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Messaggi del 10/12/2019

 

Mostra “Emozione barocca. Il Guercino a Cento”, dal 9 novembre 2019 al 15 febbraio 2020.

Post n°424 pubblicato il 10 Dicembre 2019 da marialberta2004.1
 
Foto di marialberta2004.1

   

Maria Alberta Faggioli Saletti  

Mostra “Emozione barocca. Il Guercino a Cento”, dal 9 novembre 2019 al 15 febbraio 2020-prorogata fino al 13 aprile, a cura di Daniele Benati. 1

 

Clicca sull’immagine: Guercino, San Carlo Borromeo in orazione, olio su tela 1614, Cento, Chiesa parrocchiale di San Biagio.

 

 

Catalogo Emozione barocca. Il Guercino a Cento, Silvana Editoriale, Cinisello Balsamo (Mi) 2019, con saggi di Daniele Benati, FaustoGozzi, Barbara Ghelfi, Tiziana Contri, testi delle Schede (dipinti, affreschi e tempere decorative, disegni, iconografia) di Elena Bastelli, Daniele Benati, Alessandro Brogi, Giacomo A. Calogero, Massimo Francucci, Barbara Ghelfi, Federico Giannini, Fausto Gozzi, Tommaso Pasquali.

 

Un’App gratuita per smartphone, ‘Cento. Città del  Guercino’, facilmente scaricabile dal sito del Comune di Cento, presenta i luoghi legati alla vita del maestro, con la loro storia: la casa, la bottega, le chiese e le case che ospitano i suoi dipinti.  L’applicazione è realizzata dal FrameLAB –Dipartimento di Beni Culturali dell’Alma Mater Studiorum, in collaborazione con il Comune di Cento, a cura di Barbara Ghelfi e Alessandro Iannucci. 

Biglietti: a Cento, in Corso del Guercino, 29/c (tel. 051 6843334),e al Centro Pandurera (Centro Comunale Polivalente), Via XXV Aprile 11, con parcheggio  (tel. 0516843112). La biglietteria non è presente nelle sedi della Mostra;

e-mail: ilguercinoacento@comune.cento.fe.it.

 

▪A Cento, sua città natale, magnifici quadri, tele, disegni, decori raccontano formazione, percorso ed evoluzione di Giovanni Francesco Barbieri (Cento, 8 febbraio 1591- Bologna, 22 dicembre 1666), protagonista secentesco del Barocco, italiano ed europeo. Era detto Guercino, a causa di un occhio strabico. Un resoconto completo, dagli esordi centesi, al soggiorno bolognese e veneziano per studio, poi per lavoro presso il Vescovo di  Bologna (Alessandro Ludovisi, 1615-17), e all’attività  ferrarese, in Castello, presso il Cardinale Legato di Ferrara, Jacopo Serra (1619-20), alla dimora romana di lavoro presso il papa Gregorio XV, il suo mecenate bolognese Alessandro Ludovisi (1621-1623), fino al trasferimento definitivo a Bologna (1642-1666), con la gran fama di maestro dal pennello rapido e dal forte segno pittorico, al servizio di committenti importanti, esigenti e colti. Il Guercino esordisce, come detto, nella sua città natale, e a Cento egli rimane profondamente legato per l’intera vita. Le produzioni del giovane precoce pittore centese erano conosciute e ammirate sia dai pittori contemporanei (il giovane centese è stato lodato per primo dal grande pittore bolognese Ludovico Carracci, non solo per la ‘felicità dell’invenzione’, ma anche come ‘disegnatore di talento’, nonché ‘coloritore felicissimo’), sia da biografi. 

Pittore e opere sono note ai viaggiatori di passaggio, tra i quali Goethe che, nel 1786 in visita a Cento, la definisce città in cui “il suo [del Guercino] è il nome di un Santo che corre sulle labbra degli adulti come dei bambini”. 

▪La monografica centese, ha un percorso espositivo, in due sedi non lontane: alla Rocca, gli affreschi, e nella Chiesa di San Lorenzo, dipinti e disegni.  

▪Nella suggestiva Rocca trecentesca, al primo piano, gli affreschi giovanili di Guercino e della sua Bottega, provenienti dalla Casa Pannini (1615-17), e da Casa Chiarelli Benotti (1617), di recente acquisiti dal Comune e mai esposti al pubblico, ne documentano gli esordi come decoratore di dimore nobili centesi (gli affreschi, riportati su tela, sono oggi alla Pinacoteca Civica di Cento). I dipinti, ispirati a stampe d’epoca, rappresentano il suo amore per il paesaggio,  per la natura, la campagna e i luoghi rustici, per gli animali, la vita quotidiana a Cento, il lavoro nei campi, e le attività legate alla sua terra (la caccia, la pesca, compresa quella del gambero, crostaceo presente nello stemma del Comune di Cento), ma anche per i divertimenti e i passatempi giovanili sulle rive e nelle acque del fiume Reno. Nei paesaggi e nei cieli, freschezza, spontaneità e naturale perfezione di colori e forme (i tipici alberi e le nuvole del Guercino) esprimono la sua affettuosa partecipazione umana.

