Creato da gamberarancione il 22/05/2012

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Cadere e rialzarsi

Post n°109 pubblicato il 04 Settembre 2013 da gamberarancione

Mi appresto ad andare in ufficio. Come tutte le mattine.

Trafelata, di corsa, affannata, come tutte le mattine. Un po' più pensierosa del solito però, rispetto alle altre mattine. Come una ligia utente dell'ATAC mi rendo conto di non avere il biglietto da uno virgola cinque euri che va obbligatoriamente vidimato per non incorrere a sanzioni amministrative pecuniarie dai 100 ai 500 euri. Me ce manca solo quella.

Compro due ticket in edicola sulla piazza, e dopo aver ritirato i biglietti mi accorgo che un bellissimo 360 direzionemuse staziona semivuoto alla fermata. L'autista si accorge a sua volta di questa signora che dignitosamente rivestita da un vestitino svolazzante e un discreto tacco nove ha intenzione di salire su quell'autobus. Così si consuma il dramma.

Accelero il passo per non farlo aspettare, ma un sassolino mi impedisce di tagliare il traguardo in posizione eretta... inizio a cadere. Sì, inizio, la caduta è un'azione lenta, checchè se ne dica... Tento di non finire per terra ma più m'impegno e più non ci riesco. Frustrantissimo. L'atterraggio non è per niente morbido. Batto violentemente le ossa, più o meno all'altezza dello sterno, sulla pedana dell'autobus e ci rimango, per terra. Un dolore lancinante alla schiena. Temo tra me e me di essermi spezzata la schiena in almeno tre o quattro pezzi... una camicia azzurra ben stirata e profumata mi viene incontro e mi tende due maniche braccia... "signora s'è fatta male? tutto bene?" "sì, ma lasciami per terra che vojo morì" "la aiuto, se la sente di tirarsi su?" "No, vojo morì qui!". Il buon senso della camicia azzurra prevale e, dolorante, riesco a tirarmi su. Che orrore! Un ginocchio escoriato, la schiena spezzata, il vestito svolazzante sgualcito, il petto contuso. "grazie, lei è molto gentile, adesso torno a casa a disinfettare la ferita, grazie ancora..."

Nonostante il mio proverbiale stoicismo, le ore successive in ufficio presso il quale mi sono recata lo stesso come un'eroina, sono incredibilmente dolorose, al punto di decidere di passare al pronto soccorso del policlinico... il risultato è una prognosi di otto giorni, contusioni ed escoriazioni, oltre a una sospetta frattura vertebrale.

Bene. Otto giorni mi servono come il pane, che, come si dice, da una caduta ci si rialza sempre, ma solo il tempo cura davvero tutte le ferite.

 

 

 
 
 
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