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Con calma e per piasèr

 

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UN GIORNO MIGLIAIA DI UOMINI LASCERANNO...

Proclama all’occidente 
del presidente algerino Houari Boumediene
nel 1974 dal podio delle Nazioni Unite:

“’Un giorno milioni di uomini lasceranno l’emisfero sud per fare irruzione nell’emisfero nord. E non in modo amichevole.

Verranno per conquistarlo, e lo conquisteranno popolandolo con i loro figli. E’ il ventre delle nostre donne che ci darà la vittoria”.

.........................................

 

IL CUCULO

... quando si schiude l’uovo del cuculo, il piccolo intruso sbatte fuori dal nido i suoi “fratellastri” caricandosene sul dorso le uova e gettandole fuori, o spingendo giù gli altri uccellini del nido se sono già nati...

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SPOT PARTITO DEMOCRATICO SVEDESE

 

QUESTA E' SPARTA!

 

Dichiarazioni DIRITTI UMANI

Dichiarazione Universale
dei diritti umani

................................

Dichiarazione Universale
dei diritti dell'uomo nell'islam

................................

 

 

 
« ASSALTATO NEGOZIO, PESTA...NIGERIANO TRUFFATORE, AR... »

Non accetta ordini da donne, bufera sul facchino MUSULMANO: «Grave precedente»

Post n°949 pubblicato il 24 Luglio 2012 da lecasame

Non accetta ordini da donne, bufera sul
facchino maschilista: «Grave precedente»
L'assessore Bettin: «Significa accettare che possa considerare
qualcuno indegno o inferiore, in questo caso in base al genere»

di Lorenzo Mayer

 

VENEZIA - È bufera sul "caso" del facchino egiziano, di religione musulmana, dipendente dell'hotel Danieli di Venezia. L’uomo era arrivato a dimettersi pur di non dover prendere ordini dalla governante donna, anche se poi, grazie alla disponibilità di un collega maschio che ha accettato di fare "da tramite", è tornato sui suoi passi ed è stato reintegrato.

Sulla vicenda si è scatenata una raffica di polemiche e anche un'interrogazione parlamentare ai ministri Fornero e Riccardi annunciata da Souad Sbai del Pdl. Pressoché unanime la condanna a cominciare da quella dell'imam di Venezia, lo sceicco siriano Hammad Mohammed.

E reazioni anche dal mondo politico veneto. «Un dibattito non solo senza senso - ha commentato il governatore del Veneto Luca Zaia - ma offensivo per i nostri 152 mila disoccupati». Intanto, dall'hotel Danieli, ci si blinda dietro il silenzio. Il direttore, Christophe Mercier, dal canto suo, si è dichiarato sorpreso, ha spiegato di non averne saputo nulla direttamente e si è comunque detto disponibile a parlarne con il diretto interessato. Sempre Mercier ha comunque assicurato che le disposizioni continuano ad essere date da governanti donne.

Ma non sono solo le critiche a tenere banco, quanto accaduto ha infatti stimolato anche proposte: come quella del direttore dell'Associazione Veneziana Albergatori, Claudio Scarpa. «Vivo gli aspetti legati alla diversità religiosa in prima persona - spiega Scarpa - è vero che chi viene da noi, da Paesi lontani, porta il suo credo, ma è altrettanto vero che anche noi, in Italia, siamo portatori di una cultura, una religione e una storia di millenni cui non possiamo rinunciare. Come Ava abbiamo redatto quindi, una pubblicazione, tradotta in tutte le lingue, con i primi 54 articoli della nostra Costituzione della Repubblica Italiana, e da qui dobbiamo ripartire. Il fascicoletto è a disposizione di tutti, lo inseriremo anche nel sito internet: la mia proposta è quella di consegnarlo a tutti i dipendenti stranieri assunti negli alberghi. Imploro che, sulla vicenda, arrivi anche la condanna della comunità islamica, l'Islam è tutt'altra cosa».

Condanna che, infatti, non si è fatta attendere. «Quest'uomo e le sue richieste non hanno nulla a che fare con l'Islam perché sono inaccettabili - ha detto l'iman di Venezia -. Lo stesso Maometto ha lavorato per anni per conto di una donna, quella che poi sarebbe divenuta sua moglie, Khadija. Nulla nel Corano, o nella tradizione profetica, vieta a un uomo musulmano di avere una donna come capo. Non troviamo versetti in merito».

Del facchino si discute anche nelle aule della Regione Veneto. Dura la presa di posizione dell'assessore veneto al Lavoro Elena Donazzan: «Avrei preferito che si licenziasse - scrive l'assessore veneto - lasciasse il posto ad un italiano magari padre di famiglia, più rispettoso della nostra civiltà e cultura e magari fosse tornato a casa sua a prendere ordini da un uomo». Anche la capogruppo del Pd Laura Puppato non è stata tenera: «Il facchino musulmano non ha titolo per discutere la nostra Costituzione. Una notizia che ci riporta a tempi bui, quando l'inferiorità della donna era un teorema indiscusso».