 

Da segnalare, Paesaggio con cavallo bianco detto “La Rozza”, poetica raffigurazione della vecchia cavalla indebolita che bruca l’erba, Veduta campestre con mietitura del grano, la mietitura con la falce, Paesaggio campestre con estrazione della canapa da un macero, la coltivazione e la lavorazione della canapa della quale Cento era centro importante, con la produzione del cordame centese in uso alla flotta di Venezia e venduto in importanti piazze inglesi (Londra e Liverpool). Tra gli affreschi del ciclo decorativo che Il Guercino e isuoi allievi hanno eseguito nella Casa Chiarelli Benotti,desta particolare interesse Cortile campestre con pozzo e catasta di legna, il cui studio è un Disegno di Paesaggio del Guercino che fa parte della Collezione reale inglese, nel Castello di Windsor (Catalogo, p. 151). Curiose due opere realizzate a temperasu tela con la tecnica del guazzoPaesaggio con festa da ballo campestre e Paesaggio con assalto di uomini armati alla festa campestre, eseguite da un aiutante vicino a Guercino e con libero accesso ai disegni del Maestro.

Nella stessa Rocca, per il visitatore è stato predisposto un video interessante e sorprendente, con la presentazione degli affreschi di Casa Provenzali(1613-14) finora mai visti, ma in corso di restauro. Nel 1614, Guercino viene ingaggiato da Alberto Provenzali, fratello del celebre mosaicista Marcello, per decorare un salone del piano nobile della propria casa con una serie di scene sulla vita di Provenco, centurione dell’esercito di Cesare, leggendario capostipite romano della casata. Il lavoro che gli viene proposto è di grande prestigio e risulta il suo primo incarico importante in qualità di decoratore di grandi spazi. Guercino esegue i disegni delle scene che illustrano le imprese eroiche. Gli episodi delle imprese sono separati da otto nicchie con Telamoni monocromi, autografi, possenti figure reali e vitali, grazie all’uso del chiaroscuro, distintivo della pittura giovanile del Guercino (App Cento.Città del Guercino).

 

 

 

 
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Mostra “Emozione barocca. Il Guercino a Cento”, dal 9 novembre 2019 al 15 febbraio 2020.

Post n°423 pubblicato il 10 Dicembre 2019 da marialberta2004.1
 
Foto di marialberta2004.1

 Maria Alberta FaggioliSaletti 

Mostra “Emozione barocca. Il Guercino a Cento”, dal 9 novembre2019 al 15 febbraio 2020, a cura di Daniele Benati.  2

  

Clicca sull’immagine: Guercino, San Carlo Borromeo in orazione, olio su tela 1614, Cento, Chiesa parrocchiale di San Biagio.

 

▪Nella sede di San Lorenzo, opere potenti, di grande ricchezza pittorica. 

Si inizia con la Sacra famiglia con San Francesco e due donatori, di Ludovico Carracci (1591, anno della nascita del Guercino, un tempo nella Chiesa conventuale dei Cappuccini di Cento, ora nella Pinacoteca Civica), da Guercino detta ‘Carraccina’, nel doppio significato di opera del grande Carracci e di cara zinna (espressione dialettale), perché considerata dal pittore il proprio primo nutrimento artistico. L’esposizione prosegue con Carlo Bononi, I Santi Lorenzo e Pancrazio e gloria d’angeli (1610 ca., dalla Chiesa di San Lorenzo a Casumaro, frazione centese), il pittore che ha saputo portare a Ferrara le novità dei Carracci, in particolare di Ludovico (all’interno della tradizione locale, dopo Dosso e Bastarolo), e con Scarsellino, Il matrimonio mistico di Santa Caterina d’Alessandria, dalla grande, elegante capacità pittorica e figurativa con colori caldi e luminosi (1610, olio su tavola di piccole dimensioni, oggi a Cento, nella Collezione Grimaldi Fava).

