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« L'Italia che vorreiTroppo bella »

Arrieccomi

Post n°26 pubblicato il 26 Giugno 2013 da marina3210

Eccomi, anzi, in perfetto italiano-televisivo post moderno, arrieccomi.

Da dove iniziare? Dalle scuse naturalmente visto che gli impegni vanno onorati, anche quelli palesemente irrilevanti come gestire un blog di periferia senza pretese d’alcun genere.

Ovviamente scrivere su Libero non rientra fra le prescrizioni del mio medico ma aver creato un minimo di interesse fra uno sparuto quanto affettuosissimo gruppetto di amici, avrebbe dovuto consigliarmi una maggiore attenzione nell’assumere nuovi impegni e garantire quel minimo di presenza che differenzia un blog da qualsiasi altra pubblicazione.

Non posso addossarmi tutte le colpe per un periodo che definire orribile è già un modo per incensarlo ma il vostro affetto, in parte pubblico e ancor più spesso privato, non può che suggerirmi scuse e ringraziamenti.

Allora, come si suol dire, dove eravamo rimasti?

Se memoria e occhiali da vista non mi ingannano a tre post “politici” scritti in prossimità delle elezioni parlamentari e presidenziali e dedicati ad un dimenticato eroe degli anni di piombo, ad una vecchia partigiana e ad un’amica senza voce. Il tutto condito da una speranza, coltivata fra un sondaggio e l’altro, in un vero cambiamento e in qualche pensionamento eccellente.

S’è visto com’ è andata …

Non credo sia il caso di piangere ancora per l’occasione perduta, per il rigore tirato in tribuna dalla punta reduce da trionfali Primarie o unirsi agli sberleffi all’Omo-Yomo, come ama definirlo il nostro Panglos, capace di vincere la Lotteria di Capodanno e poi perderne il biglietto.

Tutto noto, trito e ritrito e, se proprio volete sapere cosa ne penso, evitandomi ulteriori poco produttive fatiche a quest’ora della notte, vi rimando all’ultimo post del già menzionato Panglos. Sposo senza alcun dubbio in merito la sua acutissima analisi.

Preferisco usare i miei ultimi momenti di lucidità per ragguagliarvi, proprio come si fa con l’amico che non vedi da un po’, sugli sviluppi di alcune storie qua raccontate, sperando possa servire a riprendere il filo interrotto.

In tanti mi hanno scritto in privato per condividere i loro ricordi sulla morte di Benedetto Petrone. Inutile cercare di convincerli a scrivere anche un commento pubblico: per quanto possa apparire incredibile quegli anni fanno ancora paura e la morte di un giovane militante continua ad imbarazzare e a meritare un prevedibile oblio.

Nazar ha perso il posto che tanto l’inorgogliva, o meglio l’officina dove lavorava si è trasferita, nella pagina delle statistiche, fra le due al minuto che chiudono dall’inizio della crisi. Adesso sul divano di casa ci trascorre le intere giornate; a cercare qualcosa in giro ci ha rinunciato da un po’. Non so se il Berlusca resta l’uomo dei suoi sogni: la tristezza gli ha tolto anche la voglia di parlare.

But non c’è più. Al mio rientro, ad accogliermi allo sportello dell’ auto e ad accompagnarmi fino all’uscio, alternando i loro passi rapidi ai miei, sono rimasti il Rosso e la mamma Brenda, anche loro più soli e mesti senza il nostro vecchio amico.

La biografa di Tina Anselmi mi ha ringraziato su FB; non credo lo farà mai il futuro biografo del presidente eletto, un Padre della Patria con un curriculum da incorniciare e tanti ma tanti voti da contare, compresi quelli di Capezzone ed Alemanno

Corina ha ritirato la pagella di fine anno, un trionfo di nove e dieci. La zia Mitri ha sentenziato che se continua così, un domani, brava e bella com’è, potrebbe persino aspirare a concorrere per un posto da velina. Perdonate la mia fissa da ex compagna, ex avvenente ragazza, ex tutto dall’incerto futuro, ma da sempre predico che il vero danno arrecato dal berlusconismo ai nostri giorni è da ricercarsi più nel rincoglionimento indotto via canali televisivi che nelle sue mortificanti, per lui e solo per lui, vicende giudiziarie.

Concetta ha smesso di sperare in Papa Francesco da quando lo ha sentito relazionare su una presunta lobby di prelati gay (incredibile ma l’ho sentito anch’io), piuttosto che occuparsi delle migliaia di buoni credenti con il peccato capitale dell’essere separati, conviventi o occasionali vittime di una suggestione passeggera, come se il buon Dio avesse creato solo occhi, mani e cuore, mettendosi in ferie nel momento in cui un distratto supplente progettava ormoni ed idonei distributori.

