga del Fumati Pascal, un sapiente prontuario su sigari e droghe leggere frutto della collaborazione tra il tuttologo Diodato Ramazza e L. Pirandella, fonte di ispirazione per il Nostro, nonchè causa del suo vizio del fumo.Si fece una canna propiziatoria, e andò a dormire, pensando che il giorno dopo avrebbe dovuto passarlo a pulire ben altra canna, quella fumaria, rimasta intasata.



To Be Continued... o forse no.
Si ringrazia febbra per la fornitura di perle ispiratorie.

 
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Come minacciat... ehm... promesso ieri sera...

Post n°385 pubblicato il 22 Ottobre 2010 da FaMinore

Ecco, per chi non se lo ricordasse (mi pare d'aver capito quasi tutti) il video di Jordy

 
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