 

Le opere di Ludovico Carracci,di Bononi e dello Scarsellino, incrocio vitale di soluzioni bolognesi e ferraresi, con pennellate di tocco veneto, sono in dialogo con magnifici capolavori del Guercino, per i tratti comuni di plasticità, colore, atmosfera, magnificenza soave. A rappresentare la ‘poetica’ del Guercino, fatta di sentimento, dedizione al vero -veri paesi, vere persone e animali che ha cominciato a dipingere fin da bambino, e fedeltà al dato di natura, secondo la riforma dei Carracci (in particolare del ‘naturalismo inquieto’ di Ludovico, con l’attenzione alla resa degli affetti!), e di Carlo Bononi (il suo ‘naturalismo moderno’), sono esposte opere giovanili, della prima e seconda maturità, e dell’ultimo Guercino. Anzitutto le grandi pale d’altare giovanili,con composizioni audaci, dallo stile vigoroso, caratterizzato dalla viva intelligenza del chiaroscuro, dalla ricchezza cromatica, dal naturalismo delle figure unito alla sensibilità per la resa delle atmosfere (Sant’Alberto che riceve loscapolare dalla Madonna del Carmine,1618 Cento, Pinacoteca Civica); seguono le opere più studiate della prima maturità (o periodo di transizione), di delicato classicismo, puntate sul primo piano, dalla pennellata larga e ricca di colore, con chiaroscuri nuovi e originali, che rivelano un’accettazione pressoché completa della maggior parte delle regole della teoria classica comprese quelle dell’idealizzazione e della semplificazione. Capolavoro del personale approdo del Guercino al classicismo, il Cristo risorto che compare alla madre (1628-30, Cento, Pinacoteca Civica), nel quale il racconto di un episodio assente nei Vangeli, è svolto con attenzione tutta particolare al ‘teatro dei sentimenti’ espressi mediante i gesti e gli atteggiamenti dei due protagonisti. La viva commozione che fa luccicare gli occhi della Vergine si contrappone allo sguardo abbassato di Cristo, definito da Goethe “incomparabile”.

 

In Mostra, il grandioso allestimento della Cappella Barbieri dalla Chiesa del Rosario, la citata Cappella di famiglia, con le quattro tele spettacolari eseguite dal Guercino nel 1643-45: Crocifissionecon la Madonna, la Maddalena e San Giovanni Evangelista, Il Padre Eterno, rappresentato con la barba a ricordare il proprio cognome Barbieri, San Francesco d’Assisi, San Giovanni Battista, capolavoro della fase matura, omaggio a Guido Reni, ma più naturalistico. Nello stesso spazio espositivo, collocata in altezza, la giovanile Vergine Assunta (del 1620) rapita in cielo da un turbine dorato, con effetti di chiaroscuro nella pittura robusta e ricca di colore, è stata eseguita per la primitiva Chiesa del Rosario, anch’essa cara al Guercino. 

I classici della seconda maturità hanno colori intensi, caldi e ricchi, fino alla dolcezza delle pennellate e alla qualità suprema della pittura dell’ultimo Guercino, con la sua costruzione compositiva e poetica fatta di studiati rapporti cromatici, equilibrio spaziale e armonia della luce.

Spiccano San Giovanni Battista nel deserto (1650, Cento, PinacotecaCivica), personale costruzione compositiva e poetica degli elementi tipici dell’iconografia del Battista nel deserto, e Diana cacciatrice (1657-58), con lo sguardo rivolto all’indietro, i colori pastello delle vesti di seta lucente, le carni compatte, come compatti sono i particolari del levriero che l’accompagna nella caccia.

Personaggi memorabili, Santi, di cui abbiamo scritto, che mostrano la grande capacità del Guercino di esprimere la fede fino al trasporto mistico, religiosi, come quello nel Ritratto di giovane ecclesiastico (olio su rame, 1613-14, Cento, Collezione Grimaldi Fava), di dimensioni ridotte, il primo ritratto a noi noto del Guercino, piccolo capolavoro del pittore, poco più che ventenne, che ritrae un giovane dallo sguardo bruno, penetrante e potente, e personaggi della Storia dell’Arte, come la Sibilla (1619, Cento, Fondazione Cassa di Risparmio), la mitica profetessa dipinta per il Legato ferrarese Serra, con la figura femminile che occupa tutto lo spazio disponibile, una florida popolana dall’incarnato delicato e dalle forme morbide accarezzate da luce intensa con un bell’effetto di ‘macchia’.

La forza dei personaggi sta anche nell’uso realistico del chiaroscuro e nel plasticismo che rende certe figure “a rilievo”, nei  corpi illuminati di luce o nella forza dell’ombra/penombra, nella bellezza dei volti/degli sguardi, nell’amplificazione dei gesti eloquenti, 

nelle pose delle mani, nell’animazione dei sentimenti, oltre che nei colori tutt’uno con la luce, nei fondi con paesaggi e cieli (annuvolati o sereni), e nei dettagli simbolici che richiedono un’analisi iconologica. Ne sono un esempio fra i tanti, i gialli o i bianchi simbolici delle vesti di alcuni Santi e il grande Angelo dalla veste frusciante, con il bocciolo di rosa, in silenzioso dialogo con un altro Angelo, nel dipinto San Carlo Borromeo in orazione (1614, Cento, Chiesa Parrocchiale di San Biagio). Il particolare del dipinto è stato assunto come logo della Mostra.

