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Un verso al giorno
Poiché tutto quello che è nato da Dio vince il mondo; e questa è la vittoria che ha vinto il mondo: la nostra fede. Chi è che vince il mondo, se non colui che crede che Gesù è il Figlio di Dio? 1Giovanni 5:4,5
Conoscere Gesù seriamente. |
Ognuno di noi quando si mette in comunione con Dio cerca di esternare con tutto il suo cuore le circostanze, i bisogni e le difficoltà in cui si trova.
Probabilmente la nostra impazienza, i nostri pensieri e i nostri desideri quotidiani, impediscono questo filtraggio. Gesù ci indica di ricercare la tranquillità e la serenità, ovvero di accostarci a Lui in segreto, dentro la nostra cameretta (Matteo 6:6). Segreto è sinonimo di nascosto, privato.
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"SIGNORE, tu mi hai esaminato e mi conosci" DIO TI CONOSCE Si racconta di un uomo che nel dopoguerra aveva una bella Ford, una delle poche automobili in circolazione a Detroit in quei tempi. Un giorno il veicolo si ruppe: il proprietario aprì il cofano, si sporcò le mani, ma non riuscì a farla ripartire. Un passante si fermò, mise le mani al motore dell'auto ed in un minuto la fece ripartire. Chi era quest'uomo? Come faceva a conoscere il problema della macchina ed a risolverlo così presto? Prima di andare via, si presentò: "Henry Ford" l'inventore di quel motore e fondatore della famosa "Ford Motor Company". Chi conosceva quella macchina meglio di lui? Chi conosce il tuo cuore meglio di Dio, il tuo Creatore? Nello stesso Salmo lo scrittore afferma: "Tu sai quando mi siedo e quando mi alzo, tu comprendi da lontano il mio pensiero. Tu mi scruti quando cammino e quando riposo, e conosci a fondo tutte le mie vie. Poiché la parola non è ancora sulla mia lingua, che tu, SIGNORE, già la conosci appieno. Tu mi circondi, mi stai di fronte e alle spalle, e poni la tua mano su di me. La conoscenza che hai di me è meravigliosa, troppo alta perché io possa arrivarci" (Salmo 139:2-6). Il Signore ti conosce come nessun altro, cellula per cellula e pensiero per pensiero, pertanto non nasconderti da Dio, ma nasconditi in Dio ed Egli rimetterà "in moto" la tua vita spenta.
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"La tua parola è (Salmo 119:105) Lo scrittore di questo salmo definisce la Parola di Dio indispensabile per la buona riuscita della sua vita. Anticamente i viaggiatori notturni, se erano impossibilitati a tenere la lampada nelle mani a causa dell'eccessivo bagaglio, la legavano al piede destro; così, ad ogni passo, una nuova zona del sentiero era rischiarata. In prossimità dell'arrivo alla città dove erano diretti, erano incoraggiati dalla luce che proveniva dal centro abitato. In questo passo il salmista parla del conforto che ogni giorno trova nella Parola di Dio; anche lui si sente "in viaggio" e, nonostante che le tenebre lo circondino, sta cercando di arrivare alla città il cui architetto e costruttore è Dio stesso. A volte è stato scoraggiato e tentato di lasciare il sentiero che sembrava diventare troppo duro, ma ha trovato sempre conforto nella luce della lampada che si è legato al piede e, alzando lo sguardo, attraverso "la parola profetica" che risplende in luogo oscuro, gli è stato dato di intravedere la città cui anela. Egli sa che deve tutto alla Parola di Dio e da essa continua ad attingere per i suoi bisogni giornalieri. Leghiamo, per mezzo della fede, la Parola al nostro "piede" e, mentre camminiamo, scrutiamo nelle preziose promesse che Dio ci ha fatto per il futuro. Troveremo conforto nel constatare che manca ancora poco e saremo arrivati. |
Devi morire!
Non v'è alcun dubbio che in questo passo Cristo stia parlando di Sé stesso: della Sua "discesa", della Sua morte espiatoria e della "fecondità" del Suo sacrificio. Egli è "caduto in terra", "è morto" e, essendo stato risuscitato, non è "rimasto solo"... Dopo il tormento dell'anima sua vedrà la luce, e sarà soddisfatto; per la sua conoscenza, il mio servo, il giusto, renderà giusti i molti, si caricherà egli stesso delle loro iniquità. Perciò io gli darò in premio le moltitudini, egli dividerà il bottino con i molti, perché ha dato sé stesso alla morte ed è stato contato fra i malfattori; perché egli ha portato i peccati di molti e ha interceduto per i colpevoli (Isaia 53:11, 12). Molti... moltitudini... molti... questo è il "frutto del tormento dell'anima Sua". Possiamo ben dire che la morte di Cristo ha prodotto molto frutto! Questo versetto, inoltre, si può applicare ai suoi discepoli. Anche noi possiamo realizzare uno scopo supremo per la nostra vita, ma dobbiamo agire secondo lo stesso principio che ha ispirato il ministerio di Cristo. Infatti, Egli aggiunge... Chi ama la sua vita, la perde, e chi odia la sua vita in questo mondo, la conserverà in vita eterna. Il Signore vuole che anche tu ed io portiamo molto frutto e questa verità la possiamo sperimentare ogni giorno se siamo legati a Lui che è la Vera Vite. Restando, però, nella figura del granello di frumento, piccolo e apparentemente inutile possiamo superare alcune "paure" che spesso tolgono luce e gioia alle nostre giornate. Considerandoti piccolo granello di frumento, stamattina il Signore ti dice...
