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Post n°45 pubblicato il 17 Aprile 2010 da marina1811
I primi, difficili anni di regno di Elisabetta Tudor (1533-1603), figlia (ripudiata) di Enrico VIII e Anna Bolena, che nel 1558 succede sul trono alla sorellastra Maria, rifiuta di sposarsi e, scampata agli attentati, diventa la Regina Vergine, dopo aver eliminato nemici esterni e interni. Dopo una ventina di film muti e sonori (con Sarah Bernhardt, Florence Eldridge, Bette Davis, Jean Simmons, Glenda Jackson, ecc.) ecco un'Elisabetta interpretata da una giovane e brava attrice australiana, scritta dall'inglese Michael Hirst e diretta da un regista pakistano, classe 1945, ex attore. Prodotto dalla Polygram, è un fastoso polpettone in costume zeppo di assassinii, attentati, intrighi di palazzo, torture, tradimenti, balli e mimi di corte, in forma di romanzo di formazione (e mutazione) dove il privato prevale sul pubblico e si privilegia l'importanza di Sir Francis Walsingham (l'australiano G. Rush), machiavellico capo della polizia segreta, a scapito di Sir William Cecil (R. Attenborough). |
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