 

Raffigurazione simbolica impegnativa, per la cui realizzazione il Maestro doveva avere un suggeritore di salde conoscenze teologiche è San Pietro (Cristo consegna le chiavi a San Pietro, 1618): di spalle, un vecchio calvo inginocchiato con i piedi nudi e i polpacci robusti, umile eppure monumentale, riceve i simboli del triplice potere conferitogli da Cristo, la chiave d’argento, simbolo dell’autorità del papato in terra, la cattedra su cui San Pietro deve sedere, simbolo del suo insegnamento e dell’infallibilità del Papa, e la tiara, simbolo del governo di Pietro come vicario in terra di Cristo. Nell’immagine, di grande qualità pittorica, il chiaroscuro e l’atmosfera richiamano Caravaggio (dal Guercino visto a Roma), ma con l’interesse alla resa degli affetti di Ludovico Carracci.

 

Fra le opere da segnalare, La Madonna di Reggio, detta della Ghiara, dipinto dal Guercino a 8 anni, sulla facciata della casa paterna a Cento (1598-99, affresco riportato su tela). Da non trascurare i Disegni del Maestro, nei quali le innate capacità grafica e inventiva mostrano il suo talento straordinario e ne rivelano la cura che produce studi e disegni preparatori per le sue opere. I disegni, inoltre, è bene ricordarlo, venivano eseguiti dal Maestro, per incisioni, o anche per la devozione privata.

 
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Mostra “Emozione barocca. Il Guercino a Cento”, dal 9 novembre 2019 al 15 febbraio 2020.

Post n°422 pubblicato il 10 Dicembre 2019 da marialberta2004.1
 
Foto di marialberta2004.1

   

Maria Alberta FaggioliSaletti 

Mostra “Emozione barocca. Il Guercino a Cento”, dal 9 novembre2019 al 15 febbraio 2020, a cura di Daniele Benati.  3.

 

Clicca sull’immagine: Guercino, San Carlo Borromeo in orazione, olio su tela 1614, Cento, Chiesa parrocchiale di San Biagio.

 

▪Ho avuto il privilegio, con mio marito, di visitare la mostra accompagnati dalla guida sapientissima e coinvolgente di Cristina Grimaldi Fava che, con incomparabile generosità, ci ha fatto gustare aspetti di pregio e poco consueti. 

Emozionante la conclusione della giornata, una specialissima visita guidata alla Collezione Grimaldi Fava, di dipinti e disegni, sculture e maioliche (corredata da tre splendidi Cataloghi), la cui qualità e disposizione lasciano un incanto indimenticabile.

▪In mostra a Cento, 79 opere, tra affreschi (32), grandi pale d’altare e dipinti (27), disegni (20), alcune prestate da Chiese (Cattedrale di Reggio Emilia, Parrocchiale di Brisighella, Parrocchiale di San Biagio a Cento, di San Lorenzo a Casumaro, di San Sebastiano a Renazzo), e da Collezioni private di Cento, Roma, Milano, altre appartenenti a Collezioni pubbliche locali (Fondazione Cassa di Risparmio di Cento, Cassa di Risparmio di Cento, Pinacoteca Civica di Cento), mai più esposte dopo il terremoto del 2012. A Cento infatti, sono ancora inagibili, oltre al Teatro Borgatti, la Pinacoteca Civica e la Chiesa del Rosario, riferimento personale del Guercino perché forse da lui disegnata, contenente sue opere e la Cappella della famiglia Barbieri. Una Mostra che valorizza il patrimonio artistico e culturale cittadino.   

▪Promossa e organizzata dal Comune di Cento, Assessorato alla Cultura e dal CentroStudi Internazionale Il Guercino, con l’apporto organizzativo di CMV Servizi e il supporto della Fondazione Teatro Giuseppe Borgatti, la Mostra “Emozione barocca. Il Guercino a Cento” ha il patrocinio Mibact, Unesco, Chiesa di Bologna, Fondazione Sir Denis Mahon (1910-2011, lo studioso che ha dedicato la propria vita a recuperare la grandezza del Guercino alla Storia dell’Arte), Sponsor economici tra i quali associazioni culturali centesi, l’Associazione Amici della Pinacoteca Civica di Cento, Associazione Imprenditori Centesi per la Cultura.

 
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