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UN GIORNO MIGLIAIA DI UOMINI LASCERANNO...
Proclama all’occidente “’Un giorno milioni di uomini lasceranno l’emisfero sud per fare irruzione nell’emisfero nord. E non in modo amichevole. Verranno per conquistarlo, e lo conquisteranno popolandolo con i loro figli. E’ il ventre delle nostre donne che ci darà la vittoria”. ......................................... IL CUCULO... quando si schiude l’uovo del cuculo, il piccolo intruso sbatte fuori dal nido i suoi “fratellastri” caricandosene sul dorso le uova e gettandole fuori, o spingendo giù gli altri uccellini del nido se sono già nati... SPOT PARTITO DEMOCRATICO SVEDESEQUESTA E' SPARTA!Dichiarazioni DIRITTI UMANIDichiarazione Universale ................................ Dichiarazione Universale ................................ |
IL CUCULO: NATURA INSEGNA... quando si schiude l’uovo del cuculo, il piccolo intruso sbatte fuori dal nido i suoi “fratellastri” caricandosene sul dorso le uova e gettandole fuori, o spingendo giù gli altri uccellini del nido se sono già nati... LEGGI TUTTO
Post n°916 pubblicato il 25 Giugno 2012 da lecasame
Vendola ci ripensa: adesso vuole privatizzare l’acqua 28 maggio, 2012 Nel novembre 2009 Vendola in una intervista rilasciata ad Amica9TV fece questa affermazione shock : “Privatizzare l’acqua è una bestemmia contro Dio”. Per chi lo avesse dimenticato, ricordiamo che, per quanto sembri incredibile per quello che fa e dice, nonchè per come si comporta, Vendola è per sua stessa ammissione un credente cattolico, per cui non usa il nome di Dio invano, ma in modo responsabile e convinto. E’ vero che mente, come tutta la sinistra, quando parla di acqua pubblica fingendo di non sapere che, posto come è ovvio che l’acqua sia di tutti, la questione che si dibatte è solo quella relativa a chi conviene che siano i distributori dell’acqua pubblica, cioè se i privati in concorrenza tra di loro con efficienza e senza sprechi, o gli enti pubblici in regime di monopolio, quindi senza concorrenza ed a prezzi esorbitanti con sprechi, disservizi, inefficienze, peculati e tangenti. Sinora, Vendola ha propeso per questa seconda soluzione. Infatti, a gennaio dell’anno scorso, a chi gli chiedeva perchè le tariffe acqua in Puglia anzichè diminuire aumentassero sempre lui rispose : “E’ necessario fare i conti con la realtà, per non precipitare nei burroni della demagogia: sull’acquedotto pugliese abbiamo deciso di intraprendere la strada dell’efficientamento e su quella proseguiremo. Per questo non abbasseremo le tariffe”. Non c’è dubbio che a lui vada bene così, perchè ci lucra sopra e tappa tanti buchi finanziari da lui stesso creati nel bilancio regionale, ma ai contribuenti va un po’ meno bene. Arriviamo a gennaio di quest’anno, le tariffe acqua continuano ad aumentare e gli stessi comitati che lo avevano sostenuto nel referendum gli si rivoltano contro. Lui si difende in modo molto patetico dichiarando che “la complessità giuridica degli esiti del referendum sull’acqua, la sua difficile lettura, l’incertezza delle conseguenze finanziarie sugli enti di gestione corrono il rischio di mettere la sordina all’indicazione elettorale”. Cioè si rimangia l’assunto che aveva portato avanti nel corso della campagna referendaria che l’acqua pubblica sia sinonimo di acqua a basso prezzo. Ancora una volta si lava le mani da ogni responsabilità, attribuendo anche il fastidioso aumento al momento di crisi e delegando le responsabilità alla politica (degli altri, non la sua). Da carnefice si fa vittima dimenticandosi di quanto aveva scritto nel suo libro “C’è un’Italia migliore”, nel quale non fa nessuna proposta concreta per far fronte ai galoppanti aumenti delle tariffe, ma denuncia qualsiasi processo di privatizzazione come il male assoluto per un Paese. “Finora – scrive Vendola – i processi di privatizzazione dell’acqua, infatti, hanno prodotto solo un peggioramento dei servizi e l’inevitabile innalzamento delle tariffe. Questo perché capitalismo, e teorie derivanti, hanno clamorosamente fallito. I beni comuni non possono essere svincolati dal principio di gratuità dell’accesso e dell’uso di beni essenziali per la vita stessa dell’essere umano”. Questo dice quello che si è appropriato di un acquedotto che si chiama pugliese, ma che appartiene allo Stato italiano che ha girato alla Regione Puglia il compito di privatizzarlo, non di gestirlo per trarne profitti.
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