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Dibattito al Parlamento...non c'è storia.

Post n°111 pubblicato il 29 Settembre 2006 da gladiatore1973

Il dibattito alla Camera tra i parlamentari e il Professore Prodi non ha praticamente storia. Da una parte i deputati che vogliono sapere, chiedono del caso Telecom, degli affari governativi di Prodi nella politica e la sua politica nei "suoi" affari, e dall'altra parte un Governo rigido su se stesso come un riccio che si chiude e cerca di non far trasparire nulla al di fuori. Prodi nega, nega tutto, come un bandito mafioso che ha commesso il delitto e non parla, omertà pura e semplice. Del piano di Angelo Rovati non ne sa nulla, e addirittura gli verrebbe di dire "Ma chi è angelo Rovati? E chi lo ha mai visto!" Non risponde sul caso Telecom ma divaga, il suo discorso va altrove, come se si stesse parlando di economia e politica a Porta a Porta. Parla di riformare il capitalismo italiano e che i debiti di Telecom non possono ricadere sugli utenti, ma non dimentichiamoci che la Telecom l'ha privatizzata lui, quindi adesso che fa? Si è pentito? Poveraccio...!

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Poi tocca all'opposizione parlare, ed ecco il grande discorso di Giulio Tremonti e Gianfranco Fini. Il primo dice "Lei in quest'aula non ha detto la verità e per questo non può continuare a governare. È stato un piacere vederla entrare, ma non è stato un piacere sentirla. Lei non ci ha parlato dell'essenziale, della ragione per la quale è stata convocato. È lei che ha messo la Telecom sul mercato dei capitali senza che ci fossero i capitalisti - ha detto Tremonti - ora lei ci dice che bisogna correggere questo errore" E a proposito del piano segreto (che Prodi aveva preparato) di Angelo Rovati afferma "non è un piano artigianale, è un piano industriale, anzi, istituzionale; un vasto piano da cui tutti avrebbero guadagnato e fra questi la sua ditta politica, con le mani in pasta perchè regista della ristrutturazione di un settore-chiave, come quello delle telecomunicazioni, e ci avrebbe perso uno solo: il contribuente italiano". E ancora: "A Palazzo Chigi si concentra una idea storta della politica: la confusione tra affari e politica. Lei ha l'idea che la politica serve per fare gli affari e che gli affari servono per fare la politica. Questo il paese non lo può accettare".

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Dopo l'intervento di Tremonti tocca a Gianfranco Fini che con eleganza e molto ma molto stile gli rammenta i suoi tentennamenti sul fatto di andare e non andare alla Camera. Prima dice "Ma siete tutti matti?", poi ritratta e va. Fini dice "Prodi non è credibile quando dice "non sapevo". Sapeva e agiva e contemporamentamente negava. Ed è questa la ragione per cui lo sdegno dell'opposizione è lo stesso della maggioranza degli italiani". Fini ha anche sostenuto che Prodi ha agito "per organizzare una scalata" a Telecom guidata dalle banche, cioè «i centri di potere impegnati a sostenerlo in campagna elettorale». Poi sul piano Rovati "Dopo la pubblicazione del cosiddetto piano Rovati, Prodi afferma di non sapere nulla, come le tre scimmie: non vede e non sente, parla... Egli scarica tutta la responsabilità sul suo consigliere, che, da amico fedele, se la assume e definisce personale e artigiano il suo progetto. È la seconda clamorosa bugia, perché non è un piano personale ed è tutt'altro che artigianale, perché è stato elaborato a Palazzo Chigi dagli esperti della Presidenza del Consiglio e da una nota banca di affari, che aveva tra i suoi consulenti anche un personaggio, Costamagna, per il quale, nelle stesse ore, negli ambienti prodiani, si ipotizzava un prestigioso incarico pubblico alla guida - guarda caso - della Cassa depositi e prestiti",

insomma dopo questo dibattimento segue il discorso noioso e da "avvocato d'ufficio" come lo ha definito Fini di Fassino che più che smentire non poteva fare altro, come farebbe lo scudiero di un Re, ma il professore ha dato prova anche questa ennesima volta di essere non solo il BURATTINO di qualcun altro ma anche un dmerito DEFICIENTE e INCAPACE. Mi chiedo solo cosa sarebbe successo se fosse successo a parti inverse! Scipoero nazionale, assalto ai comandi di polizia, saccheggi, manifestazioni ad oltranza ed accuse e ancora accuse....i soliti comunisti che non sanno stare in politica senza mettere le mani nelle aziende italiane operanti nel libero mercato.

 
 
 
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