![](http://www.nuovopartitodazione.it/IMMAGINI/simbolo_grande.png)
Cos’è successo alla sinistra?
Scorrendo gli elenchi dei simboli registrati presso il Ministero dell’Interno è impossibile non notare una grandissima lacuna. Tra i simboli – molti dei quali espressione unicamente del folklore – riconducibili all’area della sinistra, si scopre subito un’ inaspettata desolazione.
Escludendo la sinistra estrema di ideologia comunista; La Sinistra e L’Arcobaleno e il PSI; tutti gli altri soggetti che a quest’area facevano riferimento, sembrano essersi volatilizzati nel nulla.
Non senza una punta di orgoglio, possiamo affermare che il simbolo del Nuovo Partito d’Azione sembra essere rimasto l’unico soggetto strutturato ed ufficialmente riconosciuto rimasto a rappresentare quest’area..
Il ritorno di un simbolo azionista dopo ben 61 anni di assenza, ci riempie di soddisfazione; soprattutto quando possiamo constatarne la continua e costante crescita. Questo risultato risulta ancora più importante se lo si analizza alla luce degli ultimi accadimenti che hanno sconvolto il panorama politico italiano.
Tra i molti soggetti già scomparsi oppure “moribondi”, scoprire che l’N.P.A è sempre più vivo è vitale, è la miglior ricompensa alla passione e all’impegno che tutti gli aderenti mettono in questo importante progetto.
Gabriele Oliviero
Membro della Segreteria Nazionale N.P.A.
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a_tiv il 11/03/08 alle 14:58 via WEB
Cara Mary...il partito d'azione si è sciolto, diluito per necessità ma anche per ricollocazione politica nei percorsi storici del pensiero. Tra qusti c'erano liberali, socialisti, mazziniani, marxisti e persino patrioti risorgimentali. La politica una volta era per pochi. Si formavano cordate di pensiero che avevano carattere di localismi e di ispirazione intellettuale. Oggi i partiti vanno ad assumere aspetti di consenso diverso. Sono meno tollerate le personalizzazioni e le localizzazioni del consenso, anche perchè le strategie politiche sono diverse da ieri e richiedono coinvolgimenti più vasti. I mercati sono aperti ed ampi. Non ci sono più i grandi blocchi di una volta che, da contrapposizioni militari, assumevano l'aspetto di protezionismo commerciale. Le scelte politiche, pertanto, sono oggi più che ieri legate alla politiche economiche, perchè si sa che non c'è consenso se non c'è soddisfazione al bisogno. Le scelte economiche si fanno con le maggioranze che assumono decisioni coerenti. Prodi, ad esempio, è caduto principalmente perchè non aveva i numeri per sostenere una sua politica economica. Era tirato per la giacchetta ora dagli uni ora dagli altri, finendo per irritare un po' tutti. Non servono, quindi nuove formazioni politiche. Assistiamo persino alla mortificazione del partito, forse il più vecchio, della tradizione democratica italiana: il partito socialista. Servono convergenze e responsabilità. Serve facilitare la scelta nella chiarezza. Oggi, si voglia o meno riconoscerlo, ci sono solo due formazioni politiche che competono per indicare l'indirizzo politico del Paese e sono il PDL ed il PD. La prima si richiama a tutti quei valori che hanno concorso a riconoscere, nella civiltà del confronto e della tolleranza, le scelte sociali capaci di offrire soluzioni di progresso e di benessere. L'altra, invece, riviene da un pensiero diverso che una volta si riconosceva nella lotta di classe e nel centralismo politico, mentre oggi permuta il suo modello a quello delle società più aperte,anche se spesso offrono la sensazione di non credere in ciò che dicono o che fanno. Io sono per la scelta e non la dispersione. Buona serata. Vito
(Rispondi)
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il 18/05/2012 alle 14:34
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