Non avere paura di "cadere per terra"! Quanto impegno mettiamo e quanta pena ci diamo per coccolare e alimentare il nostro ego, la nostra personalità? Dalle cure più esteriori e superficiali a quelle più interiori e profonde, troppa gente non fa altro che cercare di "tirarsi su", affermarsi, imporsi sull'altro e farsi notare. Non di rado ciò accade perfino fra credenti e servitori del Signore (ricordate Diotrefe?). Dov'è finita l'affermazione di Giovanni: "L'uomo non può ricevere nulla se non gli è dato dal cielo... Bisogna che egli cresca, e che io diminuisca"? Sei un piccolo granello di frumento, non vali granché e non puoi far molto, ma sei nella mano di Dio. Se ti farà cadere per terra, non avere paura e continua a fidarti di Lui! Egli ha un piano per te! Non avere paura di rimanere da solo. Sì! Perché Gesù ha detto che se non muori rimarrai solo. Ma non è detto che debba essere così. Scegli di credere e confidare in Cristo per morire ogni giorno di più con Lui, per non restare da solo. Ascoltiamo come diceva uno che cadde per terra e morì: "... sono morto alla legge affinché io viva per Dio. Sono stato crocifisso con Cristo: non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me!" e quello che lo Spirito Santo ci consiglia anche dopo aver creduto in Cristo: Fate dunque morire ciò che in voi è terreno: fornicazione, impurità, passioni, desideri cattivi e cupidigia, che è idolatria. Quanti compromessi, peccati e infedeltà sono originati dal timore di restare da soli: relazioni, amicizie e unioni che nulla hanno di sano e di spirituale e che niente possono produrre di edificante o utile! Scegliamo di "morire con Cristo" e non saremo mai soli, perché Gesù si è impegnato con noi: "Se uno mi serve, mi segua; e là dove sono io, sarà anche il mio servitore; se uno mi serve, il Padre l'onorerà". Non avere paura dell'inutilità. Sì, perché Gesù dice che il granello di frumento (la mia e la tua vita, affidata alle Sue mani), caduto in terra ... se muore, produce molto frutto. Quanto senso d'inutilità c'è nella vita delle persone! I "grandi personaggi" della storia e contemporanei, dello spettacolo e dello sport, dell'economia e della cultura, sono invidiati, ammirati e spingono gli animi "a grandi cose" che poi, per la maggioranza, non si realizzeranno mai. E questo produce frustrazione, depressione o, quantomeno, disillusione e amaro pragmatismo che porta a vivere i giorni tutti uguali, senza alcuna speranza di lasciare il segno. Gesù stamani ti dice che non è detto che sia così: se tu, piccolo granel di frumento, sei disposto a "cadere per terra e a morire" non solo non resterai da solo, ma porterai molto frutto per la gloria di Dio. Sì, forse non firmerai capolavori dell'arte, non lascerai copiose ricchezze ai tuoi figli... forse non avrai né figli né ricchezze... Se, però, sei disposto a morire con Cristo perché Egli viva in te, tu porterai molto frutto! Quanti parenti, amici e conoscenti che ti sono intorno e che ancora non conoscono la potenza attuale e soprannaturale dell'Evangelo? Non credi di poter essere tu lo strumento per raggiungerli e condurli a Cristo? Perché dovrebbero rimanere nei loro peccati, senza conoscere Colui che può salvarli per grazia, mediante la fede nel Suo sacrificio? V'è forse uno scopo più alto per cui vivere? Come il Figlio di Dio è caduto in terra, è morto e ha portato molto frutto, secondo lo stesso principio e mediante la Sua divina potenza vogliamo realizzare lo stesso miracolo. Sia questa la nostra preghiera di questa settimana: "Sì! Signore fa che il Tuo Figlio cresca in me e che il mio ego diminuisca! Son certo che non mi lascerai da solo, e non ho dubbi che - per la Tua grazia - la mia vita avrà un senso. Perché porterà molto frutto per te!". Amen! Aniello A. Esposito |
Inviato da: kb_7
il 01/01/2010 alle 01:56
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il 16/09/2009 alle 18:00
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il 09/09/2009 alle 22:25
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il 08/06/2009 alle 11:21
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il 07/06/2009 alle 12:01