Di precedente gravissimo ha poi parlato anche il sociologo, Gianfranco Bettin, esperto sul tema e assessore della giunta comunale di Venezia. «È come - sostiene l'assessore - arrendersi al fatto che un bianco non accetti disposizioni da un nero, o viceversa, in base al colore della pelle. Significa, cioè, accettare che si consideri qualcuno indegno o inferiore, in questo caso in base al genere».

 

Martedì 24 Luglio 2012

http://www.gazzettino.it/articolo.php?id=210100&sez=NORDEST

 

Che follia, premiato l'islamico che al lavoro disprezza le donne

di Ida Magli
il Giornale | 24.07.2012

   Di per sé sembra più una notizia «curiosa» che un fatto importante. Un dipendente del famoso albergo Danieli di Venezia, egiziano di religione musulmana, si licenzia per non ricevere ordini da una donna, una governante anch'essa dipendente del Danieli. In seguito, però, non essendo riuscito a trovare un altro lavoro, si ripresenta all'albergo e l'amministrazione lo riassume con un accomodamento: la governante sarà affiancata da un collega di sesso maschile il quale farà da tramite nelle comunicazioni. Il Danieli è un albergo internazionale per definizione, storicamente il più illustre albergo di Venezia, nel quale scendono ospiti provenienti da tutte le parti del mondo, con le loro culture e le loro religioni: il caso viene risolto con rapidità.

  Una riflessione però s’impone. L’Europa, l’Italia si avviano ad essere sempre di più affollate da musulmani e la questione dell’uguaglianza maschio-femmina non può essere affidata a soluzioni estemporanee, ma affrontata a livello teorico sia da parte nostra che da parte islamica. Facile a dirsi, sembrerebbe, ma quasi impossibile a realizzarsi. Impossibile perché fino ad oggi nessuno ha voluto soffermarsi a riflettere sulle differenze culturali affidandosi con eccessivo semplicismo all’olio sparso a piene mani del “politicamente corretto”, evitando quello che invece è indispensabile, è giusto fare: sapere davvero, conoscere davvero quanto è scritto nel Corano e quali siano le regole di vita e di mentalità che ne discendono.

  Prima di tutto dobbiamo convincerci che i musulmani sono credenti in assoluto e che la loro fede non somiglia neanche lontanamente alla nostra. Il Corano è stato modellato da Maometto sui primi libri dell’Antico Testamento, quindi i più antichi e aderenti al pensiero e ai comportamenti di pastori nomadi del deserto vissuti diverse migliaia di anni prima di Cristo. Sono in gran parte proprio quelli che Gesù ha eliminato: la legge del taglione, il sistema dell’impurità, l’inferiorità delle donne. Nel Corano questi concetti e queste norme sono espresse nella “sura della vacca ” dove si afferma che gli uomini hanno sulle donne un grado di superiorità, che non debbono avvicinarsi alle donne durante il mestruo e altri comandamenti del genere. Tutta una cultura, quindi, è modellata su questi principi tanto che, come ben sappiamo, per non mancare a queste regole il mondo medio orientale, e fino al 1700 anche la Grecia e la Russia, ha stabilito spazi separati (il gineceo)per le donne, un abbigliamento che copre totalmente il corpo e il volto, e soprattutto l’esclusione femminile dalla scuola, dalla vita sociale e dalle istituzioni di potere. Le donne d’Europa non debbono dimenticare poi che, malgrado il Vangelo, la mentalità ebraicizzante dei discepoli di Gesù, a cominciare da quella autoritaria di San Paolo, il contatto con il mondo musulmano dato dai viaggi, dai commerci, dalle crociate, hanno impedito praticamente fino al 1900 una piena parità psicologica e sociale delle donne anche in Occidente. In Italia ai primi del ‘900 quasi tutte le donne erano analfabete: è stato il socialismo a mandarle per legge alle elementari.

  Gli italiani hanno fino ad oggi sottovalutato gli effetti di una fede religiosa di tipo antico e che obbedisce perciò alla lettera ai precetti, ai rituali, agli insegnamenti del libro sacro; ma i musulmani che vediamo (cui permettiamo) interrompere il lavoro per pregare ovunque si trovino sono gli stessi musulmani che si ritengono “di un grado superiore alle donne, che non possono avere contatti con le donne mestruate, ecc. ecc.” E’ una convinzione religiosa, ma è simultaneamente una forma mentis , un sistema di pensiero, una struttura giuridica, un carattere psicologico. Nell’immediato futuro in Italia e in Europa il numero dei musulmani crescerà in maniera esponenziale tanto per il continuo sopraggiungere di immigrati quanto per l’altissima natalità di coloro che già vi risiedono. Non sembra che i nostri politici se ne preoccupino: si sono abituati a credere che la “cittadinanza” sia “integrazione”. Ma noi, le donne soprattutto, dobbiamo invece guardare in faccia la realtà perché non sarà necessario che i musulmani abbiano la maggioranza numerica per imporre a tutti la loro fede e i loro comportamenti.  Quello che conta è la forza di ciò in cui si crede, la volontà di combattere per affermarlo, cose di cui gli europei, gli italiani non sono più capaci.

Ida Magli

fonte: http://www.ilgiornale.it/news/interni/che-follia-premiato-lislamico-che-lavoro-disprezza-donne-825016.html

 
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