Ha capito che non sarà per questa vita poter essere ammessa nella sua chiesetta all’angolo di casa ed ha dirottato le sue ginocchia da fedele delusa in una parrocchia del capoluogo, godendo di un tranquillo quanto agognato anonimato.

Dora mi ha scritto ancora. Non capisce. Le ho risposto che quindi ha capito; tutto e bene.

 

Non potevo dopo tre mesi di assenza chiudere un post con le mie assonnate parole di pretenziosa ragazza di mezza età. Dopo tanta attesa meritate di meglio: i versi del grande Francesco, (Guccini naturalmente), nella sua splendida “Lettera”.

A presto amici.

 

“Come vedi tutto è usuale, solo che il tempo stringe la borsa
e c'è il sospetto che sia triviale l' affanno e l' ansimo dopo una corsa,
l' ansia volgare del giorno dopo, la fine triste della partita,
il lento scorrere senza uno scopo di questa cosa... che chiami... vita...”

 
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Commenti al Post:
marina3210
marina3210 il 03/07/13 alle 00:49 via WEB
Che vuoi che ti dica, amico mio? Intanto che mi onora il tuo interesse per un mio parere e poi che, usando una frase fatta, vedo davvero poco di nuovo sotto il sole. C'è, proprio come prima, un governo guidato da un ex democristiano (ex?), votato dagli stessi tre partiti e fortemente condizionato dal medesimo capobastone che spadroneggia, a dispetto di ogni vicissitudine giudiziaria, da vent'anni. Tutti sappiamo che questa innaturale unione è nata per colpa dei numeri e del barbuto che nel post definivo come colui che "ha vinto la lotteria e poi ne ha smarrito il biglietto". A volte per sopravvivere si può anche bere un brodo caldo a Ferragosto ma dire che è buono, questo proprio no...
(Rispondi)
 
 
PRONTALFREDO
PRONTALFREDO il 03/07/13 alle 22:45 via WEB
E' perché manca lo scopo, Marina.
Anche se un giorno tutti gli abitanti del mondo riuscissero a vivere in pace d'amore e d'accordo, ma non ci fosse uno scopo nella loro vita, la pace e la tranquillità raggiunta non superebbe la nottata e il sistema crollerebbe immediatamente il giorno successivo.
E' come se un'azienda pretendesse di selezionare l'organico senza prima definire il campo di attività in cui intende operare!
Azzardo un'ipotesi:
supponiamo che il nostro scopo sia quello di andarsene da qui per cercarne un altro pianeta che sia più adatto a noi (un posto, per esempio, in cui si possa volare, respirare sott'acqua, nutrirsi dei frutti spontanei senza dover lavorare, una temperatura ideale tutto l'anno per andaresene in giro senza doverci coprire, ecc. ecc.). Ecco se lo scopo è questo, allora dovremmo unire tutte le nostre forze per costruire una gigantesca astronave in grado di ospitare 7 miliardi di persone, con tutte le scorte di aria, acqua e cibo e metterci in viaggio nell'universo...
(Rispondi)
 
 
 
PRONTALFREDO
PRONTALFREDO il 03/07/13 alle 22:48 via WEB
...oppure prendere atto che questa astronave è già stata costruita e che tutti noi siamo già a bordo, in viaggio verso una meta sconosciuta.
(Rispondi)
 
 
 
 
marina3210
marina3210 il 04/07/13 alle 02:02 via WEB
Già, lo scopo, come non darti ragione? Dovrebbe essere il faro d'ogni comportamento umano e forse, in un certo senso, lo è. Il problema è che raramente nella storia ne ritroviamo di quelli con la esse maiuscola, forse solo nei racconti ai confini con la leggenda. Quotidianamente, viceversa, ci rifugiamo nel "particolare" e lo scopo, con la esse desolatamente minuscola, diventa, nella migliore delle ipotesi, il migliorare la propria condizione. Insieme agli altri? Nemmeno a parlarne: come faremmo a risaltare?
(Rispondi) (Vedi gli altri 1 commenti )
 
 
 
 
marina3210
marina3210 il 04/07/13 alle 02:04 via WEB
...commento in linea, il precedente, con il momento che sto vivendo. Per fortuna ci sei tu, Alfredo, a volare alto; è sempre un piacere leggerti.
(Rispondi)
 
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